martedì, dicembre 06, 2011

Dipinto Notturno

Sto qui fuori, nel giardino, a fumare una sigaretta. Il vento soffia con forza, forse è il libeccio... forse no. E' tutto il giorno che non smette di spazzare il cielo, ma questa notte è diverso. Non so per quale motivo, ma sento che è diverso come se portasse via con se ogni nube, non solo quelle in cielo, anche quelle che porto dentro di me. Lo spirito si fa più leggero, le preoccupazioni si dissolvono, la rabbia affievolisce, la mente si libera. La luna ai tre quarti della sua crescita risplende forte quasi come un pallido sole. La notte si fa chiaro scura al passare delle nubi nel cielo trasportate da questo vento. Ma anche quando la luna viene coperta la sua intensità è tale per cui il chiarore traspare, come un faro lontano su una scogliera.

Alzo lo sguardo ed ai miei occhi si presenta questo dipinto notturno: la notte si staglia dietro le fronde degli alberi che ondeggiano tanto quanto soffia il vento, le nuvole scorrono, grigio bianche, in cielo come a voler giocare a nascondino con la luna, quasi piena che risplende insieme alle stelle che appaiono e scompaiono nel gioco tra vento e nubi. Uno splendido dipinto notturno autunnale, irreale nella sua luminosità e nel suo atipico calore.
Quasi come fosse un sogno gioiosamente cangiante questo dipinto si disegna e ridisegna davanti ai miei occhi. Saranno le nuove speranze, o forse nuove aspettative, non saprei dire con certezza... ma guardo in alto verso il cielo e vedo questo dipinto nella notte: favoloso che stupisce e magnetizza lo sguardo, e si fa osservare compiaciuto della sua unicità nell'essere un disegno della natura mai più replicabile.

Le nubi scorrono sopra la mia testa silenziose e fugaci. Il silenzio della notte è rotto solo dalle foglie sui rami che vibrano al turbinio dell'aria. Da lì, un angolo di un giardino, resto a guardare questo dipinto surreale e fuori dal tempo. Ma non c'è mai abbastanza tempo per queste meraviglie... ma è già tanto potersele godere!

lunedì, dicembre 05, 2011

Diaspora

Da qualche settimana oramai è iniziata la diaspora dei blogger e dei loro diari da Splinder. Non conosco bene quali vicissitudini abbiano portato questa piattaforma a dare la notizia della sua chiusura, ma è indubbio che seppur abbia concesso qualche mese di tempo per salvare i contenuti ed esportare i dati, sta dimostrando la volubilità di internet che sta cedendo al passo alle fisionomie economiche. Anche io mi sono ritrovato costretto a recuperare oltre 4 anni di Note di Viaggio e in questi ultimi due giorni, con ben 14 ore di intenso e quasi ininterrotto lavoro sono riuscito a fare il mio trasloco qui su questa piattaforma dove avevo già aperto da qualche tempo un secondo blog... Nella casualità di cercare nuove dimore e stimoli la fortuna mi ha permesso di non perdere le parole che avevo condiviso su Splinder e con un po' di lavoro supplementare integrare il tutto su questo blog. Quindi non stupitevi se da poco meno di 20 post oggi ce ne sono quasi 200: ho riunito tutti i blog che avevo sotto quest'unico tetto, ricomponendo così in parte anche la mia anima che si era frammentata alla ricerca di chissà quali equilibri. Esiste un solo mr.zugo con tutte le sue sfumature e sfaccettature che oggi si ritrovano e riuniscono qui. Sembra quasi un segno del destino, perché oltre a voler fare pulizia delle varie registrazioni sulla rete, anche nel privato sto attraversando un momento particolare che sta iniziando a portarmi verso nuove scelte, forse importanti e decisive. Per ora non posso che concentrarmi su internet dove più rapidamente posso assestare le mie varie identità, mentre per la sfera privata serviranno ancora settimane, se non mesi...

Quello che mi dispiace che in questa diaspora, si corromperà il salotto che si era costituito su Splinder, e con qualche difficoltà in più dovremo ricostruire i contatti e riprendere i dialoghi, ahimé, anche da piattaforme diverse. Molti hanno già trovato casa su piattaforme facilmente compatibili con il blog originario, altri forse abbandoneranno la vecchia casa senza portarsi nulla con se per aprire nuovi diari, altri abbandoneranno forse definitivamente questo mondo di diari, parole, commenti... Un peccato.
Io personalmente è da pochi anni che faccio parte di questo mondo di post/commenti su diari più o meno pubblici e non voglio abbandonarlo, è l'ultimo baluardo della rete in cui le persone possono concedersi il lusso di confrontarsi con le sole parole mettendo a nudo (chi più, chi meno) il proprio carattere e pensiero di vita; in questa epoca in cui i socialnetwork spopolano e indirizzano la comunicazione, questa realtà dei blog rimane integra a se stessa, permettendo la nascita di "salotti" virtuali in cui ognuno usa il numero di parole e di immagini che vuole e non è obbligato a seguire necessariamente il modus vivendi dei nuovi socialnetwork che proliferano di input non necessariamente utili e tanto meno con valori di unicità che invece in un blog si può esprimere attraverso i propri pensieri e parole.
Per informazione di tutti su questo blog i commenti sono aperti a chiunque, ma sappiate che sono sotto moderazione, giusto per evitare brutti incontri e contenere parole per me inadeguate; ma sono certo che del popolo dei blogger sono molto pochi coloro che si dovranno preoccupare di essere moderati (non pubblicati). Come su Splinder anche qui siete tutti i benvenuti, basta avere rispetto ed educazione e troverete sempre uno scambio paritetico di pensieri. Insomma da qui si riparte!

sabato, dicembre 03, 2011

Traslocando

Ecco fatto... se stavo cogitando un sistema per unificare i miei diversi blog, Splinder è corso in mio aiuto.
Come ben si sa ormai questa piattaforma sta per chiudere, ritrovandoci così obbligati a delle scelte: chi lascierà morire questi diari per crearne di nuovi, chi si dannerà per salavare il salvabile, chi abbandonerà definitivamente questa esperienza. Io sono tra quelli che sta cercando di traslocare tutto quanto riportato in questo taccuino di viaggio. Questa operazione è alquanto complessa e impegnativa, almeno per le scelte che ho fatto io, altri so che hanno trovato nuova dimora, che li ha aiutati a migrare le informazioni... per quanto mi rigarda invece è un po' più elaborato, ma non mi pesa.


Ma tornando alla chiusura di questo sito, ammetto che mi dispiace. Avevo trovato un salotto interculturale molto accogliente e con una sola "netquette" quella comune al mondo di internet, senza ulteriori regole o limiti. Un luogo tranquillo in cui poter leggere ed essere letti senza troppe apprensioni e senza sentire di dover per forza "ricambiare" chissà quali commenti e/o citazioni.

Personalmente non attiverò il re-indirizzamento che offre splinder, per questo motivo in questo ultimo post lascerò il link al blog nel quale già da qualche tempo avevo messo radici, per cui se volete venirmi a trovare, sarete come sempre i benvenuti: Trasmigrant

Un grazie a Splinder per l'ospitalità di questi 4 anni, ed un grazie a tutti voi che siete passati sulle mie pagine ed avete condiviso con me pensieri ed avventure. Spero di ritrovare qualcuno per le pagine della rete.
In bocca al lupo a tutti.

mr.zugo

lunedì, ottobre 17, 2011

Veleni Sociali - Ingordigia&Pigrizia

Stiamo vivendo un momento storico importante per il paese, tra crisi economica, un governo con la data di scadenza, grandi problemi strutturali nel lavoro, ma nonostante tutto le persone perseverano demoniacamente ad essere ingordi e pigri. La mia esperienza diretta mi porta ad ascoltare ragionamenti, riflessioni di molti sul fatto che non ci sia lavoro, quando invece facciamo i preziosi e rifiutiamo lavori modesti perché vogliamo il bello stipendio, l'orario flessibile, magari con poco da fare così da poter dare maggior rilievo alle futili questioni personali come telefonate agli amici, alle amanti o a chissà chi; il peggio però viene fuori quando magari per scelte aziendali per risparmiare ed ottimizzare, regolamentandosi secondo le regole dei contratti di lavoro nazionale, prende decisioni e modifica parzialmente la routine dei propri dipendenti spostando sedi di lavoro con le relative persone che iniziano una lamentela sterile solo perché devono fare dei km in più, solo perché dove verranno spostati non c'è il negozietto, la parrucchiera, la palestra, ecc. come se andare al lavoro fosse andare fare le "vasche" per negozi e per divertimento. Guardo fuori dalla finestra, metaforicamente parlando, e vedo aziende in difficoltà che non pagano stipendi, aziende che chiudono con i lavoratori che fanno i picchetti per protesta perché messi per strada, vedo disoccupati disposti a tutto per una giornata di lavoro ma vengono scalzati dal nepotismo. Poi riguardo coloro che si lamentano per un cambio di sede, ingrati dello stipendio quasi garantito che hanno ogni mese che non conta nulla, contano di più la parrucchiera e la palestra a portata di mano, tutto per costoro è dovuto lo stipendio, il poco lavoro, le comodità a portata di mano (ancor meglio se a discapito del lavoro). Insomma per farla breve i lavoratori italiani oggi hanno solo diritti, comodità e agevolazioni e nessun dovere. Sarà vero?
La mia realtà dice tutt'altro, ringrazio di avere un lavoro con uno stipendio regolare, e per averlo ho scelto per la seconda volta di andarmene dalla mia città natale per non restare e rischiare di prendere mezzi stipendi se non addirittura non prenderli proprio; faccio fronte con grande fatica alle spese necessarie arrivando sempre al limite del rosso in banca, selezionando ogni giorno l'esborso economico a fronte dell'effettiva necessità. Ogni mattina da lunedì al venerdì mi alzo per andare al lavoro e fare la mia parte, sapendo di fare solo il mio dovere, dove nessuno mi regala lo stipendio solo perché ho passato un pezzo di plastica in un apparecchio elettronico. Cerco di essere responsabile nella mia giornata lavorativa per essere a posto con la mia coscienza per poter a fine mese, essere fiero di quanto mi pagano e sereno per poter far fronte alle spese, nonostante i sacrifici.
Per tanto non credo possa esistere un lavoro diverso per gli altri, ognuno lo stipendio se lo deve guadagnare, non viene certamente regalato, ed ognuno dovrebbe aver la coscienza di lavorare per il giusto e non distogliersi dalle proprie responsabilità per farsi gli affari propri, se poi sento anche lamentarsi per qualche km in più di strada, piuttosto del fatto che non ci sia la parrucchiera, bhe concedetemi di indignarmi per questo e non certo per la finanziaria sulla quale non ci posso fare proprio niente (decidono altri per noi, è stato e sarà sempre così). Concedetemi lo sdegno e la perdita di rispetto per coloro che ingordi e pigri vogliono tutto e non danno o non fanno nulla per meritarselo.
Il momento storico per la società italiana è particolarmente delicato, occorre un po' umiltà e autocoscienza per poter sostenere la cultura, l'economia e la dignità dell'essere italiani. Facciamo sempre gli splendidi quando ci rapportiamo al resto del mondo, ma siamo solo degli sciocchi che si stanno portando al livello di un paese del terzo mondo, e non per colpa della finanziaria, ma per colpa di una popolazione, pigra, bolsa e avida di denaro e comodità delle quali può fare a meno. Confido che la paura della povertà e l'umiliazione di essere etichettati come pezzenti risvegli questo paese intorpidito dal mito del sovraconsumismo gratuito, che non esiste tutto è da pagare anche se tra sei mesi o a piccole rate, tutto paghiamo spendendo oltre quanto ci si possa permettere. Ingordi e pigri non fate il bene del paese e delle aziende in cui siete, smettetela di avvelenare tutto con quel vostro egocentrismo smodato e mettetevi a disposizione delle vostre famiglie, delle vostre aziende e del vostro paese, ritrovando e riproponendo dignità e valori per voi stessi e per tutti.

