lunedì, dicembre 30, 2013

Trovarsi e Perdersi - Senza un Ragione

Lettera Aperta
Sono mesi che ho questa specie "lettera aperta" che gira per la testa, ma non mi sono ancora deciso a pubblicarla. Non riesco a capire se devo pazientare o meno, per avere delle risposte che forse non arriveranno mai. Oggi mi sono nuovamente ritrovato a pormi delle domande e fare delle supposizioni su come sono andate o non sono andate delle cose. Non posso più aspettare e devo mettere nero su bianco quanto mi passa per la testa così da non dovermi portare oltre questi pensieri.


Queste parole sono per te E.,
                  per te che, un giorno, hai incrociato il mio cammino inconsapevole di percorrere un sentiero diverso da altri; non a caso all'inizio ti sembrò più un strada impraticabile, in salita senza luce e senza una meta, piena di rabbia gratuita, trovandoti oggetto di attenzioni, non volute, per niente piacevoli.
Ciò nonostante hai insistito per quel sentiero, forse immaginando che al fondo ci potesse essere una meta piacevolmente inaspettata. Quel cammino l'hai percorso per molto tempo, per qualche anno direi, trovando mi auguro un compagno di viaggio all'altezza delle tue aspettative, avendo così modo di godere del viaggio che avevi intrapreso.

C'è stato un tempo in cui non volevo che tu fossi sul mio cammino, temevo per te e per me, potevamo non essere i compagni di viaggio giusti uno per l'altra. Il "Signor Destino" però ha preferito riavvicinare i sentieri e così ci siamo incamminati per una comune via ricca di giochi, confronti, supporto reciproco dove nessuno chiedeva niente di più che essere se stesso/a ed essere accettati per quello che si era nel bene e nel male. Il tempo trascorreva arricchendo il percorso di ognuno di noi anche se rare sono state le occasioni in cui si è potuto godere della compagnia reciproca dal vivo, ma questo non ha mai limitato un rapporto in crescita quale poteva essere il nostro.

Personalmente posso dire che hai riempito il vuoto che molte altre persone hanno creato in quegli anni, allontanandosi da me, ma quel che più conta mi hai fatto riscoprire la gioia del gioco: quello semplice, quello che nasce come espressione della sola fantasia; anche se erano più le occasioni e la voglia di evadere dalle responsabilità quotidiane, non ci si dimenticava mai della concretezza della vita quotidiana.

Poi... Poi qualcosa è cambiato!

Contrariamente a quanto facevo di solito, mi sono creato delle aspettative. Aspettative disattese. Violentemente disattese. Mi sono smarrito per un po' di tempo, non abituato alla delusione delle aspettative disattese. Ma come sempre ho ripreso il cammino... tu non c'eri più. Per un po' ti ho aspettato, ma non arrivavi più. Non sono mai stato molto paziente per certe cose, quindi non ho indugiato oltre ed ho proseguito senza la tua piacevole compagnia. Quel che più mi ha disorientato è stata la mancanza di una ragione, di un motivo, della tua assenza. Posso solo immaginare che tu abbia deciso di prendere una direzione diversa, augurandomi ed augurandoti che sia un cammino avvincente e che ti faccia provare emozioni e vivere esperienze che possano arricchirti ancor di più.


Non posso attardare oltremodo il passo, devo riprendere il mio cammino ringraziando per la fortuna di aver condiviso con te un tratto di strada ricco ed emozionate.

                                                                             Buena Suerte y Buena Vida Querida


Non era il modo in cui volevo condividere queste parole, ma non potendo recapitare di persona o con missiva, una lettera scritta di mio pugno, utilizzo questo spazio per condividere questi pensieri.

venerdì, dicembre 27, 2013

Vigilia di Natale a Superga

24 Dic. 2013 - Superga Avvolta dalle basse nuvole - foto by Romins
Diversamente agli altri anni, quest'anno per la Vigilia di Natale sono tornato a messa. L'occasione propizia non è stata una ricaduta di religiosità, bensì l'opportunità di sentir cantare il Coro Alpette nella Basilica di Superga. Ed è così che come da tempo non facevo dopo la frugale cena del 24 mi sono dato una ripulita e riordinata vestendomi adeguatamente per entrare in una delle tante case de Signore. Visto il tempo uggioso, ho deciso di essere super puntuale ed è così che mi sono avviato ben un' ora e mezza prima per arrivare per tempo, considerando anche il fatto che non essendo mai andato alla Basilica non conoscevo benissimo la strada. così dopo il tratto di strada cittadino mi ritrovo alla base della collina, alla stazione della cremagliera di Sassi, pronto a inerpicarmi per i tornati per raggiungere la mia destinazione. Il caso ha voluto che davanti a me ci fossero altre 2 auto la cui andatura estremamente lenta (ho dovuto inserire ben 10 volte la prima marcia in salita perché eravamo quasi fermi) mi ha fatto pensare che fossero meno pratici di me sul percorso, ma credo invece che fossero più concretamente incapaci di guidare in senso più generale. Comunque sia, seppur a passo di lumaca sono arrivato a destinazione, dove senza fretta ho trovato un parcheggio e spenta l'auto mi sono guardato intorno e mi sono trovato avvolto in un'atmosfera surreale definibile come correttamente a fatto una mia amica giunta più tardi, clima da "Carpazi". Nonostante le luci tentassero di illuminare la Basilica, la nebbia o nuvole basse che fossero avvolgevano e offuscavano tutto il pianoro. L'umidità era tale per cui era impossibile capire se era pioggia o se veramente eravamo avvolti dalla nuvole e quindi costantemente immesi nella sospensione di gocce d'acqua. Il silenzio era rilassante di tanto in tanto rotto dalla voce degli astanti che mano a mano arrivavano per la Messa di Natale. Effetto da film thrilling dove era possibile sentire distintamente le voci ma non capire da dove provenissero tanta era la nebbia che avvolgeva tutto. Stancamente ho girato per il piazzare antistante è circondante la Basilica in attesa dell'arrivo degli utlmi componenti del coro e degli amici sopraggiunti giusti pochi minuti prima dell'inizio della serata canora.
Ed è così che alle 23.30 iniziano i canti introduttivi alla messa utili ad accogliere gli ultimi fedeli in arrivo per la messa. La funzione religiosa ha così inizio puntualmente alle 23.55 introdotta da una delle prime preghiere cantate dal Coro Alpette che poi hanno accompagnato tutta la funzione. Momento particolarmente carico di pathos è stata la discesa del frate cappuccino dall'altare diretto verso il presepe dopo ha svelato il "Bambino Gesù" ormai giunto tra noi. La funzione è scivolata via veloce e senza troppo tedio, fortunatamente per me, visto e considerato che non sono mai stato un amante di questa funzione, ma ciò nonostante mi sono preso la libertà di rivolgere una confusa preghiera a nostro Signore perché si prendesse cura delle persone malate in generale ma anche nello specifico quelle, diciamo, più o meno vicine a me. La preghiera è stata una semplice richiesta per sollevare dal dolore fisico e morale queste persone per permettergli una vita migliore per se e per i loro parenti più vicini. Non so se sarò ascoltato, da cattivo fedele e praticante delle religione forse la mia preghiera non è stata così convincente ed accorata, ma un pensiero buono rivolto agli altri mi sembra l'unica cosa sensata da fare dentro una chiesa. E così che al termine della Santa Messa i fedeli si sono dispersi sotto le note delle ultime canzoni natalizie proposte dal Coro Alpette.

