lunedì, agosto 25, 2014

Io la Blefy e la Piti

M.A.S.H. - Medical Army Surgical Hospital
Non passa estate che non mi ritrovi a girovagare per ospedali per un qualunque motivo di salute più o meno grave, se non per visite di controllo utili a mantenere uno stato di salute utile ad un buon invecchiamento o se preferite, (in)utile ad alimentare l'ambizione di immortalità. Quest'anno però le cose sono state un po' più impreviste e meno volute.
Ad inizio luglio mi è toccata la Blefarite, della quel vi evito la spiegazione scientifica, ma vi dico solamente che dopo un costante prurito agli occhi ed alle palpebre in maggior parte, mi prescrivono una visita dall'oculista che prontamente prenoto. Ed è così che un paio di settimane dopo mi ritrovo ad andare da un oculista della mutua sperso nelle campagne torinesi in una località della provincia. Neanche mi siedo al suo apparecchio di visita che già sa cos'ho: Blefarite squamosa su entrambi gli occhi, quindi terminato il controllo della congiuntiva e dei bulbi oculari, mi fa un veloce controllo con e senza occhiali e poi mi liquida con l'anamnesi e la cura. Così per 10 giorni non faccio altro che pulirmi gli occhi mattina e sera con delle salviette apposite e subito dopo mi metto una bella cremina cortisonica ed antibiotica. Non faccio a tempo a lasciare questo squamoso rapporto con la "Blefy" che un'altra si mette a farmi la corte...
Fattosi ormai fine luglio per non dire inizio agosto, mi ritrovo con alcune papule rossastre sul ventre e sul petto che inizialmente non considero più di tanto, ma con l'andar dei giorni si fanno troppo evidenti, portandomi a fare un controllo dal medico, ed in questo caso il sostituto del mio medico curante, che rimane perplesso e un po' attonito. Non ha purtroppo le idee chiare, troppo indeciso e portato a pensare al fuoco di sant'antonio o qualche puntura di animale, quindi mi liquida con una crema cortisonica che non sembra dare effetti, ma al quarto giorno invece, la mia nuova compagna "Piti" parte lancia in resta e si impossessa di tutto il mio torace e parte della schiena. A questo punto che fare?
Primo tentativo: pronto soccorso dermatologico... mhhh non esiste più, allora andiamo al primo pronto soccorso nelle vicinanze; qui mi guardano distrattamente e mi dicono: "codice bianco, ne avrà per tutta la giornata e parte della sera... è andato dalla guardia medica?" Ovviamente tergiverso e me ne vado; la premessa era non è il caso che tu stia in questo pronto soccorso non abbiamo voglia di fare molto. (n.d.r. era il P.S. di Moncalieri nel giorno di sabato dopo ferragosto - fate le vostre riflessioni).
Secondo tentativo: ma sì! Non ho nulla da fare, cerco e vado dalla guardia medica. Una volta arrivato, suono il campanello e qui mi apre un ragazzo forse di poco più giovane di me che mi fa accomodare e con la sua difficoltosa parlata, mi chiede cosa mi occorre. Espongo il problema, lamentando anche la poca professionalità del P.S. e qui il tipetto che mi rende partecipe della sue credenziali in qualità di dottore oculista, fa qualche accenno a diverse malattie ma in modo molto didascalico e per fare l'esercizio delle esclusioni più che altro, quindi terminate le malattie infettive infantili e non, già fatte, non ha avuto molte altre argomentazioni se non un forma vaga di eruzione cutanea dovuta a chissà quale virus o ad una stranissima vasculite che gli faccio pronunciare una seconda volta perché la prima non l'avevo capito. Morale della favola non può fare nessuna impegnativa per prenotare delle visite ma prescrivere solo medicinali, ergo me ne vado salutandolo per la disponibilità e cordialità.
Terzo tentativo: visto che la "Piti" mi sta assalendo sempre più procrastino il rientro al lavoro e vado di nuovo dal sostituto del mio medico. Quando mi levo la maglietta, egli sgrana gli occhi e gli sale un leggero panico oltre che una sottile voglia di trovare comunque una risposta. Consulta un libro, chiama una collega dermatologa, mi fa domande a singhiozzo, mi osserva, riflette... Alla fine esco dall'ambulatorio con una ricetta per antibiotici e antistaminici, con una ricetta di priorità "breve" (2 settimane al massimo di attesa) per una visita dermatologica, una ricetta stesso tipo per gli esami del sangue. Così l'indomani vado a farmi prelevare il sangue i cui esiti solitamente arrivano in 4/5 giorni, ma questa volta visti il tipo e la priorità breve mi arriveranno nel doppio del tempo: ottimo! Dopodiché mi dirigo al CUP delle Molinette dove anche qui vista la priorità breve mi danno la prima disponibilità in poco più di 3 settimane, il 10 di settembre: ottimo!

Tornato a casa, decido di far finta di niente e comprate le medicine prescritte inizio diligente la cura, che avrà un suo significativo contributo su quanto accadrà dopo 4 giorni.

