sabato, dicembre 11, 2010

Il saluto: significante o insignificante...

Non ci avevo mai pensato ma una delle consuetudini di cui facciamo uso, negli ultimi tempi si è modificato, o quanto meno non lo si percepisce più come prima: il saluto. Un gesto o una parola con la quale si comunica, si dialoga, si scambia insieme alle altre persone. Sul posto di lavoro, ma anche nella vita sociale il saluto ha perso quasi la sua valenza di relazione e apertura tra le persone, sembra essere divenuta una banale consuetudine, scontata, inflazionata quasi al punto di non essere più parte di noi, risultando forse solo un gesto meccanico reiterato senza valenze. In taluni contesti più che in altri il saluto viene meno, soprattutto sul posto di lavoro dove molto spesso si incrociano i colleghi che per quanto conosciuti o meno (a seconda della dimensione dell'azienda) quasi non ci si saluta, se non con un risicato e veloce “ciao” o con un lieve cenno; al di fuori del lavoro invece, quasi con timore e vergogna le persone vagamente conosciute si salutano con un insipido, e per me inadeguato, “salve” mentre le persone conosciute si salutano velocemente o meccanicamente. Questa quanto meno è l'impressione che se ne potrebbe avere.
Personalmente non saprei dire l'origine del saluto, ma di certo è un motto sociale che rompe la distanza e introduce lo scambio, inoltre per come me li ricordo il “buongiorno, buon pomeriggio, buona sera e buona notte” hanno un certo fascino, non solo sono dei saluti ma anche degli auguri e dimostrazione di attenzione verso gli altri, che per quanto semplici, potrebbero ben disporre a instaurare un rapporto seppur di breve durata se non di “abbellire” la separazione, piuttosto che lasciare quell'insipida distanza che crea indifferenza, se non diffidenza e in alcuni casi addirittura timore.
Ricordo quando mi si diceva che per rispetto i più giovani devono salutare le persone più grandi di età, e con modi appropriati: ovvero mai con un ciao e possibilmente evitando il salve. Oggi non solo non vengo salutato da chi è più giovane, ma quando capita a volte con troppa superficialità e irriverenza sentendo la forzatura della cosa... di per se non è che ne faccia una questione di principio, ma di certo trovo sgradevole non scambiare un saluto, ritengo che abbruttisca l'esistenza delle persone a non avere un minimo di rapporto, in fondo fosse anche un solo saluto in tutta la giornata, potrebbe rendere tutto più digeribile e meno apatico per non dire meno alienante.
In altri ambiti sociali invece il saluto assume addirittura una simbologia definendo anche in alcuni casi una casta, un gruppo sociale chiuso o un modo di tenere fuori il resto dell'umanità con la quale non ci si vuole rapportare; ad esempio alcuni gruppi come gli skaters, oppure i rapper o gruppi simili hanno dei saluti convenzionati diversi dai soliti, e in taluni casi talmente elaborati che restringono il gruppo di appartenenza, lo definiscono e lo circoscrivono escludendo tutto il resto, creando una distanza e una presa di posizione quasi a mettere in difficoltà la controparte, e in alcuni casi pure a mettere in imbarazzo per prendere vantaggio sul prosieguo dell'eventuale scambio. Forse solo più in quei contesti di distinzione e definizione dei ruoli e dei gruppi prende ancora una valenza, ma tolti gli ambienti militari o di casta, dove ha una valenza gerarchica e di riconoscimento, molte volte il saluto diviene un motto ruffiano dove si saluta il capo ufficio e non i subalterni, oppure il personaggio di rilievo ma non la comune persona.
Se mi soffermo a pensare al saluto, mi viene sempre in mente una sola immagine: due viandanti che procedono su direzioni opposte ma sulla medesima via che si incrociano e seppure non si conoscano appena sono a portata di voce si salutano, a voler dimostrare rispetto e la volontà di condividere la condizione di viaggiatori cercando conforto e aprendosi a uno scambio di informazioni utili perché no anche al viaggio stesso, se non addirittura, augurando qualcosa di buono, soprattutto nel saluto di separazione. Rivedendo alcuni momenti della giornata ci si può rendere conto che il saluto invece cade nel vuoto... inascoltato o ancor peggio non raccolto per totale indifferenza e distacco, situazioni sulle quali a ripensarci danno un senso di tristezza e abbandono.
Tenacemente non mi arrendo, pur capitando spesso di non essere quasi ricambiato nel saluto o per niente salutato, io insisto a salutare con lo spirito dell'augurio e dell'apertura: mi fa sentire meno solo e soprattutto mi permette di avere una migliore relazione con gli altri. Forse questa mia visione e interpretazione del gesto di questi tempi potrebbe non essere condiviso, ma la continua alienazione nella comunicazione verbale, pur non sembrando, ho la netta impressione che stia portandoci verso una modificazione della percezione del comune senso di espressione; seppur sia un gesto o una parola di poco conto, in realtà nasconde e produce molto: il saluto non è solo una scambio sociale convenzionale, è certamente un messaggio di interazione tanto semplice quanto forte ma svalutato. Alcune esperienze sul saluto aiuterebbero a far comprendere che aprirsi agli altri conosciuti o meno che possano essere è un gesto di tolleranza, di disponibilità e di attenzione, cose oggi che parrebbero scomparse o negativamente sottovalutate.
Nel mio viandare mai ho negato un saluto, sempre rispettoso e attento per ogni potenziale interlocutore, che fosse verbale piuttosto che scritto, già perché anche nella relazione scritta oggi con gli strumenti moderni di comunicazione si sta osservando una lenta e durevole modificazione e alienazione della capacità di relazione di base, cosa che un tempo era più facile e abbordabile. Al contempo invece quando il saluto viene utilizzato intenzionalmente assume tratti che sembrano più sprezzanti e ironici se non fintamente superficiali e stucchevoli di quanto dovrebbero essere...
Comunque sia il saluto non è il solo ad aver perso il suo fascino e la sua valenza, molte altri mezzi relazionarsi stanno degenerando su distanti meccaniche e insignificanti rituali senza peso valore, quando invece sarebbe opportuno ritrovare quella interazione sociale più calda e umana.

giovedì, novembre 25, 2010

Giardino Con Casa

Dopo qualche settimana di latitanza torno a scrivere finalmente in questo mio spazio. Da quando mi sono assentato sono successe diverse cose tra cui anche molte spese, ahimè alcune necessarie altre obbligate, ma tra queste quelle più cospicue sono anche quelle che in definitiva mi hanno portato un po' di serenità. Ebbene ora posso dire di essere a casa... o meglio di essere nel mio giardino. Già perché per poter continuare a fare una vita mediamente decorosa, ho dovuto definire la scelta della mia dimora su un budget di sicurezza, ed ecco dunque che per le capacità del mio portafoglio mi sono ritrovato a scegliere il mio “giardino con casa”: monolocale sito al piano terra di un condominio; l'appartamento è composto da 50 metri quadri di giardino e 38 di casa. Insomma ho più spazio all'esterno che all'interno. Tutto l'insieme ammetto che mi lascia un po' interdetto, ma è pur vero che sto ancora terminando la fase dell'itinerante zingaro, del viandante. Ma tralasciamo per il momento questo aspetto più introspettivo e proseguiamo col parlare della mia nuova dimora. Per una cifra che ritengo sufficientemente adeguata e non troppo onerosa dispongo, dunque, di un parcheggio numerato scoperto nel piazzale del condominio, essendo al piano terra non devo fare ne scale ne temere di rimanere bloccato in qualche ascensore sgangherato e mal manutenuto, come poteva essere quello che dovevo utilizzare nella precedente dimora, devo solo percorrere 5 metri di corridoio. Dopo qualche settimana di attesa, dopo aver stressato a dovere il padrone di casa e di piccole ansie alla fine sono riuscito ad avere la mia serratura nuova per la porta di ingresso di casa; si perché quella precedente era un po' sfasata per non dire quasi rotta, infatti ogni volta per entrare in casa dovevo quasi scassinarla per trovare il giro giusto della chiave con il meccanismo della serratura, ma ora questo è risolto, grazie anche all'aiuto del fabbro Giuseppe. Così ora posso entrare nel mio monolocale da 38 mq nel quale ho tutto quanto mi occorre anche se in un ambiente limitato ma quanto meno non mi sento soffocare e non ho troppi vani da pulire. Entrando sulla destra si trova subito il frigorifero e poi diciamo la cucina, circa 2 metri che comprendono lavello, sgocciolatoio e piano cottura a 4 fuochi. Sotto questi ci sono 4 ante che danno accesso al solito ampio vano sotto il lavello da un lato e dall'altro a due ripiani. Sopra al lavello ovviamente lo scolapiatti, mentre sopra al piano cottura la ventola e un piccolo pemsile dove poter riporre un po' di cose. Superata l'area cucina si apre la stanza dove subito difronte alla porta è posta la strana ma particolare tavola: stretta e lunga (che si può ancora allungare ma non allargare), con le solite 4 sedie di corredo. Tra la tavola e l'ingresso al momento c'è un mobiletto dotato di ruote che provvisoriamente sto adoperando come scarpiera mentre di fianco alla tavola attaccato al muro si trova una mensola. Subito dopo la tavola proseguendo dritto e a ridosso della parete un mobile armadio alto e stretto con 3 ante, 3 cassetti e un vano dove già ho posizionato la mia radiolettorecdmangianastri, ed infine al fondo un calorifero posto sotto alla finestra. Sulla destra della tavola invece rimane lo spazio per il resto della casa ovvero il letto pseudo-matrimoniale... si pseudo perché io ci sto giusto giusto dalla testa senza cuscino sino ai piedi, ma solo se li tengo a martello, altrimenti esco dal letto, mentre per la larghezza, diciamo che una persona di media costituzione potrebbe starmi a fianco, ma certamente correrebbe il rischio di venire schiacciata o inavvertitamente menata dal sottoscritto... (ops sarà forse per questo che nessuna vuole dormire con me????). E il bagno direte voi? Ebbene c'è anche quello, a fianco del letto intorno al quale il passaggio è davvero risicato, ma quanto meno permette di accedere al bagno di una dimensione sufficiente a contente quanto necessario lavandino, tazza, bidet e doccia. A fianco del letto dalla parte opposta al bagno (che poi sta praticamente dietro la cucina) c'è una finestra che si apre solo per metà a compasso mentre l'altra metà è fissa. Sopra al letto due pensili enormi che fungono da armadio, che sono accessibili a malapena per me, infatti mi domando gli altri come potessero sfruttarlo, misteri della vita.... mah. Infine al termine della stanza tra le due finestre, c'è anche la porta finestra, che guarda caso da accesso al pezzo pregiato della casa, ovvero il giardino, che è preceduto da una parte piastrellata che sta al riparo del balcone del primo piano, per poi avere accesso al prato incolto che non è in buone condizioni, ma per il momento visto il periodo autunnale e invernale che stiamo affrontando, non considererò per niente; ci tornerò questa primavera e questa estate per renderlo più carino e accogliente. Insomma ecco descritta la mia nuova dimora che come recita il titolo del post è più di giardino che non di casa, ma in fondo è quanto mi serve per fare la mia vita, considerato poi che ci sto dentro solo il 40% del mio tempo, è davvero più che sufficiente. Non mi resta altro che personalizzarla e sistemarla nel modo che mi permetta di sentirmi il più a mio agio possibile e considerato il contratto 4+4 il tempo non mi manca. Per ora mi sto cimentando con le volture delle utenze e nel fare revisionare la caldaia, sperando di non sentirmi dire: “è da sostituire”, se così fosse mi dovrei rimettere alla caviglie del padrone di casa, come ho già fatto per la serratura, e sinceramente non mi piace essere insistente, ma da queste parti o tieni il tempo alle persone o altrimenti non faranno mai quanto è necessario nei tempi più consoni. Oltretutto ora che scrivo di queste cose mi sovviene che ancora non so come si faccia a far suonare il videocitofono di casa, è uno di quelli a codice e non so quale sia il mio... ohibò! Devo ricordarmi di chiamare l'amministratore.


