domenica, giugno 21, 2015

Raduno di Famiglia

selfie family
E' sempre stata una tradizione nella quale tutti noi della famiglia abbiamo sempre creduto e sempre ci è piaciuta.
Per lo più è stata portata avanti dai "grandi" e da che ho memoria i primi che mi vengono in mente sono i nonni paterni. considerato che la casa in cui vivevano, la stessa in cui stavo io, era la più adatta un paio di volte l'anno la famiglia si ritrovava tutta insieme senza un motivo ben preciso, se non quello di stare tutti insieme, nonni, padri, madri, figli, zii, nipoti, cugini ecc. Il vecchio cascinale di oltre 2 secoli di vita era perfetto per accogliere tutti, con il suo grande cortile e le due tettorie ampie ed accoglienti anche quando poteva piovere. Capitava così che quel sabato o quella domenica, tutti un po' alla volta arrivavano, parcheggiavano e mollavano giù chi salami, pane e chi formaggi, carne o torte, la frutta e la verdura non mancavano grazie al grande orto di fronte al cascinale ed ed ai peschi ed i ciliegi che erano di fronte a casa. L'acqua abbondava grazie al vecchio pozzo da cui tirava sul il vecchio motore elettrico. Insomma bastava tirare giù un po' di cavalletti da lavoro, delle assi, metterci su delle tovaglie alla meno peggio, imbandire con tutto quello che c'era e la festa era assicurata. Ma come tutte le cose, nel momento i cui i promotori più convinti non ci sono più le cose si smettono di farle, così venuti a mancare i nonni, però, questa tradizione e scivolata progressivamente e velocemente nell'oblio sino ad interrompersi del tutto.

Non credo ci sia un motivo particolare del perché nessuno abbia portato avanti l'eredità di questa tradizione, un po' nessuno e stai mai coinvolto, diciamo a comprenderne il senso e tanto meno istruito per come farlo, poi i figli crescevano ed i tempi cambiavano, tempi nei quali ognuno era sempre più impegnato in mille faccende ed i giovani perdevano lentamente le tradizioni e l'attaccamento ai ritrovi, non istituzionali, di famiglia, trascinate dalle tempistiche della scuola e delle attività extra; a questo si aggiunga che non tutti erano geograficamente a portata di mano, molto trasferiti in altre città o in altre regioni: tant'è che per qualche decennio non s'è fatto più nulla se non in modo sporadico e sottodimensionato nelle presenze, per motivi occasionali e non organizzati appositamente. Solo in questi ultimi anni in cui, ho scoperto, la cugina Rosy ha cercato di reintrodurre tale tradizione, impegnandosi e prodigandosi a radunare almeno tutti i 13 cugini con relativi parenti annessi.

Ebbene dal mio rientro nel 2013 su Torino, quest'anno ho colto la mia prima occasione per poter presenziare a questa allegra e rumorosa adunanza di famiglia. Il verdetto è positivo, ho visto sempre le stesse persone, solo in qualità di zingaro da 10 anni in giro per il Paese ho perso contatto un po' con tutti, ma nulla vieta che possa recuperare tempi e modi per relazionarmi nuovamente con la famiglia. Insomma le tradizioni non vanno dimenticate ma soprattutto vanno tramandate per far sì di lasciare un'eredità di solide solida a chi verrà dopo. Il consuntivo della giornata è stato dunque più che soddisfacente avendo, mangiato, bevuto, assistito ad acrobazie motoristiche dei cugini sui fuori strada o sui kart da sterrato, grazie alla simpatica competizione dei selfye ho vinto il ciondolo degli Svalvolati e con il terminare della giornata anche queste importanti parole:


Trova il Tempo

Trova il tempo di riflettere,
è la fonte della forza.

torva il tempo di giocare,
è il segreto della giovinezza.

Trova il tempo di leggere,
è la base del sapere.

Trova il tempo d'essere gentile,
è la strada della felicità.

Trova il tempo di sognare,
è il sentiero che porta alle stelle.

Torva il tempo di amare,
è la vera gioia di vivere.

Torva il tempo d'essere contento,
è la musica dell'anima.


