sabato, febbraio 02, 2008

La fine di una strada - Epitaffio

Come forse avevo già accennato, ora lo confermo, e forse con un po’ di anticipo! E’ giunto il momento di cambiare, occorre imboccare una nuova strada: mi è d’obbligo. Sono trascorsi poco più di 10 anni… si 10 anni da quando ho mosso i primi passi su questa strada virtuale, avevo 24 anni ed ero letteralmente un pivello, ma forse lo sono ancora oggi. Ho incontrato internet per necessità lavorative, ed affascinato mi sono lasciato coinvolgere, anche personalmente, da questo mondo interminabile, senza confini, quanto limitato.
Ho scoperto cosa significano link ipertestuale, cos’è una URL, come funzionava un browser, ecc. ho imparato diligentemente tutto quello che occorreva per muoversi sulla rete della comunicazione globale, nel lecito e nel meno lecito. Ho fatto le mia prima iscrizioni a portali di servizi per il web ed ho cominciato la mia esplorazione di questo mondo che vasto e senza confini ti limita ad una esistenza che molti definiscono virtuale, ma che altri la fanno diventare, forse malauguratamente, una realtà a tutti gli effetti. Ho incontrato sulle vie cibernetiche persone di ogni sesso, religione, cultura e costume, con problemi o improponibilmente sempre felici e soddisfatte, altri viziati del sesso virtuale e ancora  profeti della comunicazione globale, persone comuni, persone speciali… almeno questo io credo di aver incontrato, scoprendo ognuno di loro attraverso le loro parole e i loro messaggi, o quant’altro ci si concedeva reciprocamente. Ma ancora oggi, escluse quelle poche persone che mi hanno pregiato dell’onore e della fiducia di incontrarmi, di tutti gli altri non so se corrisponda veramente a realtà il come si sono presentati in questo mondo virtuale, o se fosse solo una parte di loro stessi, o se si sono immedesimati in quello che in realtà  avrebbero voluto essere.
Io certamente non sono stato molto diverso da ognuno di loro: insomma ci vuole molta coerenza e soprattutto molta onesta con se stessi oltre che con gli altri a non mettersi una maschera: d'altronde da dietro il vetro di una finestra speciale che ti permette di vedere al di là ma, che se si vuole, impedisce agli altri di vedere chi c’è realmente dietro quel vetro, è estremamente facile lasciarsi andare alla tentazione ed al fascino di diventare chiunque si voglia. Ho fatto del mio meglio per rimanere me stesso ed il più delle volte ci sono riuscito, ma come dicevo, ammetto di essermi concesso il malsano lusso di tanto in tanto di diventare qualcun altro: sono stato un finto poeta, un finto intellettuale, ho cercato di personificare un latin lover (con scarsi risultati), ho percorso le vie anche più in ombra della rete di internet, ho sperimentato nel bene e nel male; e dopo questi anni, trascorsi a crescere con la rete stessa, mi rendo conto che non ho vissuto un parte della mia vita reale per viverne un'altra meno concreta. Un esperienza particolarmente accrescitiva, attraverso queste ramificate connessioni ho scoperto cose che forse nella realtà non avrei mai potuto immaginare, almeno non così tante in così poco tempo. Nel lasciarmi ammaliare e trascinare dalle ombre della rete sono comunque riuscito a riemerge alla luce e godermi le cose migliori di questa collettività che sta in bilico tra virtuale e realtà. Sono partito da un indirizzo di posta elettronica personale per attraversare siti e spazi personali, colloquiare nella chat e nei forum, per approdare a al mio diario elettronico pubblico il blog, ma ormai sono stanco e la realtà della vita quotidiana mi sta trascinando con le sue responsabilità lontano da questa comunità di cybernauti. Non voglio giudicare se è bene o male appartenere a queste collettività virtuali, in fondo vivendo con loro sulla rete ho sempre imparato qualcosa, quindi non è per niente male come esperienza, ma mi rendo anche conto che serve molto buon senso ed una certa dose di maturità per affrontare certe ambientazioni virtuali, e non sto parlando solo di sesso virtuale o di suoi derivati, sto parlando di concezione dello strumento mediatico che rappresenta internet e tutto il suo contorno. Attraversando portali di comunità di diverso tipo, navigando per accrescere la mia cultura o per vedere posti che non avevo mai visto, ho fatto un percorso evolutivo che combaciava anche con la rete stessa, ma che ha richiesto parecchio tempo, e personalmente anche troppo ritengo.