Insomma benvenuti nella mia casa, anche se solo virtualmente e con questa sommaria descrizione, che non poteva essere diversa, vista la ridotta dimensione della mia tana! Nelle prossime occasione vi aggiornerò sullo stato di avanzamento della personalizzazione della zugohuose.


Ahhh quasi dimenticavo, delle luci non vi ho detto nulla in quanto sto al buio... in realtà si riduce tutto a una semplice plafoniera ed alcuni spot di second'ordine.


mr.zugo

martedì, settembre 28, 2010

Immaginarsi

A quanti è capitato di sentirsi domandare da piccoli "cosa vuoi diventare da grande?" oppure "che lavoro ti piacerebbe fare?". Sono da queste domande che iniziamo a immaginare noi stessi proiettati nel futuro impersonificando qualcuno. L'immaginario da bambini è un qualcosa che mi ha sempre affascinato perché la fantasia si metteva in moto con un nonnulla e si facevano dai sogni ad occhi aperti dove in taluni frangenti si andava anche a coinvolgere la realtà del momento. Peccato però che tale capacità con il crescere diminuisce e la fantasia viene sostituita con l'ambizione dettata per lo più credo da una specie di ammirazione. Così dall'immaginarsi da piccoli a grandi nei panni di una figura che è per lo più idealizzata e dogmatizzata pian piano si va a definire una aspettativa di se stessi sempre più materiale e concreta che impatta con la realtà che ci circonda. Mentre da anime innocenti l'immaginazione ci guidava in situazioni in cui eravamo qualcuno forse si di importanti, ma di buon carattere e rivolti a essere utili e protagonisti nel fare, diciamo, del bene con il passare del tempo attraverso l'adolescenza e poi con la maggiore età ed infine entrando nel mondo degli adulti l'immaginazione si affievolisce e lascia spazio all'ambizione, non necessariamente negativa, ma certamente rivolta alla concretezza delle necessità scegliendo passo dopo passo le scuole (chi più o meno indirizzato) le attività da svolgere nel tempo libero dove crescono aspettative e ambizioni e in troppi casi forse anche delle frustrazioni che alimentano la voglia di essere qualcun altro. L'immaginario semplice e multicolore e multidentià che da bambini ci permetteva di sognare e alimentare la voglia di crescere, mano a mano scompare si spegne lasciando posto a nuove immagini di se che si riflettono naturalmente dalla realtà che ci circonda e con la quale ci si deve confrontare.
Ci sono bivi ogni volta che si devono imboccare che ci portano ad esperienze diverse o similari dagli esiti a volte buoni a volte meno buoni che formano la nostra personalità. L'immaginario non c'è più c'è la crescita e la relazione con il mondo circostante che definiscono la nostra identità sia reale che percepita. Tale identità non sempre ce la sentiamo addosso nel modo più appropriato e nascono così esigenze di auto-espressione che non sempre vengono recepite dagli altri e forse anche da noi stessi.
Dalla sensazione che abbiamo di come veniamo percepiti possiamo vivere bene la nostra identità, come male cercando così nuovi rifugi più o meno condivisi e più o meno reali. Chi si da alla musica, chi allo sport, chi alla scrittura come ancora invece attraverso nuovi strumenti di relazione andiamo ad assume nuove identità che non sempre sono debitamente trasparenti. Uno di questi casi in cui si può prendere una nuova identità è il mondo virtuale che sia un videogioco più o meno di ruolo che sia internet con la sua capacità di nascondere mentre ci si mostra. Crescono paralleli così dei personaggi più o meno nuovi e più o meno veritieri che alimentiamo in un nuovo immaginario che però è limitato al contesto in cui si è inseriti che per quanto ampio e vasto possa essere come il mondo di internet soprattutto, non sarà mai tanto vasto come l'immaginario che può creare e gestire un bambino. Mentre su internet si è legati a nickname e avatar, che volendo nel tempo cambiano, ma restano isolati nel contesto in cui si è riconosciuti e non oltre come una community o una chat o socialnetwork... al di fuori di questi contesti occorre replicarsi e non è mai detto che ci si relazioni allo stesso modo: cambiando contesto cambia l'azione di reciprocità per forza di cosa per poter essere accettati e inseriti nel "sistema ambiente" nel quale ci si è temporaneamente collocati. Queste limitazioni nell'immaginario fantastico di una mente fertile e fervida come quella di una bambino, ancora libero da pregiudizi ed esperienze castranti al punto da poter spaziare ovunque ogni possibile combinazione di ambiente, colore, lingua, scenario e relazione con i vari personaggi che possano essere immaginari quanto reali superando i limiti di strumenti e ambientazioni.
Pur non volendo ammettere la ricerca di una propria identità attraverso quanto la quotidianità ci consente; è l'istinto del bambino che è in noi che continua a cercare il proprio immaginari,o nonostante oramai da adulti abbiamo troppe responsabili e relazioni condizionate ci si ritrovi limitati e si sia obbligati ad accondiscendere a strumenti appositi per avere identità quanto più realistiche o immaginarie rasentando anche i limiti della decenza e comprensione. Schiavi di un sistema che propone una iconografia di uomini e di donne pressoché fotocopia cerchiamo a volte di liberarci dalle catene di una identità che abbiamo ma con cui conviviamo a fatica trovandoci ad ammirare ed emulare personaggi che crediamo migliori di noi come vita e come benessere.

Da qualche tempo non venivano riversate qui delle parole è il motivo di base era legato alla ricerca del giusto immaginario, ricerca nella quale immaginare una identità rappresentativa, ricercando della, forse troppo, lontana immaginazione del bambino che ancora potrebbe nascondersi dentro ognuno di noi; ricerca della libertà senza limiti, scrollandosi di dosso etichette e responsabilità, vizi e preconcetti gravose zavorre che impediscono di immaginarsi ancora una volta senza ambizioni e aspettative, ma semplicemente essere quello che si vuole. Per taluni è coltivare un sogno diventare qualcuno, per altri è ambizione, per altri ancora una vocazione, ma resta il fatto che immaginarsi in un modo è concedere a noi stessi un modo per comunicare e relazionarsi con se stessi e con il resto del mondo.

lunedì, settembre 27, 2010

Immaginando Se Stessi

Negli ultimi post mi sono focalizzato non poco sul fatto di trovare, essere se stessi e credo derivi anche un po' dal fatto che spesso ci sentiamo in un certo modo come persone, o vorremmo essere un certo tipo di persona. Ma la ricerca non è mai così facile anche perché nel tempo si cambia, si matura, si fanno esperienze buone e cattive che lasciano certamente il segno. Ma quando si è più piccoli da dove cominciare a immaginare se stessi? Presumo che ognuno abbia sognato di diventare qualcuno nel proprio futuro; sin da bambini ci hanno sempre chiesto che cosa vorrai fare da grande? E qui le risposte si sprecherebbero con una interminabile lista con un interminabile carosello di personaggi e lavori. Che poi tali personaggi in ogni epoca cambiano ed ogni periodo stoarico ha i suoi personaggi di rilievo, mentre un tempo si sognava di diventare piloti di aerei o avvocati, dottori, maghi oggi magari si sogna di diventare calciatori, veline o cantanti. Poi il tempo passa e veniamo travolti dagli eventi che si susseguono ed i sogni posso alcune volte andare persi o come spesso accade restano tali: sogni. Sì perché la realtà ci porta a intraprendere percorsi diversi per poter affrontare la quotidianità e le sue severe regole. Ciononostante non rinunciamo a cercare la nostra essenza più profonda trovando momenti, svaghi, hobby che più sentiamo affini e che ci fanno sentire magari più vicini ai nostri sogni e ci fanno sentire noi stessi, o ancora meglio ci permettono di sentirci liberi e qui internet ha giocato un ruolo interessante. Già perché con internet si è presentata l'opportunità di assumere una identità che per realistica o fantastica che possa essere questo strumento globale ha permesso di crearci delle identità ed a volte non solo quelle. n questo modo con internet si possono interpretare molti ruoli, da se stessi nel pieno della verità sino a quello che avremmo voluto essere se non addirittura essere quello che gli altri ci dicono di noi. E per fare questo oltre a utilizzare il cosiddetto nickname ovvero una specie di nomignolo, soprannome o identità virtuale,  con il tempo hanno preso piede anche i cosdidetti "avatar" ovvero immagini che rappresentano noi stessi o di quello che vorremmo essere o ancor meglio di quello che si sembra più rappresentativo di noi stessi. La scelta dell'avatar oltre ad essere un momento divertente è anche un momento di proiezione di se stessi dal mio punto di vista non solo per coloro che vedono l'avatar, ovvero gli altri utenti della rete di internet, ma anche per l'utilizzatore di quell'avatar. Le scelte molte volte ricadono su quello che si sente più vicino a noi stessi, oppure che riteniamo ci possa rappresentare al meglio, che si tratti della nostra vera identità o del ruolo e del nickname scelto. Per quello che mi riguarda è ormai qualche anno che sto cercando il mio avatar che per scelta tolto il soggetto di per se è dal 2006 che ci sto lavorando. Ovviamente ormai è chiaro che il "geco" è la mia rappresentazione, ma tra soggetti che mi sono stati proposti, immagini e disegni che si potevano trovare su internet, in questi 4 anni ho cercato di realizzare per conto mio il mio avatar. Una versione è già stata pubblicata ed utilizzata a tempi alterni. Ma da questa sera comincerò ad utilizzare la nova versione che ho definito in queste settimane. Qui di seguito troverete la versione che d'ora in poi sarà la mia rappresentazione su internet. Ahimè non ho modo di metterlo sotto copyright ma è pur vero che non sarà l'ultima versione. So che alcuni mie amici della rete non amano l'animaletto che ho scelto e me ne dispiace, ma proprio non riesco a separarmi da questo soggetto. Di cui vi riporto anche alcune informazioni:

