lunedì, dicembre 28, 2009

2 Anni e 1/2

E così sono arrivato a 2 e mezzo di questo blog, mezzo lustro... e come avevo già scritto era nato un po' per gioco/sperimento e un po' per non perdere qualche contatto. Oggi ha preso una valenza differente, direi molto più di sfogo e reinterpretazione di mestesso, ma anche limitato. Negli ultimi anni mi ero ripromesso di diminuire la presenza sul web per dare più corso alla vita sociale che sta oltre questi mezzi di socializzazione, ed oggi ancor di più vorrei stare più in mezzo alla gente che non a leggere pagine del web di giochini più o meno interattivi, o di cosa sta o non sta facendo i contatti che ho qui sulla rete; considerato che mi ritrovo nuovamente a vivere da solo, non posso e non voglio relegarmi dietro una monitor per vivere il tempo che non trascorro dormendo o al lavoro. Così come ho già letto altrove e come avevo anticipato qualche post addietro (e forse più di una volta) direi che queste "Note di Viaggio" non saranno chiuse, e nemmeno dismesse, ma solamente un po' trascurate, per lasciare più spazio ad altri ambiti. In fondo quello che voglio è comunicare su questa rete globale di connessione, ma posso farlo nei tempi e nei modi che mi sono più congeniali almeno per quello che riguarda questo periodo della mia vita. Per cui ci sarò sempre meno, se non in alcuni momenti in cui tornerò libero da maschere e recite. Chi mi ha conosciuto sa dove trovarmi per non perdere troppo contatto con me, altri ancora hanno modo di potermi sentire per telefono se non di vedermi addirittura per cui, non mancano i modi, i mezzi e le occasioni per mantenere i contatti anche senza un blog o un socialnetwork (che tanto stanno spopolando). Non vogliatemene, ma questo è quello che mi voglio concedere come tempo sulla rete. Per cui niente addii e niente epitaffima solo un normalissimo arrivederci, e quando pubblicherò mi farò notare certamente io. 


mr.zugo

sabato, dicembre 26, 2009

73 Giorni Dopo - La Seconda Vita

Parafrasando un filone di film, eccomi qui a 73 giorni dopo l'inizo della mia seconda avventura romana, o per meglio dire pontina. Ebbene un primo consuntivo direi che posso già farlo, anche se mancano ancora 17 giorni al compimento del periodo di prova. Consuntivo... negativo, ma non senza speranze. Si perché in questi 73 giorni ho potuto riprendere un po' contatto con quello che avevo lasciato oltre a iniziare a inserirmi in un nuovo contesto; questo ha fatto si che oltre a ritorvare amicizie sopite dalla distanza ho ritrovato gli stessi personaggi più o meno grotteschi che ricordavo e che avrei voluto non ritrovare così presto, ed invece così non è stato. Lo scenario è cambiato non poco, e devo ammettere, con un non so che di apocalittico viste e considerate le non poche defezioni che ci sono state e che ancora ci saranno, oltre a vedere un progressivo declino della professionalità. Quelle poche energie positive che mi hanno spinto a riprendere la seconda vita era la possibilità di vivere da lontano Roma sia come città sia come ambientazione delle persone (intendendo in questo caso quelle che gravitano intorno al lavoro), ma una piccola parentesi ha fatto si che mi si riproponesse quello che avevo abbandonato, obbligandomi così nuovamente a snaturare quello che è il mio essere. Poco male in fondo una tuffo nel limo del passato ci poteva anche stare, cosicché potessi fin da subito non sottovalutare la realtà delle cose. Realtà che come sempre nasconde macchinazioni di cui questa volta posso starne fuori, situazioni ambientali che si sono rivelate avverse per certi aspetti ma che mi consentono di fortificare il carattere e prendere così poi un domani il soppravvento sulle esperienze inadeguate degli altri. Non nego che la confusione per un certo periodo ha fatto si che mi ritrovassi disorientato, ma ora che ogni cosa pare stia prendendo il suo equilibrio e la sua posizione nell'ordine delle cose, mi viene più facile vedere e programmare i miei passi futuri. Maturato dall'esperienza precedente, oggi posso vivere sereno quel tanto che basta per alzarmi ogni giorno e far fronte alle quotidianità, senza dovermi preoccupare troppo di quanto mi accade intonro e non per sufficienza o menefreghismo, bensi perché coscente che quanto è il mio essere è sufficientemente forte da far fronte a quanto gli altri possano tentare di pormi davanti come ostacolo. Una seconda vita è veramente iniziata, in meno di 20 anni di lavoro (ovvero solo 12) ho raggiunto l'equilibrio che altri raggiungono solo al termine della propria carriera, quella serenità e professionalità che mi permettono di tornare a casa tutte le sere sufficientemente soddisfatto del mio operato e dormire sonni tranquilli, avendo però anche ancora del tempo da dedicare a mestesso al contrario di un tempo. Un seconda vita in equilibrio tra doveri e piaceri, tra conoscenze ed amicizie, tra obblighi e libertà di scelte. Dopo 73 giorni ho già metabolizzato e contestualizzato questa mia nuova avventura, almeno a me stesso: un punto di forza non da poco. Ancora 17 per superare lo scoglio della prima incertezza per poi prendere la rotta verso un decennio di navigazione verso una rotta che solo il sottoscritto al momento immagina, una rotta non facile, ma di certo con ambizioni diverse da quelle che comunemente altri cercano di realizzare. Oggi mi è venuta voglia di scrivere questo post e la casualità ha voluto che il numero di  giorni dalla mia partenza corrispondessero al numero che rappresenta l'anno della mia nascita: buffa questa cosa ma di certo parlando di una seconda vita non poteva che avere questa corrispondenza. 


