martedì, ottobre 27, 2015

La Mia Personale Expo 2015

Personale Locandina dell'Expo 2015
Sin dalla conferma che Milano avrebbe ospitato l'Esposizione Universale nel 2015, mi sono domandato cosa rappresentasse questo evento, a cui non sempre si può partecipare ad ogni sua edizione essendo svolta sempre in paesi diversi e spesso lontani. Non mi soffermerò sulle vicissitudini politiche (sponsor globalizzatori) ed economiche (scandali appalti) che hanno accompagnato la costruzione ed il completamento del sito espositivo, ma condividerò quella che è stata la mia personale esperienza di un'evento come questo. Da quanto veniva detto e spiegato per promuovere questo evento globale mi ero fatto un'idea che di per sè mi affascinava dove già lo slogan era accattivante: "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Ed anche le presentazioni pre-apertura sottolineavano la volontà di focalizzarsi su quanto era necessario fare per salvaguardare il pianeta e le sue zone meno ricche. Bene se questi erano i presupposti, di certo poteva essere una grande occasione per partecipare e poter così dire "Io c'ero!". Quindi già a partire da marzo/aprile ho iniziato a cercare informazioni e spiegazioni di come sarebbe stata questa esposizione universale: risultato nulla di soddisfacente! Il sito ufficiale era poco più di una vetrina generica la cui sezione operativa era solo quella per l'acquisto e gestione dei biglietti di ingresso. Nessuna informazione su come erano distribuiti le possibile aree a tema o un ipotetico raggruppamento dei padiglioni per argomento sul tema dell'expo. Sino a quando non è stato aperto ufficialmente l'Expo il sito ufficiale non ha preso vita. Le altre informazioni che ho potuto rintracciare erano tutte "promozioni" dell'evento stesso, piuttosto che "promozione" di eventi correlati in giro per la città di Milano o di quelli che si sarebbero estesi sino a Torino.
Comunque sia, nonostante il crescente disinteresse, vista l'opportunità di avere un biglietto ad un costo scontato prima dell'apertura ufficiale ne ho preso uno ed ho atteso che giungessero le prima informazioni, i primi commenti, i primi servizi esplicativi dell'evento, ma la confusione regnava sovrana; sfruttando la possibilità di sentire i commenti sul treno, in quanto io pendolare, i commenti erano discordanti tra coloro a cui era piaciuto e coloro a cui non era piaciuto. I servizi televisivi relativi a tale evento sembravano tutti istituzionalizzati e poco espliciti (almeno così erano quelli che ho potuto vedere io). Dunque, non mi è restato altro che decidere una data ed andare scegliendo settembre, con la speranza che tutto fosse ormai rodato ed a solo un mese dalla chiusura.
Bruciando così un giorno di ferie il 10 settembre ho dedicato la giornata all'Expo, ed una volta arrivato lì, con le poche informazioni di cui disponevo, mi sono catapultato in "un mondo alieno e sovrappopolato" in cui si doveva fare code (a volte estenuanti) per ogni cosa già sin dall'ingresso alla struttura per non parlare dell'accesso ai padiglioni (tutti), dei bagni, dei ristoranti/bar. Alla alla fine l'unico posto in cui non c'erano code è stato al Museo temporaneo in cui Sgarbi aveva selezionato le 200 rappresentative dell'Italia (dal suo punto di vista e stile di critica). Quindi con non pochi preconcetti e viste le code chilometriche da fare mi sono focalizzato su quello che speravo fossero i temi veri dell'Expo, ossia i cluster: Riso, Cioccolata e Caffè, Spezie, Frutta e Legumi, Bio-Mediterraneo, Isole, Mare e Cibo, Cereali e Tuberi, Zone Aride. Non starò certo qui a fare una pedestre descrizione di ognuno, ma vi condivido invece la mia grande delusione. Se il tema era nutrire il pianeta, questo tema era per lo più il messaggio subliminale in cui si annidava il richiamo a tale evento come luogo in cui riempirsi la pancia di ogni sorta di cibo.
I cluster su cui mi ero focalizzato e che dovevano dare l'impulso a farci prendere coscienza su quali siano le nostre risorse alimentari ed energetiche, di come siano distribuite e come possano essere sfruttate al meglio o di come poterle condividere con gli altri, si sono ridotti a pochi cartelloni, più o meno leggibili e spesso anche poco accessibili; un esempio i cartelloni del cluster delle spezie erano perennemente coperti dalla gente che vi si sedeva sopra per riposare le proprie stanche membra piuttosto che per mangiarci sopra. Col senno di poi, questi cluster male allestiti sono risultati solo delle didascalie a corredo di un evento che si è concentrato solo sul consumismo. Poche erano le persone che ho visto concedersi alla lettura dei contenuti dei cluster. La maggior parte si è concentrata sui padiglioni, particolarmente ricercati nella loro architettura esterna, sulle opportunità di ingurgitare cibi di vario genere oltre che poter fare un po' di shopping, mentre altri frenetici come formiche correvano da un padiglione all'altro per avere il timbro sulla mappa o su un fac-simile di un passaporto.
Per questo ad un certo punto mi sono ritrovato fermo in mezzo al passaggio continuo di persone e guardandomi intorno per capire dove diavolo fossi finito ho raggiunto la conclusione che l'Expo 2015 mi rappresentava solo centro commerciale universale, trovando conferma anche dopo esserci stato scoprendo gli sconti di fine stagione nelle ultime tre settimane di ottobre sulle tariffe dei biglietti.

Oggettivamente però devo dire che questo evento era da vivere in modo diverso: non con ingressi serali per poche ore, non per un giorno come ho fatto io, ne con un carnet da tre giorni. Sarebbe stato necessario, come per ogni evento di grandi dimensioni, dedicare almeno dieci giorni consecutivi. Prendere un pass stagionale (conveniente per la verità) e ogni giorno dedicarsi ad un tema/cluster e visitare e vivere gli eventi nei padiglioni. Questo approccio però tolto il pass stagionale, sarebbe stato dispendioso in termini di tempo e denaro (si vorrà pur mangiare tutti i giorni e viaggiare per raggiungere l'esposizione?) che non tutti si possono permettere, quanto meno per il tempo che avrebbe richiesto. Preso così in una giornata o in qualche ora, non se ne poteva cogliere il valore vero, ma risulta essere solo una enorme accozzaglia di culture brulicanti.

Conclusione, sono rimasto deluso perché non ho potuto vivere nel modo giusto questo evento, perché non sono stato supportato dalle informazioni necessarie a comprenderlo.