sabato, gennaio 30, 2010

Perso, smarrito, disperso, disperato...

E' accaduto di nuovo. Si di nuovo incosciamente sono cambiato a causa dei miei timori, delle paure e della antica tristezza che mi porto dentro. Dopo neanche tre mesi dal cambiamento di lavoro e di città mi ritrovo a lasciar spazio a quella parte di me che diventa eremita, che si isola nei suoi pensieri, nelle preoccupazioni, al punto tale da diventarne silenziosamente schiavo. Più passano i giorni e più i pensieri si fanno cupi, grigi e tristemente solitari.

NPur essendo abituati ai cambiamenti, al viaggiare per dovere più che per piacere, ogni volta che la trasformazione è di una certa rilevanza, il mio carattere cambia e diviene aggressivo; non che sia cattivo di natura ma certamente non sono un coraggioso, quindi nei grandi cambiamenti e nell'assumere delle responsabilità mi sento disperato, disperso a migliaia di Kilometri da casa, vagando nella quotidianità sperso nei pesnieri troppo contorti e dietrologici. Insomma come già in passato mi sento perso in una realtà troppo grande da affrontare da solo e con i soli inutili mezzi che ho. Per questo esce l'aggressività di cui nemmeno mi accorgo, per autodifendermi, per istinto di sopravvivenza al senso si smarrimento che mi accompagna oramai da 2 mesi. Io credo di essere sempre la stessa persona ed invece sono condizionato dalla mie paure e mi relaziono con troppa severità verso gli altri, non ammetto intrusioni nella mia sfera privata per timore di essere poi vulnerabile, non concedo nulla a nessuno per non dovermi rammaricare della scelta sbagliata, non do fiducia per paura che si approfitti della mia ingenuità e delle mie paure.

Conosco questo personaggio e già in passato ne ero fuggito, ma ora per altra vie per altre scelte, per altre, forse illusorie, necessità l'ho malauguratamente ritrovato. L'impegno, il tentativo c'è stato di tenerlo alla lontana cercando di percorrere vie diverse ma non è stato così purtroppo, mi sono illuso di poterlo evitare per sempre ed invece più rapidamente di quanto mi potessi immaginare, ritrovo il peggio di me. L'unica cosa che mi consola in questo momento è di esserne almeno consapevole sin da subito, ed avere il tempo di mettermi al tavolo e poter mettere a confronto quello che sono attualmente con quello che potrei essere e trovare una linea di condotta per far emergere l'uomo migliore nonostante le paure, i difetti e l'ottusità che in certe occasioni si fa vedere in tutto e per tutto. Ho sempre odiato questo mio modo di reagire perché nel timore della solitudine ancor di più rimango solo, allontanando anche quelle poche persone che vogliono restarmi accanto, dando corpo e consistenza alle mie paure.

Ieri sera mentre rincasavo, avevo voglia di piangere sino allo svenimento, addormentarmi e non svegliarmi più: vivere nei sogni o negli incubi a seconda di quello che possa meritarmi per come ho vissuto sino ad oggi; la sfiducia era massima verso me stesso, verso il mondo, i pensieri più oscuri e vigliacchi affollavano la mia mente. Il fatto di non avere i mezzi che vorrei mi rende un debole davanti alla vita. Come un naufrago ora non posso che cercare di trovare la forza di ritrovare una rotta che mi conduca a lidi più accoglienti.

Questa mattina, forse il sole, forse un mondo di sogni non ricordati, forse paure ancor più ataviche di sopravvivenza umana, mi hanno fatto ritrovare quel po' di energie che superavano l'apatia e l'indolenza che mi pervadeva la sera prima.

Forse starò impazzendo, forse è tutto un sogno/incubo, forse è la realtà e basta! Non lo so resta il fatto che mi sento perso a tratti disperato, ma non posso far altro che lavorare sull'unico angolo di universo su cui posso agire, ovvero me stesso... forse quando sarà la mia ora comprenderò il senso di tutto anche di questi miei pensieri e stati d'umore, ma sino ad allora devo solo cercare di migliorarmi nonostante sia una impresa non facile...

mr.zugo

mercoledì, gennaio 06, 2010

Zugo Zingaro

Come volevasi dimostrare, basta un evento per accendere la memoria e far mettere in moto le dita per scrivere ancora una volta.