mr.zugo

martedì, dicembre 01, 2009

Di Vite Mai Vissute

Io potrei anche smetterla ma non vedo perché farlo... Una delle cose che mi piace della scrittura è che può far vivere quello che difficilmente si può mettere in pratica, specie per una persona come me, troppo concreta e troppo abituata a dare soluzioni piuttosto che fuggirle. Il post precedente  è una specie di dialisi con la quale far uscire il limo nero che a volte si accumula nei reconditi miei pensieri e che troppo mi affaticano col passare del tempo. Son troppo saccente e presuntuoso con me stesso perché sia veritierio quanto scritto, non rappresenta l'uomo che voglio essere, o che mi sento di essere, ma rappresenta quello che mai vorrei. Un percorso, una via, uno strumento chiamatelo come volete che  dal mio punto di vista è obbligato, necessario per compredere che uomo sono o non sono. Lo sconforto, il senso di sconfitta devo toccarli con mano altrimenti sarei un uomo debole e insignificante se non conoscessi gli infimi limiti che si possono raggiungere o quantomeno avvicinare. Sentirsi sopraffatti credo, sia soffocante, sentirsi incapaci fa sentire inutili, ma se provando a esternare e purgare questo limo che potrebbe diventare troppo spesso ci si avvicina alla disperazione è più facile comprendere che a tutto c'è rimedio che tutto a suo tempo può essere ricondizionato in energia nuova e mai un capolinea. Il post stranamente è stato letto e commentato ma certamente non è significativo, o meglio non corrisponde alla cruda realtà ma solo alle mie paure. Sono strambo per non dire proprio "fuori come un balcone", ma io devo andare a fondo per risollevarmi e non per ricominciare, ma semplicemente per cambiare prospettiva e pormi da lato che quasi mai si considera: quello peggiore. Chi mi ha letto in passato sa bene che mi ritengo una persona fortunata (qualcuno potrà dire che non esiste la fortuna o un destino, ma per me si) e per questo non posso abusare nella superficialità e buttare tutto per via della depressione o dello sconforto; quando la mia dignità viene attaccata non posso subire passivamente, quando le mie capacità professionali sono sottovalutate non posso far finta di niente, quando sono contestato non posso consentire la prevaricazione ingiustificata... Insomma se so che potrei essere quello che ho scritto nel post precedente, posso vivere tranquillo per il momento consapevole che per ora sono in una condizione migliore, anche rispetto a chi invece si nega l'introspezione e non affronta se stesso nel bene e nel male.La verità è che il lavoro nonostante sia confusamente invivibile, mi piace e mi diverto nel farlo, nella vita ho trovato molte persone delle quali alcune me ne sono circondato perché valide, la salute va è viene un po' come a tutti e non devo tribolare come molti altri che soffrono magari quotidianamente; non me ne si voglia dunque se mi concedo un lamento oscuro con il quale abbandonare le piccole, perché piccole sono, incrinature della mia esitenza giusto per ricordarmi che vivo meglio di quello che potrei immaginare. Sono strambo e dunque esprimo degli eccessi che lasciano il tempo che trovano, altrimenti non mi sarei inventato di andare a vivere e lavorare a 700 km da casa, altrimenti non mi preoccuperei della mia salute, altrimenti non cercherei di far vivere tutti più serenamente contribuendo nel mio piccolo.