I Gekkonidae (Gray, 1825) sono una famiglia di piccoli rettili comunemente noti come gechi. Vivono negli ambienti caldi di tutto il mondo, sono imparentati con le lucertole e sono innocui per gli umani. Numerosi scienziati hanno studiato la fisica correlata all'incredibile capacità dei gechi di aderire ad ogni tipo di superficie. La maggior parte dei gechi nei paesi temperati sono di colore grigio o beige, maculati così finemente da ricordare la gomma, molte specie possono cambiare colore per mimetizzarsi o per altri scopi, adattandosi per esempio all'ambiente circostante. Altre specie, caratteristiche dei paesi caldi, possono avere colori brillanti, specialmente quelle con abitudini prevalentemente diurne. I gechi sono i soli rettili nostrani dotati di voce, emettono cioè un verso che non è un sibilo. [fonte wikipedia] Se volte altre informazioni anche qui potete leggere qualcosa di interessante [ippopet]

Ma tornando al noi sul discorso degli avatar oggi pomeriggio, ho terminato lo studio di un nuovo avatar che rappresentata un geco e questo è anche firmato, e qui di seguito trovate la declinazione:

due colori - tinta piatta


due colori - tinta piatta - ombreggiatura


due colori - tinta piatta - smusso


bianco e nero - tintata piatta - smusso - ombreggiaura


negativo


due colori - tinta piatta - smusso - ombreggiatura
mr.zugo

mercoledì, settembre 22, 2010

Folgorato Sulla Via di Damasco!

Ebbene, eccomi giunto al punto di dover ammettere... Ehhh sì è uno dei momenti più intimi che una persona può condividere. Confessare, ammettere qualcosa è condividere, depositare parte di se a qualcuno. E' pur vero che questa ammissione non è il solito outing che ogni tanto torna alla ribalta e che ci si sente in dovere di fare, è semplicemente dire a qualcuno, e in questo caso a te che stai leggendo, qualcosa di mio che in altri momenti mai potrei dire, per le ragioni più svariate. In questo caso l'ammissione è relativa ad un aspetto di me che solitamente pochissime persone hanno modo di poter vedere. Non è un momento di debolezza o di lamento è solo un dato di fatto. La mia "filosofia di vita" si basa sullo scambio e sul vivere delle esperienze per lo più dirette ma non mi nego neanche quelle indirette; partendo da questo presupposto ammetto che ho fatto fatica a trovare un mio posto nella vita, molto spesso mi sento fuori luogo e non accettato, il mio modo di ragionare non sempre viene condiviso, ma quello che più mi manda in bestia è che pare non abbia proprio alcuna valenza per gli altri, ma oramai ho imparato anche a non badare a questa sensazione. Mi ritrovo così ogni giorno a combattere con usi e costumi che non condivido ma con cui convivo, agendo ogni momento della mia giornata cercando di trovare quei piccoli meccanismi per sopravvivere ed arrivare a fine giornata senza sentirmi troppo "alienato". Presuntuosamente forse penso di aver capito come funzionano le cose e di come si mostrano le persone, o quanto meno buona parte di tutto ciò, anche se vado ancora costantemente alla ricerca di qualcosa che mi sorprenda è di tanto in tanto capita; infatti è successo qualche settimana fa è devo dire che sono stato come si sul dire "folgorato sulla via di Damasco". Una serata come tante altre ma con un risvolto che ma mai mi sarei aspettato. Ancora ora ho dei dubbi e temo i miei pensieri, ma  sta di fatto che è così solo con il tempo avrò conferme o smentite: ma ora è così mi tengo i miei pensieri  seppure io non  lo voglia. In questo momento dovrei andare a dormire per essee in piena forma domattina per affrontare la giornata lavorativa, ma sulla scia di quello che è accado oggi, resto qui a scrivere: lo ammetto ho fatto una delle cose peggiori che potessi fare lavorativamente parlando: ho mollato tutto o quasi e me ne sono andato! Una risposta ricevuta dal mio interlocutore al telefono mi ha messo nelle condizioni di essere quello che sono: una persona che agisce in relazione all'ambiente e alle persone che lo circondano, consapevole delle possibili conseguenze.
Mentre prima della folgorazione ero un solutore di problemi per me stesso ma soprattutto per chi era nel "mio gruppo", e mi mettevo al servizio della cosa giusta da fare, oggi non più. Ora ho realizzato di essere in grado di affrontare i problemi, di metterli in fila e definire le priorità, ma come ogni padre sa che deve lasciar andare la sella della bici del filgioletto metto in conto che possa cadere, io oggi ho fatto altrettanto. Lo ammetto ora sono diventato consapevole che non sono più un gregario, come daltronde non lo sono mai stato in passato. Confesso la mia presunzione e dichiaro che ogni volta che ho voluto guidare delle situazioni e delle persone, sono sempre riuscito a farlo nel rispetto di tutto e tutti senza mai prevaricare ma indicando una via da seguire ed all'occorrenza trascinando. Raggiunta questa coscienza ora posso anche smettere di farlo per dimostrarmelo ogni sacrosanto giorno, posso benissimo cominciare a vivere un esitenza diversa e forse più leggera, tanto ogni volta che si presenterà la necessità, potrò senza alcun problema rimboccarmi le maniche e affrontare, gestire e trovare una soluzione a quanto mi si proporrà davanti. Ebbe lo confesso sino a qualche giorno mi sono nascosto soprattutto a me stesso ed agli altri, ora non più! Se dovrò emergere a discapito di altri lo farò, ma sempre nel rispetto di me stesso.


Nonostante non volessi essere quello che sono, devo esserlo altrimenti non vivrei al meglio, se la mia via deve portarmi lontano ci andrò, se mi deve riportare a casa ci ritornerò, di certo non cercherò più di creare e intessere percorsi alternativi se non sono necessari, non tanto per gli altri che domani potrebbero anche non vedere la differenza del mio essere, quanto per me stesso. Per come sono fatto non dovrò più stupirmi, né negarmi nulla, né soprattutto reinventarmi con dei mestesso che non esistono. Di certo non mancheranno occasioni di doversi confrontare e trovarsi in disaccordo, ma questo è il bello dello scambio e di imapare da quello che non si codivide, che sia una religione o una filosofia, uno status quo o una ideologia, una questione politica piuttosto che morale, etica piuttosto che di principio... non importa più, per l'età che mi ritrovo non posso che vivere in unico modo: vivere me stesso per quello che sono!
Me lo sono domanto spesso quello che sono, ed infine la mia risposta è la più semplice che ho potuto trovare:  sono il prodotto delle mie esperienze! Come scrivo nel mio profilo:



Viandante del Terzo Millenio.
Lento m'incammino, passando
incrocio nuovi sguardi.
Della vita curioso, proseguo
Cosa mai diverrò:
profeta, saggio o stolto?



Ad ora non mi sento ne profeta, ne saggio ma certamente stolto, e perché no  un folle visionario di una vita che nessun'altro vede. Ma una cosa è certa se cercavo qualcosa ora una parte di quel qualcosa l'ho trovato, e quel che più mi stupisce e che mentre inzialmente appena folgorato ne ero intimorito ora mi sento euforicamente galvanizzato da tutto ciò!


mr.zugo



questa canzone è dedicata a due persone  che stanno vivendo ognuna a modo proprio un vuoto...




domenica, settembre 19, 2010

2.186 Km di Riflessioni

Questa volta i km sono stati molti di più rispetto all'ultimo rientro nelle mie patrie terre, e nonostante quasi 7 giorni su 15 siano stati di totale immobilità, sono riuscito a macinare km. Più passa il tempo e più mi sento uno viaggiatore irrequieto. Sono partito da Pomezia (RM) quasi scappando, esausto e sfinito dal lavoro e da un ambiente logorante, ma nonostante fosse una fuga l'andatura è stata stranamente turistica per tanto il viaggio è stato decisamente leggero. Arrivato in quel di casa mia a Trofarello (TO) ho spento ogni cosa, telefonino, cervello ed anima. Sono stato in un limbo costituito da una routine casalinga nel quale molte tossine sono state smaltite e dove al tempo stesso ho rigenerato una parte di me. Sarà stata l'aria lievemente frizzante e fresca di quei giorni che mi hanb fatto tornare ai campi autunnali in montagna, sarà che l'autunno è sempre stata la stagione che preferisco e quell'aria me l'ha fatta assaporare prima del tempo, sarà che ero a casa mia, sia quel che sia sono riuscito a metter pace a non poche cose che, seppur molte di queste fossero di poco conto rispetto a problematiche più importanti, erano per me un tormento. Così finalmente passati i primi 7 giorni di ferie in questa condizione di non condizione, ho riaperto i canali della socialità rivedendo gli amici sfruttando le occasioni che si proponevano, iniziando così ad incrementare il contatore dei Km dopo i primi 650 del mio viaggio di rientro. Una cena in centro a Torino passata per una parte a lume di candela e conclusasi con una saluti ad un piccolo felino; un concerto dei Divina tenutosi in un paesino posto sulla  collina di Quarti di Pontestura (AL) per la festa dello gnocco che io ho avuto modo di suggellare pregiandomi della presenza di gnocche in mia compagnia; una serata tranquilla in un birrificio a chiacchierare benedo buona birra bianca; un pranzo con ex-colleghi di lavoro dall'altra parte della città; un gelato con una amica in centro a Torino dopo una cena fugace come unico cliente in una pizzeria vuota, una cena a casa di amici neo-genitori dissertando sulle responsabilità nella famiglia; un caffè ia Moncalvo (AT). Insomma non mi sono fatto mancare nulla sino all'ultimo giorno di ferie. La cosa strana è che in molte di queste occasioni mi sono ritrovato davanti al fatto compiuto che molto dei miei tormenti non mi lasceranno mai. Quella che io ritenevo una mia croce, oggi sono di altro avviso, ritrovandomi ad accettare tale condizione e cercare di viverla nel miglior modo. Se poco meno di un anno fa ero partito per andare a lavorare lontano da casa cercando di sostenere la qualità della mia vita, e seppure non ci sia riuscito tanto bene (e non sempre per colpa mia) oggi ancora di più voglio alzarmi tutti i giorni per migliorare la qualità della mia vita. Nel mio girovagare per  condividere piaceri e tempo con gli amici ho anche ricevuto notizie per nulla piacevoli, ma non ci posso fare molto se non prenderne atto e proseguire nella mia vita, che non significa fregarmene, significa saper accettare che anche quando le cose sembrano in un modo si possono rivelare in tutt'altro, o più semplicemente significa che nella vita non si smette mai di imparare anche da esperienze indirette, per cui non resta che farne tesoro e proseguire.
In quei 2.186 km ci sono anche il viaggio verso Milano per una trasferta di lavoro per un incontro con un cliente e il successivo viaggio di rientro verso Pomezia. Insomma 1.300 km di viaggio per andare e venire da Pomezia e gli altri 886 a vagabondare per Torino e provincia, Alessandria e Asti dove oltre alle occasioni per divagarsi c'è stato modo di riflettere sia sulla mia vita che su quella di altri... Una nuova stagione sta per iniziare e non posso che cominciare con trovare una nuova dimora dove potermi sentire diciamo a "casa" e da lì ripartire. Mai smettere di inseguire una condizione migliore... mai!


