lunedì, settembre 15, 2014

Sono 10... ma Lui ancora c'é!

Se devo essere sincero ancora non riesco a crederci... oggi 15 settembre saranno 10 anni che è mancato mio padre. A me sembra solo ieri. Non vivo le stesse emozioni di 6 anni prima (Ricorrenze - 4 Anni).
Nel mio andirivieni tra Torino, Roma, Torino, Milano, Torino mi sembra sempre che solo qualche settimana fa sia mancato mio padre. Il tempo quel giorno si è fermato. Sono rimasto un uomo di 31 anni che ancora cerca la sua strada e nel farlo si affida ancor di più agli insegnamenti del padre. Non riesco a dare una spiegazione a questa cosa. In 10 anni sono successe un sacco di cose, ma è come se appartenessero ad una realtà diversa dalla mia, come se da un momento all'altro mi dovessi svegliare e ritrovarmi a luglio del 2004 e vedere mio padre in piena salute senza alcun problema. Possibile che si possa fare un viaggio onirico lungo 10 anni, in cui compaiono i capelli bianchi, in cui si fa a "botte" con la vita di tutti i giorni per sopravvivere, sputando veleno ad ogni criticità per poi risvegliarsi così e trovarsi in una vita oramai dimenticata?

Il tema è certamente ostico, quindi mi scuso se in alcuni pensieri divento illeggibile ed incomprensibile, ma veramente non c'è giorno in cui ho mio padre in mente in uno qualsiasi dei momenti che trascorro. Per spiegarvi meglio traggo spunto da un episodio di qualche settimana durante il viaggio di rientro da Milano a Torino in compagnia di Valter, compagni di viaggio quotidiano oramai, che seduto comodamente a fianco a me mi si mette a parlare di cibo, frutta, verdura, piatti, ecc. Così come nulla fosse non considerando per nulla la mia "pelle da leopardo" (di cui vi ho raccontato in un post precedente) così come se tutto fosse normale. A questo si aggiunga il fatto che mentre parlava di dove andava a prendere questo ortaggio piuttosto che quell'altro, per qualche istante io mi sono allontanato mentalmente ritrovandomi ad immaginare che in quel momento al mio fianco ci fosse mio padre che amava la campagna, la genuinità dei prodotti (proprio come Valter) e che fosse lui che mi diceva che sarebbe andato a Trötin a prendere fagiolini e melanzane, mentre sarebbe passato poi da Giuanin a prendere patate e carote, a da li a breve da Cesare per andare ad assaggiare il vino novello per poi decidere quante damigiane prendere... poi un cambio di tono della voce di Valter mi ha riportato alla realtà ed ai suoi commenti sulle bancarelle di Porta Palazzo.

Qualcuno mi sa dire se questo è normale o se sia un sogno e tornerò presto alla realtà e troverò mio padre in piena salute, o se sono impazzito?

Nonostante le emozioni contrastanti, passo la ricorrenza nel rispetto delle tradizioni ed a fine della giornata, faccio spallucce e torno alla solita routine, sapendo comunque che non mi serve un giorno ben preciso, perché essendo Ugo il figlio di Sergio, sono parte della sua essenza e vivo con i suoi preziosi insegnamenti, fiero che sia stato mio padre.