sabato, dicembre 21, 2013

Quando Non Gira

Scena tratta dal film Modern Times - Charlie Chaplin
Arrivato da poco a casa di amici per la cena, non ho potuto fare a meno in questo caso di mettere giù le riflessioni della giornata. In attesa dell'arrivo degli altri ospiti, ho chiesto in prestito pc e collegamento internet per mettere giù i pensieri che affollano la testa in merito a queste ultime ore dove sin dalla mattina non è gira per niente bene. Ma andiamo con ordine. Sveglia alle 9.30 approfittando della giornata non lavorativa, ma grazie al solito miniuomo del piano di sopra la sveglia è stata anticipata da diversi rumori molesti riconducibili a grandi lavori di carpenteria e falegnameria fatti da un bambino di meno di 1 anno. Incredibile quanta sia la forza e l'energia di un piccolo essere nel momento in cui gli si lascia la totale libertà nell'utilizzo degli strumenti più svariati per percuoterli contro ogni cosa. E così mi ritrovo a dovermi alzare indispettito dal letto ed iniziare la giornata. Dopo una frugale e frettolosa colazione inizia il confronto con la mami per trovare la quadra delle varie commissioni da fare e così si ripresenta il caso delle parole e riflessioni a ruota libera che continuano per un ora e mezza senza venirne più di tanto a conclusione non trovando la giusta quadra della cose. Ed è così che alla fine mi vesto alla meno peggio per uscire e fare un paio delle confuse commissioni più o meno concordate. Una volta uscito mi dirigo al primo negozio dove, manco a dirlo, mi tocca attendere circa 40 minuti per non concludere niente visto la totale indecisione dei clienti che mi precedevano. Decido dunque di saltare questa incombenza e proseguire verso l'altra, ma ecco che anche qui mi ritrovo davanti un numero improbabile di clienti che dovrei attendere prima di essere servito... Non riesco a tagliarmi i capelli e preso dallo sconforto prendo baracca e burattini e me ne torno a casa. Pasto frettoloso a base di toast, perché la mami non aveva voglia di cucinare nulla e voleva togliersi lo sfizio. Colgo quindi l'occasione del pasto fac-simile del lavoro per non concedermi relax e terminato pranzo partire e riprovare a smaltire le faccende lasciate in sospeso qualche ora prima. Quindi approfittando dell'orario continuato vado dal parrucchiere per farmi fare un piccolo ritocco per le feste ed essere così in ordine... ed è così che per rimanere coerenti all'inizio di giornata la fortuna non mi assiste. Passo quasi subito visto che non c'erano altri che quelli già seduti alle poltrone di taglio. Purtroppo però non vengo servito dalla mia parrucchiera preferita in quanto giusto un paio di giorni prima è diventata mamma per la seconda volta, e così devo passare per le forbici del padre che nonostante la sua buona volontà non mi da retta ed al posto di un semplice ritocchino, mi tosa come una pecora, neanche fosse ferragosto con 35 gradi: taglio militare con cresta da moicano!!! Che fare... ci passo sopra tanto non si può rimediare e non posso far altro che aspettare il ritorno della mia parrucchiera di fiducia. Pelato e impomatato con il gel (per nascondere la cresta) riprendo il giro delle commissioni che non vanno certo meglio. Coda chilometrica alla cassa del supermercato con annessa pausa della cassiera che doveva fare la parziale chiusura di cassa e conteggio dei ticket che invadevano i cassettini. Armato quindi di santa pazienza attendo il mio turno per i 4 pezzi che avevo per poi trovarmi ancora rallentato dalla manca di linea per pagare con la carta di credito. Finalmente esco dal supermercato a mi avvio al pastificio per ordinare gli agnolotti per natale, e tanto per non smentire la splendida giornata miri trovo involontariamente a litigare con una signora per chi doveva essere servito per primo, non riuscendo a  farle capire che non devo acquistare nulla ma solo fare un'ordine, una prenotazione e che comunque era il mio turno. Sfinito dalle continue "sfighe" della giornata, decido di fare il "signore" e lasciare che la signora venga servita così che se ne vada felicemente contenta di averla spuntata. Finalmente riesco a giungere a casa scaricare l'auto della spesa, portare l'acqua in cantina.
Non restava che darsi una rinfrescata, cambiarsi e partire per raggiungere gli amici per la serata "pizza" in casa e passare una serata tranquilla, non fosse che per trovare parcheggio ho consumato quasi un quarto di serbatoio perché non si trovava un buco neanche a pagarlo. Finalmente la serata inizia e forse risana un po' la giornata storta e poco soddisfacente. Atmosfera tranquilla e gioiosa quasi preparativa al natale oltre che utile a fare un po' di "brain storming" per i preparativi per capodanno, momento oltretutto nel quale sto scrivendo si sta per chiudere il menu della serata di San Silvestro.

In conclusione quando non gira non gira, il 70% della giornata è stata una vera schifezza al punto tale da farmi pensare di riconsiderare il mio "sistema di vita" per dargli un ordine e un senso un po' più coerente e "rotondo" giusto per sperare di non trovarmi a dover subire ogni sacrosanta volta giornata come queste, che ad essere sincero non è un caso isolato negli ultimi mesi. Devo riconsiderare e rimettermi in "disciplina"!!!

domenica, novembre 10, 2013

Regime di Austerity

Il sistema Italia è collassato, lo si vede ogni giorno nell'economia, nella politica, nella società.
Ognuno di noi guarda alla propria sopravvivenza senza badare più tanto agli altri. Le regole del buon senso e del senso comune paiono scomparse, tanto che tutti si sentono in diritto di avere ragione sempre e comunque, qualsiasi sia l'ambito, il contesto, il momento, il luogo e gli astanti con i quali si possano trovare a dover far da conto. A questo aggiungici la crisi ed ecco che il peggio di ognuno viene a galla per permettere a tutti di cercare quel minimo di sopravvivenza.

In più occasioni ho scritto di essere una persona fortunata, ed anche in questo periodo confuso e complesso non smetto di pensarlo. Ho un lavoro regolare, che molti altri non hanno, ho una famiglia su cui poter far conto, e non tutti potrebbero dire la medesima cosa. Quindi tutto sommato me la cavo bene, ciò non toglie che ci sono momenti più difficili ai quali dover far fronte, e per me sta per iniziarne uno abbastanza lungo.

Prima di proseguire a scrivere e condividere le ragioni che danno origine al titolo di questo post, ci tengo a dire (e proverò a scriverlo) che non mi sto lamentando perché devo iniziare a tirare "la cinghia", anzi proprio perché sono in una condizione di stabilità ritengo importante non sperperare le risorse economiche e di tempo in questioni, diciamo, accessorie. Insomma cerco di seguire la morale della formica e della cicala.

Quindi venendo al sodo, la questione è che per i prossimi 6 mesi, almeno, mi attendono delle spese accessorie (=leggi oltre alle spese fisse già onerose) di vario genere, talune di tipo personale legate alla salutate o al benessere in generale dicendo, tal'altre invece mi si rendono necessarie per una mia scelta perché ritenute rilevanti più altre. Mentre in passato ho moderato enormemente la spesa sul telefonino, oggi non posso non spendere per la sicurezza di guida dell'auto. Mentre in passato ho lesinato sugli acquisti di abbigliamento ed accessori vari, oggi non posso più attendere troppo nel cambiare gli occhiali da vista per garantirmi un benessere migliore ed evitare maggiori complicazioni in futuro. Mentre in passato mi sono negato qualche viaggio estivo per il mio piacere personale e culturale oggi non posso esimermi dal spendere per fare dei controlli per garantire la mia continuità di salute, specie a fronte di patologie che fino a 2 mesi erano a me sconosciute.
A queste si sommano quelle già precedentemente messe in conto ma significativamente importanti e necessarie parlando in termini economici: per risparmiare a volte occorre investire prima somme significative e qui stiamo parlando di abbonamenti annuali di vario genere. Insomma non che siano somme stratosferiche, ma proprio perché non voglio fare la fine della cicala ritengo opportuno sin da ora assoggettarmi autonomamente all'austerity per poter far fronte alle future spese con maggior serenità e tranquillità. Di conseguenza ogni uscita sarà ben calibrata e contenuta nella spesa, sfruttando appieno tutte le manleve economiche del caso di cui posso già disporre: meno cene fuori, meno birre da bere, meno colazioni al bar, meno sigarette (sperando di farcela), tariffe più basse possibili per i telefonini, meno di tutto insomma.

