giovedì, maggio 31, 2012

Non Mi Diverto Più

Oggi ho fatto una amara scoperta.

Giornata sconclusionata è vero, credevo che fosse come tante altre, ed invece con il passare delle ore uno strano malessere, inizialmente mentale e progressivamente anche fisico mi ha assalito e sovrastato. Poi... Come un fulmine a ciel sereno, una telefonata ha fatto svanire tutto, ahimé, per pochi minuti giusto la durata della chiacchierata via etere.

Catapultato momentaneamente in un mondo parellelo fatto di "frutta candita" in cui pecore, dolcetti al gusto di carote (non chiedete per favore) e gnomi magici sono riusciti a farmi dimenticare il malessere che si era accumulato. Tra disegni e dialoghi dell'assurdo che ricreavano volendo un atmosfera un po' bohemienne, mi sono sentito liberato da troppi macchiavellici pensieri che si sono affollati e accumulati nelle ultime 8 settimane.

Terminata però la telefonata il ritorno alla quotidianità è stata devastantemente incontenibile facendomi cadere nella consapevolezza, sino a quel momento negatami dal mio inconscio, del fatto che Non Mi Diverto Più!

Ora il malessere è persistente, ho la nausea, la testa pesante ed i pensieri sono frastornanti, piccoli errori che si sono sommati negli anni oggi culminano in uno stato di inquietudine, costante e greve.

Pazienza.

Forse ci saranno migliori che mi faranno ricredere
Ma sinceramente temo che non sarà così.

Intanto ripenso agli gnomi magici ed ai dolcetti alla carota

martedì, maggio 29, 2012

Negazione dell'Ovvio

Non accetto
Inapplicabile l'utopia

Non condivido
Incontrovertibile la posizione

Non ammetto
Insindacabile la ritrosia

Non tollero
Iniqua la differenza

Non digerisco
Inscindibile l'unità del tutto

Non comprendo
Imprescindibile il concetto

Non vedo
Inguardabile la tracotanza

Non odo
Inascoltabile l'arroganza

Non parlo
Incomprensibile lo sproloquio

Non agisco
Inoperosa l'allucinazione

Pencolo senza meta e senza missione
Frenetico affanno travolge la calma dell'io

domenica, maggio 20, 2012

Clessidre Corte


Finita un'altra stagione
dal torpore si esce come una farfalla dal bozzolo
spiegando le ali, rattrappite, per distenderle
rivolgendosi alla prossima stagione
 

     il battito d'ali non sarà breve ma certo intenso
     forse come per le farfalle...

Comincia il cammino verso il prossimo mutar del vento,
nel frattempo però è bene godersi ogni istante,
ogni attimo e coglierne l'essenza nella sua unica bellezza
come non ci fosse altro

     attesa che non sarà breve ma certo intensa
     più dell'attesa del periodo della fioritura...

Distendere le braccia, riaprire gli occhi e respirare a pieni polmoni
risvegliando l'animo per suggere della vitalità dell'esistenza
non importa se non splenderà il sole, amabile è anche la pioggia
quel che conta e non smettere di dissetarsi di questa unica e sola esistenza

     brevi saranno i sorsi, ma certamente intensi
     forse paragonabili al bere un "cicchetto"...

Non c'è molto tempo a disposizione ed è d'obbligo inneggiare al presente
consapevoli che sarà passato alla volta di un incerto futuro
siamo fortunati ad avere a disposizione ogni volta il giorno dopo per
concedersi rispetto per ottenere rispetto

     mai dimenticare di essere vivi e di vivere ogni dì. 

     Ci accompagnano sempre clessidre dal tempo troppo corto!

mercoledì, maggio 16, 2012

La Pecora nel Giardino

E' proprio una fortuna avere ancora quella briciola di infantilità geniale dove basta un nonnulla per accendere le fantasie più divertenti e spassose; la giornata è volta al termine e come di consueto mi ritrovo alle porte della notte a scrivere sulla spinta di un ridanciano pensiero. Attraversa come un lampo la mia mente quella frase sentita qualche ora prima: "... dai ti regalo una bella pecorella, così la metti nel tuo giardino! Sai che bello averla lì che ti fa beeeee, beeeee!!!!".
Non smetto di ridere a questo pensiero. Mi sto immaginando questo fantastica scena come fosse reale: nonostante magari invece sia in preda ad ironica ed iridiscente follia in cui vedo questa pecora multi colori, con la lana conciata a dreads come in una versione rasta di una pecora giamaicana con il cappellino all'uncinetto sulla capoccia.