Da una logica di condivisione senza barriere internet è diventato sempre più sofisticato sempre più complesso… anche per me ormai ci sono limiti tecnologici che cominciano a diventare insormontabili: dalle semplici parole scambiate su una chat comune che permetteva di comunicare con persone distanti km si è arrivati a parlare attraverso programmi che ti permettono anche di vedere il tuo interlocutore evitando addirittura di digitare sulla tastiera parlando come se si fosse al videotelefono. I browser sono sempre più complessi perché devono gestire una quantità di informazioni e dati tali da consentire sempre nuove funzionalità che ti obbligano a cambiare la tecnologia portante ogni 6 mesi se non ci si vuole perdere nemmeno una sola delle nuove funzionalità… e così camminando, camminando il fascino e l’intrigo di scoprire giorno dopo giorno, parola dopo parola l’interlocutore del momento, è venuto meno: oggi in meno di 2 minuti e possibile sapere quasi tutto di chi sta dall’altra parte (verità o menzogne permettendo) e in più si diventa schiavi della tecnologia per non sentirsi tagliati fuori. Dal semplice codice html che ti concedeva la possibilità di scrivere in finestre basilari un messaggio per il tuo cyberamico a 1.000 km di distanza ora puoi fare di tutto e di più, lasciando spazio anche alle perversioni, ed alle malsanità più impensabili (terreno fertile per il bieco merchandising). E’ anche vero che le potenzialità dello strumento aiutano in parecchi frangenti, si economicamente che culturalmente, ma non invidio i giovani naviganti che senza una guida affrontano un mondo tanto vasto che ti aggredisce e ti propone molteplici possibilità di perderti o di crescere indistintamente allo stesso modo. Il mio tempo su questo strumento penso sia arrivato al termine, almeno come esploratore di questo mondo che ormai mi annoia e nel quale non vedo nuove mete da raggiungere che destino la mia curiosità, il mio interesse, ormai nulla mi affascina più. Potrò sembrare saccente, colpevole di mettermi la toga del giudice supremo, ma in realtà sto condividendo un ultima volta quello che è il mio pensiero parlando di questo mezzo di comunicazione. Sono stati 10 anni, tra alti e bassi come frequentazione, più o meno interessante e in certi momenti molto importanti, ma ora non vedo più internet come prima, in parte sono deluso dalle troppe maschere e dalle troppe fotocopie virtuali che si incontrano, o da coloro che cercano di rendersi interessanti attraverso il mistero che potrebbe non esserci più, o attirare gli altri con le solite argomentazioni… ora vorrei darmi altri obbiettivi, interessi e amori da perseguire. Mi limiterò a tornare ad un uso comune di questi strumenti concedendomi una e-mail personale, e non 7 come avevo circa 2 anni fa, ed un unico spazio personale con cui rimanere in contatto con coloro che hanno percorso e condiviso parte del mio cammino in questa collettività cybernetica. Un ringraziamento va a coloro che hanno concesso al sottoscritto di potersi confrontare apertamente e sinceramente, superando veramente le barriere geografiche e culturali ed affrontato ogni argomentazione con la corretta serenità e trasparenza d’animo permettendo a tutti di crescere ed imparare sempre cose nuove o condividerne di comuni. Un saluto ed un abbraccio per tutti i naviganti.


mr.zugo