lunedì, dicembre 31, 2012

Un Capitolo Concluso

Ci siamo, di nuovo a fine anno, momento in cui tutti noi più o meno coscientemente facciamo i conti a consuntivo dell'anno trascorso oltre che riflettere o darci nuovi propositi per l'anno che inizierà, ma in questo caso per me non si tratta di tirare le somme di un solo anno bensì di un triennio.
Pochi giorni fa ero in viaggio per tornare a casa non solo per le festività ma, come detto già in precedenza, per restarci ed iniziare un nuovo ciclo; infatti non sembra neanche vero ma sono passati 3 anni e 2 mesi da quando mi sono trasferito nelle terre pometine per assecondare necessità di lavoro più stabili e affrontare un progetto lavorativo di mio interesse. Un periodo volto al termine. In questi 3 anni ho visto crescere uno stabilimento di produzione dove, con la giusta guida e collaborazione, ho potuto vivere un esperienza progettuale significativa: partendo dallo start-up, passando dalla definizione e condivisione di processi e procedure siamo giunti al stato di regime consolidato di uno stabilimento di produzione offset e roto-offset. In questi tre anni non sono mancate le difficoltà ed i momenti di sconforto che tutto sommato hanno pesato meno rispetto alle soddisfazioni ottenute nel vedere i risultati ottenuti. Anche con le persone non è stato facile, ma anche qui ci sono state felici scoperte e piacevoli condivisioni, forse alcune tardive, ma in fin dei conti quando si trova del feeling se è genuino il rapporto tra le persone perdura nel tempo, e comunque è mia intenzione non perdere contatti con coloro con cui ho trovato affiatamento e piacere della compagnia, in particolare con 2 di loro: il primo colui che in qualche modo mi ha adottato e accompagnato in questi anni, supportandomi in diverse piccole occasioni, mi auguro solo di aver potuto contribuire e scambiare anche io in qualche modo ad un suo percorso professionale e personale e la seconda  colei che ha riempito non pochi vuoti che mi si sono venuti a creare. Cambiando quindi mansioni al lavoro mi è stata concessa la possibilità di lasciare le terre laziali per avvicinarmi a casa ed iniziare così a lavorare nelle terre lombarde.
In definitiva tolta una mia personalissima incapacità ed in parte non volontà di godermi a dovere la vita, posso dire che a conti fatti questa esperienza di 3 anni mi ha permesso di crescere e di fare delle buone esperienze, sempre utili per affrontare meglio anche il futuro. Futuro che si presenterà tra poche ora con l'anno nuovo, che aprirà a diverse e nuove esperienze oltre a permettermi di ritrovare vecchie abitudini familiari. 
Ma lasciando da parte i consuntivi, parlando invece di propositi per l'anno che si introduce, ammetto che ci sono, ne ho alcuni; per il momento non dirò nulla perché, pur essendo pochi, sono per me molto importanti e complessi per non dire intimi, quindi prima di condividerli vorrei metterli meglio a fuoco anche io per poterli portare avanti nel miglior modo. Raggiunto dunque il primo traguardo del rientro a casa, tra un paio di giorni traguarderò anche il secondo iniziando a lavorare a Milano. Sono impaziente di iniziare questo nuovo percorso, in fondo ci voleva un po' di aria nuova e nuovi stimoli, queste sono due condizioni che mi permettono di restare giovane evitandomi di fossilizzarmi sulle temibili routine.

Non mi dilungo oltre lasciandovi il mio augurio per un 2013 auspicandovi che sia cosparso di sorprese e buone novità per tutti voi. 

Buon Anno!

sabato, dicembre 01, 2012

-20 & -33

Non sono delle temperature ma il conteggio dei giorni che restano del conto alla rovescia dei due traguardi che devo raggiungere. Ormai è tutto di dominio pubblico, o quasi, visto che sono poche le persone che ancora non lo sanno. Ora vi spiego meglio cosa rappresentano questi conteggi:

-20 è il primo conto alla rovescia e facendo banalmente due conti si capisce che arriviamo a 21 di dicembre, ora non cominciate a pensare alla fine del mondo come predetto o meglio detto nel calendario Maya; più banalmente si tratta dell'ultimo giorno che passerò nella mia dimora pomentina. Ebbe sì il giorno successivo sarò in viaggio per tornare a casa con tutte, e dico tutte, le mie cose. Con l'occasione del rientro per le festività natalizie, ne approfitto per traslocare e ritornare nella mia città o meglio nella mia terra di appartenenza, ovvero il Piemonte e più precisamente Torino. Come spesso detto di casa ce ne una sola ed è sempre dove sono gli affetti e le memorie di chi siamo. Questa ulteriore parentesi di 3 anni e 2 mesi abbondanti sta per volgere al termine. Mai come negli ultimi 7 anni questo è un natale che comincio a sentire e che voglio vivere nello spirito giusto, per questo motivo sto facendo il conto alla rovescia, non vedo l'ora di essere a casa, stare con la famiglia, con quelle poche amicizie che mi sono rimaste dopo 10 anni da vagabondo del lavoro. Cavoli sono passati 2 lustri da quando inseritomi nel mondo del lavoro degli adulti ho iniziato questa odissea. Dopo i primi 5 anni passati a lavorare mediocremente, dopo mi sono buttato a capofitto in un mondo complesso ed esigente; talmente esigente che sono 10 anni che per periodi più o meno lunghi sto lontano dalla mia casa e dai mie affetti per cercare di trovare e raggiungere una posizione professionale ed economica per il futuro; i risultati non sono stati dei migliori, ma visti i tempi odierni, credo di aver raggiunto dei bei traguardi. Ora finalmente ho l'opportunità di tornare nelle terre a cui appartengo e spero di restarci il più possibile ed abbandonarle solo per nuovi e maggiori interessi personali verso altre località e non più per esigenze professionali.

-33 è il secondo conto alla rovescia ed è per la verità l'origine del primo conteggio. Mi spiego meglio. Dal 25 ottobre ultimo scorso ho un foglio firmato dal responsabile del personale che avvalla il mio trasferimento di sede lavorativa, spostandomi da quella di Pomezia a quella di Milano. Quindi 33 sono i giorni che mancano al mio primo giorno di lavoro nella nuova sede. Per diversi motivi che non sto qui ad elencare 2 mesi prima della lettera di trasferimento avevo richiesto di rientrare nelle sedi più appropriate di appartenenza per me ma anche per altre 2 colleghe visto il cambio di mansione. In quest'occasione il mio responsabile memore di alcune segnalazioni che gli avevo fatto, con l'occasione della definizione della riorganizzazione avvenuta nei mesi precedente delle strutture lavorative, è divenuto un momento per me propizi, e vista la richiesta, mi ha collocato sulla sede di Milano dove sono presenti altri colleghi di struttura. Bene questa configurazione è stata avvallata ed ha portato come risultato il foglio di via per Milano. Mi spiace solo che le colleghe invece ancora non hanno notizie... Quindi con l'anno nuovo, nuova sede di lavoro e nuovi colleghi d'ufficio. Non nego che mi serviva in questo momento un cambiamento d'aria visto che alcune situazioni si stanno complicando non poco. I cambiamenti nell'azienda, i cambiamenti nell'economia nazionale ed internazionale stanno modificando non solo i massimi sistemi ma anche la quotidianità lavorativa che ognuno di noi deve vivere; ci si sta allontanando progressivamente dalla misura umana per sconfinare e sfociare nella mera valutazione di benefici e perdite che va a discapito delle persone, non a caso oggi mestamente chiamate risorse. Quindi anche da noi si è soggetti a queste variazioni ambientali e comportamentali, e quest'opportunità di poter virtualmente cambiare scenario lavorativo, mi permetterà di essere mentalmente proiettato alla novità e al ricominciare a costruire relazioni e rapporti.