Vorrei diventare Uomo, ma ancora non sono pronto... troppo infantile e troppo irresponsabile e cedere alle debolezze potrebbe anche aiutarmi, chissà!


mr.zugo

La Nera Vena

C'è sempre quel periodo in cui non si riesce a vedere la luce... massì quella in fondo al tunnel, quella che fa sperare che tutto si sistema e che tutto andrà meglio. Sinceramente non so se ho voglia di vedere quella luce laggiù in fondo. Passano i giorni e mi sto perdendo con persone che non conosco, di cui nulla so e forse nemmeno voglio sapere, se buone o cattive, se rispettabili o delinquenti; sono avulso dalla realtà vivo vite separate e parallete al momento oltre alle varie identità virtuali ne ho altre tre che ancora non hanno pace, seppur per motivi diversi. Una vuole e cerca l'annientamento, per semplice vigliaccheria, consumarsi sino a scomparire del tutto accelerando ogniqualvolta sia possibile gli eventi autodistruttivi; una che vorrebbe essere solo altrove, già il mio altrove che ogni tanto mi ritrovo a scrivere nei profili di internet perché vorrei andare altrove, senza una meta precisa ma lontanto, ogni volta da quello che vivo nel presente; una logorata dalla doppia vita che conduce tra luci ed ombre.
Da ragazzo ci pensavo alla morte oggi la vorrei incontrare, non ho più stimoli di alcun genere se non vivere alla giornata senza pormi troppi problemi per l'indomani, ma quello che più mi sconvolge e la facilità con la quale continuo nelle cose di tutti i giorni senza lasciar traprelare nulla di quelle che non voglio io, ho quanto meno è questa la sensazione che io ho. La continua ricerca dell'isolamento che poi va a cozzare con la frequentazione di personaggi ogni volta sempre più anomali, strampalati e forse addirittura inadatti a me, ma non me ne curo e lascio che le cose procedano da sole. Non sopporto più nulla della quotidianità, ne la TV che oramai sono 5 mesi che non vedo per più di 3 minuti nelle poche occasioni che capita, non leggo giornali e stancamente leggo le notizie da internet dove si sa, la bufala è all'ordine del giorno; le relazioni sociali sono costruite sullo scambio minimo sindacale per poter lavorare senza troppe complicazioni, la maschera è sollevata al punto giusto. Il rispetto oramai pare essere decaduto a semplice merce di scambio, la tolleranza e dei religiosi e non più delle religioni, la dignità ha cambiato ufficialmente nome in scordatela, l'umiltà è la quotidianità dei buoni che si sa prendono solo mazzate, e dunque io cammino "ciancicato" per la mia vita, tanto scocciato da non farmi la barba per giorni e non curarmene affatto, avere la necessità di trovarmi una sistemazione indipendente e non concludere mai e vivere accampato in uno stabilimento dove ora non c'è nemmeno più il riscaldamento e l'acqua calda; che poi basterebbe chiamare qualcuno e tutto torna in ordine, ma non me ne importa e forse domani sera dormirò in auto buttato da qualche parte come uno zingaro. Non c'è vita, non c'è entusiasmo... non ce più nulla che abbia un valore o un'etica per la quale vivere decorosamente. Chiunque io sia per ora non voglio in alcun modo vedere la luce del tunnel, voglio stare nell'oscurità come i pesci degli abissi, al freddo quasi immobile, orrendo e sconosciuto se non addirittura ignorato e dimenticato. Non ho più forze, non ho più istinti di sopravvvivenza, come la canna di bambu mi lascio sbattere dal vento, sperando addirittura di spezzarmi ma senza che succeda mai.  Ascoltando annoiato note classiche o più forti come quelle del rock sto qui a scrivere della mia nera vena che pulsa nella testa, nel corpo, nello spirito... dovrei domire ma non voglio, voglio stare sveglio e dormire in auto mentre guido che sia una strada o un'altra non importa basta dormire anziché guidare, tanto da queste parti nessuno se ne cura più di tanto. Una sconfitta annunciata, null'altro che questa: una sconfitta annunciata. L'oscurantismo sta salendo e non se ne andrà più, troppi gli sforzi vani, troppe le energie impiegate senza risultati, troppa spiritualità mal coltivata, in fondo è vero, non sono altro che un piccolo uomo, che scappa dalla sua vita e dalle sue responsabilità dunque un'inetto fallito e vile! Le ombre si allungano e mi abbracciano... attendo impaziente il buio eterno!
 


il nulla è in me