Quarto tentativo: la "Piti" non molla, anzi prende possesso del collo e della testa, delle braccia e di tutto quello che ancora non aveva preso, quindi dopo una serata passata in compagnia di amici (un po' troppo attoniti e forse in parte atterriti nel guardarmi) passando davanti al pronto soccorso delle Molinette decido di fermarmi e di tentare la sorte. Entro nel pronto soccorso e una delle signore di supporto mi chiede cosa mi sento, espongo le braccia e le di contro mi espone le soluzioni. Resto e lei chiama l'infermiera, questa mi da una sguardo e poi sparisce nel P.S. e torna con una dottoressa, che mi da una veloce occhiata e dice all'infermiera: " no, non è così grave, ma registralo che lo voglio vedere". Così alle 01.37 sono degente al P.S. Dopo poco meno di un'ora vengo chiamato per la visita. Alle 02.22 mi prelevano il sangue e poi mi rimandano in sala d'attesa. Alle 04.05 mi riconvocano e mi dicono che dagli esami nessuna infezione grave è incorso, quindi nessun contagiosità o infettività, però mi dicono di ripresentarmi da lì a qualche ora per un esame dal dermatologo, che chiameranno da un altro ospedale. Ore 04.19 vengo dimesso con un codice verde (non dovrò pagare nulla) e una segnalazione per la successiva registrazione. Torno a casa alle 05.00 per una veloce dormita per ripresentarmi al P.S. alle 10.40 dove 7 minuti dopo sono nuovamente degente. Alle ore 12.35 dopo poco meno di 2 ore vengo chiamato e spedito io all'ospedale dermatologico dove mi attende il medico. Prontamente mi dirigo dove indicato e mezz'ora dopo esco finalmente con una diagnosi più convincente e determinata: Pitiriasi rosea, con aggravamento causato da reazione allergica all'antibiotico (quello prescrittomi dal sostituto del medico curante). Conseguente interruzione dell'antibiotico ed inizio cura con cortisone e richiamo di visita due giorni dopo stesso ospedale dermatologico. Alle ore 13.15 vengo dimesso per la secondo ed ultima volta dal pronto soccorso. Totale di quasi 7 ore per avere idea di cosa mi stesse coprendo il corpo come un leopardo a due gambe.
E così  siamo ad oggi dopo la visita di controllo dopo il pronto soccorso, in cui viene confermata la diagnosi del collega ma con la modificata e prolungamento della cura: 25 mg di deltacortene, antistaminico al bisogno, per poi arrivare alla prossima visita di controllo di metà settembre. 

Insomma non mi sono fatto mancare la compagnia in questi due mesi... e con la "Piti" ci viaggerò ancora per un po', che a conti fatti e con buona probabilità potrebbe essere conseguenza dei aver avuto anche la "Blefy". C'est la vie!!!

giovedì, agosto 14, 2014

... è solo rabbia!

Al contrario di molte altre volte, inizio a scrivere questo post non sapendo ancora che titolo dare. Sono parecchi mesi che non scrivo di me, di quello che ho dentro; mi sono limitato a condividere alcuni degli eventi che ho avuto il piacere di vivere e passare insieme agli amici oltre a lasciare qualche piccola traccia dei miei pensieri, ma niente di veramente personale. Questo post, quindi in controtendenza alla norma sarà una delle tante mie fotografie in cui trasporrò gli stati d'animo in parole, sarà dunque normale non capire il senso logico e semantico di quanto scriverò.
Per quanto mi sia sforzato di conoscermi a fondo, come spesso ho sostenuto, sono ben lontano dall'avere coscienza di me stesso, sarò si e no all'inizio del mio percorso di autocoscienza, per questo ancora non ho capito perché da  mesi ormai sono insofferente verso tutto, sono pervaso da sentimenti altalenanti e contrastanti, che però temo derivino tutti da una unica forza motrice: la rabbia.
Seppure mi sia avvicinato a casa, abbia trovato un equilibrio ed una routine al pendolarismo "di lusso" che faccio tutti i giorni, e che tra breve ricomincerò, sono oltre 10 mesi che il senso di inquietudine e di insoddisfazione non mi abbandonano; sensazioni che reprimo costantemente settimana dopo settimana, accumulando tutto quello che è il mio vissuto di questi 20 mesi dal mio ritorno a casa.
Raccolgo la bile del lavoro e la reprimo, raccolgo il senso di solitudine nei viaggi quotidiani e la reprimo, raccolgo l'apatia di troppe sere passate senza stimoli e la reprimo, raccolgo l'indifferenza a quanto accade intorno a me e la reprimo, raccolgo la noia della routine personale e lavorativa e la reprimo. Giorno dopo giorno ho compresso tutto, sempre più in basso, sempre più schiacciato e sempre più compattato, e non ho ancora smesso di raccoglie e "sopprimere" tutto in qualche angolo remoto di me stesso.
Ora a distanza di mesi sento che non ci sta più tutto dentro, ogni sforzo profuso per trovare la soluzione all'equazione della mia esistenza si sta rivelando vano. Il risultato non compare, anzi, appaiono sempre e soltanto altre variabili che si aggiungono e complicano ed allungano i tempi per arrivare ad un risultato.
Al momento non mi interesserebbe neanche sapere se il risultato fosse giusto o meno, mi basterebbe giungere ad una conclusione, ma non accadrà a breve; inoltre temo anche che la rabbia che mi percorre tutte le nervature sia tale da offuscare la lucidità mentale, obbligandomi a controllarmi a non esplodere a non lasciar trapelare dalle mie parole e dal mio linguaggio fisico, tutta la bile, il veleno, il tormento e l'agitazione che mi porto appresso.
Sento l'istinto primordiale che spinge, scalcia e si agita per emergere , per spegnere la ragione e sfogarsi in tutto il suo essere scevro dalle regole sociali. Ho solo una enorme voglia di imprecare, insultare, odiare, spaccare, distruggere, sfidare, affrontare, gridare, urlare, correre a perdifiato, prevaricare, schiacciare, dominare, prendere avidamente ogni cosa, buttare ogni cosa, riempire sino a superare il colmo,  affogare, rovesciare, schiaffeggiare, bruciare... lasciarmi andare e non controllarmi più sino al raggiungimento dello sfinimento ed abbandonarmi ad un sonno eterno senza fine, senza ristoro, senza risveglio.

... è solo rabbia!

Non ho più parole, spero di non passare ai fatti ma di riuscire a passare oltre senza violentare me stesso.