Come già spiegato nella premessa, mi ripeto, questo post non vuol essere uno sterile piagnisteo ma una condivisione del fatto che anche chi se la passa meglio è bene che abbia la coscienza di sapere distinguere dalla spese necessarie da quelle effimere e inutili, anche in rispetto a chi non può nemmeno fare questa scelta in quanto non può far fronte neanche alle necessità più significative come riuscire a comprare da mangiare.

lunedì, agosto 19, 2013

Musicoterapia

Mio Murale - Spartito "Per Elisa"
Ebbe sì sono una persona che per lenire le proprie ferite emotive fa uso delle musica. Forse come tanti dovrei rivolgermi ad un terapeuta serio, ma... un po' non me lo posso permettere ed un po' non mi va di essere così arrendevole alle fatiche emotive e non che la vita ci pone davanti.
Così mi tengo le mie "anomalie" di normale persona e cerco di sopravvivere alla meno peggio come la maggior parte della gente. Ogni volta che ho una caduta di tensione nervosa, emotiva ed anche fisica mi barrico dietro gli auricolari e mi faccio una overdose di musica, quella che mi passa per la testa, quella che mi va di sentire, quella che mi fa star bene, che mi commuove, quella che mi esalta, quella che mi fa ridere, quella che esprime a parole o con la musica i miei stati d'animo; e così giù a nastro a far andare le note di tutte le canzoni che mi passano per la testa o che trovo sotto il click del mouse. Non mi faccio più crucci strani a ragionar su cosa è bene cosa è male, non mi preoccupo più di essere responsabile o irresponsabile, non mi premuro più di piacere a tutti o solo a me stesso. Vago per il tubo alla ricerca di ogni sorta di musicalità che mi svuoti e che mi riempa in continuazione, ogni genere di sonorità può essere quella giusta per elevarmi nei pensieri più positivi come infognarmi in quelli peggiori, ma non me ne curo. Anche in questo momento ho della musica nelle orecchie che non guida quanto sto scrivendo ma solamente ne crea la necessità di buttare giù delle parole non troppo pensate e pesate nella loro valenza ed essenza; un momento di scrittura analogica accompagnata da una colonna sonora variegata, eterogenea, che si insinua sotto la mia pelle, nella mia mente e purga e lenisce ogni piaga e ferita.
Forse alla fine quando rileggerò questo post mi apparirà per quello che è ovvero una vomitata delirante di parole senza troppo significato, neanche fossi sotto l'influsso di qualche droga pesante andata a male oltre che fuori mercato, ma non mi importa per nulla. Già in qualche post precedente avevo condiviso il fatto che ci sono una quantità di cosa che dovrei dire, scrivere e soprattutto condividere; ma sono talmente tante e talmente spregiudicate alcune che ho troppa vergogna a tirarle fuori, quindi compenso scrivendo mediocremente uno sproloquio di termini uno dietro l'altro nella speranza che la musica si porti via tutto e mi lascio pulito e lindo come un infante per riprendere mestamente la mia vita. Una vita di soli compromessi e sacrifici, forse solo perché mi sono convinto che quanto possa aver detto qualcuno un tempo da qualche parte parte potesse essere vero senza riflettere se quanto affermavano poteva essere un pensiero da me condiviso e sentito... mah... chissà.
Comunque sia resta il fatto che per stare meglio, non spendere troppi soldi da uno strizza cervelli, mi auto lenisco con tanta buona musica qualunque possa essa essere. Devo ritrovare tutta l'energia che un tempo possedevo, rigenerare la grinta che mi ha sempre contraddistinto e rimettermi in piedi per le sfide che verranno. Mi aspetterà un altro anno di preparazione, faticosa preparazione per essere pronto ad ulteriori sacrifici.

venerdì, agosto 16, 2013

Disaspettato

Pur non volendo di nuovo sono caduto. Forse troppa solitudine, forse troppa apatia, forse la mancanza di interessi attivi, forse, forse... Forse tutto e forse niente. Come spesso dico è la presenza di aspettative che da come risultato la delusione e la disillusione. Anche io in questo caso ci ho voluto credere, ho provato a coltivare qualcosa, ma non sono stato all'altezza e non ho fatto le giuste scelte per raggiungere il mio traguardo. Per questo motivo è arrivata la negativa sensazione di essermi illuso, ed ovviamente non ho niente e nessuno da incolpare se non me stesso. Me l'ero ripromesso tante e tante volte di non creare castelli in aria, di non lasciarmi affascinare dalle sirene, ma non ce l'ho fatta, ci sono ricascato.
In quanto persona anche io ho bisogno di relazionarmi, di sperare, di sognare e tutto questo a volte crea delle aspettative e non sempre tutte vengono confortate da un riscontro positivo ed è così che si creano le disattese.E' in questi momenti però che ogni tanto posso sentirmi un po' come gli altri e non sempre troppo distaccato, lontano ed apatico come spesso posso sembrare. Per quanto in questi giorni mi senta realmente disaspettato (e scusate il termine ma è quello che sento più prossimo al mio stato d'animo) sono sicuro che passerà seppur lasciando una piccola cicatrice, non sarà l'ultima volta che mi sentirò in questo modo anche perché non è la prima volta. Per ora resto e mi mantengo disaspettato.

mercoledì, agosto 14, 2013

Cultura - 2 Visite in 2 Giorni

Palazzo Madama - Torino - Scale dello Juvarra
Strana estate per me questa, sono pervaso da un insolito fastidio e da una forse troppo conosciuta irrequietezza. Sarà per questo che sto cercando di ingegnarmi  per trovare modo di evadere come meglio mi riesce. Così mi ritrovo a concentrare le mie attenzioni sulla cultura approfittando di ogni sorta di museo e/o attrazione da andare a visitare. Già venerdì scorso mi sono gustato il Museo del Cinema ed il Museo Egizio mentre ieri pomeriggio, mi sono pregiato di una visita che ancora non avevo mai fatto, ovvero Palazzo Madama. Situato in pieno centro della città il Palazzo architettonicamente presenta aspetti dei due periodi principali in cui ha avuto la sua maggior vita: quello medioevale e quello rinascimentale.
Come sempre mi sono lasciato affascinare dagli interni di questi ambienti che portano con se le storie di pittori e arredatori che davano alle stanze una propria identità e vivibilità, quasi a sembrare decorazioni e disposizioni dettate dal feng shui. Sin dal piano sotterraneo sino alla torre panoramica ogni stanza ed ogni ambiente è stato utilizzato per esporre opere iconografiche e non solo dei due periodi riguardanti questo castello. Ho seguito tutto il percorso attraverso i vari piani ed i vari periodi, osservando con la debita attenzioni anche l'iconografia sacra che non è tra le mie preferite. Momento particolarmente interessante che rifarò quanto prima l'ultimo piano e la torre panoramica, così da potermi gustare meglio i dettagli delle ceramiche, delle opere in vetro e metallo oltreché sperare di trovare una bella giornata limpida è godermi la mia Torino dall'alto. Ammetto che sono rimasto piacevolmente colpito da questa prima visita nel Palazzo Madama.

Non ancora soddisfatto ed appagato questa mattina mi sono invece concesso un museo un po' più tecnologico ed ingegneristico portandomi al Museo dell'Automobile. Ormai era qualche decennio che non vi entravo, ed ammetto che sono rimasto un po' disorientato dai notevoli cambiamenti rispetto alla mia ultima visita. Concepito più modernamente e internazionalmente, ho iniziato la mia visita dal secondo piano come da indicazioni ricevute all'ingresso. Su tutti e tre i livelli espositivi ho seguito un percorso guidato studiato non solo cronologicamente ma anche concettualmente passando dai vari periodi storici attraversando quindi anche sale a tema tecnologico che ben si sposa all'evoluzione dei mezzi di trasporto di questi ultimi 200 anni. In questo modo non solo ho attraversato la storia delle auto ma anche la storia tecnologica che ha portato al costante progressivo miglioramento delle componenti meccaniche e di allestimento di vari mezzi. Sono rimasto particolarmente colpito dalla "Itala" automobile del 1907 che vinse la prima corsa di lunga percorrenza, circa 16.000 km da Pechino a Parigi. Non oso immaginare le non strade percorse ma di certo onore al merito di aver realizzato un mezzo di trasporto talmente avveniristico che già allora poteva raggiungere i 90 km/h nonostante una bassa tecnologia contando solo su meccaniche robuste e concetti ingegneristici all'avanguardia rispetto al periodo. Oggi sarebbe alquanto facile e poco problematico fare una traversata di quel genere. De tre livelli espositivi il secondo è certamente quello meno motoristico ma più culturale, esponendo automobili più sull'impronta di aspetti culturali e sociali che per quelli motoristici puri; allo stesso modo al piano terra invece era più incentrato sugli aspetti di design e innovazione futuristica. Anche con questa visita fatta in poco meno di 3 ore mi sono goduto tutto quanto era esposto, e se dovessi tornarci, questa volta mi dedicherò molto di più agli strumenti multimediali ed interattivi disponibili per ampliare e meglio comprendere la mostra.