domenica, ottobre 16, 2011

Qualcosa è Cambiato

E' passato già da un po' l'equinozio d'autunno che ha segnato il cambio della stagione, ma solo ora si comincia a sentirne l'effetto, soprattutto la mattina e la sera. Se da questa introduzione e dal titolo del post si può pensare al solito lamentio su come sono cambiate o scomparse le stagioni, bhe non è così. L'accenno al cambio di stagione è dettato dal fatto che nel mio metabolismo l'autunno corrisponde all'inizio della stagione sportiva del baket (il mio grande amore) e al contrario egli ultimi 7 anni, questo inizio di stagione è diverso...
Ma facciamo un passo indietro, giustappunto quando giocavo, il tempo in cui fine agosto era il momento della prepazione atletica propedeutica a riprendere la forma, prima di inizare gli allenamenti regolari comprensivi della tecnica e del gioco di squadra, che temporalmente si collocava a metà settembre arrivando così al cambio di stagione, l'equinozio d'autunno, che segnava l'inizio del campionato agonistico che mi avrebbe portato alla scontro con altri atleti per 9 emsi pressapoco. In quel periodo il periodo che ho descritto era come la rinascita di ogni anno, lo sentivo e mi galavanizzava più del compleanno, era il periodo di maggior vitalità, fisica e mentale. Nonostante la grande fatica del corpo, l'eneergia mentale era tale da spingermi e trascinarmi alla forma migliore per affrontare il resto del campionato. Ad un certo punto questa magia è scomparsa, un po' per aver smesso di giocare, ma anche perché non c'erano più stimoli, fagocitato da una routine sconosciuta, grigia e deprimente. Ho smesso di giocare presto per diversi motivi, a 27 anni il primo grande stop, poi ci sono stati dei tentativi di ripresa, ma ormai la magia era persa, arrivando così a 30 anni che per non restare deluso dai fallimenti ho smesso definitivamente di giocare, attraversando una parentesi come vice allenatore per non abbandonare del tutto il mio amore più grande. Ma anche questa parentesi è durata poco, ed è così che si è persa per strada anche quella magia dell'equinozio d'autunno. Sono passati ormai 7 anni, mi ero quasi scordato di quel periodo, di quelle sensazioni di quello stato psicofisico che erano peculiari di quel momento dell'anno.
Bene qualcosa è cambiato! Non sono ancora riuscito a comprendere quele sia stata la molla scatenante, l'evento specifico che ha dato questo effetto amarcord, sta di fatto che in questa ultima settimana, il mio corpo e la mia mente stanno ritornando a mettersi in movimento in modo diverso dagli anni precedenti e più simili al periodo in cui iniziava la stagione di basket. Pensavo di aver dimenticato quello stato di grazia, ma appena si è ripresentato, non ho dubitato un attimo, non ho avuto esitazioni a riconoscere quei piccoli dettagli che mi hanno riportato alla mente il tempo che fu del mio periodo di maggior fulgore sia come sportivo, sia come persona. Felicemente accetto questo cambiamento nonché ritorno a quella condizione di allora che mi faceva stare bene. Di certo non la lascerò sfuggire tanto facilmente, ovvimente sarà assai difficile che mi rimetta a giocare, non me lo posso più permettere, ma certamente sfrutterò questa "specie" di rinascita per migliorare la qualità della mia vita a tutto tondo. Credo che,
passatemi la metafora fuori tempo, il letargo dopo 7 anni sia finito; posso risvegliarmi da un troppo estenuante torpore.


mr.zugo

domenica, settembre 11, 2011

Magia delle 7

Stavo per andarmene a letto, quando per chiudere la serata mi sono ascoltato una canzone per ultima e mi sono ritrovato qui a scrivere. Non so se per voi sia lo stesso, ma credo proprio di sì, ma a me capita che ci sono alcune canzioni che hanno un effetto devastante. Nonostante con sole 7 note di base e lo sviluppo di tutte le loro varianti, le innumerevoli combinazioni che possono produrre solo alcuni motivi musicali, uniti ad alcuni escusioni vocali che taluni cantanti hanno danno come effetto una specie di assuefazione e permeazione tale che non ci si scolla più di dosso. Che sia un motivo lento piuttosto che uno più energico, solo musicale o cantato diventano nostri a tutti gli effetti divenendo un elemento significativo della nostra energia, della nostra emotività, della nostra spiritualità, insomma creano una sorta di seconda pelle con cui ci muoviamo nel mondo. Non sto a fare un elenco perché ci passarei la notte, come ognuno di voi. Tolte le pietre miliari, che possono essere una 10 su per giù per ognuno di noi, l'elenco a ben vedere si allungherebbe tanto quanto sono i nostri anni di ascolto di musica.
Per me senza musica è quasi impossibile stare, potessi l'ascoltere anche sul lavoro ma ovviamente non è appropiato, almeno per il mio ambiente, ma per il resto della giornata ogni occasione è buona per accendere la radio o far andare un CD, come a comporre una colonna sonora del film della mia vita. Di base sarebbe molto una colonna sonora molto eneregica e dinamica, preferendo rock e discomusic anni 70 e 80. Ora che ci penso il periodo migliore della mia vita era proprio legato al maggio periodo di ascolto della musica che mi caricava per gli eventi della giornata, sull'autobus prima di andare a lezione, sul treno prima degli allenamenti o in auto prima della partia... Entrato nell'età delle responsabilità lavorative le occasioni sono diminuite parecchio, e la qualità della mia mia vita forse un po' peggiorata per questo, ma ho anche scoperto che seppure per solo 10 minuti dopo il lavoro la discomusic è un toccasana: fa dimenticare lo stress del lavoro e le fatiche della giornata caricando di adrenalina e dopamina il corpo e la mente. Sono solo 7 note con cui artisti producono sonorità e musicalità che vanno a scavare dentro di noi a toccare quelle corde che vibrano all'ascolto e che riverberano anche dopo, se solo iniziamo a intonare il motivo, l'effetto è lo stesso il nostro stato emotivo ed energetico cambia. Che poi è particolare come l'effetto sia in tutti i sensi, io ho parlato per me quindi in proiezione di energia e dinamincità, ma conosco persone che portano conse canzoni e musiche che amplificano l'effetto sentimentale talune volte in benessere perché evoca momenti piacevole, talaltre meno perché richiamano momenti meno giosi, ciononostante ci stanno dentro, ci rivestono come un guanto e difficilmente ce li possiamo togliere di dosso, ma credo che nemmeno vorremmo toglierci tali sensazioni date dalla magia di 7 note che si rincorrono si accavallano, si sovrappongono e si sfugogno tra loro. La mia vita è una colonna sonora, ogni musica richiama e prepara ad un evento, amplifica le emozioni di un sentimento antico o nuovo, detta i tempi delle mie esperienze passate.
Ve lo consiglio quando una giornata sembra insormontabile ed ha tolto tutte le energie, appena ne avete modo prendete il primo prodotto tecnologico che possa riprodurre musica e ascoltatevi la canzone che sapete vi prende e vi solleva da terra tanta è l'energia che vi trasmette, vi garantisco che ascoltata al giusto volume, il nero della giornata, mano a mano che scorre la muscia, scompare sino a diventare nullo riconcedendoci qul tanto che basta di umanità, restituendo quel respiro meno gravoso utile a finire decorasemente la giornata. Io lo sto facendo da qualche settimana ascoltando discomusic 70/80/90 e devo riconoscere che mi aiuta, quanto meno non mi addormento più sul piatto appena terminata la cena.


Si lo so sono banalità, ma non è nelle piccolo cose che si trova più facilmente soddisfazione?