Bene quindi svelato il mistero del conto alla rovescia che feci in un post precedente. Insomma tirando le conclusioni anche in questo frangente, rispetto la mia definizione di viandante del terzo millennio, e da gennaio ancor di più, infatti per i primi mesi con molta probabilità dovrò fare il pendolare Torino-Milano-Torino, tornando ad usufruire del servizio ferroviario. Mi domando dopo 5 anni come siano cambiati questi trasporti, all'epoca l'ultimo treno che presi io non era ancora uno di quelli ad alta velocità, ma ormai non manca molto e scoprirò la nuova vita da pendolare.

sabato, novembre 24, 2012

Felini in Viaggio

Tresor
Garfield
Un viaggio in compagnia di felini, mai mi è capitato, in quanto per me l'animale deve avere il suo spazio e governarselo nel limiti della convivenza con l'uomo.
Ma essendo amico di alcune "gattofile" sono stato  arruolato
simpaticamente per fare da trasportino motorizzato per due felini. Ovviamente non mi sono opposto, anzi mi sono prontamente messo a disposizione, anche se devo ammette con qualche timore vista la mia inesperienza, ma mi faceva piacere rendermi utile ed aiutare la famiglia naturale come quella adottiva di queste due bestiole pelose.
Il viaggio in automobile è durato circa 8 ore anche per via della pioggia che non ha praticamente mai smesso, da quando sono partito da Roma sino al mio arrivo a Torino.
I due ospiti come garantitomi dalla padrona uscente, non hanno dato alcun problema, al punto che non li ho mai sentiti ne muoversi ne miagolare, mai una volta in 8 ore. Non hanno avuto problemi con il cambiare dell'illuminazione, dei rumori di sottofondo, dove tra l'altro gli ho fatto ascoltare per tutta la durata del viaggio la musica anni 60,70, 80 che spero abbiano gradito. La loro docilità è stata poi simpaticamente dimostrata con due posizioni essenziali che tenevano all'interno del trasportino: appallottolati uno a fianco all'altra a veicolo fermo o lento e stesi uno sopra l'altro con uno di loro che sporgeva le zampe fuori dallo sportellino quando ero a velocità di crociera, davvero buffa questa cosa. Non sono mancate le telefonate di controllo durante il tragitto, ovviamente per sapere come stavano le due bestiole oltre che per capire anche i tempi di percorrenza e un ipotesi di orario di arrivo, giusto per tenere aggiornata anche la padrona adottiva che era in trepidante attesa insieme a suo figlio.
Bene se non era per il fatto che parlassi io ai due ospiti in auto, me li avessero messi di nascosto in auto, mai mi sarei accorto della loro presenza praticamente due soprammobili con la pelliccia dal muso simpatico e sparuto che dove venivano messi stavano senza emettere un fiato.
Spero di non averli scossi troppo e di aver fatto fare loro un viaggio non troppo faticoso. Una esperinza particolare da ricordare soprattutto confrontando lo stato emotivo di chi lasciava e di chi prendeva. Ho visto in presa diretta le due facce degli stessi gatti e per certi versi non ho potuto evitare di sentirmi in parte coinvolto, condividendo in silenzio la tristezza ed il dolore della separazione, come allo stesso modo gioire nel vedere l'espressione di felicità ripagata dall'attesa dell'arrivo dei due giovani felini. Due momenti distinti solo poche ore ma forti, pregni di umanità che visti i tempi odierni faccio sempre più fatica a trovare e vedere nelle persone. Che dire: bella esperienza!

mercoledì, novembre 14, 2012

Di Famiglia

Stavo cercando di guardare qualcosa in tv ma non c'era niente che attraesse e mantenesse la mia attenzione; forse il fatto di non essere riuscito a rispondere ad una telefonata questa sera mi ha messo un po' in agitazione e nel vagare annoiato per i diversi canali ad un certo punto mi è tornato in mente che grazie ad un sms delle persona a cui qualche ora prima non avevo risposto, mi era venuta l'ispirazione per il tema di questo post: la famiglia.

Leggendo quel messaggio sul telefono mi sono trovato nella strana situazione di essere assalito da una serie innumerevole di ricordi legati alla famiglia, rapidi e bervi flashback di momenti diversi in anni diversi. Riflettendoci nei giorni a seguire mi sono accorto che molte cose sono cambiate e probabilmente non torneranno ad essere come erano prima, già solo per il fatto che passano gli anni alcuni componenti della famiglia, nel senso più ampio della parola e della parentela, vengono a mancare per raggiunti limiti di età piuttosto perché è terminato il loro il tempo a disposizione, inoltre cambiano e si modificano le composizioni dei nuclei familiari: chi si sposa, chi si lascia, chi nasce, chi cresce,  chi cambia città e/o vita, ecc.
I miei ricordi sono legati per lo più a due posti fondamentali: la casa in cui sono nato e cresciuto per 18 anni e la casa della nonna materna. In questi due luoghi si sono concentrati la maggior parte dei raduni familiari, dove nella prima ci si ritrovava tutti quelli da parte di mio padre (25 tra nonni, padri madri e cugini) e nella seconda quelli da parte di mia madre (10 1nonna, padri madri e cugini). Una cosa fondamentale che ancora non avevo focalizzato a dovere è quella che i raduni di famiglia erano possibili e si sono fatti grazie proprio ai "grandi papà ed alle grandi mamme", ovvero quelli che per me erano i nonni, mancando loro le cose lentamente sono cambiate sino a ridursi a poco e niente. Loro sono cresciuti con una idea ed una concretezza di famiglia tale per cui era impossibile non stare tutti insieme, ma questa cosa nel corso degli anni si sta lentamente perdendo. Non fraintendetemi non sto dicendo che non esiste più il senso di famiglia, anzi, credo che sia uno dei pochi valori che ancora tengono duro, ma sono cambiati gli scenari e il modo di interpretarla e viverla. Per spiegarmi meglio, un tempo le famiglie per quanto si allargassero erano raccolte in pochi chilometri e come istituzione patriarcale o matriarcale, tutti contribuivano al benessere di tutti nella famiglia (contesto rurale); con l'avvento  della medio borghesia, dell'industria, della tecnologia e di un diffuso e sopravvalutato benessere la concezione di famiglia, almeno secondo me, ha subito progressivamente una disgregazione e una dilatazione nello spazio e nella condivisione. L'essere più indipendenti, andare all'università, entrare nei programmi di scambi culturali, trovare occasioni di lavoro più o meno importanti e lontano da casa, ha fatto sì che il nucleo familiare si disgreghi pian piano. Seppur consapevoli e coscienti di tutto ciò, ci si consola e giustifica adducendo alla possibilità, già da qualche decennio, di poter comunicare a distanza con i telefoni mobili con internet e tutto quello che può tornar utile. Ciononostante ho notato che resta la costante del "luogo sicuro", ovvero quando le cose non vanno bene, quando la vita si fa difficile, quando ci sono le questioni importanti bene o male, la famiglia si ricompatta e riprende la sua forma. Si ritorna sempre volentieri a casa da mamma e papà, da fratelli e sorelle e chi più ne ha e più ne metta; solo loro sanno dare quel senso di accoglienza di serenità e di appagamento, niente altro. Ovviamente non è sempre tutta rosa e fiori, ci saranno stati a volte più a volte meno momento di attrito e contrasto, ma ciò non toglie che si è della famiglia. Escludendo quindi quelle storie familiari tragiche, tristi in cui invece si vive una realtà troppo dura, violenta e sacrificata all'estremo, la famiglia è l'unica cosa che ci fa sentire protetti e mai rifiutati. Sarà anche per questo motivo che socialmente siamo portati all'aggregazione e ricostruire questo habitat che ci fa sentire meno nudi ed esposti verso il mondo, ma non sempre tutti sono all'altezza, e si torna così a cercare le persone di famiglia.
Concludo infine dicendo che oggi visti i chiari di luna nell'economia sociale e del lavoro, credo che la famiglia tornerà di moda ed a fortificarsi e consolidarsi nuovamente; non sarà come 30 anni fa e magari all'inizio il riavvicinarsi sarà dettato da questioni di risparmio, quindi per esigenze economiche, ma sono convinto che in breve tempo ricostruito il nucleo allargato della famiglia, l'aspetto venale passerà in secondo piano, perché riscoprire quel mondo di unità e sostegno permetterà a tutti noi di dare una svolta alla vita, ridimensionando gli sprechi di energia a tempo in altri contesti, per farci tornare ad apprezzare quell'aria di comunanza e condivisione disinteressata e confortevole.