Insomma anche in queste ultimi due giorni, non mi sono negato l'occasione di evadere dal mio malumore e godermi un po' di storia, di espressioni comunicative di diversi periodi storici e godermi parte della città da cui troppo negli ultimi anni ho trascurato di vivere.

domenica, agosto 11, 2013

Cultura - 2 Musei Sono Meglio di 1

Interno del Museo del Cinema - Torino - Mole Antoneliana
Forse è stato un po' esagerato, ma personalmente sono stato contento di riuscire a visitare due dei musei più rinomati di Torino nell'arco di una giornata.
Era da tempo che me l'ero ripromesso, e finalmente ci sono riuscito. Complici anche le ferie sono riuscito a utilizzare la tessera musei acquistata qualche mese prima e ancora non utilizzata. Così nella giornata di venerdì ultimo scorso mi sono messo d'accordo con alcune amiche e ci siamo dati appuntamento davanti al Museo del Cinema per iniziare la giornata culturale con l'intrattenimento per eccellenza.

Seppure l'avessi già visitato è sempre affascinante entrare in quelle stanze e osservare il cammino della comunicazione visiva dell'uomo che partendo da semplici ombre è arrivato sino a tempi odierni in cui la comunicazione visiva è in assoluto quella predominante e invasiva attraverso i molteplici strumenti e canali, specie quelli digitali veicolati anche attraverso internet. Personalmente sono rimasto a circa 10 anni fa dove la tecnologia era un mezzo di supporto per rendere meglio alcuni effetti e rendere "palpabile" l'immaginario umano e permettere di stare a sognare ad occhi aperti. L'odierna estremizzazione della scenicità nel cinema mi lascia un po' di amaro in bocca, rasentando a volte la fredda finzione e non lasciando più nulla alla emozionalità ed alla immaginazione dello spettatore a discapito a volte anche dei contenuti prevaricati dagli effetti speciali. Nel corso della visita ho potuto anche apprezzare la mostra omaggio al regista Scorsere del quale sono rimasto colpito dalla solida reiterazione nell'uso di attori e metodologia di racconto. Da quanto ho letto ed ho visto nella documentazione della mostra su questo regista ho avuto la netta sensazione che si sia sempre mantenuto fedele alle proprie origini, che abbia cercato la collaborazione di attori che gli potessero trasmettere il maggior numero di personalità che fossero affini e solidali con il suo punto di vista, svicolando di tanto in tanto rispetto al suo bagaglio storico. Meglio comunque cambiare discorso, non essendo un grande esperto cinefilo, ma solo un utente a cui piace sognare attraverso le storie raccontate attraverso le immagini. Una cosa che mi ha particolarmente colpito e la documentazione fotografica che fatta eccezione delle polaroid utilizzate per le continuità di scena, tutte le altre foto erano rigorosamente in bianco e nero anche quelle degli ultimi decenni, dettaglio alquanto affascinante e particolare, ma forse molto adatto al tipo di personaggio.
Sfinge - Museo Egizio - Torino - Palazzo dell'Accademia delle Scienze
La seconda parte della giornata, dopo un pasto leggero nelle vicinanze della Mole Antoneliana sede del Museo del Cinema, si è rivolta invece alla storia dell'uomo e più precisamente al mondo Egizio. Recuperate le ultime due compagne di viaggio sono così entrato al museo egizio che attualmente è un cantiere di lavori di rimodernamento per essere al meglio della propria forma per l'expò del 2015. Tra impalcature e zone di lavoro si entra così al museo per accedere alla nuova area al piano sotterraneo per la mostra dei migliori pezzi della collezione di questo museo intitolando questa esposizione temporanea "Immortali". Se devo essere sincero è una denominazione che ha tutte le ragioni. Oramai sono 4 millenni che sono nella storia dell'uomo e questi egizi mi hanno sempre affascinato per la loro capacità di considerare l'eternità della vita e trovare strumenti, mezzi ed ogni sorta di sistema per protrarre l'immortalità della breve vita dell'uomo. Ancora non riesco a spiegarmi come reperti così antichi siano in perfette condizioni, che abbiano ancora da raccontare molto del passato di una cultura e sopravvivano allo scorrere del tempo. Per quanto potessero essere tecnologicamente avanzati di certo non disponevano di quanto abbiamo noi oggi, eppure hanno realizzato strumenti ed opere tali da sfidare ogni condizione ed ogni cambiamento storico e culturale ed essere ancora a nostra disposizione. Se provo a pensare a quanto possa durare un PC o uno smartphone, mi vine da ridere perché di noi non resterà nulla, mentre di loro resterà ancora molto e per tanto tempo ancora. Andare al museo egizio e per me sempre fonte di riflessione della brevità della vita e della mancanza di iniziativa per lasciare un segno del mio passaggio.

In conclusione dopo 2 ore di visita al Museo del Cinema ed 1 ora e mezza al Museo Egizio, mi sono accomiatato dalle mie compagne di viaggio e me ne sono tornato a casa soddisfatto della giornata. Non mi resta a questo punto che riproporre altre giornate come queste, e magari meno intense per visitare le altre esposizioni disponibili nella mia città vista l'impossibilità di andare in vacanza.

lunedì, agosto 05, 2013

Giorno 5 - Storia di una Falsa Partenza

Giorno 1 - Avevo un progetto. 
Giorno 2 - Il progetto è abortito. Conseguenza di un colpo d'aria mal curato.
Dopo due settimane di tosse ricorrente, visita medica, e via con regime di antibiotici e antiinfiammatori per 6 giorni a cui seguiranno antiinfiammatori più blandi per un altra settimana. Volevo riprendere a fare attività fisica sfruttando questo periodo di ferie, in questo modo avrei avuto più tempo e più momenti per dedicarmi a fare un po' di movimento, tra camminate, qualche uscita con la bicicletta e quelle esercizio in casa. Purtroppo con il regime farmacologico descritto è praticamente impossibile. Non posso stressarmi quando già il corpo è stressato dalle medicine non capirei il limite e non gestirei al meglio la fatica, soprattutto dopo anni di completa immobilità.
Giorno 3 - Il morale è sotto i piedi, forse anche colpa degli antibiotici che non sono per niente leggeri, e d'estate ancor di più si sente l'effetto.
Giorno 4 - Vorrei avere le energie per rimettermi in movimento, ma mi costa fatica solo il pensiero, basta un leggero sforzo e le poche forze svaniscono, con il caldo e per via dei medicinali.
Giorno 5 - Sono qui grondante di sudore a scrivere del fatto che odio le false partenze, è pur vero che non potevo certo mettermi a fare preparazione atletica con una bronchite, magari mi sarei ritrovato con la polmonite. Non faccio altro che pensare che a questo punto il programma necessariamente partirà in ritardo e come se non bastasse prima del dovuto dovrò anche trovare delle soluzioni per trovare modo di continuare a fare un po' di attività fisica nel poco tempo disponibile alla ripresa del lavoro. Già perché andando al lavoro a Milano a tutti i giorni, impiego almeno 4 ore di viaggio tra andata e ritorno, di cui almeno due utili a fare un po' di movimento, ma uscendo la mattina alle 6.30, minuto più o minuto meno, e rientrando alle 20.45 non è che ci siano molte occasioni da sfruttare. Che poi a ben vedere non è che debba farlo per chissà quale necessità estetica e quindi decidere anche di limitarmi a qualche occasione nei fine settimana, devo per questioni di salute. Nonostante abbia perso 5 kg in 4 mesi solo ricominciando a usare i piedi anziché l'automobile, non è sufficiente a migliorare e stabilizzare la mia situazione. I kg da perdere sono ancora almeno 7/10, già perché ancora non so bene quale possa essere il peso forma di un ex atleta di 40 anni di 1 m e 90 cm di altezza dalla corporatura robusta. Un tempo il peso di 105 kg era il peso forma migliore, sotto il quale ero a rischio di crisi nervose e sopra non rendevo più come avrei dovuto. Oggi dopo 20 anni non sono certo che quel peso possa essere nelle mie corde, per diversi motivi, di certo però altri 7 devo assolutamente perderli altrimenti un giorno di questi potrei non essere qui a scrivere.

Questa posposizione dei miei buoni propositi mi ha fatto non poco arrabbiare, ciò non toglie che come sempre ho fatto non ho mai sovrapposto attività fisica con le cure mediche, specie quelle che prevedono antibiotici che spossano il fisico e tutti gli organi che sono preposti allo smaltimento delle tossine e gli antiinfiammatori che portano ad una alterazione delle informazioni fisiche sui limiti sopportabili. Devo per forza di cosa rimandare a metà mese. Anche se ultimamente la pazienza non è proprio la mia migliore compagna, dovrò sottostare a questo "fermo momentaneo" ed alla ripartenza del progetto dovrò anche prenderla con calma per non sfondarmi sin dall'inizio con l'intento di recuperare il tempo perso. Di certo non mi mancherà il tempo per riflettere e cercare una soluzione per quando non avrò più le giornate intere, ma solo spezzoni di giornata ed i fine settimana.