mr.zugo

Insana Imbecillità

Ero titubante sullo scrivere questo post che ha come argomento l'imbecillità delle persone. Avevo appena pubblicato il post in cui mi dimostravo felicemente sorpreso nel trovare persone degne di interesse e platonica ammirazione, che in questa ultima settimana ho raggiunto il limite di sopportazione.
Lo scenario e quello lavativo, che già si mal si sopporta proprio perché si è al lavoro, ma il punto fondamentale è che in quest'ufficio è presente una ridondanza di imbecillità di prima categoria. Sono tra coloro che non si negano qualche momento di "svago" per alleggerire la tensione lavorativa rendendo meno pensante la giornata, ma l'oggetto di questo post e che sono spettatore di una trasformazione di queste concessioni divenute ormai un tormento. Alcuni soggetti pensando di essere divertenti (ed un tempo forse a piccole dosi lo potevano anche essere) passano la maggior parte del tempo a ripetere in modo morboso e alienante battute, grotteschi scimmiottamenti di altre persone dell'azienda o che hanno a che fare con l'azienda. Comportamento reiterato in qualsiasi situazione, anche in quelle in cui palesemente sarebbe il caso di darsi una regolata e un contegno; ne consegue che visto dall'esterno tutto ciò non è più divertente o piacevole, bensì grottescamente estenuante e snervante. Mi immagino dovervi lavorare ogni giorno per le ore in cui si deve stare alla presenza di tali soggetti che non risparmiano nessuno determinando, come scritto nel titolo, questa insana imbecillità che porta ad una distruzione dell'ambiente di lavoro, dell'efficacia delle giornata lavorativa sia per l'imbecille che si perde nelle sue stupidaggini anziché concentrarsi sia perché distrae  coloro che li circondano.
Sembra di stare in un parco giochi per "craniolesi", un asilo di bambini molesti e iperattivi che reagiscono a ogni evento distogliendosi da qualsiasi altra attività per fare il verso, la battuta o commentare a spoposito, e questo definendo una condizione in maniera gentile. Pensate se invece tale imbecillità fosse reiterata e fomentata vicendevolmente dagli stessi soggetti che ne sono attori, significherebbe che l'imbecille sono io a considerare il posto di lavoro un luogo in cui ci sono delle regole, dei doveri e degli spazi oltre i quali ragionevolmente non si dovrebbe andare... ma probabilmente sono scrupoli e modi di pensare obsoleti come il commodore 64.
Resta purtroppo il fatto che le persone si preoccupano più di aprire bocca per inutilità, imbecillità, lamentele, litanie totalmente egoistiche senza più guardare agli altri, alla realtà della vita e al rispetto altrui. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il protrarsi di inutili lamentele per 50 km di spostamenti di sedi di lavoro, definite ingiuste, schiaviste... Mi sono intromesso nella discussione dissentendo facendo notare che erano tutte banalità a confronto di altre persone che sarebbero disposte a fare anche 200 km per lavorare piuttosto che non avere un stipendio con cui pagare le spese e sfamare la famiglia. Ho sbottato proprio male, ma quanto stavo sentendo era proprio irragionevole, volevano parlare con senso dopo ben 6 ore passate a dire solo scemenze e scimmiottare chiunque, dicendo invece corbellerie egoistiche e irragionevoli. Ringrazio solo il fatto che era venerdì e che poco dopo ho potuto liberarmi dalla morsa di cotanta imbecillità per chiacchierare o meglio dare ascolto ad una amica che non sentivo da un po' di tempo che finita la telefonata, con un messaggio di testo sul telefono, mi ha fatto un complimento atipico che mi ha sinceramente rinfrancato. Quello che invece mi fa specie è che sono sempre stato molto tollerante, ma mi sto rendendo conto invece che ora lo sono meno, e superati certi limiti anziché stare zitto, apro bocca lasciando uscire parole secche, severe se non addirittura brucianti per dare una fine alla stupidità che dilaga in quel momento. Sarà l'avanzare dell'età sarà lo stress, sarà quel che volete però comincio a prenderci gusto a tarpare le ali alla imbecillità.

N.B. L'autore di questo blog è sempre il medesimo

mercoledì, agosto 17, 2011

Che Fatica

Era da tempo immemore che non passavo quasi una giornata intera su internet. Devo dire che rispetto ad un tempo mi stanco molto di più e più in fretta. Mi da la sensazione che sia diventato un lavoro a tempo pieno, considerando tutte le potenziali piattaforme dove ci si può iscrivere, quanti accessi occorre fare, click di qua e di là per visionare un po' tutte le pagine, i profili dei contatti, leggere le e-mail i messaggi, le bacheche, fare manutenzione dei propri profili, verificare e aggiornare sezioni nuove o vecchie, ecc. E' vero! Era parecchio tempo che non mi dedicavo al web come ho avuto occasione oggi  e quindi magari mi si sono accumulate parecchie cose, ma è pur vero, almeno dal mio punto di vista, che ci sono troppe pagine da visionare, troppe aree da gestire, troppe registrazioni ridondanti e comunque sia troppe funzionalità/applicazioni/servizi che occorre tenere sotto controllo. Dopo una giornata come questa comincio a farmi una ragione su quale sia il motivo che porta la nostra cultura sociale a stare su internet tutto questo tempo. Vuoi per risponderre ad un commento ricevuto, vuoi per visionare il nuovo album fotografico che qualcuno ha pubblicato, vuoi perché dovevi ancora risponsere a quella persona che ti aveva scritto già qualche giorno fa, poi vuoi negarti un aggiornamento di quello che accade nel mondo, vuoi non condividerlo o commentarlo dove è concesso farlo... Insomma è una piccolo labirinto che ti fagocita e non ti lascia più uscire con i suoi meccanismi perversi, tali per cui ti fai lo smartphone per poter essere "circuito" dalla rete anche quando non hai la possibilità di stare davanti ad un computer, e per non perdere l'ultimo commento, l'ultima battuta, la foto del momento, o chissà cos'altro. Una giornata impegnativa questa che ho affrontato oggi, e dovrei ancora fare innumerevoli click qui e lì, ma come sempre ho preferito dargli un taglio e venire qui a scrivere così da svuotare un po' la capoccia e riordinare un po' i pensieri, riprendendo in considerazione le cose ancora da fare fuori dalla rete, per arrivare a fine giornata senza perdermi qualche cosa per strada. Ammetto anche che in questi mesi che non ho vissuto internet così tanto, non mi sia mancato molto, forse qualche ora di connessione "sana" per consentirmi di venire qui a scrivere i miei pensieri più o meno sconclusionati, ma che mi permettono di alleggerire magari le giornate più tese o preoccupanti, ma per il resto direi che riesco a vivere bene anche se non sto connesso costantemente. Sia chiaro non sto ne giudicando ne demonizzando, ho solo condiviso alcune mie considerazioni e sensazioni sul mondo virtuale che sempre più ci attornia e fa parte della nostra quotidianità. Mi domando ora come potrebbe evolversi tutto questo sistema di condivisione e comunicazione sempre più globalizzata e capillare nella vita di tutti i giorni...


mr.zugo

lunedì, agosto 15, 2011

Zugo's Zoo

Lunedì di ferragosto, invece di dedicarmi alle faccende di casa, mi fermo qui per condividere con voi le mie frequentazioni. A ben pensarci visti i soggetti in questione quasi quasi apro un piccolo zoo.
Da quando sono tornato in queste terre pontina, non sono mancate le occasioni in cui gli animali mi abbiano fatto visita, soprattutto in questi ultimi 6 mesi pressapoco. L'ordine preciso di apparizione sinceramente non lo rammento, ma di quali animali mi si sono parati davanti, occasionalmente o intenzionalmente ne sono certo. In 22 mesi sulla mia strada o alle porte dei miei domicili si sono presentati:
  • un geco
  • 2 cani
  • 7 gatti
  • 1 rospo bianco (o grigio chiaro se volete)
  • 1 civetta
  • 3 colombi
  • 1 cardellino
  • diversi passerotti
A rileggere questo elenco sembra proprio un piccolo zoo che mi ha accompagnato in questi mesi con la ricorrenza dei gatti che mi danno l'impressione di venirmi a cercare intenzionalmente. Secondo una cara amica questi animali hanno un sesto senso, una seconda vista, che gli permette di vedere dentro le persone, e che all'occorrenza portino anche dei messaggi. Io non saprei dire, sin da bambino sono stato circondato dai gatti, anche quando non li trattavo troppo bene, di certo però considerato che molte delle mie conoscenze hanno dei gatti potrei davvero pensare, come in molte culture capita, che questo sia il mio animale guida. Per certi versi lo spirito di indipenza del gatto è molto simile al mio carattere, come anche  l'attaccamento a posti e persone.
Certamente il fatto di avere attorno degli animali, non è una situazione estemporanea; sin da ragazzo ho avuto occasione di stare in mezzo agli animali, nel vecchio cascinale in cui sono cresciuto sono stati miei compagni di gioco, i 2 cani, Roll e Toby oltre ai 4 gatti, Micia, Lince, Poldo e Tigre, e fin quando era in vita mio nonno, non mancavano conigli e galline. Insomma sono stato un eletto con il mondo animale, anche perché non sono mancate occasioni per poter accarezzare/toccare altri animali più o meno domestici. Ma lasciando questa divagazione animale, torniamo ai miei "ospiti pontini" dove per  la gioia dei gattofili qui di seguito trovate alcune foto dei gatti che ho incrociato, purtroppo degli altri non ho potuto documentare il "contatto ravvicinato" perché sono state apparizioni davvero fugaci e soprattutto notturne.

il gatto del muretto, un signore con il frac

il gatto del muretto si mete in posa

il gatto abusivo (si è appropriato del mio giardino)

il gatto abusivo che si crogiola

questa è Morgana (2011) la piccola belva di una mia amica

Morgana un anno dopo (2012)

 la gattina coccolona della vicina

ogni volta che mi sente uscire viene a farsi coccolare

Questo piccolo zoo credo non si fermerà qui, ho la netta sensazione che nel perdurare in questi luoghi, vivendo per lo più da solo, non mancheranno altre apparizioni e/o frequentazioni bestiali.
Che siano dei messageri o delle guide non saprei dire, ma per la mia seppur limitata esperienza sono rinfrancato dalla presenza o appazione di queste bestiole, quanto meno non posso sentirmi troppo una brutta persona, altrimenti non mi avvicinerebbero, perché di questo sono convinto, la sensibilità degli animali è di gran lunga migliore e più spiccata che non negli uomini, per cui visto che nessuno di questi animali mi ha aggredito, morso, graffiato, beccato posso per il momento starmene tranquillo.

mr.zugo

sabato, agosto 13, 2011

Punto A Capo

Ecco, ora la smetto, ve lo giuro. Nel mio piano di riordino della mia presenza sul web, questi ultimi piccoli cambiamenti su questa piattaforma credo definiscano il punto di non ritorno e di stabilizzazione.


Per prima cosa, non me ne voglia pannasmontata, ma non riuscendo a mettermi in contatto con lei per recuperare la vecchia immagine della testata, mi sono dovuto arraggiare per conto mio con questa nuova che potete vedere. Ovviamente ho cercato nel mio piccolo di emulare quanto aveva già fatto la titolare di questo template, ovviamente però prendendomi le mie libertà creative. Scusa ancora, ma senza immagine non potevo più state.

Ma tornando a noi, ho cambiato avatar in quantità, ma negli ultimi mesi, questo che vedete a fianco al mio nickname, è quello che mi da più equilibrio, anche perché sono io proprio. Si certo non sono in bianco e nero ne tanto meno sotto forma di disegno a matita, ma vi garantisco che sono io. Tra ieri ed oggi ho iniziato le pulizie estive, pronto per le prossime stagioni. Non ho rinnovato il dominio del sito che avevo, cosa che un po' mi rattrista, ma era d'obbligo. Troppo tempo fermo e ancora non mi ero deciso per una veste grafica che mi soddisfacesse, per tanto per risparimiare un pochino, ho abbandonato abacuc. Il progetto reale, sarà abbinato e molto vicino alle poche utenze virtuali che lascerò su questa landa cybernetica che sta diventando veraemente troppo vasta. Un blog è stato chiuso (ed è già il secondo che chiudo) considerato che non ho mai troppo tempo tenere troppe cose appese non serve a nulla. Ora i blog sono solamente due, questo ed un altro che considero il diario che raccoglie la voce della mia coscienze soiale, oltretutto questo secondo è stato ricollocato e consolidato in uno spazio web che sta tra il nuovo e il vecchio; considerato i molti servizi e l'ottimo supporto tecnico, mi sono affiliato a google, con tanto di mail, blog, youtube,  fotoalbum (picasa dove oltretutto risiede l'immagine nuova della testata di questo blog), google plus (controvoce di facebook), più tutta una serie di aree per la gestione dei documenti, calendari, ecc. Insomma sto riordinando un po' di cose e non per la smania di controllare o organizzare tutto (che male non fa) ma semplicemente perché al momento dai miei conteggi, memoria permettendo, sono a oltre 30 registrazioni differenti sul web. Quando ho messo su carta tale elenco, mi sono spaventato perché temo di non riuscire a stare a dietro a tutto e tutti, non ho il tempo per fare tutto, non riesco ad essere un superzugo o un wonderzugo che dir si voglia. Almeno in questa occasione, voglio riuscire, senza fretta ad arrivare ad avere 1 spazio unico, un dominio definitvo, che raccolga tutti i miei contatti sul web, dal quale chiunque possa raggiungermi senza dovermi correre dietro con le millemila mail, millamila blog, millemila socialnetwork, ecc. Insomma per  farla breve, un sito tutto mio dove oltre a mettere quel poco che avete già visto e qualcosina di nuovo, anche una pagina dedicata a tutte le pagine che mi riguardano sul web, come questo blog ed il resto...