Uscire nel giardino per fumare una sigaretta e vedere lì, nel giardino, il "pecorozzo" che mi osserva mentre rumina la sua erbetta e mi bela come per salutare. Oppure ancora, al mattino, sollevare le tapparelle ed aprire le finestre per cambiare aria e vedere l'ovino sempre lì nel giardino che cammina lento avanti a e indietro, per fermarsi a guardarmi e belarmi addosso.

Da una semplice battuta mi si apre un mondo di fantasia

La pecora che scorrazza nel giardino, tutta gioiosa e belante che si ferma mi osserva e poi riprende  il suo trotto nel piccolo giardino di casa mia. Già mi ci vedo lì a cercare di istruire la bestiola a riportarmi un bastoncino di legno, manco fosse un cane, ma è divertente l'immagine di questa pecora che corre in preda alla follia ovina a prendere il rametto e riportarmelo e lasciarlo ai miei piedi guardami in volto e belando "beeeee... beeeee!!!"  Non sarebbe poi così male avere quest'animale nel giardino che inebetita si muove su e giù e bela in modo randomico a ricordare che è lì e non altrove.

Un ospite alquanto strampalato e divertente vive nel giardino della mia mente, che bruca le idee più assurde e me li ripropone nei momenti meno attesi, strappandomi un sorriso talmente assurdo da riempire tutta la mia faccia, facendomi appare come un idiota patentato. Ma d'altronde come non lasciarsi affascinare da questa idea strampalata quanto inaspettatamente salutare? Un altro valico è stato affrontato e sto per oltrepassarlo con un pizzico di follia in più rispetto ad altre volte. Molti ancora sono i passi da fare per tornare a casa, ma l'idea di farli in compagnia di una pecora, di per sé, mi da quel quid tonificante che basta a buttarsi alle spalle la fatica fatta per arrivare sin qui.

La pecora dispettosa che dal giardino passa in casa e prende posto nel letto mentre con il suo verso ti ammonisce dal spodestarla dal suo nuovo giaciglio. Ma non ancora contenta ti segue la mattina e ti sale in auto mettendosi seduta al posto del passeggero a fianco a te cercando di mettere la testa fuori dal finestrino a sentire l'aria come un cagnolino, con la lingua a penzoloni emettendo il suo verso di gioia e di partecipazione nel breve viaggio sino al lavoro. Folle questa pecora, non si accontenta e sale in ufficio e si siede al mio posto di lavoro e comincia a zampettare con i suoi zoccoli sulla tastiera del computer svolgendo il mio lavoro, mentre io me la rido a vedere che fa anche meglio di me.

Buffa questa folle idea di una pecora che vive la vita insieme a me per non dire quasi  che vive la vita al posto mio, uscendo da quel giardino dove me l'hanno mollata la prima volta; buffa e significativa quanto il senso che assume nella realtà questa strana fantasia che si forma nella mia mente. Che dire, sono un eletto ad avere questa pecora nel giardino, credo che nessuno ce l'abbia una animale domestico di questo genere, mi manca solo di darle un nome!

venerdì, maggio 11, 2012

Quando il Gioco si fa Duro...