A questo punto non resta che darvi appuntamento alla prossima occasione, visto che non ho molta voglia di scrive delle solite cose che ho per la testa, cercherò di fare un diario sui miei progressi sulla ripresa dell'attività sportiva.

domenica, luglio 14, 2013

Troppo da Dire

In questi ultimi mesi le cose che avrei potuto scrivere, raccontare, condividere erano molte ed altre ancora ne avrei, ma per chissà quale strano motivo non escono dalla testa e dal cuore. Non sono mancate le occasioni nelle quali avrei potuto sedermi davanti al mio computer e mettermi a scrivere, però il mio senso di riservatezza e la costante sensazione di incomprensione mi hanno tenuto lontano da questo blog. Un tempo avrei millantato una chiusura, una sospensione ma col passare degli anni e della maturazione tecnologica unitamente alle esperienze precedente, mia hanno portato solo al prolungato silenzio.
Da quando sono tornato a casa ed iniziata la nuova geografica esperienza lavorativa non sono mancati gli eventi personali e lavorativi di cui avrei potuto raccontarvi qualcosa: i nuovi colleghi, le vecchie amicizie ritrovate, le serate o momenti di ritrovo nei fine settimana, senza poi considerare anche l'aspetto della salute che sto monitorando in tempi dilatati e prolungati in questi mesi. Ciononostante non c'era l'ispirazione, il piacere e la volontà di essere qui a scriverlo e condividerlo. Mi sono limitato a poche cose forse il giusto per non dare il senso di abbandono di questo mio spazio che nei mesi, anni precedenti ha svolto egregiamente il suo ruolo di confidente non che di "diario di bordo" non avendo molte occasioni per potermi confrontare e confidare adeguatamente. Non sarebbero mancate le persone, questo no, ma forse non ero ancora pronto per aprirmi completamente e quindi su questo registro riversavo tutto quello che non riuscivo a condividere allora. Probabilmente ora tornato in un ambiente più confortevole come quello casalingo, con la famiglia intorno e con le poche amicizie rimastemi intorno la necessità di comunicare qui è venuta meno o almeno è fortemente diminuita.
Inoltre non posso anche considerare che delle molte cose che avrei voluto fare una volta tornato a casa, si sono lentamente dileguate nell'oblio per via del poco tempo di cui dispongo; seppur ormai non sia un peso la quotidiana pendolarità della mie giornate prende almeno 4 ore di ogni giorno che unite alle impegnative ore di lavoro mi fanno tornare a casa sufficientemente esausto per non trovare le energie e l'entusiasmo per impegnarmi in altre attività. Avrei voluto trovare il tempo per dedicarmi alla salute ed il benessere del mio corpo e della mia mente, avrei voluto trovare il tempo da condividere con gli amici, avrei voluto ritrovare degli equilibri che mi erano venuti a mancare, ma ancora non sono "libero" di farlo. I troppi pensieri, le troppe cose che vorrei fare mi hanno bloccato in un limbo muto e grigio. Probabilmente in questa sintesi come spesso è accaduto in passato risulterò poco chiaro se non addirittura poco convincente nel mio pensiero, ciò non toglie che per come è il mio carattere ed il mio modo di esistere ogni cosa ha il suo tempo ed ogni tempo è quello che mi posso concedere, ed al momento quanto si può leggere è il massimo che riesco a scrivere e condividere.
Forse, e dico solo forse, a partire dalle vacanze estive riuscirò a trovare le giuste leve per rimettere in fila ed al loro posto molte delle cose che volevo fare, ma non faccio, e ancor meglio non mi faccio, promesse che potrei non mantenere. Certamente prima dovrò ritrovare il cuore ed il cervello per poterci poi fare pace e ridare un senso un po' a tutto quanto me stesso. Troppe sono le cose che mi porto appresso e non sempre sono correttamente gestiste e affrontate, ma già il fatto di averne quantomeno una minima consapevolezza potrebbe essere il punto di ri-patenza per ricostruire il sottofondo della mia esistenza e dei miei rapporti, tutti, così da liberarmi da zavorre che spesso ho usato per giustificarmi verso gli altri e con me stesso. Non mi resta che pubblicare questo "post" e vedere come nei giorni a venire mi comporterò e chissà magari ve ne darò anche conto per tutto o quasi.

sabato, maggio 04, 2013

Quarant'anni e Non Capirlo

1973-2013 i miei 40 anni
Sono passati solo pochi giorni dal mio 40mo compleanno e non riesco a farmene un'idea!
Sarà che non ho quasi mai festeggiato e quindi non è un evento così significativo per me da darmi il senso del tempo che passa e farmi prendere coscienza della mia età che avanza; per questo non mi rendo mai conto che ho già attraversato quattro stagioni della mia vita e probabilmente anche il fatto di aver avuto sempre un sistema di vita "impegnato" non mi ha mai lasciato il tempo di riflettere sugli anni che scorrevano.

Ovviamente non considero quanto è stata la mia vita sino ai 10 anni in quanto per buona parte la mia memoria è legata solo alle poche foto ricordo che fecero i miei genitori, ma dopo i 10 anni gli impegni tra le scuole obbligatorie e lo sport praticato sino a poco oltre i venti anni hanno scadenzato il passare dei giorni delle settimane, degli anni '80 non concedendomi di vedere che tra la pubertà e l'adolescenza  il tempo scorreva veloce verso la maggiore età. Allo stesso modo anche dopo i 20 anni con l'università e gli ultimi anni di sport praticato con regolarità ho passato gli anni di giovane uomo degli anni '90 correndo tra un aula di studio ed il laboratorio tecnologico e le palestre senza considerare che i 30 si stavano avvicinando velocemente.
In questi primi 20 anni quindi tra le scuole e lo sport si sono infilate le amicizie che sono passate e mai perdurate più di tanto, forse un altro elemento che non ha aiutato ad assimilare il tempo che trascorreva non vedendo invecchiare gli amici dell'infanzia e della gioventù ma incontrando ed instaurando sempre nuove amicizie dai volti nuovi.

Al ché arriviamo al primo periodo più significativo come passaggio del tempo in cui mi resi conto di non essere più un giovane senza responsabilità: sto parlando della fine degli studi e l'inizio della, chiamiamola per così dire, carriera lavorativa. Tale momento non è neanche stato contraddistinto dagli obblighi di leva, saltati a piè pari con un congedo illimitato a seguito di 3 giorni di ospedale militare, trovandomi così a fare le prime esperienze lavorative attraverso le quali senza troppe aspirazioni e ambizioni mi godevo i primi soldi guadagnati senza pensare troppo al futuro. Ciò nonostante il mondo del lavoro richiedeva un minimo di responsabilità e di moderatezza per comprendere lo scenario in cui ero inserito portandomi ad una certa moderazione caratteriale, che ha segnato in effetti il passaggio dal tempo della spensieratezza alla presa di coscienza che ero inserito nel mondo dei grandi entrando così nel tempo della responsabilità.

Ed ecco quindi così che mi ritrovo ad entrare nei 30 anni di vita con un'esperienza lavorativa non costante ed in uno scenario nel quale si vedeva già il contrasto tra le vecchie generazioni e le nuove: ovvero dove il vecchio pensiero del lavoro che inizia con la gavetta per proseguire oltre 30/40 anni nella stessa azienda sta scomparendo alla fine degli anni '90 lasciando posto al pensiero del lavoro frammentario e incostante degli internali o dei contratti di lavoro con la data di scadenza e che ancor peggio ti lascia nell'incertezza economica. Stiamo entrando nel terzo millennio con gli anni 2000 nei quali tra ambizioni ed aspettative di cui prima ero sprovvisto rimpinguo il mio curriculum lavorativo facendo diverse esperienze e cambiando lavoro come si cambiano gli abiti negli armadi al cambio di stagione. Vago anche in diverse città dell'italia alla ricerca di chissà quale chimera lavorativa e nemmeno sempre legata solo ad aspetti economici. Ed è così che nel giro di una decina di anni ci opportunità lavorative sperimentate arrivo ai 40 anni di età.