lunedì, novembre 12, 2012

Restyling

E' passato poco più di un mese da quando ho scritto l'ultima volta, anche se avrei avuto molto da scrivere, un po' mi è venuta a mancare l'iniziativa ed un po' sono stato assorbito da altre incombenze che richiedevano maggiormente la mia attenzione, portandomi a trascurare quindi un po' questo spazio.
Rimetto dunque mano a questa mia finestra sul mondo del web, smaltite alcune delle incombenze, e dopo meno di un anno, ritorno alle origini ripristinando il nome originale del blog.Ritorno coal nome  storico del blog che da 5 anni sto portando avanti (tra una piattaforma e l'altra), che non me se ne voglia, ma solo con questo titolo lo sento veramente mio fino in fondo. Trasmigrant era un nome temporaneo che mi sono trascinato sino ad oggi, ma è tempo di rimettere un po' di cose a posto. Spesso mi sono definito viandante del terzo millennio e sinceramente ritengo che tutto sommato mi calzi a dovere: è pur vero che in questo blog quasi mai parlo di viaggi veri e propri, ma è altresì vero che quanto scrivo è frutto delle mie esperienze di vita che nascono dal mio continuo vagabondare per il mondo e dai rapporti che si creano con le persone che incrocio lungo il mio cammino; già solo guardando il mio curriculum lavorativo è evidente che non riesco a mettere radici in un posto, escludendo ovviamente la mia città di appartenenza dove torno ogni volta che posso, caratterialmente mi spingo sempre a ricercare nuovi stimoli e nuove realtà da vivere, e non solo parlando di lavoro ma anche nella vita privata patisco la routine delle cose che restano uguali a se stesse.
Quindi dopo questa breve pausa riparto dando una rinfrescata cambio abito al blog riportandolo a colori più chiari, per me di maggior respiro: infatti mi sento soffocare da tutta una serie di zavorre che si sono accumulate in questi ultimi mesi e seppur in modo virtuale, anche attraverso il blog mi serve per liberare la mente augurandomi ce mi dia l'impressione di una ventata di aria fresca. Mi auguro che possa soddisfare anche il vostro senso estetico come soddisfa il mio.
Sono cambiati gli orizzonti al lavoro, non per scelta mia, sono cambiati gli orizzonti in famiglia, e non per scelte volute, sono cambiati gli orizzonti professionali e personali, questi invece per mie scelte ponderate. Lasciate da parte velleità sempre meno raggiungibili, riprendo il cammino percorrendo il sentiero che altri hanno scelto per me, dove io potrò solo decidere l'andatura ed i cambi di direzione impercettibili dei bivi che mi troverò o davanti.
Il conto alla rovescia è iniziato e mi auguro non si interrompa bruscamente, consentendomi così di arrivare al giorno "zero" e da lì ripartire con nuove prospettive, seppur derivanti da scelte non completamente mie. Oltretutto il conto alla rovescia ha due traguardi, il primo ad oggi è a -41 l'altro invece è a -50. Due traguardi molto ravvicinati  dove il secondo, guarda caso corrisponde al nuovo anno, quasi a voler pensare alla solita frase "anno nuovo vita nuova", chissà che non sia così in qualche modo.
Non mi resta dunque altro da fare che sistemare quanto occorre per arrivare ai due traguardi, di cui nel corso del conto alla rovescia vi darò qualche informazione in più, abbiate fiducia.
 

lunedì, ottobre 08, 2012

Sotto Assedio

Non so quanto potrò resistere!
Sono sotto assedio... il mio blog è sotto assedio.

Da quando ho tolto la verifica per i commenti, 30 agosto 2012, in poco meno di 1 mese e mezzo sono stato bombardato da oltre 190 commenti spam! Mi sembrava in effetti strano che ricevessi tutte quelle visite, e cercando di venirne a capo consultanto la sezione statistiche che offre questa piattaforma, ho avuto un sommario riscontro della provenienza e mi sono stupito da dove arrivassero la maggior parte delle visite. Sia poco prima della liberazione dei commenti che subito dopo la maggior parte dei contatti arrivavano dall'Asia, che continua tutt'ora a farla da padrona nelle mie statistiche, a cui si aggiunge una parte degli Stati Uniti e dall'Europa. Alcune origini di questi contatti le conosco in quanto potrebbero essere amici che per lavoro e/o formazione sono negli States, in Cina o in Germania, ma non credo proprio che siano loro a bombardarmi di commenti pubblicitari inutili, al limite della spazzatura proprio: come  prodotti di bellezza improbabili, oppure argomentazioni sull'età, la calvizia e disfunzioni erettili, o ancora tentativi di vendita di prodotti di para-farmacia senza ne arte ne parte, e via così...

Non dico di essermi pentito nell'aver liberato i commenti, ma ora sta diventanto pesante, noioso e soprattutto fastidioso; dover perdere diverso tempo nella e-mail a controllare tutte le notifiche di commento che ricevo per individuare quelle che non riguardano reali commenti e cancellarle. Dal 30 agosto ad oggi sono circa 40 giorni in cui il blog viene bombardato sui diversi post: i preferiti e  credo più facilmente sono recenti a cui nelle ultime 2 settimane sono stati colpiti anche i post più vecchi sparsi qua e là negli anni. Facendo dunque un rapido calcolo (con la calcolatrice ovviamente) 197 commenti spam equivalgono praticamente a 5 (ovvero 4,9 per la precisione) tentativi di inserimento di commenti spazzatura che ingenerano di conseguenza anche nella mia e-mail altrettante notifiche. Oltretutto più passano i giorni e più aumenta questo bombardamento, in un giorno sono riuscito a ricevere ben 18 notifiche tutte in una volta. Quantomeno per ora il filtro anti-spam di blogger funziona, evitando così di trovarmi i commenti pubblicati sul blog, ma trovandoli raccolti nell'apposita area "spam" nella sezione commenti, per poter essere scremati, qualora ce ne fosse l'esigenza che per il vero non c'è: è tutta immondizia!

Ho provato a ricontrollare le impostazioni del mio blog, ma a parte il controllo captcha non vedo altri strumenti per eliminare o limitare questi attacchi. Stando così le cose credo mi restino solo 2 scelte:

  1. rimettere il controllo e autenticazione dei commenti
  2. oppure... più drastico modificare il nome del blog! 

Quest'ultima è davvero una scelta drastica, ma comincio a pensare che sia davvero l'unica. Peccato però che non abbia idea di che impatto possa avere un'azione di questo genere sui vari collegamenti come gli iscritti/collegati ed i link correlati, ecc. Mi spiacerebbe perdere quelle poche persone che si sono legate al blog e soprattutto non vorrei sembrare il solito irrequieto che cambia in continuazione e diventa più molesto che interessante da leggere, cavolo non è passato neanche un anno da quando ho strutturato e compattato tutti gli articoli scritti su questo blog...
Mi prenderò ancora qualche giorno di tempo per riflettere e documentarmi su come poter ridimensionare se non eliminare questo problema ed a tal proposito se avete un qualsiasi suggerimento più o meno sensato, sarà ben gradito.

sabato, ottobre 06, 2012

Meno Male Che Ci Sono I Muppets

Ehhh sì! Meno male che ci sono loro... i Muppet! Questi strampalati, simpatici, buffi pupazzi-marionette. Ogni volta che mi sento troppo appesantito dalle anomalie che si susseguono nei giorni, mi rifugio a guardare i vecchi video di queste marionette che trovo sul "tubo" per dimenticare il mondo. Ed anche oggi mi sono ritrovato per caso a vedere uno dei video che mi ero salvato sul telefonino e quindi come non fare una scorpacciata di queste amici fantasiosi e spensierati. Apri il tubo, crea la playlist e cerca tutte le scene più accattivanti, esilaranti e le salvo mentre le gusto 1 a una. Non mi è chiara la meccanica, sta di fatto che i comici odierni ed anche alcuni degli anni passati non mi fanno più ridere, ed invece i Muppet mi fanno ridere e di gusto. Sarà la mimica, sarà il contesto, sarà la banalità e la semplicità di come sono fatti e di come si muovo (più esattamente vengono mossi), ma questi pupazzi mi fanno ridere, il giusto per smorzare disgusti, nausee, e frustrazioni che al momento mi attanagliano. Di per se non ho veramente bisogno di darmi una ragione, mi basta che l'effetto non svanisca mai. Probabilmente il tornare, seppur momentaneamente, al passato della mia adolescenza, mi rimette nella condizione di non sentire il peso di responsabilità e poter godere di quella immunità concessa a quell'età di non dover saper come funziona il mondo; una condizione invidiabile ma non permanente, ma fortunatamente non mancano i mezzi per fare qualche fuga estemporanea in quella realtà lontana dalle noie del mondo. Kermit, Fozie, Gonzo, Animal,Miss Piggy e tutti gli altri sono quella famiglia che ti prende e ti porta lontano dalla realtà e ti permette di vedere tutto da dietro il finestrino, protetto da loro, questi strampalati e anacronistici pupazzi. Non mi dilungherò oltre in questo post, vi lascio solo i link dove potervi documentate se volete e del mio canale per visualizzare i video che sino ad adesso ho selezionato:
Oggi se volete li potete trovare sul canale della Disney, ma non so dirvi se sono ancora come li ricordo io e come potete trovarli sul "Tubo". Se la curiosità vi attira, vi auguro di trovarli divertenti e leggeri quanti me... ed intanto un'anteprima.