Faccio punto a capo. Non solo riparto dal web per dare ordine non solo nella virtualità di queste pagine, ma anche nella mia vità. Ci ho messo un po' ne avevo già parlato un po' di tempo fa, ma ora almeno so quale direzione voglio e devo prendere. Non è più tempo di dispermi negli spazi e nel tempo, come non voglio ppiù disperdere energie inutilmente. I primi passi li ho mossi, sul web è tutto semplice a sapersi orinetare, nella vita un po' meno, ho cominciato con un bel 2 di picche, ma che mi sono preso volentieri visto che la controparte è di tutto rispetto. Eventi inattesi hanno smosso l'inerzia che mi attanagliava, dunque non mi resta che non fermarmi.

mr.zugo


P.S. sono le 3 passate del mattino, e non ho riletto quanto ho scritto, scusate eventualo orrori ortografici

giovedì, agosto 11, 2011

Quelle Cose Perse Nel Tempo

Non mi è parso vero, ma dopo parecchio tempo ed in un modo alquanto inaspettato per non dire del tutto casulae ho ritrovato una parvenza di "umanità". Niente azioni buone o storie a lieto fine ma soltanto una persona, una donna per la precisione, che mi ha sbattuto in faccia antiche virtù e valori, troppo spesso dimenticati.
Tutto è iniziato con uno scambio epistolare elettronico per lavoro dove nel corso del tempo è andato instaurandosi un dialogo sempre più serrato, rispettoso e collaborativo a cui sono seguiti anche ben presto contatti telefonici, tra queste due persone di per se sconosciute. Credo che entrambe le parti si fossero fatte un'idea ben chiara del proprio interlocutore, generando come conseguneza, rispetto e credo (sperando di non sbagliare) anche simpatia reciproca, producendo così una ottima collaborazione proficua e soddisfacente per entrambe le parti. Succede così che almeno da una parti, nasce un interesse particolare per la controparte che di giorno in giorno dimostra qualità che oggi sono rare da trovare; qualtià che portano ad evidenziare una solida concretezza di carattere e di spirito, accompagnati comunque da gentilezza, disponibilità e... sì, anche piacevole colloquialità, nonostante tutto sia circoscritto a rapporti di lavoro. Di questi tempi si corre talmente tanto che ci si dimentica che ci relazioniamo con persone e non con entità estratte e distanti, ma in questo caso, nonostante le tante responabilità, le vite personali che si sommano ai mille impegni ed altrettante telefonate, e-mail a vuoto, lo "scambio tra i due è umano": per me quasi inverosimile come realtà.
Eventi particolri che non sto a riportare, fanno si ché una delle due parti si espone e per un semplice impulso di contatto umano platonico chiede o se volete propone un incontro alla Lei in questione. Ed ecco il salto dal mondo lavorativo a quello personale, qui accade sempre di tutto, ed in questo caso esplode un mondo: entrambe le parti sono "fuori zona" e chi imbarazzato per la richiesta forse troppo intraprendente e chi per l'invito ricevuto del tutto inatteso, sono "nudi" alla vita di tutti i giorni. Qui spuntano fuori pesantemente quelle virtù ricche di valori. Lei si nega, gentilmente cercando di contenere l'imbarazzo, senza superbia o disprezzo o chissà quale altro sentimento, ha semplicemente palesanto che sarebbe inopportuno, in quanto Lei è impegnata... Questa cosa mi ha lasciato esterefatto! Nell'era in cui tutto è concesso e sdognato Lei candidamente si nega, non per preconcetto o chissà quali strani pensieri, ma soltanto perché non eticamente corretto... Spettacolare questa cosa!
Ci sono ancora persone che si hanno delle regole, vivendo di virtù e valori in cui credono, e non solo perché tutti si concedono qualsiasi libertà, ci si deve per forza uniformare, anzi al contrario, agiscono e si relazione per come pensano sia più giusto. Non ho mai nascosto che ero dell'uso dagli usi e delle consuetudini contemporanee, ma questa situazione di cui vi ho parlato, ha dato nuove nergie alle mie speranze. Chissà se esiste un qualsiasi tipo di catalizzatore per individuare e reccolgire queste persone che hanno quel certo spessore andato perso nel tempo, antico quanto ricco di umanità scevra dalle intossicazioni sociali della globalizzazione terzo millennio. Devo cominciare a cercare con più attenzione queste anime che sono troppo sperse per il mondo sole, contro una moltitudine troppo conformata e "fotocopiata" su se stessa.

N.B. L'autore di questo blog è sempre il medesimo

sabato, agosto 06, 2011

Questa Volta...

... posso raccontarla!


Quando:  giovedì 4 agosto 2011
Dove: sulla strada pronvicianele per Bra SP661


Erano da poco passate le 19.00 quando stavo percorrendo una delle solite strade provinciali piemontesi per incontrarmi con amici per una serata tranquilla a chiacchierare, l'a velkocità non era per nulla sostenuta, in quanto davanti a me a fare l'andatura c'era un auto articolato che trasportava un mezzo di movimentazione terra subito seguita da un altra auto. Il tratto di strada era in quel momento un rettifilo con due sensi di marcia ad unica carreggiata. Avevo preso anche distanza, oltre quella di sicurezza, dai veicoli che mi precedevano, e mi stavo acoltando la radio, tranquillamente, guardando quanto c'era intorno, per vedere se riconoscevo ancora qualcosa di quei posti che non attraversavo già da un po'. Ad un certo punto però la mia attenzione si è concentrata sulla strada di fronte a me, come se avessi avuto la sensazione di qualcosa fuori posto. Ed era così! L'auto davanti a mesi era fermata a centro strada pre svoltare a destra, con tanto di indicatore direzionale regolarmente in funzione. Nonostante non stessi andando veloce, 53 km orari circa (gran cosa il tachimetro digitale) mi stavo avvicinando troppo velocemente e pericolosamente al mezzo che mi precedeva ora fermo per eseguire la svolta, che ovviamente non poteva fare per il traffico nel senso di marcia opposto al nostro.


E' stato un attimo: rimesso le due mani sul volante, guardato velocemente specchietti retrovisori e spazi attorno al veicolo in attesa di svoltare, tempo di decidere, una frazione di secondo ed ero a ridosso dell'auto, frenato bruscamente, procedendo dritto, perché nel franttempo ho anche pigiato la frizione (mai farlo in questi casi) scalato 2 marce dalla 5 alla terza rilasciato la frizione scarto a destra passando con le ruote di destra fuori oltre il ciglio della strada sulla terra battuta, sconnessa, accelerando per non perdere trazione e direzionalità, chiuso per un nanosecondo gli occhi, e riaperti per completare la manovra di rientro nella carreggiata, controllando gli specchietti, per assicurarmi di non aver lasciato danni o peggio alle mie spalle. E solo in quell'istante mi sono reso conto che l'auto in attesa di  svoltare suonava a rotto di collo il clacson per lo spavento che gli avevo procurato, al ché meccanicamente ho tirato fuori il braccio per chiedere scusa, continunando ad allontanarmi con il fiato rotto; incredulo allo scampato pericolo, non ho toccato neanche gli specchietti esterni mio o dell'altro veicolo, domandandomi come era possibile non aver fatto distrastri all'altra auto od alla mia; la mente bloccata su due pensieri: " sono un delinquente..."(=traducibile in grandissima testa di cazzo) e "ancora una volta il mio angelo custode della guida me la fatta sfangare"...

Dopo qualche km mi sono fermato, con ancora il cervello inceppato, su quei due pensieri. Sono sceso dall'auto ho controllato che non ci fossero danni, accendendomi meccanicamente una sigaretta e cercando di ripercorre al rallentatore, come in un film, l'accaduto cercando di capire dove mi ero perso in quel tratto di strada, per non accorgermi cosa stava accadendo davanti a me... come era possibile che dopo più di 250.000 km precorsi possa ancora incappare in queste distrazioni "banali quanto fatali". L'auto era integra, i semi assi e la ruote sembravano a posto... Ho terminato di fumare la sigaretta osservando le auto scorrermi a fianco e chiedendomi ancora come era stato possibile, come diamine mi è passato per l'anticamera del cervello, chiudere gli occhi anche solo per quel brevissimo, infinetesimale istante... era l'unica cosa di cui mi sono effettivamente e stranamente terrorizzato. Tutta la manovra in emergenza per colpa della mia distrazione è stata fatta nel modo giusto per evitare il tamponamento e chissà cos'altro, ma non mi perdonavo la chiusura degli occhi, in quel momento in cui non avrei visto cosa sarebbe potuto accadere...

Ora che ne sto scrivendo è già il giorno dopo, son passate più di 24 ore, ed ancora sto rivivendo tutta la scena accomapagnato da un solo pensiero: un istante è tanto breve quanto fondamentale, e non posso più sprecare i miei istanti vanamente. Domani la chiamo e le chiedo di venire a prendere un aperitivo, un caffè o un gelato, per non avere rimpianti e sperando di fare i prossimi 700 km indenne.

mr.zugo

martedì, agosto 02, 2011

Evidenza Dei Fatti

Il mercato del lavoro è allo sfascio, molte città, le cui realtà economiche non hanno saputo essere lungimiranti e parsimoniose al tempo in cui occorreva, sono stagnanti se non in remissione come opportunità e tenuta dei posti di lavoro, ed una di queste temo fortemente sia Torino. Se pensavo ancora una volta di riuscire a tornare nella mia città, questa volta mi devo arrendere all'evidenza dei fatti: non è più possibile.
Posso solo sperare un domani, remoto domani (non prima di 36 mesi), di chiedere un trasferimento ma che difficilmente mi concederanno. Le oppotunità di lavoro si assottigliano (se come penso prima di 18 mesi non ci sarà un rinvigoimento delle opportunità), e non a caso altre persone a me care stanno considerando un cambio radicale di piazza per la ricerca di lavoro. Attualmente, senza ipocrisia, ho un posto di lavoro che molti sognano, per tanto non posso pensare di fare la solita testa di capitone e mollare tutto, solo perché voglio tornare a casa. Sarebbe una scelta irresponsabile e indignitosa, oltre che irrispettosa verso coloro che fanno fatica a trovare lavoro. Non sarebbe bello dire "me ne fotto e mollo tutto" solo per un capriccio personale.
E poi devo anche essere onesto con me stesso, la scusa di essere ancora da solo perché mi definisco zingaro ed apolide, non regge più; sento la mancanza di una compagna di viaggio (forse l'avevo scritto anche un paio di anni fa) e se non metto radici da qualche parte sarà ben difficile che possa pensare di farmi avanti con qualcuna, sereno e consapevole di non fuggire da lì a qualche mese per chissà quale colpo di testa lavorativo.