mr.zugo

mercoledì, agosto 25, 2010

Quando le Cose Non Vanno

Estate impegnativa questa, e non siamo che poco oltre la metà... Non vedo l'ora che arrivi il primo settembre per andare finalmente in vacanza. Per carità lo so che molti quest'anno non le faranno nemmeno, non sono certo il più sfortunato, ma una cosa è certa: ho bisogno di ritrovare il giusto ritmo. Da quando ho cambiato lavoro poco meno di un anno fa, ero pieno di buone intenzioni per vivere ogni giorno salvaguardando la qualità della mia vita, con l'intento di non farmi fagocitare dall spirale negativa del lavoro, ma ahimé così non è stato. Volente o nolente mi sono ritrovato nuovamente nella stessa condizione che mi fece fuggire 3 anni fa. Ho dovuto spostare ad oltranza le mie vacanze, ho dovuto riprendere a fare un lavoro che non amo più, ho dovuto sottostare a considerazioni e comportamenti che sempre mi hanno fatto male. E' un estate pesante: dover vivere in una città senza apprezzarla, dover lavorare controvoglia odiando quello che un tempo mi aveva appassionato, non poter godere della compagnia delle amicizie che ero riuscito a salvaguardare nel mio vagabondare oltre a quelle create nel mio mondo sempre troppo itinerante...
Le energie si erano talmente consumate che sono arrivato al punto di chiedere illusoriamente il cambio di mansione; pur consapevole della risposta ero talmente preso dal panico e dalla fatica che non ho trovato altra soluzione che chiedere di cambiare ufficio e ruolo, ma come al solito la mia famosa "etichetta" mi ha fregato. L'essere sempre stato considerato un polemico e utopicamente perfezionista, anche quando la mia richiesta era semplicemente dettata dal non sentirmi più adeguato ad un certo tipo di lavoro, facendolo ormai senza amore e senza riguardo per il corretto procedere delle cose, sono stato preso per il solito polemico ed utopistico perfezionista, quindi la mia richiesta non è stata accolta per nulla, direi quasi derisa. La mia salute è nuovamente peggiorata e non sto facendo nulla per salvaguardarla. Non avendo più nessun tipo di interesse a far funzioanre le cose, maltratto anche me stesso. Curato tardivamente i denti e non controllandomi a dovere ho perso 14 kg in un inverno, e seppur qualcuno lo abbia recuperato, ora combatto con gastriti e pressione alta nonostante le pasticche che già prendo. Insomma le cose non  vanno per niente ben. Non trovando più piacere nel lavoro, non potendo più passare del tempo libero con le persone che stimo e apprezzo, soppravvivo a me stesso alla meno peggio. Oggi su un altra piattaforma ho scritto una cosa che mi ha fatto riflettere:


Nel silenzio difficile è saper ascoltare la voce dell'anima
La solitudine non conosciuta porta allo smarrimento


Solo nel silenzio della solitudine
un uomo può comprendere
la forza del proprio spirito


Già come allora ancor di più oggi sono convinto che non si smette mai di scoprire un pezzetto in più di se stessi, pezzi nuovi quanto vecchi che completano parti  forse appena note di come siamo fatti. Ero consapevole di essere solo all'inizio di un cammino per conoscermi meglio, ma non pensavo di dovermi ancora conoscere per aspetti che pensavo già consolidati. Sono andato in difficoltà, ho scoperto di sapermi odiare, non potendo odiare ad oltranza altro o altri, ho scoperto che odio me stesso al punto da non salvaguardare il mio benessere. Ho lasciato che i lati oscuri ed i lati peggiori di me si rivalessero su me stesso e lentamente sto pagando questo attegiamento e questo comportamento. Quando le cose non vanno bene, è troppo facile lasciare che tutto ci sovrasti, e troppo comodo lasciare che le cose vadano per conto loro senza intervenire minimante nemmeno per il proprio benessere. Ora sono al solito bivio: mollo tutto e vado verso una discesa miserevole, oppure intraprendo la china erta e sconnessa per andare da qualche parte. Sinceramente voglio mollare tutto... sono stufo, al punto da voler addirittura accelarare il tempo per arrivare prima alla meschina conclusione.
Ma se mi guardo indietro vedo una cosa strana, davvero molto strana, per me inspiegabile... guardo meglio, forse mi sto illudendo, ed invece no, è proprio così. La mia incoscienza insieme all'instinto di sopravvivivenza forse hanno fatto si che nonostante non lo fosse razionalmente voluto per una ragione, ho disseminato il percorso di questi ultimi 10 mesi di piccole impronte, un po come Pollicino con le molliche di pane; nonostante mi stessi facendo prendere da una malsana consuetudine di lavoro, e non stessi curando la qualità della mia vita, incosciamente invence ho seminato il terreno o meglio preparato il campo per la nuova stagione che deve arrivare. Per puro istinto di sopravvivenza, per semplice abitudine a difendermi, ho già realizzato le fondamenta sulle quali costruire la casa del mio futuro. In fin dei conti ho ancora tempo per cambiare lavoro, come invece consolidare la mia posizione dove mi trovo ora, posso re-inventarmi come uomo qui come altrove; non so più dove l'ho letto o dove l'ho sentito ma fondamentalmente concordo sul fatto che la nostra "casa" è dentro noi stessi. Manca pocomeno di un mese alla fine di questa estate e come per gli anni scolastici o le stagioni sportive con l'autunno si inizia.
Da qui ripartire forse è la cosa più saggia da fare! Non so dove andrò ne tantomeno cosa accadrà ma il periodo dell'adolescenza e terminato. Ai primi di settembre mi prenderò giusto 2 o 3 giorni sabbatici dove perdermi nel limbo del nulla e trovare la mia "casa" da cui ripartire, e come l'acqua scorrere verso il futuro, incomprimibile, incontenibile e inesorabile scavando, erodendo e scivolando verso il mio futuro.


mr.zugo

giovedì, luglio 22, 2010

E' Destino!

Anche questa volta un tasto maledetto mi ha fatto perdere un post intero... e pensare che era la prima volta che scrivevo direttamente del mio primo amore e dell'unico vero rammarico della mia vita. E destino che debba tenermelo per me! Nonostante sia ancora in vena di scriverne, prendo l'infausto evento come un segno e pertanto non ne scriverò più di tanto, forse ci sarà un'altra occasione. Sulle note di una canzone mi sono innamorato di nuovo e ancor di più del mio primo amore e non è una donna! Sarò omosessuale chissà, sarò romantico forse, sarò ancor più probabilmente uno stolto e un folle, ma quell'amore è stato così intenso e pregno di insegnamenti che non può essere diversamente: è per me filosofia di vita. Mi manca in un modo tale che nemmeno la più calda delle amanti potrebbe mancarmi. Lascio solo lo slogan che i cultori comprenderanno subito a cosa mi riferisco:



I Love This Game!



Ora è il momento: come un tempo, prima di ogni scontro... chiudo gli occhi e respiro lentamente, concentro le energie, lo spirito, raccolgo le paure, la tensione e le trasformo, mentre i brividi leggeri mi percorrono tutto il corpo, e grazie a quello che è stato, a cosa mi ha dato e soprattutto a qeullo che ho imparato, sollevo la testa, raddrizzo le spalle, un ultimo respiro profondo e riapro gli occhi e ci sono! Da domani sarò, anzi già ora sono pronto per tornare al centro del cerchio: la sfera a spicchi si alza sopra la testa e si salta per riprendere l'eterna sfida!


mr.zugo

martedì, luglio 20, 2010

Nuovo Post

A gran richiesta eccomi a scrivre questo Nuovo Post, in cui sinceramente non so bene cosa voglio scrivre... in realtà sapre cosa scrivere ma sono anche stufo di lasciare troppo spazio alla parte meno piacevole della mia vita. Non ho voglia di analizzare e di scrivere sul fatto che sono scontento perché mi sono rimangiato una promessa fatta a me stesso; non ho voglia di scrivere come sto affrontando male una scelta obbligata come sempre dalla necessità; non ho voglia di scrivere di come sto subendo le giornate.
Mettiamo che ho voglia di scrivere del fatto che sono contento che ci sono persone a cui sono legato che hanno modo di vivere le proprie passioni e di godersi la vita con quello che gli da piacere. Ho sempre invidiato, o forse sarebbe più corretto dire, ammirato coloro che riescono a farsi coinvolgere, e seppur di riflesso ne godo anche io. Si perché tutto sommato è piacevole sentire il coinvolgimento degli altri per qualcosa, che possa essere un sogno, un concerto, un'ormone impazzito, piuttosto che un reiterare nelle solite scelte; è comunque innegabile che fa vivere delle emozioni per quanto possanno essere anche di poca entità sono comunque delle sensazioni, delle emozioni che si sentono nelle parole di chi le racconta. Sentire l'enfasi e l'entusiasmo piuttosto che quel filo di paura o tentennamento nel dire una cosa che li coinvolge, li avvolge.
Se ci penso in fin dei conti sentire il suono della voce, il modo con cui vengono racconatate le nuove piccole avventure è come leggere un libro da cui farsi affascinare, lasciarsi ammaliare e trascinare nel prosieguo del racconto. Io non sono mai stato una "raccontatore", semmai uno a cui piace lasciarsi andare in strampalati e vaneggianti filosofeggiamenti sulla vita, ma a narrare non sono per nulla bravo. Per questo mi piace ascoltare quello che gli altri hanno da raccontare, hanno sempre una punta di particolare umanità che traspare dal tono, dal volume della voce, dalla velocità o lentezza nel narrare di un evento piuttosto che di un altro. E come se mi innamorassi della passione con cui mi vengono snocciolati aneddoti su una serata, o evidenziati dei momenti di una giornata che possa essere fare lo shopping sfrenato, oppure di corse folli, piuttosto che di amori folli e mal gestiti se non anche vivere indirettamente le vite famigliari più comuni tra figli e genitori, o ancora di trasgressioni. Quello che a un certo punto conta non è nemmeno tanto la storia in se certe volte, ma quanto il modo con cui mi viene raccontato, esposto l'evento in questione. Sarà proprio perché non so raccontare che mi affascinano i narratori, ammirando la loro dote di saper coinvolgere, mi faccio predere in modo particolare, ma mai maniacale.
Non so se questo nuovo post potrà piacere, ma è certo che almeno non mi sono sofferto su quello che non volevo prendesse più spazio del necessario, però almeno ho accontentato coloro che volevano un nuovo post. La vita è una ruota ma forse anche solo una clessidra, o forse uno di quei segnatempo a moto perpetuo, resta il fatto che le storie che mi si raccontano non sono mai uguali, forse simili tra loro, ma mai uguali; cambiano le sfumature, i toni e il coinvolgimento dei narratori, ma ogni storia, ogni episodio, ogni evento è una cosa a se e per questo per me affascinanti tutte. Ora è il momento che concluda questo Nuovo Post (si sono strnz haha ahaha) e di andare a dormire, domani sarà un'altra lunga e impegnativa giornata.


