domenica, aprile 11, 2010

I Quattro Tempi

C'è stato un tempo in cui vivevo solo in funzione di programmi e di orari (il tempo della scuola), poi venne il tempo della ribellione e della libertà (il tempo dell'università), seugì dunque il tempo del caos, (il tempo dell'indipendenza economica e automobile) ed infine arrivò il tempo del dovere (il tempo della successione e delle responsabilità): questa è pressapoco una sintesi della mia vita sino ad oggi. Se dovessi dire in quale di queste situazioni e modi di vita mi sono trovato meglio ora come ora non saprei dire. Ci sono giorni che vorrei veramente che mi si dicesse come e quando devo fare le cose, altri momenti in cui non vorrei fare altro che decidere sul momento per conto mio, e via così. Qualcuno potrebbe dirmi che la vita è un misto di tutto quello ho scritto, e pur condividendo non sono certo che questa volta la mezzavia sia quella giusta, o quanto meno non è quello che mi occore. Sento la necessità di consolidare e accrescere un equilibrio che nel tempo è andato perdendosi dal tempo della scuola al tempo della successione ho avuto sempre un rifugio dove tornare, ora il rifugio e latitante. Sono consapevole di essere fuggito per qualche anno da tutto e da tutti e per la precisione dal tempop del caos sino ad ora, ogni occasione per allontanarmi era benvenuta e la coglievo al volo e giustificandomi con me stesso e con gli altri prendevo il volo e fuggivo dalla mia vita, scappavo in una direzione che mi obbligava a non prendere coscienza di me stesso, dei miei sogni, delle mie aspettative, portandomi solo a fare delle espereienze ogni volta diverse seppur simili. E' un po' di tempo invece sono che mi sento stanto: stanco di fuggire e con tutta la strada che ho fatto e le  esperienze vissute ne vorrei fare ancora tante, e pur mancandone ancora molte, ho compreso che non potrò mai viverle tutte perché il tempo non è infinito, almeno non per me.
Dunque dopo giorni irrequieti e conflitti interiori, confronti con persone che mi stanno vicino e riflettendo anche sulla vita delle persone che conosco, mi sono chetato; smarrendomi nell'oblio del non sonno e ripercorrendo poi gli insegnamenti di Morfeo, ho risistemato anche l'orologio della mia esistenza. Dall'esperienza accumulata dai miei quattro tempi ora posso finalmente iniziare il mio quinto ciclo di vita. Sembra un po' ripreso dal calendario Maya ma poco male, in fondo siamo il prodotto della storia nostra ed anche altrui.
Questo è un fine settimana interamente dedicato a mestesso, senza meditazione, senza riflessioni troppo impegnate, solo 2 giorni in cui ascoltare quello che il mio corpo, la mia mente e la mia anima chiedono ormai da tempo. La scelta è giunta! Ora posso riprendere il mio cammino senza troppi affanni e senza ambizioni velleitarie. Qualche settimana fa mi venne fatta una domanda che io stesso mi posi: "ma non torneresti a Torino, a casa?"; la mia risposta è stata semplicemente "no". Ora lo confermo, non tornerò a casa se non alle mie condizioni, e nel frattempo devo prodigarmi e costruire il cammino che mi riporterà a casa, che sia su un progetto lavorativo, affettivo, o  altro ancora. Stanco di sfuggire alla mia esistenza, stanco di ricominciare ogni volta, stanco di re-inventarmi in questi frangenti, ora voglio entrare nel mondo dei grandi, degli adulti e vivere la mia vita, per quanto possa sembrare iniqua, sciocca o banale agli occhi degli altri... Per me poter avere un punto di partenza concreto e poter contare su me stesso è più gratficante che inseguire modelli che non mi appartengono.
Ho ricominciato a programmare la mia settimana nelle sue attività, lasciando al libero arbitrio le faccende quotidiane che non posso ovviamente prevedere, affrontando coscienzioso le resposabilità di cui posso essere investito e che mi competono. L'unica cosa che cercherò di evitare è il caos, la mia natura non è quella, la mia natura è assoggettare gli eventi ma restando consapevole che gli imprevisti e altri attori possono scombianre i miei programmi, ma quello che è strettamente dipendente da me, tornerà ad essere gestito seranemente e senza castrazioni! Se voglio vivere al meglio il mio quinto tempo, devo condurre il gioco e non lasciarmi condurre, questo significa anche non essere convenzionale, non lo sono mai stato e mai lo sarò nemmeno per compiacere qualcuno, come in brevi occasioni è accaduto. Dunque nella mia non convenzionalità sommando le esperienze di tre tempi ottengo come risultato il mio quinto tempo! Da qui riparto e questa volta senza troncare nulla di quello che c'era prima, bensì facendone tesoro e portandolo con me, che sia no belle o brutte esperienze.


mr.zugo