L'evidenza dei fatti è che devo mettere la testa a posto e iniziare una nuova vita, vera e diversa da quella del ragazzo sempre in fuga; devo ricalibrare esigenze e doveri da qualche parte nel mondo. Un mezza intenzione già ce l'ho, impegnativa economicamente e moralmente, ma sta maturando con una certa velocità e consistenza, per cui la trasmutazione da gitano a stanziale sta avvenendo in un modo o nell'altro.

Saranno i 40 che si avvicinano e il senso della solitudine aumentando ma comincio a sentir voglia di pantofole!

[aiuto no... vi prego non fatemi diventare un pantofolaio... aiuto]


mr.zugo

lunedì, luglio 25, 2011

Mi Perplimo

E' da qualche settimana che manco su queste pagine. A parte una connessione UMTS con chiavetta della compagnia telefonica "arancione" che mi da parecchi problemi, è un momento in cui avrei molte cose da scrivere: del lavoro, di gatti che mi assediano pacificamente a casa, delle aspettative di una casa a vivibilità migliore e molto altro ancora, ma è un dato di fatto che non riesco a mettermi davanti al PC a mettermi a scrivere. Ho ri-passato i soliti stati d'animo di chi vive da solo cavalcando strane euforie per poi fasi sommergere dal lievi depressioni. Una cosa però si è consolidata nella mia mente: comincio ad essere allergico ad internet. Ho provato a fare un elenco di quante registrazioni ho al momento sulla rete e di quante ne ho già cancellate: mi sono spaventato; non fosse per una moderata memoria e le liste scritte da qualche parte con tanto di pasword ci si perde in tutte queste "vite" moltiplicate sulla rete web. Dalla banca all'assicurazione dell'auto, dalla carta di credito alle prepagate telefoniche,d alle mailinglist private alle newsletter professionali, dai blog ai socialnetwork.


Più ci penso più l'idiosincrasia sale e sto attuando a spizzichi e bocconi una lenta pulizia sulla rete, riducendo al minimo ed essenziale. Poco fa ho fatto richiesta al supporto tecnico di questa piattaforma di cancellare il terzo account che avevo (il secondo era già stato soppresso qualche me se fa), e giusto 2 giorni fa è scaduto il domino sul quale avevo il mio sito amatoriale con cui ogni tanto giocavo. Tenetevi dunque pronti a ricevere qualche messaggio da qualche parte in cui vi do' nuovi ed ultimi recapiti del mondo web, sto invecchiando e non riesco più a stare su troppo e diverse piattaforme, duplicando e reinventando "stati", "fotoalbum", gruppi di amicizie, ecc. Ero arrivato al punto di sopendere e/o chiudere anche questo blog, ma mi è venuto il magone, per cui si è salvato. Seppur non scriva più con una certa frequenza qui ci sono gli ultimi 4 anni di pensieri e parole della mia vita, sarebbe un peccato dare un colpo di spugna così.
Non sto ad annoiarvi con altri pensieri più o meno sensati, concludo dicendovi che mi perplimo di come odiernamente i mezzi che ci consentono ci portano a stare a testa china o diretta ad un monitor piuttosto che tenere la testa alta e vedere chi o coa abbiamo di fronte.

Bene dopo questo piccolo delirio, mi riassento sino alla prossima occasione in tornerà una vena scrittoria più o meno lucida.

mr.zugo

venerdì, maggio 13, 2011

Una Notte Con A.

Una sera come tante... di ritorno a casa dopo una serata con gli amici, ma prima di rincasare ancora una birra per pensare agli errori degli ultimi giorni. Mi fermo al solito vecchio pub, oltretutto è tanto tempo che non ci andavo. All'OldAmerica istantanee ebbre di gioventù hanno riempito le serate con gli amici ormai dispersi chissà dove. Sono le 03.00 del mattino e mi siedo stancamente al bancone, da solo è inutile prendere un tavolo e sarebbe oltretutto anche triste. Saluto Vice, sempre al suo posto insieme agli altri soci del pub, sempre pronti ad accoglierti come uno di casa anche se non ti vedono da anni. Claudio mi guarda e chiede sorridendo "porrones?" io alzo gli occhi e lo guardo e gli rispondo "massì vada per un porrones, ma piccolo, da solo un litrò non ce la posso fare" e lui risponde "ok la solita media chiara allora". Dopo anni ancora si ricorda la serata dei porrones stillati da sopra i tavoli con noi seduti a terra a bere, che storia malta quella sera.
Ed è in quel momento che la ragazza che era a fianco a me mi guarda sorridendo e mi dice "ti sei dato alla pazza gioia?" io le rispondo "anni fa... ora sono più morigerato e con altri interessi, il porrones lo lascio agli sbarbatelli". E da lì inizia una piacevole chiacchierata di tutto un po' con lei che a dir la verità un po' stona in quel posto, troppo bella e troppo fine, ma in fin dei conti si viene da Vice proprio perché trovi ogni genere di personaggio ed è uno di noi, uno di casa comunque. Ad un certo punto ci rendiamo conto che possiamo anche proseguire la chiacchierata altrove, e tra una parola e l'altra, una battuta qua è là, anche a doppio senso, si finisce a casa sua. Manco ci siamo presentati, sta di fatto che la confidenza che si era creata al pub diventa intimità e si finisce con il ritrovarsi avvinghiati sul letto, prima con i vestiti e le bocche unite, e poi senza vestiti raccolti in libere effusioni ed entusiasti del tempo che condividiamo uniti, a contatto l'uno con l'altra. Le ore passano e non mancano le idee per non annoiarci tra risa sommesse, gemiti, coccole e gesti più o meno proibiti e lussuriosi. Lei è calda e fresca allo stesso tempo, non si stacca mai da me, come a cercare vita nel contatto tra la nostra pelle, le nostre labbra, ed io estasiato mi lascio riempiere del suo odore e dal suo calore, restituendo me stesso allo stesso modo. Ad un certo punto mi chiede di essere chiamata per nome "chiamami A." ed io non mi nego alla richiesta salutandola, presentandomi a mia volta.
Le ore passano e siamo ormai oltre l'alba e si è dormito poco; ad un certo punto sussurando lei mi chiede di andare via. Perplesso cerco spiegazioni con lo sguardo ma i suoi occhi si fanno tristi sino a quando dalle sua labbra escono queste parole "dovevo lavorare questa notte, ma non mi andavano i soliti clienti, volevo un uomo per me, per la me stessa che ero". Per un attimo fatico a comprendere le sue parole, poi forse penso di capire: l'accarezzo dolcemente e la bacio sulla guacia e le sussurro alcune parole all'orecchio dolcemente. La bacio nuovamente. Lei lentamente si ritrae, io mi alzo dal letto e mi rivesto senza fretta, quando sono pronto mi sporgo su di lei sul letto e le tiro le lenzuola sulle spalle, la ringrazio e la saluto. Lei contraccambia ma non si volta, mi avvio e quando sono sulla porta della camera sento la sua voce sensuale che dice: "grazie per aver amato A." Sorrido e surrando rispondo "grazie di esserti fatta amare" e mi chiudo la porta alle spalle.
Quando sono in strada è giorno fatto e suona la sveglia delle 09.45 della domenica mattina, un suono che parte da lontano, cerco il telefono che non è in tasca... eppure sento la sveglia, dov'è il telefono? In casa di lei?...
Apro gli occhi la sveglia del telefono suona, suona da sopra il davanzale di casa, sono a casa mia.
E' stato un sogno.
Già solo un sogno.
Però ho una strana sensazione, ancora intorpidito dal sonno, è come se sentissi ancora il profumo di A. sulla mia pelle... peccato che era solo un sogno, un sogno di una bellissima notte mai vissuta.


mr.zugo

mercoledì, maggio 11, 2011

Dissolvendo Invisibili Fili

Succede così nella vita di ognuno... Di certo nella mia. Rapporti che nascono, rapporti che terminano, rapporti coltivati, insomma relazioni che si intrecciano tra le persone e incosapevolmente vengono vissuti, goduti e ad un certo punto abbandonati, persi, interrotti.
Mi vien da pensare che quasi quasi queste interazioni tra le persone abbiano comunque e sempre una data di scadenza, per lo più ignota.
In una vita le conoscenze che si fanno sono molteplici, per alcuni limitate, per altri difficili da contare ed a volte anche da ricordare, ciò non toglie che non possiamo esimerci dall'avere degli scambi con il mondo di persone che ci circondano. Per quello che mi riguarda ho avuto la fotuna (e spero di averne ancora) di incrociare molte persone e da tutte ho avuto sempre qualcosa. Alcune delle relazioni che ho avuto sono passate nell'oblio, interrotte per lo più per questioni mai troppo drastiche, infatti a ben vedere sono solo rapporti scaduti che non avevano modo di proseguire. Non erano realtà meno importanti di quelle che sono rimaste, solo non avevano altro da esprimere e da dare, anzi reiterarle avrebbe potuto solo deteriorare quello che c'era. D'altro canto visto da un altra prospettiva forse l'abbandono, l'interruzuone potrebbero essere considerati come un gesto egoistico o di debolezza per non volersi impegnare o nel non voler sacrificare qualcosa di se stessi a favore di una realtà da far crescere e da condividere con qualcuno.
E' già da un po' di tempo che sto considerando questi fili invisibili che uniscono le vite delle persone e mio malgrado sto raggiungendo la consapevolezza che alcuni di questi fili che mi uniscono ad altri si dissolveranno nell'oblio, relegandosi solo a poche e convenzionali occasioni di scambio e condivisione. Si consapevolezza, perché anche a non volere, ci si ritrova in situazioni tali per cui si ha la senzazione che in qualunque modo si possa pensare di fare non se ne vede  il beneficio. Sarà la mia natura, il tipo di scelte razionali che ho sempre fatto nella vita, sarà questione di destino, non so quale di queste cose possa essere ma di certo, come in passato, mi ritroverò a scegliere il male minore dissolvendo fili invisibili per il quieto vivere, se non mio, degli altri.
Amori sbocciano, crescono e finiscono, amicizie nascono si consodilidano e poi si disperdono nel tempo e nello spazio, affetti spuntano inattesi e si lasciano andare senza motivazioni: forse come ho letto da qualche parte la vita è un ciclo continuo di esperienze e... forse non necessarimanete con le reincarnazioni. Di fili importanti e significativi me ne se sono rimasti ben pochi, tra vita mia e quella degli altri sempre più arduo approcciare con la giusta filosofia emozionale gli eventi di una quotidianità che non ha più molte regole e dove pare che i valori si disperdano un po' come neve al sole.


mr.zugo

martedì, aprile 26, 2011

Maledetta Linea di Confine

Sono di nuovo incazzato con il "destino" (sempre che esista). Sono attanagliato da un senso di disagio e non possono trattenerdi da scrivere qui dopo aver ricevuto una brutta notizia.