mr.zugo

venerdì, luglio 02, 2010

Routine & News

Ci risiamo, tutto torna alla condizione iniziale di quella che è la mia esistenza. Nel lavoro tanto non è stato fatto che mi ritrovo a dover usare tutte le mie risorse per sopperire a lacune degli altri; me lo ero promesso che non sarebbe più stato così, ma per dar seguito al vecchio detto "aiutati che il cielo ti aiuta" mi sono dovuto rimangiare la promessa e tornare sui miei passi. Dopo una riunione che precorreva i tempi (nuovo organigramma di tutta l'azienda in uscita domani), per quieto vivere mio e delle persone con cui collaboro tutto il giorno a stretto contatto, ho dovuto cedere e rimettermi al servizio di strutture che non se lo meritano. Magra consolazione alcuni piccoli risultati ottenuti (che cercavo già di raggiungere ben 3 anni fa), magra consolazione essere in un guppo di lavoro molto ambito e conteso, resta solo il fatto che le fatiche saranno nuovamente moltiplicate per enne volte per sopperire alle enne carenze altrui. I miei sogni di vita tranquilla nel fare un lavoro circoscritto in una quotidianità si sono infranti, ma non posso rimproverarmi nulla però, ho comunque cercato di raggiungerli quei sogni. Ora la cosa più difficile sarà solo trovare i giusti ritmi e dimenticare i sogni e le aspettative dello scorso autunno. Ed in questa riproposizione servirà molto più impegno di quello che occorreva un tempo, anche perché non voglio negarmi i miei spazi. E proprio per avere una mia collocazione personale nella  quotidianità sto anche nuovamente cercando una nuova sistemazione come domicilio; da quando sono entrato nella casa in cui mi trovo adesso, non mi sono mai sentito sufficientemente a mio agio, mai vissuta e gestita come se la sentissima mia, ma sentita solo come una sistemazione di comodo e temporanea: insomma non mi sono mai sentito a "casa". Qualche opportunità c'è già devo solo pazientare e capire quale riuscire a concretizzare, anche perché le possibilità economiche si sono ulteriormente abbassate viste le conseguenze derivanti dalla mia dichiarazione dei redditi.
Comunque sia ora inizio il secondo semestre di questo impietoso 2010 con nuovi propositi che si innestano in quelli già in precedenza avevo: primo passo già da questa sera ho rinnovato il contratto per mantenre il dominio del mio sito, e considerato che finalmente ho di nuovo gli strumenti posso riprendere la costruzione del sito e perché no fare anche una bella rivisitazione grafica. Considerando una lunga estate lontano da casa avrò tempo di studiare e creare una nuova veste grafica, magari partendo da un progetto strutturato e impostato prima su tavole e poi riproposte con la webgraphic nel mio sito. In effetti mi manca disegnare e questa del sito è un'ottima occsione per riprendere, elaborando tutto un progetto grafico nei suoi dettagli e negli aspetti funzionali; riprendendo in mano le matite potrò anche svuotare la mente dalle tossine e rilassandomi lasciando spazio alla creatività, lato della mia personalità che ha anche trovato in questo blog un altro mezzo di espresse. Blog tra l'altro che  giusto lunedì 28 giugno ha compiuto ben 3 anni!!! Non avrei immaginato che questa sperimentazione, iniziata un po' per caso e un po' per mantenere dei contatti, si sarebbe sviluppata per così tanto tempo, con tutto quello che si porta scritto... Di certo è stata una piacevole scoperta che ha portato parecchie opportunità per conoscere nuove persone sia virtualmente ma anche e soprattutto nella vita reale.
In conclusione di tutte queste parole  e palese  un ritorno a vecchie routine che speravo di aver abbandonato, ma almeno questa volta con lo spirito di reinventarmi con piccole, e spero sempre pià frequenti, novità. Forse un giorno mi sveglierò più affamato di ambizione e meno anonimo  per costruirmi un futuro meno banale, ma per ora mi faccio bastare la mia esistenza per quello che è, puntando sulla qualità della vità. Pur essendomi rimangiato una promessa fatta a me stesso, ho già un nuovo traguardo a medio termine, dopo il quale sicuramente porterò avanti il traguardo successivo più a lungo termine, ma per ora è bene mirare ai prossimi 18 mesi!





mr.zugo


 

mercoledì, giugno 23, 2010

Gotico Disgusto con Ironia

Oggi sono fuggito
le lacrime hanno cercato strada
di tristezza infinità mi sono fatto


Sono giorni divorati dal tormento
attorno e visibile solo desolazione
la tolleranza diviene lacunosa

Lasciati alla deriva
resta la speranza a cui aggrapparsi
speranze infrante

Non c'è più amore
esta solo il disgusto
non c'è più passione
resta solo la desolazione
non c'è più rispetto
resta solo la tristezza


Vuota l'esistenza procede
e lentamente si consuma
senza più vitalità

Desolazione, delusione, tristezza
amramente assisto al calare di una passione
non c'è più gioia, non c'è più gusto
non c'è più niente...

E tempo di chiudere gli occhi
silenzio, vuoto... solo più
il nulla per un sonno eterno
senza risveglio

ADDENDUM... ma vaff!!!!





meno male che ci sono i muppet!!!




 

mr.zugo

Del Dormire

Ogni volta, cado in tentazione, è più forte di me... Per non pensare mi butto a fare qualsiasi cosa lasciando scorrere il tempo arrivando a dormire poche ore per notte, così anche l'indomani sono talmente rintronato che la fatica di pensare è tale per cui vivo in un continuo stordimento, impedendomi di pensare. Purtroppo non solo il pensare viene sedato ma anche tutto il resto, levandomi lucidità ed energie per fare! Fin quando si tratta del lavoro, beh poco mi importa tanto riesco a mantenere un livello accettabile di professionalità e di risultati, ma per tutto il resto mi scoccia! Dunque o non dormo e mi perdo in mille cavolate o dormo e torno vigile sia mentalmente che fisicamente. Generalmente non faccio mai una scelta ponderata, diciamo che va a periodi. Ma in questo caso ho fatto un eccezione, per tanto sto cercando di rieducarmi e di tornare ad orari e metodi di vita più normali. Ho voglia di rinascere in qualche modo, ed il risveglio al mattino e come rinascere ogni volta. Non sto parlando di un aspetto spirituale o emotivo, ma semplicemente biologico, fisico.
Nel dormire accadono molte cose, che già molti altri hanno analizzato e sviscerato, a partire dai sogni all'attività cerebrale, dai ritmi fisiologici alle rigenerazioni del corpo. Ebbene da che mi ricordo ho sempre dormito un numero di ore adeguato che, mi sono accorto, rispetto alla media è abbastanza alta ovvero 7 ore. Conosco molte persone che dormono poco più di 4/5 ore e poche altre che dormono oltre le 7 ore per notte. Io nella mia ignoranza sono sempre stato convinto che dormire le ore che ho sentito menzionare come alfa serva a poco, se non a sentire meno la stanchezza, ma è per me certo che andare a coricarsi troppo dopo la mezzanotte non mi giova: quindi voglio tornare ai ritmi di quando giocavo a pallacanestro dove tolte alcune eccezzioni (come il fine settimana) le ore del sonno erano comprese tra le 23.30 e le 07.00 del mattino con uno scarto di un'ora al massimo. L'intento è quello di riprendere una educazione del dormire che mi è venuta a mancare ormai da troppo tempo, un educazione per altro che mi ha consentito sempre di dare oltre il 100% durante la giornata. Sarà che il periodo non è dei più facili, sarà che sono alla soglia dell'età a rischio per un uomo(?)  soprattutto se non si è curato mai abbastanza del proprio benessere, cedendo agli eccessi ed a vizi per niente salutari, ma non posso nemmeno dire che mi piace dormire perché si sogna, perché generalmente non ricordo mai i sogni ed a volte credo di non averne ma tutti dicono che è impossibile, e allo stesso modo non posso dire che mi piaccia dormire in quanto ozioso caratterialmente, semplicemente ho bisgono di vivere una vita sana, ed mia intenzione inziare dal "dormire". Dormire è un momento della giornata in cui le informazioni acquisite si sedimentano ed entrano nelle mie esperienze, è il momento in cui la mente rielabora tutta una serie di dati e vanno a consolidare la memoria, ed al contempo il corpo si rilassa, le funzioni rallentano e tutto il metabolismo si mette a lavorare per risistemare tutto quello che durante il giorno ha procurato stanchezza e tossine: riposo e decongestionamento dei muscoli, riallineamento delle funzioni vitali smaltendo le tossine, bevute, magiate e respirate. Al termine di queste ore di sonno, la mattina successiva, ci si sveglia e si rinasce per una nuova giornata, con nuove energie, nuove conoscenze e nuove capacità di affrontare le fatiche della giornata. Mi manca il fatto di alzarmi ed attivarmi con il corpo, lentamente, mentre la mente resta ancora per un po' intorpidita, aspettando il momento opportuno per riattivare le cellule grige, assaporando il brivido "dell'illuminazione mattutina".
Già tempo addietro avevo parlato di organizzare la mia giornata, settimana, ed ora è giunto anche il momento di sistemare la parte notturna e del riposo delle mie 24 ore giornaliere. Già ieri ho iniziato con il piede giusto e questa mattina è stato piacevole svegliarsi ed alzarsi, seppur non mi aspettasse nulla di bello! E tra poco continuerò questa nuova rieducazione del dormire... chissà che non riesca a riprendere un'attività fisica continuativa.