In conclusione a forza di seguire un po' le convenzioni ed un po' l'incoscienza giovanile il tempo è trascorso e mi ha portato dentro il mondo della costante maturazione ed autoresponsabilizzazione, dove ogni giorno ci si confronta con persone di ogni età, estrazione sociale e culturale tale per cui non ci si può negare per quello che si è.

In tutto questo però il tempo della scuola è trascorso e ne ho dei ricordi a volte più nitidi a volte meno, i volti dei compagni di scuola e degli amici di quel periodo sono ancora tutti nella mia mente sempre fermi all'età di allora; stessa cosa per l'università. Anche lo sport oramai è un capitolo lontano della mia vita, ma nella mia mente è sempre fermo agli anni migliori vissuti e giocati di quel periodo, sempre fresco, per cui non ne sento nemmeno la mancanza avendoli sempre con me. Allo stesso modo anche tutti gli affetti e le conoscenze fatte, coltivate e perse, nel corso di questi 40 anni sono vive nella mia mente e nel mio cuore, ed ogni volta che rivedo qualcuno e come se lo avessi lasciato solo il giorno prima (e non anni come magari mi capita più sovente).  Ora sto vivendo il mio quarantunesimo anno di vita, ed già in salita per diversi motivi, ma non riesco a farmi una ragione di cosa significhi avere quest'età!

Vivo ogni giorno come il precedente confrontandomi e condividendo, portando con me il bagaglio delle esperienze precedenti, ma nella mia testa non mi sento vecchio per l'età anagrafica ma nemmeno giovane perché magari vado a ballare in mezzo ai ragazzi di venti anni, mi sento sempre uguale, a volte solo un po' più cresciuto e maturo perché affronto nuove sfide che prima non mi competevano. Comunque sia non sono più un ragazzo, forse sono un uomo, ma non sono di certo un vecchio... il tempo trascorre ed io con lui non curandomi di quanto sia e di quanto possa pesare. Forse sbaglierò a vivere così la mia vita o forse no, ma di certo mi rendo conto di avere 40 anni e di non capirlo come gli altri.

mercoledì, aprile 03, 2013

Jane Henson - La Mamma dei Muppet

Nonostante fossi al lavoro, non mi è sfuggita questa triste notizia. Non bastavano le uscite di scena di Jannacci e Califano, oggi mi sono dovuto pure rattristare per la perdita della mamma dei Muppet, che come dai post precedenti avrete immaginato a me piacciono molto. Ammetto nonostante la passione per questi pupazzi non mi sono mai documentato, immaginavo che dietro ci fosse l'idea di un gruppo di persone, ed oggi invece ho scoperto che i Muppett hanno un papà ed una mamma, che anni fa diedero vita a questi pupazzi che mi fanno sempre sridere e che ancora la Disney ripropone nel suo palinsesto televisivo.

Insomma Addio a Jane Henson, la mamma dei “Muppets” si è spenta all’età di 78 anni nella sua casa del Connecticut, così titola uno dei quotidiani di cui vi lascio il link per leggere l'intero articolo. Da che ne ho memoria questi pupazzi ci sono sempre stati in TV e credo che come me abbiano fatto ridere generazioni intere di ragazzini; nonostante la banalità dei protagonisti, ovvero pupazzi, hanno raggiunto con i loro caratteri, con il dettaglio del loro aspetto curato nei particolari che si fissano nella mente di un ragazzino, nella semplicità delle scenette che li vedeva protagonisti sono stati credo uno dei fenomeni mediatici che più hanno contribuito alla crescita dell'ironia, della simpatia della tolleranza, della convivenza di soggetti diversi per il comune soddisfacimento. Ogni qual volta mi sento giù di morale non posso ricorre ai Muppet per ritrovare il sorriso. Quindi il mio omaggio ai creatori ed in questo caso alla "Mamma" di questi pupazzi non può che essere un semplice: grazie per ave condiviso il tuo fantastico mondo con ognuno di noi!





martedì, marzo 05, 2013

SMS (mai spedito)

Che dire? Ei fù un breve messaggio scritto sul un telefonino mai inviato, scritto in un momento malinconico e rimasto a decantare nella cartella delle bozze per una settimana circa. Marinato a dovere, non venne completato ne spedito, bensì eliminato senza pena e senza rimorsi. Ciò nonostante il pensiero intrinseco di quel sms è restato permanente nella mente e nell'animo continuando a maturare lentamente seppure in modo latente.
In effetti poche parole, per quanto scelte a dovere, mai sarebbero state in grado di spiegare, definire e  rendere al meglio il concetto che, vilmente forse, vi si nascondeva.
Sebbene il titolo del post possa paventare la possibilità di riproporre qui quanto era concentrato in quel messaggio, con buona probabilità così non sarà; a ben vedere sarebbe un momento significativo di "outing" ma non è assolutamente il caso che accada. Non che ci sia chissà ché da nascondere, ma è sicuro che non è il momento ne tanto meno il luogo adatto, che poi in realtà potrebbe anche andar bene, ma solo dopo aver condiviso personalmente e faccia a faccia quanto avrei voluto scrivere ed esprimere in quel momento. Ho comunque già imparato a mie spese che non è la cosa migliore condividere certi stati d'animo quando son preda della malinconia, specie se mista a solitudine. Non so se vi sia mai successo, ma a me capita spesso di iniziare a scrivere un post o un sms o una e-mail, e quasi al termine scoprirmi inopportuno obbligandomi così a non concludere e non spedire il contenuto per timore delle conseguenze. Troppo vulnerabile in quel momento potrei non essere in grado di sostenere la risposta o la reazione: già mi successe qualche anno fa, e non fu per niente piacevole.

L'animo umano è strano, ho la sensazione che a volte si corrompe facilmente alla goticità dei momenti di debolezza, indotta o intrinseca che possa essere, ed è in alcune di queste occasioni che si può scoprire la propria vulnerabilità nel suo senso più ampio: da un solo momento di cedimento si aprano gli scenari più svariati che esulano dal momento scatenante e ti lasciano un'impronta che a fatica scopare, sbiadisce solo un po', ti resta sempre un segno. Almeno su di me è così.

Forse un domani comparirà su questo blog un SMS XXL che raccoglierà i pensieri di quella sera e dei giorni che son seguiti, o forse no, per ora ho deciso che lascerò agli eventi futuri la decisione se concedere un nuovo momento di liberazione, per ora mi tengo queste sensazioni contrastanti e contraddittorie addosso aspettato che i tempi maturino e facciano fuoriuscire quanto ancora è nascosto dentro di me.

domenica, marzo 03, 2013

Hiroshima Mon Amour


Era da tempo che non andavo in questo locale, qualche anno devo dire, in parte per il fatto che avevo spostato il domicilio presso altra regione per motivi di lavoro, ed in parte perché il giro delle amicizie è cambiato notevolmente oltre ad essersi anche ridotto notevolmente. L'Hiroshima Mon Amour a fine anni '80 era situato nel centro della città ed sempre stato un circolo culturale molto attivo e frequentato proponendo diversi eventi musicali e non accogliendo sempre tutti coloro che volevano trovare un luogo ad ampio respiro senza discriminazioni o scelte di alcun genere. Tra la fine degli anni '90 e l'inizo del 2000 si sposta in una zona più periferica della città ma non perde smalto e seguito, anzi, forte dei nuovi e più ampi spazi si fa più forte restando una delle realtà più solide e presenti nella città. Quindi ancora oggi prosegue la sua vita di associazione culturale accogliendo sempre tutti e proponendo molti eventi incontrando il gusto di parecchi torinesi.
L'ultimo martedì di febbraio, grazie al promemoria di una amica, seppu correndo un po' sono riusto a partecipare ad una delle serate proposte dal HMA, ovvero in occasione del 20ennale di NEWS, principale pubblicazione di Torino che riportata tutti i maggiori eventi e mette a disposizione l'elenco di molti locali della città sabauda,  ha proposto una serata gratuita nella quale poter gustare la comicità grazie allo spettacolo "Scusate il disagio": 
«Cabaret a ritmi televisivi per lo spettacolo condotto da Beppe Braida con la partecipazione di: Gianpiero Perone, I Mammuth, Max Pieriboni, Dedio, Marco Bertone, Mauro Villata, Enrico Luparia, Claudio Sterpone, Vanessa Giuliani, CD ROM,  Elena Ascione, Massimo Pica, Vito Garofalo, Wuoz, Pis&Lov, Amedeo Visconti, Norberto Midani, Francesco Damiano.