Dovrei andare a dormire per recuperare un po' di energie non tanto fisiche quanto mentali, ciò nonostante apro la cartella degli mp3 e seleziono un po' di canzoni e mi lascio trasportare dall'istinto ed attivo la connessione internet, apro il browser e vengo qui a scrivere. Appena è partita la musica la mente torna a qualche riga condivisa con una amica e penso che per motivi diversi e con valenze e importanze diverse ognuno di noi si trova in diverse occasioni di fronte a delle situazioni che ci mettono in difficoltà, oppure in crisi o quanto meno ci si ritrova con tante domande, poca serenità ed in alcuni casi senza ci sente anche prevaricati da qualcuno, qualcosa. Gli stati d'animo sono mesti, grevi! Tutto sembra girare contro la nostra felicità e la nostra serenità emotiva, spirituale e mentale. Io sto forse terminando uno dei momenti più complessi per quanto posso ricordare, di certo non il peggiore, ma c'è una buona dose di complicazioni. Per lo più sono economiche accompagnate anche da la mancanza di autostima lavorativa. Da poco più di un mese mi si stanno sommando spese impreviste che stanno intaccando la mia capacità economica di sopravvivenza, eppure sono mesi che limito le spese superflue e non necessarie eppure non è bastato. Sia chiaro non è il solito discorso lamentevole sul fatto che tutto costa di più o che il governo ci sta opprimendo, ormai sono totalmente immune a questo (o se volete rassegnato), mi preoccupa il fatto che questa fase calante non stia terminando e nonostante la massima attenzione che metto nel gestire le spese, non riesco a stare a galla. Tutto questo mi preoccupa e mi toglie serenità. Anche sul lavoro non trovo i giusti equilibri, per diverse questioni sono stato collocato in un contesto che mi fa stare nello stesso modo in cui stare se indossasi gli abiti sbagliati; le mie nuove mansioni sono in fondo le stesse che ho svolto qualche anno prima. Tali mansioni mi avevano talmente saturato e "nauseato" che mi avevano portato a trovare nuovi stimoli e nuove ambiti, che seppur trovati ora sono andati persi. Oltretutto vivo tutto questo ritorno al passato in modo sofferente e demoralizzante, pensando una volta di più che si tratti di una punizione. Mi sento reietto! Ed anche qui la preoccupazione è alta e sono profondamente demoralizzato. A tutto questo si somma che troppe persone che ruotano nella mia sfera personale, che fanno parte delle mia vita, anche loro stanno attraversa disagi simili e in alcuni casi anche più più onerosi dei miei. Tutto ciò mi spaventa!
Insomma è uno di quei periodi in cui nulla gira per il verso giusto, mentre un tempo trovavo forza per reagire dal "benessere" che vedevo negli altri, un po' come fosse un traguardo da raggiungere trovandolo nelle esistenze altrui, ora diventa sempre più difficile. Qui potrebbe partire la pantomima filosofica sull'esistenza triste dell'uomo, ma questa sera non mi va per niente. Ascolto le musiche che mi energizzano per racimolare le ultime risorse in fondo a me stesso per rielaborare e trasformare questa fase negativa in un momento di svolta. Fa parte della mia indole e del mio carattere: se arrivo al fondo, ci sto qualche tempo a macerare, per poi iniziare il processo di decantazione e lasciare sedimentare il peggio e trattenere solo il meglio con cui ricominciare, come si fa con il vino. Un'operazione che richiede pazienza, dove lasciare da parte la fretta consapevoli che il risultato finale darà la maggior soddisfazione. Dunque mi trovo qui a scrivere per iniziare questo primo passo verso la degustazione di una vita migliore. Il momento è congiunturale, la pecunia, la soddisfazione lavorativa, la rivalsa emotiva e spirituale si stanno fondendo ancor più di prima facendomi guardare il sedimento che si sta depositando, permettendomi di sorridere per quanto resterà di meglio.

Non ci sto a farmi prevaricare dagli eventi, non voglio vestire la povertà perché non è conseguente a qualche mia negligenza, non voglio sentirmi reietto perché in passato mi hanno fatto perdere l'amore per "l'arte della stampa", ne tanto meno voglio restare tristemente solo. Se devo dare fondo ad altre energie non mi tiro indietro è uno degli insegnamenti che ho ricevuto quando mi dissero "se vuoi migliorare, fallo quando sei stanco, da riposato è troppo facile fare bene!" come a voler dire rimboccati le maniche e non piangerti addosso. Occorre mettere i propri valori in campo quando le cose sono più difficili e mettersi in discussione sempre una volta di più per oltrepassare quei valichi che sembrano insormontabili. Banale e insignificante inorgoglirsi quando si fanno risultati quando tutto è facile.
Quindi parafrasando un fantastico film: "Quando il gioco si fa duro... i duri cominciano a giocare!"