venerdì, maggio 13, 2011

Una Notte Con A.

Una sera come tante... di ritorno a casa dopo una serata con gli amici, ma prima di rincasare ancora una birra per pensare agli errori degli ultimi giorni. Mi fermo al solito vecchio pub, oltretutto è tanto tempo che non ci andavo. All'OldAmerica istantanee ebbre di gioventù hanno riempito le serate con gli amici ormai dispersi chissà dove. Sono le 03.00 del mattino e mi siedo stancamente al bancone, da solo è inutile prendere un tavolo e sarebbe oltretutto anche triste. Saluto Vice, sempre al suo posto insieme agli altri soci del pub, sempre pronti ad accoglierti come uno di casa anche se non ti vedono da anni. Claudio mi guarda e chiede sorridendo "porrones?" io alzo gli occhi e lo guardo e gli rispondo "massì vada per un porrones, ma piccolo, da solo un litrò non ce la posso fare" e lui risponde "ok la solita media chiara allora". Dopo anni ancora si ricorda la serata dei porrones stillati da sopra i tavoli con noi seduti a terra a bere, che storia malta quella sera.
Ed è in quel momento che la ragazza che era a fianco a me mi guarda sorridendo e mi dice "ti sei dato alla pazza gioia?" io le rispondo "anni fa... ora sono più morigerato e con altri interessi, il porrones lo lascio agli sbarbatelli". E da lì inizia una piacevole chiacchierata di tutto un po' con lei che a dir la verità un po' stona in quel posto, troppo bella e troppo fine, ma in fin dei conti si viene da Vice proprio perché trovi ogni genere di personaggio ed è uno di noi, uno di casa comunque. Ad un certo punto ci rendiamo conto che possiamo anche proseguire la chiacchierata altrove, e tra una parola e l'altra, una battuta qua è là, anche a doppio senso, si finisce a casa sua. Manco ci siamo presentati, sta di fatto che la confidenza che si era creata al pub diventa intimità e si finisce con il ritrovarsi avvinghiati sul letto, prima con i vestiti e le bocche unite, e poi senza vestiti raccolti in libere effusioni ed entusiasti del tempo che condividiamo uniti, a contatto l'uno con l'altra. Le ore passano e non mancano le idee per non annoiarci tra risa sommesse, gemiti, coccole e gesti più o meno proibiti e lussuriosi. Lei è calda e fresca allo stesso tempo, non si stacca mai da me, come a cercare vita nel contatto tra la nostra pelle, le nostre labbra, ed io estasiato mi lascio riempiere del suo odore e dal suo calore, restituendo me stesso allo stesso modo. Ad un certo punto mi chiede di essere chiamata per nome "chiamami A." ed io non mi nego alla richiesta salutandola, presentandomi a mia volta.
Le ore passano e siamo ormai oltre l'alba e si è dormito poco; ad un certo punto sussurando lei mi chiede di andare via. Perplesso cerco spiegazioni con lo sguardo ma i suoi occhi si fanno tristi sino a quando dalle sua labbra escono queste parole "dovevo lavorare questa notte, ma non mi andavano i soliti clienti, volevo un uomo per me, per la me stessa che ero". Per un attimo fatico a comprendere le sue parole, poi forse penso di capire: l'accarezzo dolcemente e la bacio sulla guacia e le sussurro alcune parole all'orecchio dolcemente. La bacio nuovamente. Lei lentamente si ritrae, io mi alzo dal letto e mi rivesto senza fretta, quando sono pronto mi sporgo su di lei sul letto e le tiro le lenzuola sulle spalle, la ringrazio e la saluto. Lei contraccambia ma non si volta, mi avvio e quando sono sulla porta della camera sento la sua voce sensuale che dice: "grazie per aver amato A." Sorrido e surrando rispondo "grazie di esserti fatta amare" e mi chiudo la porta alle spalle.
Quando sono in strada è giorno fatto e suona la sveglia delle 09.45 della domenica mattina, un suono che parte da lontano, cerco il telefono che non è in tasca... eppure sento la sveglia, dov'è il telefono? In casa di lei?...
Apro gli occhi la sveglia del telefono suona, suona da sopra il davanzale di casa, sono a casa mia.
E' stato un sogno.
Già solo un sogno.
Però ho una strana sensazione, ancora intorpidito dal sonno, è come se sentissi ancora il profumo di A. sulla mia pelle... peccato che era solo un sogno, un sogno di una bellissima notte mai vissuta.


mr.zugo

mercoledì, maggio 11, 2011

Dissolvendo Invisibili Fili

Succede così nella vita di ognuno... Di certo nella mia. Rapporti che nascono, rapporti che terminano, rapporti coltivati, insomma relazioni che si intrecciano tra le persone e incosapevolmente vengono vissuti, goduti e ad un certo punto abbandonati, persi, interrotti.
Mi vien da pensare che quasi quasi queste interazioni tra le persone abbiano comunque e sempre una data di scadenza, per lo più ignota.
In una vita le conoscenze che si fanno sono molteplici, per alcuni limitate, per altri difficili da contare ed a volte anche da ricordare, ciò non toglie che non possiamo esimerci dall'avere degli scambi con il mondo di persone che ci circondano. Per quello che mi riguarda ho avuto la fotuna (e spero di averne ancora) di incrociare molte persone e da tutte ho avuto sempre qualcosa. Alcune delle relazioni che ho avuto sono passate nell'oblio, interrotte per lo più per questioni mai troppo drastiche, infatti a ben vedere sono solo rapporti scaduti che non avevano modo di proseguire. Non erano realtà meno importanti di quelle che sono rimaste, solo non avevano altro da esprimere e da dare, anzi reiterarle avrebbe potuto solo deteriorare quello che c'era. D'altro canto visto da un altra prospettiva forse l'abbandono, l'interruzuone potrebbero essere considerati come un gesto egoistico o di debolezza per non volersi impegnare o nel non voler sacrificare qualcosa di se stessi a favore di una realtà da far crescere e da condividere con qualcuno.
E' già da un po' di tempo che sto considerando questi fili invisibili che uniscono le vite delle persone e mio malgrado sto raggiungendo la consapevolezza che alcuni di questi fili che mi uniscono ad altri si dissolveranno nell'oblio, relegandosi solo a poche e convenzionali occasioni di scambio e condivisione. Si consapevolezza, perché anche a non volere, ci si ritrova in situazioni tali per cui si ha la senzazione che in qualunque modo si possa pensare di fare non se ne vede  il beneficio. Sarà la mia natura, il tipo di scelte razionali che ho sempre fatto nella vita, sarà questione di destino, non so quale di queste cose possa essere ma di certo, come in passato, mi ritroverò a scegliere il male minore dissolvendo fili invisibili per il quieto vivere, se non mio, degli altri.
Amori sbocciano, crescono e finiscono, amicizie nascono si consodilidano e poi si disperdono nel tempo e nello spazio, affetti spuntano inattesi e si lasciano andare senza motivazioni: forse come ho letto da qualche parte la vita è un ciclo continuo di esperienze e... forse non necessarimanete con le reincarnazioni. Di fili importanti e significativi me ne se sono rimasti ben pochi, tra vita mia e quella degli altri sempre più arduo approcciare con la giusta filosofia emozionale gli eventi di una quotidianità che non ha più molte regole e dove pare che i valori si disperdano un po' come neve al sole.


mr.zugo