mr.zugo

mercoledì, giugno 09, 2010

Alea Iacta Est - Delirando

Basta! Non ho più voglia di sopravvivere a me stesso! Dopo tanta parole dette, scritte, dopo diversi confronti, dopo delusioni e conforti ho raggiunto la saturazione. Troppe aspettative disattese, troppo tempo speso senza vedere risultati, poche opportunità di ricostruire rapporti... La mia irrequietezza è giunta al punto di non ritorno, se dovessi ascoltare la mia coscienza dovrei mollare tutto, riempire borse, valigie, zaini, mettere tutto in auto e partire per tornarmene da dove sono venuto, ma è tutto troppo irresponsabile, ma sarebbe davvero bello mandare al diavolo ogni cosa senza pensare alle conseguenze! Ma non sono fatto così, pertanto non posso fare altro che mutare ancora questa volta. Modificare, cambiare, rielaborare la persona che sono e rimettere tutto in discussione. In fondo lo sapevo già che sarebbe andata a finire in questo modo, era solo questione di tempo, ora come ora non c'è più emozionalità, solo distacco e riposo mentale. Le energie sono state spese in tutte le direzioni ed i benefici pochi, tanto vale, darsi una calmata e ridefinire le priorità, che poi l'avevo anche già fatto ma applicato solo in parte, come anche avevo deciso di prendermi una pausa per rinfrancarmi dal disagio che stavo vivendo e il risultato non si è fatto attendere: il dado è tratto. Passo il mio Rubicone e non torno indietro ne temporeggio, la direzione è presa e finalmente posso spezzare la catena che mi legava a vecchi retaggi. Potrebbe sembrare un discorso un po' sconclusionato, ma non è che me ne importi poi tanto, quello che sto scrivendo è solo la conclusione di un percorso di poco più di 7 mesi. Con oggi le armi sono state deposte, e rispolveriamo quel serafico sorriso di distacco che mi ha contraddistinto tempo fa, concentrerò le energie nelle direzioni più proficue abbandonando abitudini malsane. I torinesi sono accusati di essere gente fredda, chiusa se non addirittura musona, beh sapete una cosa, è una condizione che mi piace, in questo modo non si superano mai i limiti e difficilmente si è esposti ad attacchi diretti! Riprendiamo la posizione fondamentale di attesa e valutazione per poi scegliere il momento giusto per agire, qualsivoglia sia l'ambientazione. Facciamo un passo indietro, tornare all'antico e mi riprendo quello che è mio e non voglio più concedere nulla di più di quello che è necessario. L'omino grigio e bigio scompare, il viaggiatore della rete torna ad essere quello anonimo e moderato: regola principe maturare esperienze significative partendo anche dalle più banali se permettono di imparare qualcosa di buono. La memoria del passato sarà solo la base di partenza, risollevo la testa dal caos in cui mi ero immerso e riprendo il cammino di quel ragazzo che spensieratamente giocava a basket sognando un futuro sconosciuto e che un giorno si è perso per una strada non sua.
I tempi sono maturi e non ho più voglia di gigioneggiare e nascondermi dietro delle scuse inette e immorali. Dunque non abbiatene a male se per un po' non si capira bene cosa diavolo stia succedendo, ma reimpastare una carattere e un comportamente ha certamente dei momenti complessi e confusi da affrontare. Seppure possa sembrare solo uno sfogo per un momento no della mia esistenza, in realtà non lo è! Sto solo scrivendo quello che mi passa per la testa per non trovarmi opresso da altri pensieri, Vedrete ache che per questo post non abiliterò i commenti, se leggerete mi farà piacere, non è che tema i vostri commenti semplicemente non ho voglia di confronti in questo momento e mi tengo stretta la mia convizione che la strada da riprendere è questa, immaginando che per voi sia poco chiara quale sia: prendetemi così come sono.


mr.zugo

Visual Scape & Video Scape

Può sembrare strano come libri di trent'anni fa siano ancora attuali, ma a ben pensarci non lo è poi così tanto. Se ci si riflette a dovere capita spesso di dire che si vivono dei ricorsi storici, che siano legati a fatti economici piuttosto che politici, ma vale molto di più per gli aspetti sociologici. Il libro che mi ha fatto pensare all'attualità dei suoi contenuti è una trattato sugli effetti sociali dei visual-scape piuttosto che dei video-scape ovvero di quei mezzi ad impatto audiovisivo a cui ognuno di noi è sottoposto. Pur inconsapevolmente ogni momento della nostra giornata, ed ogni giorno della settimana, mese, stagione anno siamo inseriti in un contesto sociale-visuale che già si palesava 30 anni fa. Facendo il debito confronto forse i mezzi erano diversi, o per meglio dire meno sofisticati, ma resta il fatto che a partire dalla fine degli anni '70 le società urbane  e sub-urbane hanno cominciato a riempirsi di mezzi di comunicazione prima visiva e poi anche uditiva che propongono modelli di vita sempre più globalizzanti e conformanti, portando ognuno di noi, si perché nemmeno io che ne scrivo non ne sono esente, ad assimilare costumi e abitudini sociali che ci rendono fotocopie uni degli altri. Seppur si tenti di trovare un proprio carattere e un proprio stile, i visual-scape ed i video-scape sono più potenti delle nostre identità personali. A volere essere integerrimi e mantenersi con peculiarità proprie i rischi che si corrono sono notevoli e potrebbero portare ad un invisibile isolamento sociale; a voler fare cose diverse alla lunga si potrebbe restare da soli, a volere vestire in un certo modo, ci si troverebbe in molti frangenti quotidiani a restare a disagio o creare imbarazzo per quello che si potrebbe definire eccentricità nell'abbigliarsi, e l'elenco potrebbe continuare a trovare ogni situazione, occasione di essere indipendenti rispetto a quello che socialmente va per la maggiore. Ma non c'è da preoccuparsi, in fondo sono le mode (o per meglio dire i colossi dell'abbigliamento e non solo) che ci corrono in aiuto[?] proponendo sul mercato pubblicità, riviste, film, personaggio televisivi che si vestono in un certo modo, ritrovando poi la stessa tipologia di indumenti nei vari negozi più o meno "in", così come anche nei supermercati i prodotti alimentari stanno raggiungendo un basso livello di uniformazione proponendo solo più determinate tipologie di cibo, o ancora non temete c'è sempre chi vi dice come comunicare, quando e dove senza che vi poniate voi il problema. Ed è a questo punto che inconsapevoli siamo entrati nel meccanismo che tutto ciò che vediamo sia a livello commerciale, che architettonico, che di "dressing" lo prendiamo per buono, credendo di avere delle alternative, ma che si rivelano solo palliativi di scelte condizionate ed obbligate.
Le città si sviluppano esteticamente, commercialmente, economicamente e socialmente in funzione di quelli che periodicamente i mass-mediologi propongono come miglior prospettiva ed aspettativa del momento grazie anche all'aiuto di strumenti, i video-scape, di cui ci circondano e che gli analisti di marketing studiano sulla base delle nostre reazioni e interazioni: sarebbe bene non sottovalutare più questi strumenti, mentre 30 anni fa erano dei semplici monitor-video agli angoli delle strade, o nei primi avveniristici supermercati, oggi ce li ritroviamo ovunque, nei bar, nelle sale di attesa, sulla metropolitana e non meno importante ma sicuramente non considerato oggi, anche internet con tutti i suoi socialnetwork, passatempi, siti a tema, ecc. ecc. che ci bombardano ad ogni occasione con quello che magari non ci serve, ma che ci convinceremo un domani ci servirà. E pur volendo rimanere qualche passo indietro, non lo potremo più fare altrimenti non saremo a sufficienza informati, non avremo nozioni di dialogo, per quanto superficiali possano essere i dialoghi odierni, non avremo voce in capitolo non sapendo bene di cosa si stia parlando solo perché non ci si è voluti uniformare. L'aspetto forse più triste che anche a volerlo fare a tutti i costi, si corre il pericolo di non essere nemmeno ascoltati come anticonformisti, come rivoluzionari, o come semplice voce fuori dal coro ma di essere semplicemente considerati come "pezzi da museo" e retrogradi. I mezzi persuasivi ormai sono dietro ogni angolo e sotto ogni pietra anche se non ce ne rendiamo conto; seppur abbiamo la sensazione di avere delle alternative, ho compreso a mie spese che sono alternative controllate e mediate sempre in qualche modo. Devo dare ragione al mio professore di disegno quando mi diceva: " ricordati che non esistono idee nuove, ma solo idee innovative; qualsiasi cosa pensiamo di fare come mai è stato fatto in realtà stiamo applicando solo una modifica, reinventiamo quanto abbiamo già visto, assimilato, ascoltato da cose da altri fatte, dette, suonate in precedenza". Ed è così, altrimenti saremmo tutti milionari con brevetti per ogni cosa, saremmo tutti geni matematici, fisici o massimi esperti in qualsiasi altro campo... In sostanza siamo il prodotto della società che ci circonda e nulla più, crescendo e maturando attraverso esperienze che altri possono averci messo in condizione di scegliere di fare, ma non mi dilungo su tale questione che si rischia di sconfinare sul concetto di libero arbitrio (magari tema del post successivo). Dunque concludo suggerendovi di iniziare a rivalutare ogni cosa vi si ponga davanti agli occhi e cominciare a guardare, se non addirittura osservare con mente più aperta possibile e meno conforme ai canoni della quotidianità di questo terzo millennio che stiamo vivendo e magari pensando di non essere troppo dissimili  o migliori di coloro che vivevano la quotidianità di 30/40 anni prima.

