giovedì, agosto 13, 2015

Il Lungo Viaggio con R.

Non saprei nemmeno da dove iniziare tanto è particolare il modo con cui alla fine ho stretto amicizia con Lei. Seppure abbia iniziato a fare il pendolare dal 2 gennaio 2013, credo di aver intravisto quella particolare chioma forse solo qualche mese dopo. Il modo di viaggiare prima era diverso rispetto ad ora perché il regolamento di viaggio e l'affluenza erano tali per cui era più probabile essere in carrozze diverse e posti diversi, ma soprattutto le esigenze di come viaggiare erano diverse. Quindi solo qualche mese dopo ho intravisto la sua particolare chioma, di quelle che si distinguono ovunque e che a me oltretutto piace molto, attirando così la mia attenzione. Ma non ci fu mai occasione di incrociare gli sguardi tanto da poterci permettere un accenno di saluto.

Ho viaggiato in ogni modo sul treno ad alta velocità che quotidianamente prendo: seduto in standard, ossia quella che un tempo si definiva seconda classe, seduto sui gradini, in piedi tra le carrozze, in executive (cioè la vecchia prima classe); ma solo quando sono tornato nella standard, iniziando a prenotare il posto a sedere ho avuto occasioni sempre più frequenti di incrociare la "simpatica" testa riccia che mi aveva colpito tempo prima.
Devo ringraziare i ladri che si rubarono il rame in quel caldo ed anomalo ottobre: sì perché mi hanno dato l'opportunità di poter sfruttare 3 ore di stop sui binari per chiacchierare un po' con Lei, la chioma riccioluta! Occasione nella quale sono quasi certo di non averle fatto un bella impressione, forse colpa del mio sguardo insistente nel scrutare il suo volto, i suoi capelli, ma non potevo resistere, confesso che ne sono rimasto affascinato e non solo per il suo aspetto più che gradevole, ma anche dalla personalità che emanava; fin da allora c'è stato sempre qualcosa in Lei che mi attraeva, che andava oltre l'aspetto estetico del suo volto e dei suoi infiniti ricci. I suoi occhi sostenevano lo sguardo di ogni interlocutore con cui aveva a che fare anche in quella grottesca situazione. Comunque sia dopo quel episodio alquanto particolare, le cose in sostanza non cambiarono di molto. Ogni mattina ed ogni sera poteva capitare che ci incrociassimo sul binario in attesa del treno ed a stento riuscivo a salutarla, più per la mia timidezza, penso, che per altri motivi.
Le settimane ed i mesi si sono susseguiti e nello scorrere del tempo, confidando nella familiarità dei volti che si vedono di giorno in giorno, ogni volta che intravedevo i suoi riccioli ho cercato di rendermi sempre più visibile, anche solo per un cenno di saluto, silente il più delle volte, temendo che non sentisse visto che le cuffie sono sue buone compagne di viaggio. Così, un giorno, non so bene quando, mentre Lei risaliva le carrozze del treno, ho buttato lì un ciao sia con la voce sia con un cenno della mano e sorpreso sono stato ricambiato, per cui immediatamente ho realizzato che c'era spazio per socializzare. Da quel momento ogni volta che riuscivo ad incrociare il suo sguardo un cenno di saluto ed un sorriso non mancavano mai, rito che negli ultimi mesi è diventato talmente naturale da diventare quasi quotidiano. Pur cercando di non essere invadente, una mattina in cui si è fermata a scambiare due chiacchiere, ho trovato modo di fare le presentazioni di base scoprendo finalmente il suo nome che per rispetto alla sua privacy, come fanno i giornalisti (quale non sono) userò solo una fittizzia iniziale: R(iccia). Dopo le presentazioni di quella mattina la confidenza ed i momenti di ritrovo ai binari sono sempre stati in crescendo, mai forzatamente cercati.

Con R. mi sono trovato subito a mio agio, anche se sono sicuro di aver dato un impressione diversa forse per colpa della fatica che facevo dal trattenere l'interesse per Lei e per la sua personalità ed il suo carisma. Contrariamente ad altre conoscenze che ho fatto in passato, questa non è stata né di quelle mordi e fuggi dove ti racconti un sacco di cose addosso ma che non ti lasciano granché, né di quelle di conviviale socialità davanti ad un aperitivo o in qualche locale da dove poi potrebbe partire un'amicizia. Questa è una storia diversa, cresciuta in tempi lunghi fatti di attimi sfuggevoli e circoscritti ad un momento della giornata particolare sia che suo; fuori dai normali tempi scanditi dalla vita. Entrambi come pendolari concediamo al lavoro dalle 4 alle 6 ore di viaggio tutti i giorni: ore sottratte invece ai nostri affetti ed alle nostre passioni od ai nostri impegni personali. Rispetto ad altre conoscenze più immediate e coltivate ogni giorno sui treni della mattina e della sera, quella con R. è stato un percorso accrescitivo. L'interazione è andata talmente in crescendo che per scelte comuni, anche se per motivazioni diverse, ho avuto il piacere e sì anche l'onore di viaggiare con R. per ben 5 settimane con  almeno 1 viaggio su 2, quasi ogni giorno. In questo modo ho potuto scoprire che con Lei è facile parlare, confrontarsi ed anche quando capita di dare un'impressione forse sbagliata non ci si sente "giudicati". Gli argomenti che abbiamo trattato sono stati molteplici, da quelli faceti a quelli più seri ed in alcuni casi anche grevi, però ogni volta trattati con gentilezza e rispetto. Discorsi spontanei e fluenti, in rari casi forse ci sono stati degli imbarazzanti silenzi, discorsi nei quali ho scoperto che seppur diversi, entrambi abbiamo fatto dei percorsi che ci hanno arricchito l'animo al punto da poter comprendere meglio non solo gli altri ma anche noi stessi, dove R. è un bel po' avanti a me perché alcune delle sue esperienze, che  a me mancano e che posso solo immaginare, sono state davvero importanti anche se non piacevoli. Da tempo non trovavo qualcuno con cui mi sento a mio agio potendo esprimere pensieri e  parei, talvolta anche dei giudizi, il tutto senza avere il timore di essere considerato "sciroccato o mal sopportato". La riprova di questa idea del fatto che non le sono "avverso" o  "molesto" sta nel fatto che non ha mai rifiutato la mia compagnia con chissà quali scuse né tanto meno mi ha evitato in modo palese come si fa si solito con le persone meno gradite; anche il linguaggio del corpo è tale per cui non percepisco disagio o fastidio da parte sua nel sopportare la mia presenza o le mie parole anche quando non siamo concordi.

Il lungo viaggio, 2 anni o poco meno, con R. si è interrotto in questo periodo estivo per via delle vacanze e forse difficilmente riprenderà considerato che molto probabilmente prenderà treni diversi dai miei. Mi auguro di poterla ritrovare e rivedere di quando in quando per godere ancora della piacevole compagnia della sua chioma riccioluta.