giovedì, ottobre 04, 2012

Sgradevolmente Nauseato

Decisamente è un periodo alquanto sgradevole. Non riesco a togliermi di dosso tutta una serie di sensazioni, sentimenti, situazioni che rappresentano, se non tutto di certo la maggior parte del peggio della vita di una persona. Non credo che sia questione di karma, e nemmeno di sfiga cieca; semplicemente è un momento in cui si stanno accumulando tutte conseguenze di azioni precedenti che poi non sono nemmeno le mie.
Il tentativo si fa, cerco di stare a galla, quel tanto che basta per state al minimo sopra il livello  per poter respirare, ma come nelle sabbie mobili più ci si agita e ci si dimena più si affonda, e nel mio caso più mi sembra che le cose mi sovrastino. In questo momento sto così: annaspo per cercare di avere quel tanto d'aria che mi serve per sopravvivere, ma più mi agito e più mi sbraccio più l'aria viene meno. Vittimismo? Sinceramente non credo, non penso che il mondo ce l'abbia con me, ma certamente faccio fatica, tanta... troppa. Se poi considero che non sono l'unico in questa situazione, non riesco nemmeno a sentirmi meno sofferente per il mal comune, anzi mi sale quel senso sgradevole di nausea, costante e persistente alla bocca dello stomaco.

Non passa giorno che non ci sia qualche cosa che scurisce l'umore già precariamente grigio.

Tutto in questo momento fa brodo: una volta la famiglia, una volta il lavoro, una volta l'amicizia, c'è sempre qualcosa che che incrina la giornata e capita anche che si sommino uno con l'altro. Novità? Ovviamente non è cosa nuova, capita in continuazione ad un sacco di gente; non sono l'unico ed è proprio per questo che sale progressivamente questo senso sgradevole di nausea che mi accompagna ora dopo, giorno dopo giorno. Ed è così che l'entusiasmo si spegne, l'intraprendenza si perde per strada, e nonostante possano arrivare input più positivi questi non sono sufficienti a scalfire la corazza di ribrezzo che tutto il resto a creato. Come una spirale negativa non si riesce a trovare modo di risalire, ci sono solo giornate meno indecenti e meno nauseabonde, quindi la caduta rallenta... ma non si ferma. Impressionante come la consapevolezza di non essere l'unico non mi sia di conforto, anzi fa da catalizzatore ed aumenta l'obbrobrio che provo già in prima persona, alimentato anche dal malessere degli altri. Le ultime speranze si spengono lentamente, non riuscendo a vedere la fine della caduta o la tanto declamata "luce in fondo al tunnel", non c'è più aspettativa, nemmendo cercando di ambire ad una condizione migliore perché non la si trova più nemmeno tra chi ci sta vicino.

Insomma, che si può fare? A leggerla così l'alternativa è scontata: buttarsi da un ponte con la pietra in braccio, piuttosto che farsi travolgere da un treno o un tir, ma per la verità non è certo questo che risolve, anzi, ed oltretutto sarebbe pure da vigliacchi. Un vecchio detto recita che se non li puoi battere ti ci devi alleare, ma non sono così convinto che migliorerebbe la qualità della vita in questo momento, potrebbe essere solo un flebile palliativo e non una soluzione, e poi allearsi con chi che non si riesce neanche a capire chi sta meglio o peggio di noi stessi. Quindi... quindi mi sa che non resta che cercare un buon digestivo, il perfetto "stura lavandini" per cercare di mandar giù tutto questo schifo e cercare di riprendere da qualche parte, cercando di non rientrare in una spirale nauseabonda come quella che sto vivendo io in questo momento. Mi domando se ancora qualcuno c'è che vede il bicchiere mezzo pieno.

lunedì, settembre 17, 2012

Frustate Di Frustrazione

E' un periodo così! Non passa giorno che non vengo psicologicamente frustato. Ogni situazione si trasforma in un piccolo tormento, ogni parola pesa come non mai, ogni azione sembra portare solo conseguenze negative o poco gratificanti. Per dirla tutta non mi sento vittima, ma sono settimane che profondo energie con continuità e costanza, ma non ne vedo i frutti o per essere più preciso non ne vedo alcun effetto. Ogni intenzione di essere presente e reattivo si dissolve a fine giornata come neve al sole. Cerco di mettere ogni tassello al suo posto, di rendere meglio ogni volta il concetto degli scenari in cui ci si trova, ma ho sempre la sensazione di non riuscire nel mio intento, di essere sordamente ascoltato.
Non sono di quelli che all'occasione non fa mancare la tipica frase "te l'avevo detto!", ma dipanare le matasse giornaliere diviene difficile senza supporto e senza ascolto, quando poi si arriva al momento temuto che si presenta esattamente come le tue paure di avevano fatto parlare ed agire, non riesco a non pensare "l'avevo detto!". Così ogni giorno arriva la frustata che demolisce il mio umore. Mentre qualche mese fa era limitato in certi contesti e in certi ambienti e quindi tutto sommato sopportabili e gestibili, ora accade anche in altri, aumentando in questo modo la mia frustrazione. Per quanto mi sforzi di trovare il senso dei miei intenti, per quanto cerchi di mettermi in discussione, per quanto cerchi altri punti di vista non riesco a sollevare la testa ed ogni volta, per ogni contesto ricevo solo la frustata di indifferenza, di impossibilità ad essere preso in considerazione quel tanto che basta a poter aprire dei tavoli di confronto e nuovi dialoghi. Ogni giorno ricomincio da capo a ricomporre le tessere di un puzzle infinito che non termino mai, ma che ogni giorno si smonta completamente; non vedo mai una volta questo puzzle parzialmente intatto, si sfalda ogni sacrosanta volta che provo a rimetterlo insieme. Frustrante. Con questo non è che mi farò fermare, sono come uno stupido mulo, vado avanti o resto immobile per quanto la mia testa mi dirà di comportarmi in quel modo. Ma questo atteggiamento è faticoso proprio perché non produce risultati, perché non interessa a nessuno dove va questo mulo o perché se ne sta fermo.
Non è la prima volta che mi trovo in questa situazione, ma non ci faccio mai l'abitudine. Rispetto ad altri contesti conflittuali, questo in cui la sensazione di incompiuto è più persistente e la mancanza di tangibili risultati, mette sempre a dura prova l'autostima, non concede certezze di operare nel verso giusto o non aiuta al raggiungimento della consapevolezza di aver sbagliato e potersi correggere per il futuro. L'inconsistenza dell'operato giornaliero e quel barcollare senza meta in mezzo al nulla sfiniscono e frustrano lo spirito.
Diventa così sempre più faticoso alzarsi la mattina e iniziare una nuova giornata, solo la tenacia e la caparbietà di voler vivere una giornata diversa dalla precedente mi danno quel minimo di energia per incominciare... ma poi arrivano le frustate gratuite, superficiali, distanti dalla tua quotidianità che ti smontano, e come un mulo bastonato, resto lì a prenderle senza fiatare, immaginando una giornata successiva meno peggiore di quella odierna. Frustata dopo frustata mi sarei aspettato di averci fatto il callo e di sopravvivere meglio a questi momenti, ma questo callo non c'è, non si forma. Le frustate mi lacerano poco a poco e mi rendono solo più insensibile alla mia vita. Frustrato torno ogni sera a casa, senza aver visto o goduto di un risultato positivo, si salva solo la dignità dell'uomo che non può negarsi di averci provato e di non aver rinunciato, ma è magra consolazione in periodi come questo. E poi... e poi penso a quelli senza lavoro, a quelli malati seriamente, a quelli che stanno peggio di me e, non mi si risolleva il morale, mi rendo solo conto che nonostante sia un privilegiato, un fortunato, in fin dei conti sono solo un uomo.

domenica, settembre 09, 2012

Se Non Ti Riguarda...