Una giovane ragazza è venuta a mancare a causa di un incidente d'auto: forse per una fatalità, o per mancanza di cautela o di prontezza... ma non importa il motivo, resta il fatto che domani Sonia M. non ci sarà. Per me era una collega di lavoro che conoscevo poco, ma era una figlia, una fidanzata, un'amica e altro ancora; con i suoi 30 anni o poco più aveva ancora molto da dare e da godere nella vita. Una giovane vita che non potrà più essere esuberante e sorridente nella sua presenza e che certamente mancherà a molti, ai suoi affetti più cari e più vicini.
Sono eventi che ti fanno capire che forse non viviamo abbastanza per goderci ogni giorno come si dovrebbe, ed io mi arrabbio ancora una volta perché una giovane ragazza che era parte delle mie giornate non c'è più, e non è la prima che devo lasciare nel mio cammino... troppo giovane, troppo poco tempo le è stato concesso. In poche ore sono molte le persone che hanno espresso il dolore per la sua perdita... dunque era ben voluta, dunque non mi capacito perché non ci debba più essere. Sarò retorico e banale, non so, ma ciò non toglie che mi sento un po' in colpa per essere soppravvisuto a qualcuno più giovane di me per non dire quasi coetaneo. Riccardo, Stefano Daniele, Igor, Alessandro, Giuliana sono alcuni di coloro che non ho più con me anche solo per un ciao o un sorriso, e questo mi fa incazzare. La linea di confine non si conosce e per questo dovremmo onorare ogni giorno. Ciao Sonia, è stato un piacere incrociare il tuo cammino seppur per un tempo breve e "stressato".


Perdonate lo sfogo, ma proprio non riesco a non incazzarmi per queste cose, troppo imprevedibili e troppo inattese.

venerdì, aprile 08, 2011

Del Viaggiare

Da quando posso ricordare ho viaggiato molto, ma non come spesso oggi si intende. Le mie occasioni di espatriare sono state molto sporadiche e nella quasi totalità legate alle mie pratiche sportive, quindi in gioventù quando ancora ero vincolato agli adulti.
In realtà ho viaggiato molto sulla media breve distanza per lo più in italia e per motivi più disparati e mi sono reso conto nell'ultimo mio viaggio Torino-Roma-Torino che adoro viaggiare non per la meta da raggiungere, non per vivere nuove esperienze in luoghi ameni o d'interesse, ma per il panorama e le persone che ogni volta il viaggio mi propone. Si i paesaggi sono uno scenario che mi affascinano e mi portano a divagare con la mente, e le persone che si incrociano nei viaggi hanno sempre quell'aria che generalmente nella quotidianità non si trova se non nelle stazioni dei treni o delle metro: chi tra il sognante e il felice, chi affaticato ma sereno, chi addolorato e sconfortato.
In ogni stagione, in ogni orario del giorno i paesaggi che posso aver attraversato mi hanno sempre in qualche modo emozionato, mi fanno pensare a come il territorio sia mutevolmente immobile, la terra non si muove, ma noi sopra di essa si, bastano pochi kilometri per passare da verdi colline a spiaggie di mare o ancora dalla nuda campagna arrivare alle montagne. Ovviamente da questo discorso un po' si escluse il viaggio in aereo, dove se non si ha la fortuna di stare sul lato finestrino di paesaggio se ne può vedere ben poco ma quel poco che si vede in realtà è molto di più tutto insieme rispetto a quello che si può osservare dall'auto o dal treno. Nell'ultimo viaggio mi sono ritrovato a pensare che quella strada, già era stata percorsa duemila anni fa, ad una velocità oggi improponibile, con mezzi per niente confortevoli e con rischi molto più grandi di quelli odierni. Duemila anni or sono a passo d'uomo o nella migliore delle ipotesi in groppa a qualche animale, le persone passavano attraverso quei territori senza vedere anima viva, senza sapere cosa avrebbero trovato dietro la prossima curva o dopo la salita, e ad ogni fortificazione sopra un'altura o ad ogni agglomerato di case, deviavano il loro percorso per trovare modo di riposare e rifocillarsi, mentre noi oggi corriamo ai 130 km orari senza nemmeno più guardare il paesaggio che ci circonda, limitandoci a vedere i cartelli e le aree di sosta e poco più di quello che c'è a ridosso della strada; invece c'è molto di più: persone che lavorano la terra, persone che attendono l'autobus nella strada laterale a quelle che stiamo percorrendo, ci sono ragazzini che giocano nei cortili dei casolari spersi nelle campagne, oppure ancora auto piccole piccole che salgono verso i paesei arroccati a qualche kilometro di distanza da dove noi stiamo passando, ci sono panni stesi ad asciugare fuori dal balcone; il paesaggio si racconta per come viene vissuto, accudito come gli uliveti o le vigne o i campi di grano o ancora peggio maltrattata, come le cave di marmo, grandi voragini del terreno come enormi ferite a cielo aperto; ad ogni stagione poi gli stessi luoghi cambiano aspetto e cambiano magari anche storia, come sono diverse e mutevoli le storie delle persone che viaggiano. A seconda del mezzo di trasporto e degli indumenti indossati già si può intuire che tipo di viaggio sta intraprendendo ognuno di noi, ed il gioco è immaginare, indovianre quale sia diventando un bel passatempo: intuire quale sia il tipo di viaggio e l'umore delle persone che si incrociano nei viaggi... Ognuno viaggia sempre per un motivo e non sempre solo per piacere, e non in poche occasioni all'anno; c'è chi viaggia annoiatamente per lavoro, chi viaggia per riunirsi a familiari in circostanze per nulla liete, chi viaggia per tornare a casa, chi viaggia per piacere che si tratti di pochi giorni e settimane, chi viaggia per amore. Ma mentre il paesaggio escluso il cambiamento avuto con il cambiare dell'urbanizazzione vagamente è rimasto simile a se stesso, i viaggiatori sono cambiati nel tempo... saranno i mezzi di trasporto, saranno le vite diverse, sarà la frenesia del terzo millennio, ma tolti quei pochi che si ritrovano disgraziati senza mezzi e quindi si arrabattano in qualche modo e vivono il viaggio in tutto e per tutto, di tutti gli altri, me compreso, ci stiamo dimenticando a poco a poco il significato del viaggio. Facciamo in modo di partire ed arrivare ai nostri comodi, di farlo velocemente o economicamente sperando di non avere intoppi per arrivare prima, quando invece io credo che il viaggio possa essere lo spirito dell'uomo: l'esplorazione, la scoperta di quello che sta tra la partenza e l'arrivo; più ci penso e più mi riscopro ad aver guardato con occhi di bambino tutti i paesaggi che ho attraversato, arcobaleni, colline, montagne, più o meno vicine, coste di mare, città nascoste nelle insenature, vele di barche in lontanza sul mare, riflessi argentati sulla superfice di laghi protetti tra le montagne, alberi e vegetazioni che ancora oggi a forza resistono al cemento ed all'asfalto, case semiabbandonate a poche centinaia di metri da lingue di asfalto su cui corrono centinaia di migliaia di mezzi. Il viaggio oggi è solo un intermezzo della vita, quando un tempo era l'espressione del futuro, l'andare verso qualcosa di nuovo attraversando paesaggi e incontrando personaggi entrabi sconosciuti, uno spirito di avventuara che oggi forse pochi hanno, considerato che tutto e programmabile, scopribile,  noto ancora prima di partire. Oggi il massimo dell'alternativa e fare un viaggio estremo con pochi mezzi attraversando zone non particolarmente urbanizzate, ma sempre con viaggi e strutture organizzati... Poveri Marco Polo e Cristoforo Colombo che sono nati nell'epoca sbagliata? O poveri noi che non abbiamo più lo spirito della scoperta?