Sin dalla tenera età di 5 anni ho dato dimostrazione di estrema indipendenza e propensione al viaggio non programmatico. Si perché pur essendo in custodia di mio fratello più grande di 9 anni sono riuscito ad eludere la sua sorveglianza un pomeriggio in assenza dei miei genitori e dirigermi al negozio di alimentari della signora Franca, solo per avere il mio ghiacciolo alla menta; una passeggiatina di poco meno 1 km su strada senza marciapiedi in solitaria sino all'incrocio dove vengo bloccato dalla signora che mi intima di stare fermo dicendomi che veniva lei da me, ed alla quale ho obbedito prontamente per non esser sgridato e rischiare di non avere il sospirato ghiacciolo alla menta. Sembra una leggenda metropolinata, come altre ne ho raccontate a voce, ma è vera confermata da tutti, mio fratello (poveraccio lui che si prese uno spavento immane non trovandomi più e vedendomi arrivare con mamma), mia madre, dalla proprietaria dell'alimentari ricordando che a 5 anni mi presento da solo al negozio o quasi solo per avere il mio ghiacciolo alla menta. Questo breve aneddotto ve l'ho raccontato per farvi assaggiare quanto sono imprevedibile quando si tratta di ottenere qualcosa e introdurre così l'ultimo viaggio semi- improvvisato che ho affrontato TO-RM-TO in meno di 48 ore.

Per agevolare la mia nuova avventura romana, occorre avere una stabile dimora che finalmente trovo e di cui divento inquilino a tutti gli effetti giusto un paio di giorni fa entrando in possesso delle chiavi obbiettivo che mi porta in viaggio da Torino a Rom in treno, sperimentando l'alta velocità TO-RM in 4 ore e 13 minuti (a cui si aggiungono 20 minuti di ritardo per l'andata) con una partenza mattutina alle ore 06.45 da casa e 07.37 dalla stazione di Porta Nuova.

Arrivato a Roma conl'aiuto di un amica e dopo un giretto di perlustrazione dei primi saldi della stagione, raggiungo il luogo dell'appuntamento dove finalmente alle ore 19.15  sono inquilino del mio nuovo appartamento, che sarà la mia dimora per i prossimi mesi. Dopo la prima nottata nella casa nuova con una coperta e un sacco a pelo, molto da accampato ma necessario avendo viaggiato leggero vista la breve permanenza ed il mezzo di trasporto, l'indomani dopo una veloce colazione al bar approfitto della mia presenza nella città di lavoro, ovvero Pomezia, e mi dirigo all'ufficio per cercare di risolvere un'emergenza sorta il 31 dicembre 2009; arrivato a destino con sorpresa mi ritrovo con i colleghi senza alcun modo di lavorare essendo stata programmata una manutenzione elettrica su tutto lo stabilimento che nessuno aveva comunicato in alcun modo; vien da se che si ritorna nella nuova dimora, dove  non contento dell'accaduto e avendo già programmato il rientro il giorno dopo il tutto viene messo in discussione non prima di aver attivato tutte le azioni necessarie ad agevolare il lavoro in emergenza di tutti quelli chiamati in causa, gestendo il problema telefonimcamente e predisponendo il tutto per il futuro intervento in telelavoro. Cosicché anticipando tutto di ben 19 ore, tutto si dipana come da nuovo programma: reperimento di un passaggio, che si trova con una certa celerità, per andare in stazione a Roma dove cambio biglietto, e conseguente approccio alla banchina per salire sul treno alta velocità, tanto veloce che la tratta RM-TO delle 17.37 con arrivo alle 21.50 accusa 30 minuti di ritardo. 

Comunque sia dalle ore 06.45 del 3 di gennaio alle ore 23.00 del 4 di gennaio tutto si è svolto come nenache  una convention preparata mesi prima... In 36 ore e 15 minuti entro in possesso della mia dimora, predispongo quanto possibile le attività del lavoro, sistemo la dimora alla meno peggio e riparto per casa... tutto per essere in casa all'arrivo della befana!!

Non male come viaggio gestito in itinere... non credete? Dimenticavo considerate che tra 5 giorni ripartirò nuovamente per la stessa destinazione. Feramte lo ZugoZingaro!

mr.zugo