Beppe Braida ha riunito attorno a sé un “manipolo”…di ottimi comici per portare live i ritmi delle migliori trasmissioni televisive. Due ore di spettacolo dove l’incalzante susseguirsi di cabarettisti inchioda gli spettatori davanti al palco in un continuo di risate ed applausi.
Fulcro attorno al quale ruota tutto lo show è Braida che nel tempo ha dimostrato di saper giostrare abilmente doti di intrattenitore, di comico, di spalla, mettendosi così al servizio del progetto stesso: un mix esplosivo di talento e professionalità che arricchiscono ulteriormente uno spettacolo di altissima qualità».
Ed infatti è stata una serata piacevole, poco meno di 2 ore in cui si è potuto dimenticare la giornata lavorativa e qualche preoccupazione personale e ridere all'insegna della comicità proposta da questo gruppo di personaggi davvero esilarante e coinvolgente. E pensare che non guardo mai questi spettacoli inTV perché non mi danno nessuna emozione, ma dal vivo è sempre una cosa diversa, più calda, coinvolgente ed esilarante, forse perché è più facile vedere le mimiche, le sfumature dei personaggi  e respirare l'atmosfera del palco e della sala degli spettatori, mentre dalla TV restano troppo lontani e freddamente poco coinvolgenti. Comunque sta di fatto che per la durata dello spettacolo mi sono sentito leggero come da un po' non succedeva. Purtroppo terminato lo spettacolo ho dovuto fare i conti con le responsabilità e soprattutto con la fatica degli orari di sveglia e lavoro, per cui non ho potuto assistere anche al concerto che seguiva dei "Disco Inferno" ma mi sono sono ascoltato solo la parte introduttiva mentre mi accomiatavo dagli amici con cui mi ero ritrovato.
E' stato piacevole ritornare al Hiroshima, mi ha fatto fare un tuffo nel passato della mia gioventù un po' più spensierata rispetto alla vita odierna. Dovrò ricominciare a seguire questo circolo potrebbe darmi qualche nuova opportunità di svago.

sabato, febbraio 16, 2013

Scossone All' Etica

Certe cose, è innegabile, ce le sentiamo e soprattutto ce le aspettiamo prima o poi. Personalmente ho cercato per molti anni di evitare quelle situazioni che ritengo pericolosamente compromettenti, purtroppo qualche giorno fa non sono riuscito ad evitare una di queste situazioni. Malauguratamente per diversi motivi che non sto a spiegare perché non posso entrare nei dettagli e raccontare tutta la vicenda, ma pur mantenendo il debito riserbo, cercherò di farvi capire quanto è accaduto.

Una premessa è d'obbligo altrimenti non si può comprendere perché tale evento per me sia stato uno "scossone etico". Caratterialmente sono (o quanto meno cerco di esserlo) una persona molto coerente e integra, nel senso che cerco di vivere la mia vita nel rispetto di regole che rispondano alla mia educazione, morale ed etica, e credo che le persone che meglio mi conoscono lo possano confermare; per questo motivo nel condurre la mia esistenza privata e pubblica mi regolo sempre in modo da non snaturare me stesso e non ledere le libertà e la dignità altrui, ma può capitare che in determinati momenti della propria giornata e della propria esistenza si possano creare i presupposti per cadere in fallo e cedere alle tentazioni, piuttosto che inconsapevolmente essere coinvolti in azioni che non rispondo e non rispecchiano i nostri convincimenti. Per quello che riguarda me, l'ambito in cui sono più soggetto ad essere esposto a momenti inopportuni è l'ambito lavorativo, in quanto la professione che svolgo è tale per cui interessi economici, politici si mescolano e si dipanano nei rapporti tra le persone con cui vengo a contatto.
Già in tempi passati svolgevo questo tipo di mansioni ma fortunatamente ero riuscito ad allontanarmene visto che per me stava diventando faticoso sopportare il peso e le pressioni a cui ero soggetto nel amministrare possibili lavori dalle importanti risultanze economiche. Purtroppo da qualche mese sono stato richiamato ad affrontare nuovamente questo tipo professionalità, quindi ritrovandomi a sviluppare e gestire rapporti professionali per portare a buon fine per l'azienda lavorazioni il cui insieme determina importi economici rilevanti.
I tempi che viviamo non sono dei migliori, il lavoro scarseggia e non è facile trovare sacche di mercato da cui attingere e produrre fatturato e ancor più difficile è trovare la possibilità di sfruttare nuovi sbocchi lavorati, ed è solo per quest'ultimo motivo che non mi sono sottratto a questo ritorno ad una mansione che non amo più! Da qualche mese quindi vivo con un po' di apprensione questo ruolo, dovendomi confrontare con professionisti che oggi più di prima sono portati a premere sull'acceleratore dei rapporti per cercare di trovare e portare business alle loro aziende, ed qui che si può raggiungere un punto limite di rottura: tale evento di picco critico, ahimè, è arrivato. Quello che volevo evitare a tutti i costi mi ha invece mi ha colpito in pieno come un pugno sul naso dato dai migliori pugili.
Un trucco fondamentale nel mio mestiere è quello di non trovarsi mai soli con certi soggetti al lavoro, purtroppo però non ho avuto modo, non più di tanto almeno, di evitare di trovarmi solo in un confronto con un altra persona ed qui che al secondo round della discussione ho ricevuto questo pugno in faccia, senza preavviso! Non nego che mi sono sentito frastornato e devastato dall'accaduto... la mia autostima, la mia dignità si sono d'improvviso annichilite in un istante.
A seguire terminato l'incontro ci ho pensato e ripensato, ripercorrendo tutte le parole dette e ascoltate per trovare l'errore che ha generato quella inopportuna proposta; dopo tanto riflettere in conclusione posso solo credere che alcune delle mie parole sono state mal comprese o volutamente lette con un altra chiave di interpretazione, ma questo non giustifica il fatto che mi siano state rivolte quelle parole, non solo una di quelle persone, quindi mi sono sentito mortificato, mi sono sentito portato alla stregua dei peggiori personaggi che generalmente tengo alla larga dalla mia esistenza. Qualche ora dopo la sensazione di stordimento ed annichilimento si è trasformata in offesa e tradimento. Uno scossone alla mia integrità ed alla mia etica che hanno generato una quantità di stati d'animo che si sono sovrapposti, sommati, mescolati al punto da lasciarmi in totale confusione per alcuni giorni.
Questa esperienza l'avrei volentieri evitata per tutta la mia esistenza, ma così non è stato, ed ora posso dire di aver visto e toccato con mano uno degli aspetti peggiori del sistema italiano comprendendo che anche un semplice impiegato, se debole alle tentazioni, può contribuire a rovinare un sistema sociale ed economico. Tempi difficili sono quelli che viviamo.
Fortunatamente ho ancora modo di levarmi da questa situazione, dovrò mettere a frutto tutta la mia dialettica e diplomazia per ridimensionare, e rimettere al suo posto la controporte che oramai ha superato un limite oltre il quale per me ha decretato un discesa di rispetto e considerazione! Sono fatto così, se mi si lede nell'onore e nel rispetto, segno il punto e vado oltre non considerando più l'untore ma restituendogli solo indifferenza e freddezza.