mr.zugo

Disumana Tecnologia

Ognuno di noi in questo terzo millennio si troverà quanto meno a sentir parlare sia di internet che di tecnologie, e comunque ad avere un certo tipo di rapporto con queste.  Occorre una premessa:  di questi tempi chiaramente non si può eliminare ne internet ne le tecnologie che sono presenti ed ci aiutano nella vita di tutti i giorni, ma  e in questi discorsi c'è sempre un ma... Ma a ben pensarci c'è qualcosa che a me stona in tutto questo internet e nelle nuove tecnologie. Considerando che nella mia famiglia non si è mai navigato nelle agiatezze, per cui molte delle cose che per gli altri sono nella norma avere, e acquistare per me non lo è : ogni cosa ha un suo tempo ed una sua valenza economica e intrinseca. Per cui ho sviluppato una curiosità mostruosa verso tutto quello che non possiedo ed anche verso tutte quelle persone che non vivono un po' come me, ma a livelli decisamente diversi. Non potendo star al passo con gli altri e il mercato economico, mi incuriosiva ogni cosa, persona, atteggiamento, arrivando a prendere in  considerazione addirittura i dettagli più insignificanti.
Premesso questo come ho già detto e scritto altre volte in altri luoghi, sono 17 anni che posso mettere le mani sui computer, e 14 che ho la possibilità di "surfare" su internet, terreno fertile per la mia a volte insana curiosità concedendomi l'opportunità di vedere cose, luoghi di cui gli altri parlano perché le possiedono o ci sono stati, o le indossano o le mangiano. Ho navigato in lungo e in largo su ogni cosa destasse la mia curiosità, per cui sono entrato in molti portali, community, e similari. Unitamente alla mia insana curiosità ho anche un altri due difetti di cui uno spero si noti poco l'esistenza: intransigenza e impazienza. Queste due unite insieme sono in perenne conflitto con la mia curiosità che mi porta a provare ogni cosa mi sia a tiro, per poi stufarmene con una certa facilità una volta che ho raggiunto tutti gli angoli che desideravo mettere in luce. Per cui quando faccio il demonizzatore è solo un modo per levarmi l'insofferenza del soggetto in questione che negli ultimi 4 anni sono diventati: internet con annessi derivati e le tecnologie. Ovviamente non se ne può fare a meno, ed io sfogo la mia insofferenza demonizzando queste due cose, che in realtà sono assai presenti nella mia vita quotidiana dove io però cerco di stare il più indietro possibile, non foss'altro per non spendere invano quei pochi soldi che ho (ok se smetto di fumare ho 2.300 circa in più da spendere lo so). A questo si aggiunge il fatto che il resto del mondo non fa che correre dietro a internet e tecnologie ed io mi frustro per una situazione in cui mi vede in antitesi con la realtà che mi circonda. E' vero che esagero con certe riflessioni e proposizioni argomentative, ma credo di non fare male a nessuno, anche perché mi sembra di non dire mai agli altri cosa devono o non devono fare con internet o le tecnologie. Viene da se che dopo essermi levata la curiosità mi annoio e quindi cambio o modifico in continuazione determinate situazioni su internet: profili, blog, siti, ecc. o in termini di prodotti tecnologici, ho poco interesse per cose che non posso acquistare e ben che meno ho necessità di utilizzare e non enfatizzo dunque quelle in possesso di altri se non per ironia e solo in alcuni casi per invidia. Ecco qui spiegato perché ho questo atteggiamento. Se potessi permettermelo io avrei l'ultima versione tecnologica per un portatile, l'ultimo telefonino,  o l'ultimo televisore, stereo, ecc. od anche stare le ore sui maggiori social network, ma in verità mi posso permettere solo quello che funzionalmente mi è indispensabile, cosa che mi porta spesso a a rivedere molte delle registrazioni di internet, dove non occorrendomi più ora ne faccio debita pulizia ed eliminazione. Spesso mi leggerete contro le tecnologie, i media ed internet, non fosse altro perché non ho fiducia negli uomini che li usano, ma il più delle volte ne abusano. Un abuso che ultimamente mi fa vedere un allontanamento delle persone dalle persone, facendo dimenticare il rapporto diretto e schietto, ma permettendo di gestire emozioni e sentimenti da dietro strumenti e mezzi che impediscono di mettersi in gioco e poter tenere sempre un contegno ed un distacco. Questa tipo di realtà mi rattrista in un certo qual modo. Io aspetto solo il giorno dell'olocausto tecnologico in cui si tornerà a scrive con  carta e penna e ci si darà appuntamento in una piazza o in bar per parlare, discutere, giocare...

giovedì, marzo 24, 2011

Sold Out - Esaurito

In questi primi tre giorni della settimana ho dato fondo a molte, troppe, energie mentali e nervose. Non è bastato fare mente locale e riordinare idee e pensieri nella mia testa, sistemare alcune faccende più o meno personali oppure dare un nuovo indirizzo al mio approccio lavorativo... Nonostate l'impegno profuso i risultati sono stati per lo più deludenti, la volontà e la costanza delle ultime settimane sono culminate in risultati che non mi hanno per nulla appagato. Quanto scrivo in questo post è sicuramente fumoso, poco chiaro e volendo forse anche un po' ambiguo, ma non è nella mia indole stilare cronologie di eventi lavorativi, piuttosto che personali in modo chiaro e discorsivo. Quando si affollano diversi pensieri nella mia testa, non posso far altro che dar loro un senso e un orientamento.
Ho cercato di essere meno dietrologo nelle varie cose, ho cercato di ripulire l'atteggiamento, ho preso le distanze da quanto non mi aggrada; nonostante queste intenzioni e le azioni messe in atto i risultati ottenuti non sono di mio gradimento, anzi a ben valutarli sono completamente fallimentari, mi ritrovo nella stessa situazione di disagio e di insoddisfazione, oggi anche maggiori rispetto a prima. Ho voluto provare a modificare il mio comportamento e il modo di essere in ogni momento della giornata, ma quello che ho ricavato non mi ha dato niente di più che un malessere maggiore rispetto a prima. La ricerca di equilibri o di modi di vivere i vari momenti della giornata non è stata proficua, dire tuttto il contrario. Di per se non erano nemmeno cambiamenti così drastici, anzi erano solo piccoli passi per cercare di vivere un po' meglio senza troppe seghe mentali e pur avendo inizialmente la sensazione che i benefici stessero arrivando, dopo 3 mesi mi ritrovo in una condizione peggiorata. Il malessere e il disagio nei confroti di mestesso e delle mia quotidianità si sono amplificati. Tutte le energie che avevo raccolto sono andate dissipate col trascorre del tempo vanificando ogni iniziale senso di liberazione e alleggerimento.
Non sono depresso e non sono nemmeno ansioso, sono solo perennemente insoddisfatto, e soprattutto sono stanco di combattere con un nemico che non esiste, o melgio esiste ma è talmente grande e inconsistente che non può essere attaccato o contro il quale posso contrappormi. Ho esaurito ogni briciola di fiducia, di stima e di rispetto per tutto quanto mi sta attorno.
Non voglio saperne più niente di nulla di tutto quello con cui interagisco, delle persone, degli eventi, del lavoro, della normale quotidiana routine personale. Ora come ora vorrei solo dormire una vita intera senza passioni, senza sussulti, senza emozioni, senza alcun motivo per dover usare l'intelletto... Sì vorrei solo stare in un limbo eterno nel quale stare apaticamente avvolto dal silenzio della mente e del cuore, perdermi nell'oblio, dimenticare ogni cosa, ogni persona, stare come in un mondo senza pareti, senza tempo, sospeso a mezz'aria con gi occhi socchiusi e persi nel vuoto più totale, senza alcun pensiero, senza sentire ne caldo ne freddo, ne fame ne sete e non avere così alucna preoccupazione di alcun genere.
Stare così nel nulla senza nulla da fare senza aspettative e senza ambizioni, non più schiavo di routine o azioni altrui che contrastano con i miei spazi o le mie esigenze.
Dimenticare gli scontri e gli atriti, non preoccuparmi dello scorrere del tempo, non dover più mediare o negoziare, non ho più forze per nulla. Sono esaurito come uomo, come persona, come professionista, talmente esaurito da non anelare nemmeno un cambiamento per sentir scorrere l'adrenalina di nuovo sfide. Preda dello sconforto mi sento sopraffatto da ogni cosa, non ho più la capacità di reagire o contrastare nulla; nemmeno mi sfiora l'idea di farmi trascinare dagli eventi perché comunque sia gli eventi mi travolgono come un'onda anomala lasciando solo distruzione e desolazione in me.
Gli occhi mi si chiudono per il sonno o per la tensione della giornata e sto qui lascindo che le dita scrivano quanto mi passare per la testa interpretando la mia emotività senza filtri e senza elaborazioni dei concetti, sento solo il bisogno di addormentarmi e non risvegliarmi più per restare nel sogno o nell'incubo eterno, non sapendo cosa meritare. Sfinito nel corpo e nello spirito (cerebrale?) lascio scorrere le parole senza preoccuparmi delle conseguene e della loro leggibilità e comprensibilità. I progetti sono terminati, i sogni per il futuro dispersi chissà dove, le aspettative disattese o troppo grandi perché possano arrivare ad essere delle realtà: semplicemente non ho più voglia di vivere. E' giunto il tempo di redarre il testamento e lasciare in eridità quel poco che ancora potrebbe valere di me stesso e dei miei pochi averi.
Il tempo si è esaurito, ne rimane ben poco ed occorre dare una fine alle cose ancora in sospeso per poi abbandonarmi al vuoto più totale.


senza firma

domenica, marzo 06, 2011

Un Tempo Lontano

Leggendo il post di Romins su Milton mi sono soffermato sulla sua definizione delle gatte in cui le rappresentava "poco affettuose e isteriche" e senza volre si è aperta finestra temporale da qualle potevo vedere dall'altra parte come se fosse un film:


"35 anni fa... un cascinale vecchio quasi di 200 anni in stavano il ragazzino e i suoi animali. Erano tanti per quelli che oggi si possono tenere in una casa: c'erano i conigli nelle gabbie quasi una dozzina, le galline nel pollaio poco meno di 10 e poi c'erano loro i compagni di tutti i giorni: i cani e i gatti. Alcuni di loro non si sono incrociati nel corso del tempo altri si. Erano i compagni di gioco del ragazzino, fedeli, affettuosi ed in alcuni casi anche riservati.
Roll era uno dei due senatori, il bastardino dal pelo nero lucido corto con il suo musetto allungato e gli occhietti neri vispi e vigili; stava legato alla sua catena lunga quanto gli bastava per muoversi agevolemnte nel cortine e nel sottotetto del capanno di fronte a casa; faceva sempre le feste al ragazzino ed a tutti i componenti della famiglia e poi amichevolmente si lasciava stuzzicare da Micia la senatrice. La gatta padrona di casa, pelo liscio anche lei corto bianca pezzata di nero e di grigio che girovagava per tutta casa dentro e fuori controllando tutto e tutti, il ragazzino e la sua famiglia, Roll e  quando era c'erano controllava soprattutto i suoi micini. Silenziosa con passo andatura compassata non stava mai nello stesso posto troppo tempo, ma bastava un richiamo e compariva in un attivo da dietro l'angolo più vicino.
Il successore di Roll fu Toby che libero dal guinzaglio e catene ha recepito tutti gli insegnamenti di Roll che si faceva rispettare per la sua anzianità e saggezza canina. Toby era un pastore tedesco settimino che difendeva tutti i ragazzini del circondario come fossero suoi e con cui giocava instancabile ad ogni occasione. Mentre l'erede di  Micia fu Lince, così chiamata per i baffi sulle sue orecchie che facevano ricordare proprio il felino di montagna. Il suo fasciono era per il portamento nobile che aveva, ovviamente non aveva pedigree, ma era di razza felina pura nel suo essere; il suo pelo era lungo, nero con rifelssi rossastri ed i suoi occhi giallo oro che si vedevano raramente considerato che stava per la maggior parte in riflessione ad occhi chiusi, ascoltando tutto quanto intorno a lei accadeva; si muoveva solo quando necessario, mai una mossa di troppo, mai un miagolio fuori posto, mai in mezzo alle scatole senza motivo. Il suo posto era quello al piano più basso della libreria porta TV dove si posizionava come una statuetta egizia, seduta poggiata sulla zampe stese anteirori con le orecchie alzate, gli occhi chiusi e la coda raccolta. Composta ed elegante come una vera signora insomma. Nella casa non mancarano due gatti maschi ognuno dei quali aveva un carattere ben distinto. Tigre il cui nome dice tutto e Poldo ed anche qui si può ben immaginare che tipo di gatto fosse. Mentre il primo era pura energia, ribelle sin dalla nascita, il secono era tonto e compassato sempre pronto a mangiare come il personaggio dei fumetti di Braccio di Ferrro. I due cani ed i 4 gatti sono stati i più presenti nella casa, mentre il resto degli animali pian piano scomparvero con il tempo specie dopo la dipartita del "vecchio". Nessuno di loro cambio mai casa, solo il ragazzino e la sua famiglia migrarono in altro loco, lasciandosi alle spalle solo il vecchio Poldo donandolo alle cure delle famiglie del circondario che non gli negarono mai cibo e cure..."