martedì, giugno 08, 2010

1.646,4 km

Ebbene, se prima non comprendevo come avessi potuto percorrere quasi 35.000 km in poco più di un anno, bene ora ho trovato la risposta. Ogni qualvolta parto da Roma per tornare a Torino oltre agli obbligati 1.240 km si aggiungono tutti gli altri che percorro per le varie faccende più o meno piacevoli a seconda dei casi.
In questa occasione approfittando della festività del 2 di giugno, sono partito alla volta di Torino nel pomeriggio meno probabile ovvero quell'1 giugno e con un ora di ritardo rispetto ai programmi. Tale ritardo ha fatto si che non riuscissi ad incontrare alcuni amici a Noli, credo in provincia di Savona, per una cena ligure cercando di coinvolgere anche un'altra amica che poteva essere nelle vicinanze, ma che in realtà era altrove e durante la telefonata di indagine ho anche sbagliato strada trovandomi a percorrere l'Aurelia (SS1) già dal km 18 anziché dal km 87 come solitamente faccio, dunque un primo giro turistico fuori programma. Viaggio relativamente tranquillo all'andata, trovando anche pochi mezzi pesanti vista la festività dell'indomani, ma ciò nonostante, l'ora di ritardo nella partenza e la deviazione sull'Aurelia non prevista e l'immancambile rallentamento allo svincolo di Genova, ha fatto siì che non riuscissi a raggiungere gli amici in quel di Noli per la cena, ritrovandomi così indirizzato sulla solita strada di casa senza deviazione. Dall'indomani iniziano i vari giri di saluti alle amicizie che non vedevo già da qualche settimana, iniziando con un bagno di caffè nel "giardino" di cielidirlanda per poi proseguire con un'improbabile discussione sociologica sui visual scape della società odierna e passata camminando per la Tesoriera, tristemente in ristrutturazione con tanto di impalcature a vista. L'indomani giornata di corveè dando corso a tutti gli impegni più o meno burocratici del caso sia la mattina che il pomeriggio, con solita parentesi lavorativa nonostante fossi in ferie (maledetti strumenti di comunicazione globale!!!). Alla sera invece altro incontro piacevole a spasso per le vie del centro a Torino con tanto di gelato con sorpresa... con un dolcificante derivato dal mais (mah!!!). Il giorno dopo invece dedicato alla cura di bellezza con passaggio dalla mia parrucchiera preferita con tanto di rasatura e massaggio con crema al volto, ahhh che goduria adoro farmi mettere le mani addosso da una bella donna! Di conseguenza fatto cura di bellezza anche all'auto che erano settimane che non veniva lavata e pulita... il tutto era in previsione di un incontro quasi al buio con una nuova amica conosciuta su internet, ma l'appuntamento posticipato all'indomani è stato soppiantato da altro momento di lavaggio delle tende di casa che ha preso il sopravvento. Dunque arriviamo all'atteso apputamento concordato all'8 gallery seduti in uno dei bar a bere qualcosa di fresco ed a chiacchierare di massimi sistemi: internet, costumi locali e di altre città... L'incontro si conclude a causa del tempo che mi necessitava per andare a prendere il biglietto per il concerto che si teneva nella corte d'onore della Reggia di Venaria la sera stessa, per cui di corsa in centro per acquistare il biglietto, di corsa a casa per darmi una rinfrescata e di scorsa dall'altra parte della città per andare al concerto, che ahimé è iniziato prima del mio arrivo, ma c'è stato modo di godersi l'ultima parte del primo dei tre concerti in programma e tutti gli altri due con tanto di pasteggio a prosecco e qualche sfiziosità offerti dal buffet della serata. Concerti piacevoli seppur particolari, davvero gustosi, sì! E così siamo arrivati alla conclusione delle vacanze e dopo qualche ora di sonno, sveglia, preparativi delle borse per il viaggio e partenza, per una prima tappa alla fiera a Nizza Monferrato dove qui trovate una sintesi della gioranta: Nizza per noi
Dopo un pasto a base di pietanze tipiche del monferrato, la corsa delle botti e una passeggiata per i vari brich dei dintorni, ho ripreso la strada del ritorno verso Roma, dove sono approdato all'incirca al'1 di notte, ed aver percorso 1646,4 km in poco più di 6 giorni! Breve ritorno a casa, abbastanza movimentato ma certamente piacevole soprattutto per le buone compagnie di cui mi sono pregiato! Grazie a tutti/e!!


mr.zugo

martedì, giugno 01, 2010

Malcomune Mezzo Gaudio

E' già da qualche giorno che voglio scrivere ma non trovavo l'ispirazione, così come ogni volta mi affido alla buona musica che mi ispira, così ora in questo periodo alquanto desolante mi ritrovo a condividere lo sconforto che attanaglia, a vedere una passione per non dire forse di un'amore che desolatamente si affievolisce. Ognuno di noi si affezziona, si appassiona a cose intangibili e per lo più difficili da spiegare, sono quegli amori mai dichiarati ma che a ben osservare sono assai visibili e quasi piacevoli da vedere. Sono incoscie a volte ma altre volte sono sentite nel profondo e sono il motore della nostra esistenza anche se non vogliamo ammetterlo. Io spesso scherzando dico che il mio grande amore è il basket, ma non faccio altro che dire la verità, ma non è questo l'oggetto dello sconforto non è questa la mia passione che si affievolisce, per mia fortuna oserei dire, bensì è un'altra che pochissimi conoscono e la custodisco gelosamente perché insieme al basket è uno degli amori che mai perderò nonostante questi periodi. Sarà che sono recidivo, sarà che sono testardo, sarà che sono tenace ma a certe cose non rinuncio; ci sono sempre dei momenti in cui vengono a mancare le energie, le forze per contrastare gli imprevisti e le difficoltà e questo periodo è uno di quelli. Quello che mi dispiace che non sono l'unico a viverlo questo momento, altre persone, ed in particolare una, che condividono con me l'amore per questa cosa stiamo facendo grande fatica a trovare nuove risorse dentro di noi. Non sono le doti a mancare, ne tanto meno le capacità, anzi ne abbiamo da vendere ma ciò nonostante quello in cui ci stiamo imbattendo mette a dura prova il nostro spirito. Pur avendo tutte le carte in regola per amare e soddisfare questa passione, al momento siamo attorniati da troppi bari, avidi e scorretti. Da questa passione potevamo costruire un bel sogno da tramutare in realtà ma le carte che ci stanno servendo sono assai ardue da giocare, rischiamo di sbagliare la giocata in ogni momento e questo ci fa titubare. Una situazione complicata, un amore contrastato che non vuole saperne di farsi corteggiare e accudire. Oggi poi è stata una delle giornate più impegnative sotto l'aspetto emotivo, al punto da dover sfruculiare nel sacchetto della memoria per ricordarci da dove siamo arrivati e come ci siamo arrivati, come a fare un'esame di coscenza per capire cosa possiamo aver sbagliato o perché ci meriatiamo questo amore non contraccambiato. Fosse solo la solita competizione in amore, beh sarebbe più semplice, una stretta di mano e ognuno può giocarsi le proprie carte al meglio per conquistare il "desiderata", ma non è così, purtroppo è una amore pulito e incorruttibile che abbiamo e che vogliamo mantenere tale, nostante le carte facciano davvero schifo. Non manca occasione per spalleggiare coloro che provano la stessa passione, ma non basta, non basta più. Nemmeno l'odio può essere d'aiuto a tramutare energie negative in proattive. Sarà anche vero che malcomune mezzo gaudio ma in questa occasione il malcomune sta minando un sentimento, un'ambizione, un sogno di almeno un paio di persone... persone che si rispettano e che nonostante i difetti e diversi punti di vista si mettono entrambe in gioco per coltivare un'amore, ognuino portando il meglio di quello che può portare ad appannaggio del risultato finale. Io ora mi prenderò una pausa, era già prevista ma capita a fagiolo per rigenerare lo spirto del dio combattente, per rispolverare le antiche tecniche dell'arte della guerra e affianre quelle del negoziato con un nuovo approccio sul tempo. Questa volta non devo, voglio fare l'orologiaio: smontare ogni componente ed ogni meccanismo di questa passione; ripulire ogni singola parte e rimontarla per assaporare nuovamente quel ticchetio dolce che muoveva l'amore per una passione e godere di nuovo di questo! Non è egoismo, bensì è altuismo perché sono certo che se tutto ritorna al giusto posto, non solo io ma anche qualcun'altro ritroverà una serinità persa ormai da qualche mese. La vita è già difficile e se ci si fa privare delle piccole gioie e delle passioni allora possiamo anche stare a letto tutto il giorno, ma non è quello che mi aspetto ne da me stesso ne da altri gladiatori come me; troppo avvezzi a stare in prima linea in questo momento siamo smarriti perché non c'è nessuno dietro di noi e l'amore non basta a sostenerci. Non che io possa salvare qualcosa o qualcuno, ma di certo posso inziare a provarci consapevole che sarò seguito ed aiutato a rinverdire e rinfrescare questa passione, Come accadeva nel basket anche in questo caso devo mettermi nell'ombra e fare il lavoro sporco, ho imparato che stare defilato e costruire le basi per la soddisfazioni di altri pocura anche la mia soddisfazione, senza aver bisogno di riconoscimenti: mi basta godere appieno della passione che ho e non solo io.


mr.zugo

lunedì, maggio 17, 2010

Una, Due... Ecco le Scelte sono fatte!

Di scelte è fatta la vita, non sempre facili ed in alcune casi son pure dolorose. "Che novità!?!!" penserete voi che leggete. In effetti non è che abbia detto chissà che, ma in due giorni ho preso due decisioni, una più riflessiva l'altra, quella di oggi, decisamente più istintiva e credo che in entrambi i casi non tornerò indietro. Occasioni me ne sono date e ne ho date in 7 mesi per correggere il tiro, concedere il beneficio del dubbio e attendere tempi più maturi prima di fare le scelte del caso. Nonostante la pazienza e la volontà di compredere in questi ultimi due giorni ho esaurito quella che io chiamo "disponibilità verso gli altri". Non si tratta di diventare egoisti tutto d'un tratto, semplicemente si tratta di coltivare il mio tempo a discapito di quello degli altri; le conseguenze sono e saranno certamente rilevanti , almeno dal mio punto di vista, ma è pur vero che arrivati alle condizioni attuali direi che posso prendermi questo lusso e ridimensionare l'altruismo verso quelle persone che fagocitano senza ritegno il tempo, la disponibilità e il rispetto altrui credendo di essere i più "furbi".
Nelle ultime settimane, mi stavo ponendo questo scrupulo, in modo sempre più pressante e angosciante per certi versi, ma gli eventi delle ultime 36 ore han fatto sì che raggiungessi anticipatamente il punto di non ritorno sulle scelte da fare.
Per cultura ed esperienze mi sono sempre messo a disposizione del gruppo (ovviamente nel limite delle mie capacità), svalutando quelle che erano le mie esigenze, ora non ne ho proprio più voglia non ho più le energie per farlo; non che stia male o che sia stanco, in fondo nella "gestione della quotidianità"  per tante che possano essere le problematiche certamente non mancano le soluzioni da adottare, tempestive o meno che possano essere, ma risolvere a favore di altri mettendo in secondo piano quelle che possono essere invece le mie di necessità non è più gratificante farlo. I benefici non arrivano più, fino a quando nel grupppo il risultato era utile a tutte le persone costituenti l'insieme, lo sforzo valeva la pena. Con il cambiare delle posizioni, col il trascorrere delle stagioni, non si sotanno più producendo risultati di alcun genere... anzi no uno si è prodotto e molto evidente: la disgregazione. Mi infastidisce essere inserito in un contesto collettivo che possa essere lavorativo o meno, e non godere dei vantaggi comuni, specie se vedo che il mio contributo ( per lo più a mio sfavore) non viene messo a frutto per grande o piccolo che possa essere; allo stesso modo non sopporto dare disponibilità e capacità ad altri e vedere di essere preso in giro come un ragazzino ancora nell'età della pubertà.
Forse non sarà troppo comprensibile quanto sto scrivendo, essendo in preda ad un delirio di coscienza, ma da oggi varranno le seguenti regole primare, seppur soggette a eccezioni all'occasione:




  • prima di dire si, valutare quanto tempo/risorse richiede e cosa può produrre per me

  • prima di fare o dire mi assicurerò che non sia a discapito sempre solo del sottoscritto