domenica, febbraio 10, 2013

Daiquiri Malinconico

Ho qualcosa dentro che vorrei buttar fuori, ma già non mi viene il titolo per questo post, quindi mi sembra che si dimostri complicato fin dall'inizio arrivare in fondo tutti i miei pensieri.
Già da ieri pomeriggio mi è salita una sorta di malinconia mista ad irrequietudine, che poi è andata crescendo sino a toccare il suo apice al termine del Daiquiri froozen al limone (unico coktail) che mi sono bevuto nel corso della serata; appena terminato di bere quel misto di 6/10 di rum bianco, 1/10 di zucchero liquido di canna e 3/10 di succo di lime sheckerato e frullato con ghiaccio, la tristezza e il senso di solitudine sono arrivati al loro apice grazie anche forse alla complicità della musica degli anni 90 di Ligabue che la sua Cover Band ufficiale stava suonando a più non posso.
Senza neanche riflette ho preso il telefonino e volevo mandare via non so quanti sms tutti insieme ma alla fine ne ho scritti due: il primo senza destinatario, in chi vomitavo tutta una serie di giudizi e giustificazioni per spiegare(mi) il motivo del mio stato emotivo del momento. Tale sms è ancora nel mio telefonino nella cartella delle bozze. L'altro sms invece aveva un destinatario ed era un messaggio breve composto da poche parole che descrivevano di nuovo il mio stato d'animo, ma in modo più conciso, dove al termine del quale c'era una domanda. Bene questa mattina questo secondo messaggio è stato prontamente cancellato per evitare di inviarlo inavvertitamente: troppa paura delle conseguenze. Paura, di un sms sì, perché nel pomeriggio e durante la sera uno scambio di rassicurazioni e di opinioni mi aveva reso vulnerabile alla mestizia che ha trovato il suo sfogo al fondo del bicchiere che conteneva il Daiquiri Froozen e quindi non volevo che l'ebrezza di quel momento vanificasse le rassicurazioni di qualche ora prima.
Insomma forse era già un po' che stavo covando qualcosa nel mio io interiore che ancora non si era espresso ma che ieri sera il mix alcoolico, i ricordi accesi dalle vecchie canzoni a me care di Ligabue e l'animo un poco sereno ha fatto si che in poche parole in due sms venisse tutto a galla. Quindi guai lasciar volare quelle parole dove non dovevano. Nelle ultime settimane mi sono caricato dell'onore di essere chiamato in causa per ascoltare e sostenere i malumori, le ansie ed i dispiaceri altrui e forse non ero riuscito a smaltire tale carico come pensavo. Io personalmente non riesco mai a condividere il nero di me stesso con gli altri, ormai sono troppo abituato a riversalo qui, un po' come in questo momento... Intanto ecco che il titolo ha preso forma Daiquiri Malinconico, che ci sta pure bene dal mio punto di vista considerato che era, è il mio cocktail preferito e che mi ha fatto trovare l'uscita da un momento di troppa introversione.
Oggi dopo qualche ora di sonno non mi alzato già con l'intenzione di cancellare almeno uno dei due sms scritti la sera prima e decidere cosa fare del secondo; intanto però la malinconia non se ne è completamente andata, mettendomi nella condizione di tornare su queste pagine a raccontare qualcosa senza dire molto però, come mio solito. Ho fatto la recensione del libro che mi era stato gentilmente prestato, sistemato qualche video nella lista preferiti di youtube ed infine scrivere questo post, tutto questo sempre con una colonna sonora che andava in sottofondo passando da Ligabue ai Queen. Domani deciderò del futuro del sm senza destinatario oggi ancora sopravvissuto. Intanto mi lascio cullare dalla mia malinconia.

domenica, gennaio 13, 2013

Facendo i Conti

L'anno nuovo è iniziato e con lui anche la mia avventura da pendolare con viaggi che si attestano su una media di 2 ore ciascuno per andare e venire dal lavoro. Questa scelta si compone di due motivi che possono essere più o meno condivisibili, ma per me hanno una valenza entrambi.
Premesso che ho sempre trovato difficoltoso trovare delle sistemazioni gestendole a distanza, alla conferma del mio trasferimento di sede visto la vicinanza tra Torino e Milano mi sono documento un po' ed ho trovato economicamente accettabile fare il pendolare anziché trovare una sistemazione nell'hinterland milanese; in questo modo oltre ad evitarmi lo sbattimento della ricerca, dei controlli vari per la stipula di un contratto di locazione (che fosse da remoto o in loco), ho potuto decidere di risparmiare qualche euro e di avere la possibilità di essere a casa tutte le sere. Quest'ultima possibilità oltre a permettermi di tornare a fare il "bamboccione di mammà!" quindi essere servito, riverito, lavato, stirato e mangiato che son tutte cose che mi fanno un gran comodo e piacere, mi permette, però, anche  di essere un po' più presente in famiglia, cosa che negli ultimi anni mi era un po' difficile visti il maggior numero di km di ci separavano. Per qualcuno potrebbe essere un motivo poco valido, ma per me che vi sto scrivendo ha una valenza molto alta, non ha caso è stato il motivo principale della mia richiesta al lavoro di potermi avvicinare a casa. Seppure non sia così presente come qualcuno di voi potrebbe aver già considerato, vi garantisco che la sola idea che io sia a casa tutte le sere ha rasserenato tutti noi, sapendo che con una telefonata si è tutti disponibili avendo un impatto minimo sul lavoro e sui trasporti; può sembrare inverosimile quanto sto scrivendo ma vi garantisco che minori distanze e la possibilità di essere a casa tutte le sere è una gran cosa quando serve essere disponibili per qualcuno.Quindi per me è stato una gran sospiro di sollievo ottenere questo trasferimento e poter essere qui a raccontare del mio pendolarismo.
Ma parliamo appunto del viaggiare tutti i giorni per andare e tornare dal lavoro: dalle mie prime stime in cui pensavo di potere risparmiare sino a a quasi 180 euro al mese, rispetto al solo costo di un affitto medio di 500 euro, dopo questi primi giorni mi sono ritrovato a dover ridimensionare l'importo risparmiato viste le spese che devo sostenere per i collegamenti da casa alla stazione e dalla stazione al lavoro. Non volendo dunque prendere in considerazione una casa in affitto, l'alternativa poteva essere l'automobile. Premesso che pur non pesandomi guidare, il confronto di tempo e soldi tra auto e treno era improponibile andando a favore del treno sia per l'aspetto economico che per, chiamiamoli, gli aspetti funzionali del viaggio: con l'auto oltre alla tensione della viaggio in autostrada si sarebbero aggiunte le tensioni del guidare nel traffico della tangenziale e di in una città impegnativa come Milano oltre a dover trovare ogni giorno un parcheggio (tormento di tutti gli automobilisti cittadini). Con il treno invece una volta fatto il biglietto, sali sulla carrozza e qualcuno ti porta a destinazione, quindi preoccupazioni minime ma fino ad un certo punto.

Ma andiamo con ordine, provo a fare un confronto tra le varie soluzioni e vediamo la mi scelta finale risponde alla positivamente alla mia scelta di fare il pendolare:

Auto
Distanza: 159 km
Tempo: 1h47 circa
Costo carburante: 600 euro/mese circa
Costo autostrada: 488 euro/mese
Pro: autonomia nell'orario, no scioperi, posto a sedere garantito
Contro: intemperie, rischi di viaggio, traffico, parcheggio
Totale: 1.088 euro mese
Treno
Distanza: 168 km circa
Tempo: 2h circa
Costo abbonamento AV: 295 euro/mese
Costo abbonamento GTT: 36,50 euro/mese
Costo abbonamento ATM: 26,50 euro/mese
Pro: economicità, nessun rischio diretto, ridotto impatto ambientale
Contro: dipendenza dagli orari e coincidenze, scioperi, posto e sedere non garantito, ritardi
Totale: 358 euro mese 
Casa in affitto
Distanza: tra i 10 ed i 50 km approssimativi
Tempo stimato: 1h
Costo affitto: 500 euro/mese (ipotesi migliore)
Costo spese varie: 450 euro/mese (condominio, utenze, mezzi pubblici/carburante, viaggi di rientro)
Pro: vicinanza, indipendenza negli orari, quotidianità più regolare
Contro: gestione casa, spese di mantenimento
Totale: 950 euro mese  

Considerando le approssimazioni e le stime parlando, dunque, solo dell'aspetto economico mensilmente è più conveniente fare il pendolare che mi permette di risparmiare circa 730 euro rispetto all'automobile e circa 590 euro rispetto a vivere in Milano, che limitando il confronto al solo affitto scenderebbe a soli 140 euro. Comunque sembrerebbe che la convenienza economica del viaggiare ci sia, seppur di contro ci sono le comodità e l'indipendenza delle altre due soluzioni che si contrappongono ai vincoli del pendolarismo, come gli orari e/o gli scioperi dei mezzi pubblici.Anche il tempo perso oscilla da un minimo di mezz'ora sino ad un massimo di 2 ore rispetto alle altre soluzioni riducendo il tempo libero da dedicare ad altre attività delle quali potrò recuperare solo per la lettura (che oltretutto avevo un po' tralasciato).
Per il momento l'aspetto economico è quello che mi preme di più quindi terrò fede a questa scelta di fare il pendolare almeno per un anno, perché a conti fatti dovrebbe permettermi di risparmiare almeno 1.500 euro come minimo che tutto sommato in tasca a me non fanno schifo.
Nelle prossime settimane vi condividerò magari come e quale sarà la mia esperienza nel viaggiare sui treni in questo terzo millennio, visto che sono ormai 6 anni che non ne facevo più uso.