L'uomo non è fatto per volare, ciò nonostante ha cercato, sempre durante la sua storia, di oltrepassare questo limite, come se un richiamo atavico lo spronasse a raggiungere mete sempre più alte. Non era più sufficiente esplorare le terre, non è stato sufficientemente appagante attraversare i mari, doveva alzarsi verso il cielo, come a raggiungere gli abitanti (gli angeli e Dio per qualcuno, gli dei per altri...) del luogo forse più mistico...
Lesensazioni del volo hanno, probabilmente più di altre, riempito l'animo umano: forse perché permette di essere parte di tutto il creato in un modo più completo; poter vedere dall'alto i terreni calpestati prima del volo, sorvolare le distese del mare in cui ci si è bagnati o su cui si è navigato, volare sopra un mare di nuvole rende tutto più profondo de appagante, come a raggiungere dei limiti per lo più impossibili: cambia la prospettiva delle cose, ridimensiona l'ego dell'uomo ricordandogli che è una piccola parte di un grande tutto.
Ho preso l'aereo giusto ieri e guardando dal finestrino, questi pensieri mi hanno pervaso mentre sorvolavo uno scenario apocalittico di nuvole, una distesa silenziosa, modellata come una città silente, che a tratti permetteva di guardare verso il basso lasciando vedere un tessuto mai realizzato da nessuno se non dalla natura con terreni di ogni colore interrotti a trattai dalla vegetazione, oppure lasciare che lo sguardo si confondesse nel guardare la superficie del mare, frastagliato dal sussurro del vento disegnando motivi sempre diversi o impossibilmente uguali...
Tutto questo l'uomo forse mai potrà crearlo... ma solo simularlo o rappresentarlo... e probabilmente per questo mai pago l'uomo ha cercato da tempi immemori di volare... come a prendersi una piccola rivincita sui propri limiti oltre a godere di uno degli spettacoli più favolosi.
Lesensazioni del volo hanno, probabilmente più di altre, riempito l'animo umano: forse perché permette di essere parte di tutto il creato in un modo più completo; poter vedere dall'alto i terreni calpestati prima del volo, sorvolare le distese del mare in cui ci si è bagnati o su cui si è navigato, volare sopra un mare di nuvole rende tutto più profondo de appagante, come a raggiungere dei limiti per lo più impossibili: cambia la prospettiva delle cose, ridimensiona l'ego dell'uomo ricordandogli che è una piccola parte di un grande tutto.
Ho preso l'aereo giusto ieri e guardando dal finestrino, questi pensieri mi hanno pervaso mentre sorvolavo uno scenario apocalittico di nuvole, una distesa silenziosa, modellata come una città silente, che a tratti permetteva di guardare verso il basso lasciando vedere un tessuto mai realizzato da nessuno se non dalla natura con terreni di ogni colore interrotti a trattai dalla vegetazione, oppure lasciare che lo sguardo si confondesse nel guardare la superficie del mare, frastagliato dal sussurro del vento disegnando motivi sempre diversi o impossibilmente uguali...
Tutto questo l'uomo forse mai potrà crearlo... ma solo simularlo o rappresentarlo... e probabilmente per questo mai pago l'uomo ha cercato da tempi immemori di volare... come a prendersi una piccola rivincita sui propri limiti oltre a godere di uno degli spettacoli più favolosi.
mr.zugo