Che dire... sono rimasto senza parole, o quasi... Per carità sono stato al telefono per oltre 20 minuti per darle sostegno, per cercare di dare un senso a certe emozioni e per affrontare quelle notizie, ma non è facile.
Da sempre mi ritrovo ad ascoltare le emozioni, i pensieri, le paure, le angosce e le ansie degli altri ed ogni volta cerco di trovare le parole giuste per tenere la conversazione nella giusta direzione e nella giusta prospettiva; non mi sento un prete o un profeta o un santone , non ho le risposte giuste, ma ci provo ad alleviare il peso che sento negli altri. Sarà la mia indole protettiva e di ottimista, anche se non si vede mai, con l'aggiunta di una buona dose di razionalità che mi permetto di analizzare con i miei interlocutori del momento le situazioni che mi raccontano. L'educazione che ho ricevuto mi permette anche un livello di riservatezza non indifferente, tale da potermi gestire anche nelle situazioni più impensate. A volte penso che sia facile per me fare, come dico spesso, il fratello maggiore, e comportarmi così da confidente e supporter: in fondo non riguarda me, non mi tocca in prima persona; posso essere più lucido ed oggettivo e non lasciarmi coinvolgere dalle passioni e dalle pulsioni emotive. Ma giornate come questa che stanno diventando un po' troppo frequenti, mi rendo conto che non è così come ho scritto. Mi riguarda, eccome se mi riguarda. Non serve andare a guardare lontano, e molto a vicino a me sono accadute cose di ogni tipo, e involontariamente le ho vissute quasi in prima persona. Sin dai tempi dell'oratorio ero quello che ascoltava le confidenze di amanti tormentati dai loro amori giovanili, delle gelosie, antipatie invidie tra amici e amiche; anche più avanti nelle scuole mi sono ritrovato a sentirmi fare confidenze sulla famiglia o su qualche parente, arrivando sino a oltre la maggiore età in cui ho amato, odiato e vissuto le storie mie e degli altri, ma non mancavano le occasioni in cui mi si veniva a raccontare, sfogare, gridare, piangere il dolore, la sofferenza e la paura che ognuno viveva. 

Oggi è accaduto di nuovo!

Avrei dovuto concentrarmi sul lavoro che mi ero portato a casa, ma ho dovuto prendere tutta la mia esperienza e sostenere chi mi ha chiamato e non di meno sostenere anche me stessp. Ed è così che non sono più riuscito a concentrarmi. E' un bel dire: "non ci pensare vedrai che le cose si sistemano", oppure "tanto noi non possiamo fare nulla se non essere presenti come e quando si riesce", o ancora "non lasciarti sopraffare dall'angoscia o dall'ansia o dalla paura che sia, cerca di di essere positivo"... Anche in questo caso non è toccato a me, ma non è andata per niente lontana. Sono mesi che rimbalzo da un'amicizia a un parente più o meno vicino, a qualcuno conosciuto da qualche mia amicizia per tornare vicino alla famiglia, come 8 anni fa, come 4 anni fa...

Ancora una volta di più cercherò di non dare per scontato che se qualcuno fa vita dissoluta e sempre improntata al divertimento, lo faccia perché è solo superficiale... potrebbe farlo per evadere da una vita meno gioiosa e cercare rifugio nel disimpegno. Già perché non tutti affrontano le brutte notizie e le brutte situazioni allo stesso modo. Per quanto mi riguarda oggi apparentemente ho tenuto botta, ma un dettaglio mi ha spaventato a morte e in pochi millesimi di secondo ho pensato le cose peggiori, ma dovevo stare calmo e dare sostegno alla controparte della telefonata. In parte mi ero già preparato, e mi auguro che molte situazioni si risolvano per il verso giusto, altrimenti dovrò iniziare nuovamente a cercare le vie giuste per raggiungere una delle mie destinazioni. E' facile parlare e dare l'impressione che le soluzioni sono a portata di mano o che sembra un gioco da ragazzi modificare il proprio carattere per far fronte agli imprevisti della vita, ma in realtà siamo bravi a dire e fare così solo perché non ci riguarda... ma a ben vedere ci riguarda sempre, siamo noi che non vogliamo credere che "il male" è sempre troppo vicino a noi... facciamo finta di niente, tanto non è a noi che tocca direttamente... e se così fosse invece? Sapremmo cosa fare e sapremmo ascoltare quello che ci dicono gli altri? Che effetto ci farebbe? Penseremmo a quel punto che parlano facile solo perché non li riguarda?

Io comincio a sentire il peso delle cavolate, la mia vita si sta inspessendo sempre di più e non di facezie, ma di responsabilità dirette e indirette: e pesano. Quindi perdonatemi se non sono stato troppo lineare in questo post, ma i pensieri, tutti, si sono affollati e non riuscivo più a trattenerli e tanto meno a dargli un ordine ben preciso. Son qui a scrivere e ancora sto pensando da che parte cominciare e come fare a trovare soluzione e sollievo per tutti... ma non ho questo potere: già è difficile sostenere se stessi, figuriamoci a sostenere tutti coloro a cui siamo affezionati. Eppure al prossimo sfogo, lo so già, rimetterò la camicia del fratello maggiore e cercherò le parole "salvagente" anche se per pochi istanti, mi auguro avranno quell'effetto. Ma ora non ne ho, quanto meno non ne ho per me e ne conosco anche il motivo: perché mi riguarda! Mi riguarda sempre!

martedì, settembre 04, 2012

Essere Rock

E' da qualche settimana che sto ascoltando una nuova, almeno per me, emittente radio, in precedenza ero stereotipato su una delle solite qualche anno fa non lo era, ora è come tutte le altre si è riportata sullo schema commerciale. Ma tornando alla mia recente scoperta, questa che mi allieta al mattino nel tragitto che percorro per andare al lavoro ed al ritorno a casa tutte le sere è prettamente rock. Per carità passano anche canzoni da classifica di notorietà commerciale, ma per lo più passa canzoni che vanno a proporre anche musiche che fanno parte del mio bagaglio storico anche grazie ad un fratello maggiore di 9 anni che mi ha fatto ascoltare generazioni musicali diverse dalla mia contemporaneità giovanile. Sono sempre stato affascinato ed attratto dal rock per la carica e la filosofia dei suoi interpreti e di conseguenza delle storie ed esperienze che i testi e le musiche interpretano portano con se. Probabilmente dopo aver esaurito il ciclo delle convenzioni sociali sto tornando progressivamente alla mia indole più indipendente e ribelle (inteso come anticonvenzionalità) riesumando quella irriverenza verso il consueto, gli stereotipi, il così fan tutti.

Il rock, nelle sue diverse sfumature e categorie, ha sempre rappresentato per me quella libertà di espressione che a volte nella vita sembra negata o non appropriata. E' un genere che viene cantato quasi gridando se non urlato per davvero, in contrasto a momenti di delicatezza e sottovoce, accompagnata dalla musica ricavata nel percuotere tutti gli strumenti per farli vibrare a più non posso e mettere in fila quelle note tanto grezze e decise quanto a volte armoniose e ordinate per trasmette il loro messaggio di sfida e rivalsa verso il mondo.