  • quando talune azioni saranno chiare ed tangibili per il gruppo queste avrà la debita attenzione

  • azioni di disturbo e provocazione rivolte a stimolare la riflessione saranno completamente abbandonate

  • le attenzioni date oggi a salvaguardare il contributo altrui, saranno ridimensionate, e chi deve pagare paghi


Non sono un salvatore della patria, ne tanto meno un super uomo (o super lavoratore) quindi ne consegue che posso anche fermarmi al mio limite come tutti. Sul lavoro sarò l'omino grigio e bigio come da qualche tempo vado dicendo, e pensare che ero sul punto di mettermi a 90 per persone che non se lo meritavano, sono bastate 8 ore di lavoro e una certa serie di eventi ivi condensati; più introverso tornerò invece nella vita personale almeno rapportato a una certa categoria di persone, concedendomi solo nel momento che ci sia volontà da ambo le parti di concedersi e scoprirsi tra pregi e difetti senza millantamenti e falsità.
E proprio mentre sto scrivendo metto a fuoco anche un piacevole considerazione: che pur portandomi in questa nuova dimensione, non comprometto alcunché perché sino a quando porterò avanti la mia esistenza col piacere di fare o non fare delle cose, non avrò nulla da rimproverarmi.
Ma per tornare al titolo di questo post condivido con voi quali sono state le 2 scelte in queastione:  la scelta "uno" è quella di non abbassarmi a costruire rapporti basati sullo scambio, è stato un misero tentativo anche perché lo scambio non è stato onesto; la scelta "due" è smettere di farmi carico (pe quello che mi compete) delle rogne di lavoro causate da sciagurate dis"organizzazioni" aziendali e produrre invece il massimo sforzo per divertirmi nel lavoro che mi piace (quando ultimamente stavo di nuovo odiandolo). Sette mesi sono abbastanza per concedere il beneficio del dubbio e occasioni per corregere il tiro, ora basta! Con queste ultime due decisioni direi che il processo di alienazione/inserimento in questo nuovo contesto pontino possa ritenersi concluso, potendomi finalmente concentrare su molte altri ambiti ben più stimolanti e certamente forieri di soddisfazioni se coltivati a dovere.


mr.zugo


P.S. oltretutto oggi è il 17 numero a me assai caro, quindi non possono essere che scelte opportune!

mercoledì, maggio 12, 2010

Reminiscenze

Periodo alquanto strano. Non so bene cosa stia accadendo ma gli stati emotivi che sto attraversando nelle ultime settimane sono assai particolari. Una sorta di sofferenza, intransigenza mista a delusione e voglia di rivalsa, mi pervadono costantemente, facendomi sentire come su un toboga ogni momento della mia giornata, tutti i giorni, a qualunque ora. Forse sto semplicemente prendendomi un esaurimento nervoso, o ancora meglio impazzendo, ma resta il fatto che nella mia convizione credo che nulla accada per caso, ma che segua un percorso che ci disegnaniamo noi anche inconsapevolmente, e così nel seguire il mio di percorso ieri notte ho toccato anche un momento di riminiscenza se così si può chiamare.
Ero fuori casa, presso la guardiania dell'azienda per cui lavoro, a chiacchierare di tutto un po' quando intorno a mezzanotte, arriva un autoarticolato per consegnare delle pedane l'indomani mattina. Dopo un momento di ristoro, i due autisti si sono messi a chiacchierare con noi. Bene in quel momento vedendo il simpatico ed energico vecchietto, sono tornato al passato con la mente, soprattutto nel momento in cui si parlava di viaggi, guidare i mezzi pesanti, patenti, ecc.. Pur essendo in compagnia e continuando a parlare con gli astanti, la mia mente e il mio spirito erano ben altrove a vivere un momento che da tempo non provavo. Quel momento era in presenza e compagnia di chi mi ha cresciuto ed oggi non c'è più.
La tristezza non era presente, ma una quantità indefinita di emozioni mi stava travolgendo, e non sto nemmeno ad elencarvele tante erano. Mi sono reso conto che nelle ultime settimane, avevo perso  l'orientamento in molte cose, e vivere quella mezz'ora così intensa oltra far riaffiorare ricordi di attimi vissuti, ha rispolverato anche un esempio di vita che mi è sempre piaciuto, e che stavo di nuovo perdendo sopraffatto dalla negatività del luogo dove mi ritrovo a vivere circondato da persone che non sempre riesco ad apprezzare. Comunque sia in quella mezz'ora si è riacceso il radiofaro ed oggi mi sento meno smarrito, anzi più tranquillo e per certi versi anche "più grande". Non penso di aver raggiunto ancora la maturità che si confà ad un uomo di quasi 40 anni, ma certamente, mi sento meno "ragazzino ingenuo" rispetto a prima. Sinceramente pur essendo stato un periodo strampalato, in fondo un buon motivo per viverlo c'è stato, oltre a un particolare calma mi sono ritrovato per le mani anche un barattolo da 1 kg di  ottimo miele  proveniente dal bergamsco, si perché i due autisti erano proprio da Bergamo, con parecchie conoscenze tra gli apicoltori e viaggiano sempre con una scorta direi anche considerevole di barattoli di pregiato miele.  Persone genuine, piacevoli e soprattutto semplici, non a caso mi hanno fatto tornare alla mente una parte del carattere di mio padre, oltretutto autista anche lui. Che dire reminiscenza o meno che possa essere statia in quei 30 minuti, con molto poco mi sono tranquillizzato almeno ad un certo livello. Ora lascio sedimentare il tutto e mi gusto questo stato e poi preoseguirò il percorso che di giorno in giorno mi sto disegnando che ne sia senziente o meno, poco importa: come mi piace pensare meglio gustarsi il viaggio che il raggiungimento di un traguardo forse irraggiungibile.


mr.zugo

martedì, maggio 11, 2010

Tecnologia che corre

Ecco l'ho fatto! Ho cambiato pc portatile e sono combattuto tra il felice e il triste, si perché pur trattandosi solamente di componenti elettronici e teconologici, ammetto che mi piange il cuore a dar via il mio vecchio IMB ma al contempo sono felice del nuovo acquisto Dell. Non sono uno di quegli informati invasati che la pensano in un modo su una marca ma parlo di attaccamento ad una mia conquista: già sin da ragazzino invidiavo silenziosamente gli amici che avevano una computer, mentre io non me lo potevo permettere. 

IBM Thinkpad r40
A giugno del 2005 quando mi decisi a comprare un pc, ero al settimo cielo e per 5 anni mi è stato fedele, non mi ha mai deluso, nemmeno quando l'ho dovuto re-installare. Oggi a distanza di un lustro mi sono ritrovato diciamo quasi obbligato a fare il cambiamento. GIà quasi obbligato perché oramai la teconologia corre tanto veloce che nel giro di 4 mesi ogni strumento informatico o tecnologico è già superato, un tempo ricordo che si parlava almeno di 2 anni, poi si è passati ad 1 anno, poi 6 mesi ed ora non basta una stagione...
La tecnologia corre e tutto quello che la circonda non è da meno, tra comunicazione strabordante, comunicazione in movimento, mezzi di trasmissione più potenti, strumenti di gestione delle informazioni digitali sempre più performanti, io con il mio vecchio IMB con neanche un gigabyte di memoria ram, boccheggiavo in tutto... Così mi sono ritrovato a combatere con il sito della Dell perché non accettava la mia carta di credito elettronica e quando ormai ero sul punto di rinunciare all'acquisto desiderato, una soffiata mi amplia le vedute e mi sono catapultato neloo store dove vendevano questo tipo di computer per comprare il pc dal quale sto scrivendo. Si perché delle piccole fisse in realtà ce l' ho, soprattutto sui computer portatili. Premesso che ognuno sceglie in base alle proprie capacità di giudizio ed i propri criteri, non me ne vogliano i possessori di HP che ha sempre bei pc portatili, ma sempre con qualche pecca di tenuta (troppi tasti a sfioramento, e componenti un po' leggeri), non me vogliano coloro che hanno Toshiba, sempre ricchi di funzionalità e hardware ma poco durevoli; io dopo aver utilizzato Dell al lavoro per anni, non ho potuto fare altrimenti. Attenzione anche Dell ha delle pecche infatti mai prendere un Inspirion che ha sempre dei processori un po' troppo lenti e dischi rigidi delicati, se proprio si vuole spendere meno, come me d'altronde, optare almeno per uno Studio. 

Dell Studio1555
E così finalmente giovedì scorso faccio il mio acquisto mirato, e soddisfatto me ne sono tornato a casa. Per installarmerlo e gustarmelo al meglio ho aspettato sino a domenica per aprire la confezione. E qui è scattata la piccola tragedia... neanche l'ho acceso!! Ho dovuto rimetterlo in scatola e correre a farmelo sostituire (santa garanzia): guscio esterno e touchpad rigati e non poco, poprio come una sfregio fatto su una portiera di un auto. Dopo un'ora e mezza di socializzazione e spiegazioni con l'addetto dello store ottengo lo scambio con un modello inscatolato e controllato identico al mio, e così finalmente mi sono potuto gustare la novità teconologica. Speriamo di non avere altre sorprese. I gusti son gusti, per cui ad ognuno il suo pc senza voler fare a gara quale sia meglio o più bello. So solo che io sono bello che soddisfatto e quindi posso riprendere a lavorare sul mio sito e sui blog senza più preoccuparmi di attese infinite nell'apertura dei programmi o di connessione alla rete, pur dovendo attendere sino a giugno per aver i software che mi occorrono (compatibilità permettendo). Però l'idea di abbandonare il mio vecchio IMB mi rattrista un po' tutto sommato in 5 anni mi ha permesso di stare connesso in qualche modo al resto del mondo nostante la lentezza e qualche incompatibilità. Per non dispiacermi troppo, ho deciso di vendere il vecchio pc per non vederlo inutilizzato, e per questo motivo ci ho perso 4 ore questa sera per fare pulizia e ordine nel vecchio har disk e passare i dati su quello nuovo, cancellati tutti i miei profili e configurato un utente generico, e tra poco pure una bella pulita per presentarlo al meglio all'acquirente. Una cosa è certa se la comunicazione multimediale non richiedesse oggi tutte le risorse di cui necessita, non avrei mai cambiato computer...

Onore a ThinkPad R40 e Onore a Studio 1555

A corredo dell'acquisto del nuovo notebook (giusto a gratificarmi un po') ho aggiunto un mouse nuovo, delle cuffie con microfono che non avevo, una chiave USB per vedere la TV digitale sul pc, una multi porta usb e per finire anche uno zaino per trasportare più comodamente il notebook. Insomma rinnovato il parco tecnologico, mi manca solo più una fotocamera tenoclogicamente allineata, ma per ora mi faccio bastare la scatoletta digitale che ho vinto con i punti della benzina!

mr.zugo