Negli ultimi tempi ho potuto raschiare il fondo del mio interiore, e per una volta sono arrivato ad una conclusione che mi rattrista ma mi soddisfa. Era già da inizio anno e forse ancor prima che ero irrequieto, nervoso, irascibile, spazientito da tutto, ma solo con gli ultimi giorni sono riuscito ad affondare le mani e lo sguardo in tutto quello da cui stavo scappano e ignorando. Merito di questa presa di coscienza è stato anche uno scambio durevole di opinioni e osservazioni con una persona, attraverso la quale ho potuto riprendere contatto con quello che realmente sono. Ora se vi aspettate di leggere una delle mie tante autoanalisi vi state sbagliando. Quello di cui voglio scrivere è l'argomento del titolo, ovvero "Avere Passione".
Ho realizzato che sino a 3 anni fa, ero pieno di passione per tutto quello che facevo, ma proprio tutto: ci mettevo tutto me stesso, impegno, volontà, anima, cuore, sangue, tutto quello che potevo metterci ce lo mettevo, peccato però che poi alcuni eventi hanno fatto si che tutta questa mia energia andasse a spegnersi affievolendo la luce della mia personalità. Nel lavoro che svolgevo prima dell'attuale era tutto adrenalico, entusiasmante, per carità non era il lavoro più bello del mondo e non ero strapagato, anzi per me era un continuo lamentarmi, arrabbiarmi, discutere, ma chissà com'è mi piaceva e ci mettevo tutte le mie energie! La passione per il mondo della carta stampa, dei prodotti editoriali da realizzare, i progetti in cui ero coinvolto mi davano vitalità, mi permettevano di esprimere il meglio di me stesso una passione inesauribile mi portava a scolgere il mio lavoro e a tenere rapporti con le persone sempre vitali e mai banali. Ancor prima anche all'università era la medesima cosa, attraverso la passione per lo studio e le occasioni che mi si sono proposte, ho potuto dare libero sfogo alla mia personalità, nel bene e nel male, per carità non sono perfetto, ma resta il fatto che ero trasparente, me stesso. E se nadiamo ancora qualche anno prima, anche la pallacanestro è stato il mio unico vero amore, ci soffro ancora oggi, ma in fondo preferisco soffrire che non aver goduto di quella smisurata passione, dove non esistono altro che il confronto, lo scontro, la libertà di correre e saltare e mettere una stupida palla dentro un cerchio posto a 3 metri e 5 cm da terra, ma anche senza fiato, senza ossigeno nel cervello continuavo imperterretiro se non mi toglievano dal campo... Le sansazioni nel dare tutto me stesso attraverso la passione è stata una delle esperienze più grandi che possa mai aver fatto, ogni volta dopo l'impegno profuso in una delle cose in cui ci ho messo passione, la pace era tale da poter compensare ogni cosa: fatica, incazzature, delusioni, sconfitte, vittore, soddisfazioni erano un'unica cosa, gli avversari erano amici con cui andare a bere una birra come con gli amici, i compagni di università persone di famiglia, i colleghi ed i lavori completati persone con le quali potersi dare le pacche sulle spalle per gli obiettivi raggiunti o con cui riprendere a progettare e costruire. Avere passione in sostanza è forse l'unica che mi fa sentire bene, a volte non basta qualcuno potrebbe anche obbiettare, ma non me ne frega un bel niente, senza la passione non posso ritenrmi una persona degna di considerazione, da me stesso, non dagli altri.
La passione mi rigenera, mi ricarica e nonostante le sconfitte e le delusioni mi fa rialzare e ripartire, e forse non è era necessario cambiare direzione, svoltare angoli o riprendere chissà quali presuntuose autoanalisi del mio troppo smisurato ego, magari mi sarà sufficiente appassionarmi di nuovo nel fare le cose.
Ho realizzato che sino a 3 anni fa, ero pieno di passione per tutto quello che facevo, ma proprio tutto: ci mettevo tutto me stesso, impegno, volontà, anima, cuore, sangue, tutto quello che potevo metterci ce lo mettevo, peccato però che poi alcuni eventi hanno fatto si che tutta questa mia energia andasse a spegnersi affievolendo la luce della mia personalità. Nel lavoro che svolgevo prima dell'attuale era tutto adrenalico, entusiasmante, per carità non era il lavoro più bello del mondo e non ero strapagato, anzi per me era un continuo lamentarmi, arrabbiarmi, discutere, ma chissà com'è mi piaceva e ci mettevo tutte le mie energie! La passione per il mondo della carta stampa, dei prodotti editoriali da realizzare, i progetti in cui ero coinvolto mi davano vitalità, mi permettevano di esprimere il meglio di me stesso una passione inesauribile mi portava a scolgere il mio lavoro e a tenere rapporti con le persone sempre vitali e mai banali. Ancor prima anche all'università era la medesima cosa, attraverso la passione per lo studio e le occasioni che mi si sono proposte, ho potuto dare libero sfogo alla mia personalità, nel bene e nel male, per carità non sono perfetto, ma resta il fatto che ero trasparente, me stesso. E se nadiamo ancora qualche anno prima, anche la pallacanestro è stato il mio unico vero amore, ci soffro ancora oggi, ma in fondo preferisco soffrire che non aver goduto di quella smisurata passione, dove non esistono altro che il confronto, lo scontro, la libertà di correre e saltare e mettere una stupida palla dentro un cerchio posto a 3 metri e 5 cm da terra, ma anche senza fiato, senza ossigeno nel cervello continuavo imperterretiro se non mi toglievano dal campo... Le sansazioni nel dare tutto me stesso attraverso la passione è stata una delle esperienze più grandi che possa mai aver fatto, ogni volta dopo l'impegno profuso in una delle cose in cui ci ho messo passione, la pace era tale da poter compensare ogni cosa: fatica, incazzature, delusioni, sconfitte, vittore, soddisfazioni erano un'unica cosa, gli avversari erano amici con cui andare a bere una birra come con gli amici, i compagni di università persone di famiglia, i colleghi ed i lavori completati persone con le quali potersi dare le pacche sulle spalle per gli obiettivi raggiunti o con cui riprendere a progettare e costruire. Avere passione in sostanza è forse l'unica che mi fa sentire bene, a volte non basta qualcuno potrebbe anche obbiettare, ma non me ne frega un bel niente, senza la passione non posso ritenrmi una persona degna di considerazione, da me stesso, non dagli altri.
La passione mi rigenera, mi ricarica e nonostante le sconfitte e le delusioni mi fa rialzare e ripartire, e forse non è era necessario cambiare direzione, svoltare angoli o riprendere chissà quali presuntuose autoanalisi del mio troppo smisurato ego, magari mi sarà sufficiente appassionarmi di nuovo nel fare le cose.