Nei vari promo che passano alla radio quello che mi fa "spaccare" e quell'atteggiamento confortante in cui ti ricordano che seppure padre di famiglia a cambiare pannolini, piuttosto che animalista convito, piuttosto persona educata e civile o all'apparenza un modesto impiegato o casalinga o qualunque altra persona di tutti i giorni ti tranquillizzano confermandoti che tutto ciò che sei  è rock! Non serve apparire ma essere rock! Vien da se che non servono necessariamente i capelli lunghi le giacchette di jeans strappate o di pelle, od i pantaloni attillati e lisi o le le catene o anelli, tatuaggi per essere un rocker: basta pensare come un rocker, agire come un rocker vivere come un rocker. Se volete sapere da me cose è un rocker, ammetto la mia colpa, non ve lo so dire, so solo che vivere per quello che sono per me fa tanto rock, mentre per qualcun altro potrebbe sembrare new age o zen... Non che abbia una valenza il mio pensiero, ma di certo non me ne preoccupo (che mi da tanto l'idea di rock), fin quando rispetto e sono rispettato, il mondo per me può andare avanti. Ma se qualcosa mi sembra che sia fuori posto o che stona un po' troppo, anche qui per me è molto rock alzare la testa e chiedere spiegazioni o cercare di rimettere tutto al suo giusto posto. Insomma il rock è segno di identità e consapevolezza, che arrivano talvolta anche da momenti non propriamente felici e di discutibili valori, ciononostante se uno ha imparato qualcosa in più da se stesso e su se stesso e non lascia spazio alla vergogna e ne fa tesoro questo è rock.

Questo pensiero mi è venuto dopo aver ascoltato casualmente Baba O'Reily dei The Who, scoprendo dopo ben 1 minuto che è stata utilizzata per una sigla di una delle serie CSI. Poco male mi godo i brividi che questa splendida composizione ed altre dello stesso gruppo mi danno, infondo per me è rock anche imparare qualcosa ogni giorno!

sabato, settembre 01, 2012

Autunno Caldo - Dov'è il Quarto Stato?

1901 - Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo
(inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori)




Manca poco all'autunno, meteorologicamente in queste giorni ne stiamo assaggiando un po' le premesse. Ma se come stagione l'autunno prevede l'abbassamento delle temperature, temo che socialmente sarà molto caldo. Seppure se ne senta parlare nei telegiornali, si leggano articoli su varie testate giornalistiche e le varie news su mondo del web, ho come la sensazione che neanche quest'estate di vacanze al ribasso ancora abbia aperto gli occhi alla popolazione italiana. Non voglio sembrare delatore o disfattista ma i segnali non mancano per recepire che la situazione non è per nulla rosea ne in via di miglioramento. Siamo una nazione vecchia, e stiamo lasciando anche che la nostra ricchezza fugga dal nostro paese, in silenzio a favore di culture economiche che si stanno preparando a spostare gli equilibri lontano da noi. Sono vago?
Bene per nazione vecchia intendo che con il sistema pensionistico in revisione ogni anno se non ogni semestre rallentano l'uscita dei lavoratori ultra 60enni e impediscono l'inserimento delle forze fresche (notizie di ieri disoccupazione al 34% solo tra i giovani), questo prevede stanchezza e disinteresse da parte del lavoratore, che aspetta solo più di andare via pagato al massimo possibile e non cura gli interessi dell'azienda e dell'economia italiana, lamentandosi di un governo schiavista. Io sono nella generazione di mezzo e sto pagando le pensioni di oggi e non certo la mia pagando i contributi con il mio lavoro che oggi valgono almeno il 35-40% dello stipendio (calcolatelo come volete, ma così è!).
Per quello che riguarda la ricchezza che fugge dal nostro paese invece mi rifaccio alle troppe volte che ho sentito dire dagli stessi extracomunitari e non solo loro, ma anche etnie dell'est (non sono razzista si chiaro) che non sono qui per vivere qui (e sono ancora troppo pochi)  ma che sono in Italia per avere qualche opportunità in più (la maggior parte) ammettono serenamente di prendere buona parte del loro guadagno,onesto, e lo investono nel loro paese e non nel nostro: questo per me è un danno enorme, sono soldi che arricchiscono altre realtà e non quella del mio paese, ritrovandomi tra 10 anni a dover concorrere con aziende che si trovano all'estero più sane e floride di quelle del nostro paese che stanno morendo poco a poco.
Oltre a questo ci volgiamo aggiungere la "Revisione della Spesa Pubblica", la "pressione fiscale" alta e che tenderà a crescere (iva 23% a giugno 2013), e che siamo nel pieno apice delle conseguenze negative dei mercati del lavoro degli ultimi 5 anni di crisi?
Seppure io mi ritenga, per il momento, un privilegiato del lavoro guardo al mio futuro, che non sarà diverso da  quello degli altri, con preoccupazione crescente: non vedo un paese che si sta rimboccando le maniche e si stringe in un coro forte e insormontabile in cui rompe i tavoli di discussione, rivolta i sindacati odierni (svenduti e inflazionati) e scende in piazza davanti al governo e chiede giustizia, norme e azioni concrete per rafforzare lo strato sociale che produce ricchezza e rimpingua le tasche di tutti tranne che le proprie. Non vedo una coesione nel smettere le cattive abitudini sperperando i pochi soldi rimasti per cose superflue. Sarà che sono un romantico e ancora ho ben in mente il dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo che rappresentava il "Quarto Stato" in marcia verso il "Signore delle terre.." per chiedere una trattamento equo.
Noi che stiamo facendo? Apprendiamo le notizie di quanto hanno deciso "gli altri" (stato, sindacati, signori dell'economia) e ci lamentiamo, ma cos'altro facciamo?
Bene io nel mio piccolo andrò a fare i conti di casa come si deve e andrò a togliere tutto quello che riterrò superfluo, non voglio farmi prendere in contropiede e trovarmi con più uscite rispetto alle poche entrate... ma dopo? Ma dopo cosa posso fare? A chi mi affido per avere una rappresentanza verso le istituzioni per chiedere quanto è giusto chiedere? Se ancora non fosse chiaro non confido nei sindacati odierni, troppo addentrati nella politica e troppo coinvolti nelle economie globali, per fare gli interessi della popolazione. In 15 di lavoro e ancora prima( quindi arriviamo a 25 anni) nei quali posso ritenere di comprendere qualcosa di lavoro non ho mai sentito dire: "il governo ha approvato la legge che impone la rivalutazione degli stipendi dei lavoratori in conseguenza del cambio dei valori economici della vita odierna". Gli stipendi non sono cresciuti proporzionalmente a quanto è stata la pressione fiscale e il rincaro della vita: questa sarà la nostra rovina, perché finiti i pochi risparmi rimasti, saremo poveri.
Dunque pur sembrando un menagramo, vi dico che questo autunno sarà caldo e prevedo un forte declino dell'economia con la chiusura di molte realtà economiche entro la fine di quest'anno; l'estate ha già mietuto ma non è ancora finita; a questo si aggiungerà che nel primo semestre del prossimo anno dovremo ancora faticare e non poco visto le drastiche, forse necessarie, azioni che toglieranno soldi dello stato da molte realtà economiche come richiede la tanto declamata e internazionale "spending review": chissà se tutti hanno capito cosa significa e quali ambiti va a toccare? Personalmente spero solo di essere pronto a sopravvivere a quanto succederà nel prossimo e più imminente futuro.

Addendum: a seguito di un unico commento ho provveduto a correggere titolo e didascalia dell'immagine riportandolo il tutto ad una più corretta definizione. Di seguito il commento anonimo, cancellato perché senza firma, che riporta la segnalazione del mio evidente errore nella denominazione del quadro(qualcuno che legge con coscienza c'è!!) 

 Anonimo ha detto...
guarda che il quadro di Pellizza da Volpedo si chiama "Il quarto stato", non il quarto potere.
venerdì, novembre 02, 2012 10:59:00 m.

lunedì, agosto 27, 2012

Carpooling

Quando di dice che le coincidenze non esistono, concordo. Curioso quanto è successo in questi ultimi giorni, chiacchierando a caso con alcuni colleghi salta fuori che uno di questi è innamorato della mia città di origine, ed è così che parlando parlando ti spunta la proposta inattesa quanto colta di buon grado.

Gabriele "E se la prossima volta che sali a Torino vengo anche io e faccio a mezzi per le spese di viaggio?" 
Io "Certo, nessun problema. Ho in programma di risalite l'ultimo fine settimana di settembre".