(antica ballata irlandese)

martedì, giugno 09, 2015

Consapevolezza... Questa Sconosciuta

dipinto di Luana - surfer di internet
Oggi è stata una di quelle giornate in cui l'insieme degli eventi che si sono susseguiti ha dato come risultato un ulteriore passo verso la consapevolezza che, credo, ognuno di noi cerca di raggiungere e migliorare nella propria vita.
L'insieme delle esperienze forgiano i caratteri, affinano lo spirito di presenza e costituiscono gli elementi che contribuiscono a definire una persona; non è necessario che tutte le esperienze siano positive, anzi, come spesso si dice si dovrebbe imparare dai propri errori. Ma oggi ho scoperto che non è solo la sommatoria delle esperienze che si possono fare nella vita, non è l'insieme delle azioni che si possono intraprendere, come non si tratta solamente di imparare dagli errori che si compiono, tanto meno è credere in una religione o abbracciare una filosofia di vita che costituiscono la consapevolezza: la consapevolezza è l'accettazione di tutto quello che ho elencato e di tutto il resto che ancora non conosco o non ho vissuto.
La conclusione e il risultato della mia giornata di oggi è solo, penso, il termine di un periodo che è stato in incubazione per qualche mese in cui il concatenamento di eventi, le riflessioni che hanno portato alla conseguenti scelte, oggi sono arrivate al giusto traguardo. Difficile descrivere con le parole quello che è il concetto che vorrei esprimere, proverò quindi a mettere di seguito le parole che meglio possono descrivere lo stato d'animo che oggi mi ha pervaso per tutto il pomeriggio.
Dopo aver ricevuto l'ennesima e-mail indagatrice su una situazione lavorativa, la mia prima reazione è stata quella di una risata isterica, derivante dal fatto che ero certo che sarebbe arrivato questo ulteriore nodo al pettine, che l'ennesimo cadavere sarebbe passato sul fiume mentre io ero seduto sulla riva ad aspettarlo. Ma dopo il primo momento di ilare isteria, mi sono reso conto che stava salendo la rabbia, ma non quella solita veemente e viscerale, bensì stava montando la rabbia da sconforto, da delusione e rammarico; riconoscevo in quella e-mail l'ennesima sconfitta, la consueta disfatta di quello che era stato vano il mio tentativo di essere pro-attivo nel mio lavoro. Col passare delle ore però questa desolante rabbia è scivolata via lasciando posto ad una nuova consapevolezza, lentamente ho ripreso lucidità di pensiero che mi ha permesso di realizzare il fatto che la prima risposta che avrei voluto dare era "ve l'avevo detto!" ma che in realtà non mi interessava, il secondo pensiero logico per una risposta sarebbe stata "bene io avevo ragione e voi torto, quindi non è un problema mio" ma anche questa risposta non mi interessa darla.

Il nuovo grado di consapevolezza raggiunto oggi in sostanza è quello stato di misticismo verso la realtà: il fatto di sapere che il mio operato è stato consono ed adeguato, l'accettazione che come spesso accade non sono stato adeguatamente ascoltato o preso in considerazione non è imputabile ad una mia deficienza nella comunicazione o chiarezza di espressione, ma nella più probabile ottusità degli uditori. Ed ora accetto il fatto che pur essendo competente e adeguato al ruolo che ricopro potrebbe non esserci corrispondenza nelle controparti con cui mi devo, e dovrò, confrontare ogni giorno.

Non saranno sufficienti la persuasione, l'assertività o le imposizioni, l'unica certezza sarà il mio modo di pormi ogni volta verso gli eventi giornalieri, che sia lavorativa o che sia nella sfera della vita privata. Non ho più necessità di sentirmi compreso né tanto meno sento il bisogno di far comprendere il "mio mondo". Ovviamente con tutto questo non voglio certo lasciar intendere che mi senta realizzato e completo nella mia consapevolezza, anzi, ho accettato molto presto il fatto che lo scorrere del tempo ha sempre qualcosa in più da dare per migliorare la propria consapevolezza, quindi aspetto paziente il prossimo gradino da affrontare ma con una tranquillità in più a partire da oggi.