Figuriamoci se mi faccio scappare l'occasione di fare un viaggio di 7 ore in compagnia spendendo la metà del solito, visto soprattutto i costi dei carburanti odierni e futuri... le promozioni finiscono prima o poi. Ed è così che confermo le date ed il numero di ore di ferie che sarebbero da fruire per agevolare la valutazione ed il possibile viaggio in condivisione.
Passa neanche qualche giorno e che articolo ti trovo su "La Stampa" online? 
Letto è incuriosito comincio a guardare qua e la su internet e contemporaneamente crescere una stramba idea in testa... Neanche una settimana dopo l'auto-invito del collega trovo questo articolo e comincio a pensare che tra il dilettevole, ovvero avere compagnia in auto e sia mai una ragazza, e l'utile cioè il risparmio dei costi di viaggio, potrei anche riuscire ad aumentare la frequenza dei viaggi e fare nuove conoscenze. Dal titolo avrete capito che stiamo parlando dunque del Car pooling ossia la condivisione dell'uso della stessa auto privata da parte di più persone che fanno lo stesso percorso o conosciuto anche come Car sharing ma in questo secondo caso più rivolto al noleggio anche a ore; in genere accade nei tratti medio brevi in città, ma navigando qua è la scopro che cercano ed offrono carpooling anche su tratti lunghi tipo quelli che devo affrontate io.

L'idea non mi dispiace, in fondo viaggiare in compagnia è decisamente più piacevole e meno pericoloso, in quanto non rischio di prendere colpi di sonno o distrarmi per noia, in più si crea l'opportunità per uno come me di incontrare nuove persone e fare nuove esperienze indirette magari ascoltando i racconti dei dei potenziali passeggeri; inoltre avrei anche l'opportunità di risparmiare economicamente che oggi come oggi non è per niente una cosa disprezzata. Di contro non mi vien anche da pensare che non so bene chi mi metto in auto che è ambiente piccolo e limitato rischiando magari di incappare in qualche malcapitato. Vero è che vista la mia fisicità appena mi presento potrebbe accadere che questi si ritira dall'intento e me ne parto da solo, ma vista la quantità di annunci e la possibilità di avere alcuni modi di interagire prima di confermare e/o far prenotare, potrebbe anche essere che con un po' di mestiere mi troverei a selezionare i co-viaggiatori migliori. Conoscendomi, prima di fare una cosa di questo genere cercherò di trovare notizie e riscontri sulle esperienze di altri per capire quanto è più facile trovare semplici ed onesti viaggiatori in cerca di risparmio, piuttosto che fregature e situazioni sconsigliabili.
Per certo è una cosa che per il futuro si può tenere presente e mettere in atto senza  troppo dispendio di risorse e di tempo, quindi se qualcuno di voi ha già avuto esperienze in uno dei due ruoli, proprietario del veicolo o viaggiatore sarà graditissimo ogni commento sull'esperienza fatta.

sabato, agosto 25, 2012

Colui Che Mai Fui

Quando si prende coscienza di se e di alcune realtà è cosa buona e saggia! Pur considerando la buona volontà, il tempo che ho dedicato a tutta una serie di progettazioni grafiche per vestire un sito che non sono mai riuscito a far decollare e che per fare qualcosa di decoroso, seppur limitato nella sua tecnologia non ho avuto la costanza e la fermezza di imparare nuove cose sulla programmazione web, come potete vedere ho deciso di riproporre qualcosa di simile in questo spazio sfruttando strumenti che già esistono e che devo solo collegare tra loro con poco impegno.
L'idea originaria era quella di avere un dominio tutto mio nel mondo della rete di internet e costruire pagina dopo pagina uno spazio vecchio stile, ovvero quello con l'antico e sempre efficace html statico. In quelle semplici pagine dovevano raccogliersi non solo la mia passione per la grafica vestendole e creandole una a una ma anche tutta una serie di "soggetti" editoriali, visivi, creativi che ho raccolto nel corso degli anni sulla rete incrociando altre persone che come me coltivano la passione delle arti, ognuno nella categoria che più trovava congeniale. Non so quanti di loro siano ancora naviganti di questa macroscopica rete cibernetica, ma certo è che avevano qualcosa da dire, raccontare e anche da rappresentare.
Quindi dopo aver letto dell'entusiasmo di alcuni naviganti della rete sui loro progetti, oggi mi sono fatto prendere dalla frenesia ed ho cominciato ad abbozzare e rivestire questo mio pezzo di web cercando di riproporre quel vecchio progetto editoriale. In fondo devo solo rinunciare alla parte creativa e di impaginazione che mi ha sempre affascinato, ma in fatto di funzionalità e possibilità di condividere e divulgare con questa piattaforma non mancano le occasioni e gli strumenti per mettere di nuovo sulla rete alcune delle creazioni che naviganti come PaolaClara, Cielidirlanda, Acuacheta ed altri ancora hanno condiviso con me, permettendomi ed onorandomi di ospitarli. Colui che mai fu, in qualche modo si affaccia lo stesso su questa parte di mondo, i progetti possono anche non realizzarsi in pieno, ma possono sempre prendere nuove forme e raggiungere nuovi traguardi forse insperati. Come potrete leggere nelle nuove pagine/sezioni di questo blog, la mia porta è sempre aperta.
Il progetto vero è proprio era quello di essere e rappresentare l'annuario delle persone di tutti i giorni che hanno sempre qualcosa da dire con i loro mezzi, che sia una foto, un disegno o un dipinto, piuttosto che un unico ed irripetibile racconto o poesia. Pur essendo figli del secondo millennio e pionieri del terzo, non credo cambierò mai idea: l'unicità dell'uomo e quella di non essere mai uguale a se stesso; ogni esperienza singola o collettiva è momento di arricchimento, e per questo ogni tipologia di espressione è degna di essere ascoltata, letta, osservata; solo in questo modo potremmo ampliare le nostre vedute e colmare i vuoti dell'ignoranza.
Se volete consideratemi pure falso predicatore o santone, un filosofo da due soldi, o qualsiasi altra cosa, ma credo in quello che ho scritto poche righe più su e con quel modo di vedere e agire ho potuto apprendere ed accrescere sempre meglio me stesso e ogni giorno un pochettino di più anche gli altri, mi spiace solo che collettivamente ci stiamo troppo alienando dietro a usanze poco sociali (seppur ce le vendano per tali) e ci stiamo allontanando da noi stessi e dagli altri. Così rispolvero il mio vecchio progetto, lo manipolo lo plasmo e lo riproppongo nel miglio modo che trovo oggi. Mi auguro solo che possa essere un progetto dai contenuti piacevoli non solo a me che li propongo ma anche a voi che passate di qua.

Ogni commento sul cambio di struttura di questo mio spazio web è gradito

mercoledì, agosto 22, 2012

Stagioni, Capitoli... Galassie

Lo si sà, prima o poi si arriva alla fine di ogni cosa, in un modo o nell'altro ed al momento sono consapevole che le mie vacanze estive di quest'anno sono finite, ma non è questa l'unica cosa che è volta al suo termine; arriverà quello dell'estate, quella del 2012, e molto altro ancora. Viviamo, e se non tutti certamente io, di stagioni che si rincorrono più o meno uguali come quando andavo a scuola, oppure quando giocavo a pallacanestro, ed altre che sono estemporanee, uniche a se stesse. Sono comunque stagioni segnate da eventi più o meno significativi che fanno parte della vita che avanza e che matura; non ho ancora 40 anni ma credo di aver visto, sentito e partecipato a molte cose che hanno avuto il loro inizio e la loro conclusione, ognuna costellata da eventi eccezionalmente intensi qualsiasi sia stato il loro "carama". In certi casi come detto ci sono reiterazioni di momenti della vita a cui siamo obbligati o a cui ci siamo appassionati o affascinato ed abbiamo ripetuto, ma ciò non tolgie che hanno tutte una data di scadenza, una conclusione, che sia nota oppure no.
Sino a qui le stagioni che ho vissuto sono diverse ed ognuna intesa al punto giusto, ma certamente pur con consapvolezze e maturità diverse non mi sono mai trovato in una simile a questa che sto vivendo. Questa mattina non mi sono alzato dal letto! Non ho sentito le "enne" sveglie che avevo programmato e così mi sono riavuto dal mortiferfero letargo di soprassalto alle 11.41 già consapevole di essere assolutamente fuori tempo massimo per il lavoro. Poco altre volte mi è successo, ma anche in questo frangente, so che il mio corpo e la mia mente mi stanno mettendo sull'avviso che si sta concludendo una stagione, un capitolo sta volgendo al termine... ma in questa occasione sono ritroso ad accetare sino in fondo questi segnali e il senso che hanno.

Mancano stimoli, ci sono nuove o vecchie aspettative che si riaffacciano, azioni inconsce e pensieri più o meno filtrati che si propongono e mi stanno accompagnado o per meglio dire indirizzando alla conclusione di questa parte della mia vita. Credo di aver già scritto in precedenza del mio spirto irrequieto e della costante insoddisfazione che mi porta a guardare sempre avanti, a guardare oltre per trovare nuove vie da percorrere e nuove esperienze da vivere; queste settimane temo saranno di questo genere, sento l'impulso irrefrenabile di dismettere gli abiti della quotidianità attuale per cercare nuove vesti. La mancanza di progettualità sul lavoro, l'apatia reiterata della vita privata, la mancanza di una compagna si stanno accomunando e sommando portandomi a riconsiderare nuovi scenari che possano affascinarmi e appagare le mie necessità, vecchie o nuove che siano. In contraddizione quindi con alcuni altri temi che avevo affrontato in cui cercavo e mi auspicavo continuità e la determinazione di scenari stabili senza dover ulteriormente vagabondare, ora, di nuovo, mi sento alieno alla mia vita di tutti i giorni e cerco nuove galassie su cui approdare per colmare vuoti già noti e mai riempiti, neanche con le migliori intenzioni. Certe scelte non mi hanno mai definitivamente portato a calmare la fame che mi attanaglia, anzi hanno solo dato l'illusione di sazietà, creando immaginarie soddisfazioni ed illudendomi senza mai completarmi pienamente. Mi affido a sensazioni che come meritrici mi seducono e mi fanno credere di avere quanto mi serve, ma per la verità sono solo sirene del mare che inducono in tentazione, facendomi ambire a realtà per niente realistiche. Ed qui che inizia la soferenza di ogni momento in cui cerco di trovare soluzioni, mi ingegno per trovare mediazioni a situazioni che non posso controllare, o ancora peggio, mi ritrovo a cospirare contro me stesso inventando scenari inverosimili per darmi delle giustificazioni...

Insomma facendola breve, per non ricarmarci sopra oltremodo ed inutilmente, questo capitolo della mia vita volge alla sua conclusione seppure io non voglia visto che per certi versi mi darebbe come risultato un fallimento..., eppure è così; quindi giorno per giorno sto combattendo con me stesso per prendere consapevolezza di questa fine, per trovare le giuste riflessioni ed indicazioni per iniziare il capitolo successivo, sapendo di dover evitare accuratamente le idee ammaliatrici e false illusioni, governando il cuore ed i sentimenti che premono su di esso spinti dalle aspettative che potrebbero essere disattese.

martedì, luglio 17, 2012

Internet - I Miei 15 anni -

Oggi sono 15 anni che sono sulla rete. Inizia i primi timidi passi aprendo la mia prima casella di posta elettronica su una delle piattaforme più in voga all'epoca che non aveva ancora la sua versione europea ne tanto meno italiana. Con la prime esperienza lavorativa (quindi guarda caso sono 15 anni che sto lavorando mese più, mese meno) ho avuto accesso alla rete di internet. Sono cambiate davvero molte cose da allora e di strade cybernetiche ne ho percorse parecchie, non sono mai stati un genio del computer, ma come in molte cose più le fai più prendi dimestichezza, così da semplici messaggi di posta elettronica inziò il mio vagabondare per il web che era molto più essenziale e molto più umano di quello che oggi si può trovare.
Sono transitato attraverso diverse chat collettive o punto punto, ho partecipato ad alcune delle comunità virtuali più o meno normali, ho sfogliato diverse pagine culturali e/o ludiche, ho aperto pagine personali, condiviso testi e immagini con gli strumenti che negli anni si rendevano disponibili. Ho visto cambiare il mondo della rete e soprattutto ho visto cambiare la popolazione di questo mondo di interconnessioni e il modo di comunicare.

Quando iniziai ad usare i primi programmi di navigazione il mondo in cui venni catapultato era decisamente più innocente e umano di quello che è oggi. Partendo dal fatto che gli strumenti erano decisamente più limitati, le aspettative erano più genuine: si sentiva e si leggeva nelle parole la voglia di scambiare, di condividere di trovare similitudini o scoprire diversità geografiche, culturali e generazionali. Esisteva veramente una etichetta cybernetica, esistevano regole non scritte a cui tutti si accomunavano per trovare i tempi ed i modi di comunicazione, anche perché le velocità erano 100 volte inferiori rispetto ad oggi, come anche la quantità di dati erano 1.000 volte di meno di quelle odierne. Nelle chat comuni si scriveva e si leggeva per spiegarsi, comprendersi e scambiare ogni sorta di pensiero, emozione, sensazione ritrovandole o scoprendone di nuove negli altri avventori di quel mondo che accorciava distanze e azzerava le discrepanze di età, culture, religioni, ideali politici ed esistenziali. Le differenze erano il valore aggiunto di quelle comunità che si creavano e scomparivano nell'arco di poche ore, per poi ritrovarsi nei giorni a seguire.
Nascevano amicizie, amori, incontri occasioni ma con lo stesso spirito di coloro che si trovavano nei vari luoghi di aggregazione.

Poi le tecnologie hardware e software iniziarono a correre e rincorrere mete sempre più lontane e veloci tali per cui tutto si è trasformato, iniziando l'era del consumo smodato della comunicazione. Fu così che comunità un tempo floride vennero abbandonate, altre assorbite da società telefoniche o di servizi tali per cui la modificazione genetica del web era inarrestabile; ci fu l'avvento delle applicazioni web che permettevano maggiori velocità e maggior quantità di dati da trasmettere, creando migliaia di mondi in cui potersi muover e per certi versi nei quali doversi districare. La popolazione inizialmente disorientata ha poi ripreso confidenza con tutta questa multimedialità trovandosi anche strumenti maggiori e più sofisticati da poter utilizzare, elevando qualcuno ad una conoscenza ed un utilizzo superiore alla media, dove quella italiana è assai bassa ancora oggi.
Contestualmente sono aumentati gli strumenti di connessione alla rete e le modalità di trasmissione così da incrementare oltremodo la popolazione che nel corso di questi 5 lustri si è andata smagrendo dei navigatori diligenti a discapito dei navigatori delle 24 ore su 24 ore che non hanno perso o non hanno mai conosciuto le regole di comportamento e ancor peggio non hanno più limiti. 

Oggi la multimedialità che offre internet è tale che si può essere connessi costantemente e ininterrottamente forse prevaricando la vita quotidiana, trovandosi compulsivamente  a dover trasmettere qualcosa in ogni istante delle giornata. Io in tutto questo mi sono perso già 5 anni fa. Non trovavo più i tempi di dialogo, non trovavo più un luogo "umanamente" accessibile: dalle chat comuni, alle chat private, dalle comunità di "settore" a quelle a più ampio respiro, alle applicazioni multifunzione, mi sono quasi relegato i quest'ultimo mondo di comunicazione e condivisione che sono i blog, traccheggiando di tanto in tanto sulle piattaforme sociali odierne.

Ho conosciuto ed incontrato un sacco di gente nei primi 10 anni, grazie proprio allo spirito di novità e libertà che internet concedeva, ho partecipato a diverse pizzate fatte con altre 30 e passa persone delle quali si conosceva solo l'alterego cybernetico, oppure ho incontrato piccoli gruppetti di persone se non con una sola persona alla volta, per il solo piacere di dare un volto a delle parole lette sulla rete. Oggi ho la sensazione che sia tutto un rincorrere aspettative ormonali piuttosto che ideologiche ma che non attaccano nei rapporti, almeno non più come un tempo. Siamo nel terzo millennio e viviamo del fast food cybernetico nei rapporti al punto da sentir dire: "se non sei su faccaidilibro non esisti". Affermazione folle! Esisto è basta! Non è una piattaforma sociale a determinare la mia presenza in questo mondo.

Qualche "vecchio marinaio" di questo oceano virtuale si incrocia ancora, ma sono diventati davvero pochi. Sono curioso di vedere cosa riserva il futuro, personalmente mi aspetto una recessione di molte realtà perché sono sovrappopolate e sature. Solo il tempo giudicherà.
Intanto per ora sono a 15!