Lontani ricordi, di quel ragazzino che ero in una vita diversa più serena e meno frenitica. Di certo oggi sono poche le realtà simili a questa, di certo nei contesti rurali perchè impossibili, o quasi, nella realtà cittadina dove gli animali domestici vivono una vita diversa, come i loro padroni...

mr.zugo

lunedì, febbraio 21, 2011

La Finestra

Tra i nuovi mezzi di comunicazione sulla rete la chat è quella che rappresenta meglio il concetto di finestra sul mondo, attraverso questo strumento è possibile raccogliere un certo numero di persone nello stesso momento e metterle in condizione di comunicare, scambiare, confrontare tutta una serie di argomenti, esperienze, emozioni e pensieri di ogni genere. Per quello che la mia esperienza permette ho visto la crescita di questo mezzo di comunicazione nonché la sua trasformazione. Pur ammettendo che il mio punto di vista è limitato, personalmente non mi ci ritrovo più con le chat moderne, non tanto per la complessità che possono presentare, bensì per i contenuti che vi leggo e l'uso che ne viene fatto.
Nel periodo del mio inizio le funzionalità erano assai ridotte ed essenziali, ma era quanto bastava a permettere di comunicare con persone di altre città sia condividendolo con tutti o solo con una persona alla volta, e l'uso era uniforme tra tutti, cioè tutti erano lì per chiacchierare con gli altri, leggere di idee diverse, contestate con toni rispettosi, scoprire nuove cose, usi costumi, ecc. Nel tempo la crescita nell'uso di internet ha necessariamente aumentando le potenzialità degli strumenti tra cui anche le chat, che hanno preso aspetti grafici più accattivanti e nuove funzionalità sia grafiche che di comunicazione e controllo, ma nel contempo è cambiato anche l'approccio allo strumento. Ancora oggi non riesco a individuare una causa unica di questa trasformazione, sono più propenso a pensare che siano molteplici e fondamentalmente figlie di un abuso di comunicazione comprese le parti meno ingenue derivanti dai nuovi usi, dalle nuove mode. Così siamo arrivati in una stanza in cui non si chatta (scrivere) solamente più, ma si può parlare e vedere  i propri interlocutori, personalizzando i famosi nickname, che invece erano peculiarità delle vecchie chat ovvero dei nomi di fantasia attraverso i quali mostrare solo alcune parti di se e solo successivamente il resto. Ora questa trasformazione delle potenzialità delle chat e le nuove abitudini sociali hanno fatto si che la socializzazione mascherata divenisse trasparente portando al fast-food dello strumento. Si determina subito se l'interlocutore ci piace o meno, se ci voglio fare una cosa piuttosto che un'altra, si arriva troppo presto e determinare simpatie e antipatie, prevaricando tutte le netiquette del caso.
Ovviamente non tutte le chat o non tutte le stanze delle chat sono uguali e rispecchiano quello che descrivevo, ma proprio per questo dilagare con temi prestabiliti nei nomi delle stanze, nella conformazione iniziale della chat ho la sensazione che si sia perso il fascino iniziale della finestra sul mondo della rete: una finestra attraverso la quale vedere qualcosa di nuovo, un opportunità di non esporsi troppo osservando e lasciarsi osservare a piccole dosi, portando le persone a scrivere i pensieri; già scrivere i pensieri che si sono tramutati in codici cifrati di parole modificate, contratte, condensate in codici fiscali, simboli convenzionali che diminuiscono la capacità di espressione e definizione dei pensieri. Oggi ogni volta che entro in chat perdo solo 15 minuti per entrare in simbiosi con le terminologie ed i ritmi di interazione per non essere escluso dopo solo due righe scritte perché abituè del antico modo di approcciare, o come spesso accade vengo letto come una lingua straniera. Poche inoltre sono le isole felici dove entrare, poter salutare ed essere ricambiati, ed essere incluso nei discorsi, per la maggior parte delle ambientazioni sono tutti personaggi che si conoscono e costruiscono microclimi di dialogo dentro i quali resta difficile entrare. A tutto questo si aggiunge un enorme aumento delle diffidenza: mentre un tempo la chat 1 a 1 erano un po' una sfida ma ancora si poteva tentare, oggi è facile trovarsi sbattuta la porta in faccia, addirittura senza replica solo per preconcetti e prevenzioni eccessive. La finestra sul mondo di internet che conoscevo io, non c'è più. Non c'è più modo di raccogliere un po' di persone dalla chat e ritrovarsi intorno ad una tavolo a mangiare una pizza chiamandosi per nickname ridendo per l'assurdità della cosa, e conoscere così nuove persone senza secondi fini, ma solo per il piacere di stare insieme... certo oggi è tutto più complicato e rischioso, ma da dove è venuta tutta questa diffidenza e superficiale indifferenza per il pensiero altrui? L'estremizzazione del iocentrismo sta portando a una estremizzazione ed allontanamento delle persone dalle persone, seduti ad una scrivania davanti ad un monitor a scrivere di leggerezze piuttosto che di sconcezze senza preoccuparsi di cosa o chi ci sia dall'altra parte, senza interessarsene veramente, solo per passare delle ore collegati in una chat dimenticando il mondo reale fuori...
Si trovano ancora persone apprezzabili con cui dialogare ma sono sempre meno e guarda caso di una generazione molto vicina alla mia; nelle nuove c'è arroganza, irriverenza, diffidenza e poca voglia di scoprire e scoprirsi (non dai vestiti) ma dei pensieri e delle emozioni; sembra che le chat oggi siano ritrovo per la fuga dalla realtà cercando conforto nel disagio che si diffonde sempre più nel vivere le nostre vite, vittime tutti di una tipologia di comunicazione che ci globalizza tutti verso modi e consuetudini stereotipanti e alienanti. Si dovrà aspettare una drastica caduta della babele cybernetica per ritrovare il gusto del dialogo?

giovedì, febbraio 03, 2011

Sublimando & Subliminando

Anno 2011 siamo da un decennio nel terzo millennio. Della storia che ho studiato ricordo molto poco lo ammetto, ma è anche vero che con il bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti, non c'è bisogno di ricordare, ci ricordano gli altri gli eventi del passato. In questo terzo millennio oramai ho la sensazione di vivere l'esistenza che altri mi impongono a suon di slogan che cantano il meglio di me, di promesse quantomeno farlocche, di mode e consuetudini d'avanguardia proprio perché siamo nel futuro... Beh mi sono bello che stufato di accettare questa realtà che è palesemente obliante! La storia pare che sia un evento da gossip più che un momento storico che ci dovrebbe ricordare/insegnare qualcosa, un momento di vanagloria per poter dire "sono stato bravo ho reso memoria" peccato che tutto venga distorto; sia ben chiaro non è che parlo della storia quella importante come qualche evento tragico di cronaca nera, o un evento bellico di portata mondiale o la liberazione da una oppressione o di un evento catastrofico, parlo della storia che fa comodo a chi ce la racconta. Il concetto è di per se un po' elaborato ma provo a rendervi partecipi in qualche modo.
Nel mio percorso scolastico ho avuto occasione di studiare la storia negli usi e costumi dei vari periodi più importanti, ed in parallelo anche le arti figurative più o meno sempre per gli stessi periodi. Bene premesso che all'epoca ero una giovane mente scevra da inquinamenti politici e dai preconcetti sociali, ho assimilato dei principi di espressione visiva e dei concetti sociali che mi fanno oggi pensare di essere preso in giro da chi ha, diciamo, forza ed espansione di comunicazione. Più mi guardo attorno e più mi sembra di vivere in un giornale patinato, si perché vedo una desolante popolazione fotocopia in mezzo alla quale ben pochi si distinguono e per lo più per questioni non eccellenti; tutti vestiti come suggerisce "la moda", tutti a rincorrere canoni di estetica, tutti a stare al passo con strumenti tecnologici d'avanguardia, tutti a vivere una vita omogeneizzata... I sistemi di comunicazione odierni sono stati monopolizzati dagli studi di marketing e sociologici, che hanno instaurato un regime tale da avere il controllo delle masse sfruttando un vecchio concetto degli anni 80 impiegato nel cinema, ovvero la subliminazione. Già attraverso meccanismi che superano il conscio e si radicano nell'inconscio si può ottenere il condizionamento delle persone su cui si va ad intervenire, e in questi ultimi 10 anni devo dire che chi ha usato questo strumento è stato davvero molto bravo, ma davvero tanto. Attraverso i canali più disparati sono riusciti a mettere mano su ogni categoria merceologica dalla quale ognuno di noi può attingere, mettendo a frutto quello che più banalmente viene chiamata pubblicità. Si perché tra aspetti pubblicitari, mezzi di informazione di varia natura culturale e istituzionale, hanno drogato la popolazione che fa sempre più fatica a ragionare con la propria testa perché viene bombardata ogni momento da "qualcosa" che li induce a fare e pensare le cose in un certo modo. Vi facciamo un esempio: io sono una persona che fisicamente è fuori dalla media nazionale e di conseguenza sono obbligato a ricerche estenuanti per quanto concerne l'abbigliamento, sono obbligato a valutare ambienti in cui inserirmi (aerei, treni, auto, tavoli nei locali pubblici, ecc.) da un punto di vista più dimensionale; bene la conclusione è che non posso vestire come gli altri, non sono comodo negli ambienti dove comunemente stanno gli altri, e mi rendo conto di essere costantemente fuori dalla portata di un sacco di cose; stessa cosa potrebbe accadere con chi ha delle allergie e/o intolleranze alimentari gravi. Per questo mi ritrovo a dover guardare oltre ogni cosa e mi sono reso conto che nella media nazionale tutti sono omologati a quanto propone il mercato che sia dell'abbigliamento, dell'alimentazione, della mobilità, della comunicatività... tutti chi più chi meno si allineano con quanto si trova a portata di mano che sia accessibile o meno (facendo poi conti con i debiti). Come vi dicevo inizialmente nel mio corso di studi ho seguito anche la comunicazione visiva, dove mi venne insegnato che in questa arte/pratica occorre raggiungere lo scopo di comunicare un qualcosa in modo pratico diretto, adottanto tutta una serie di accorgimenti che possano agevolare l'interazione con i vari soggetti: bene oggi questa pratica ha superato il limite! Guardatevi attentamente intorno, dentro casa, in auto, a scuola, in palestra, per strada e nei locali che frequentate per la maggiore. Cosa vedete? Io vedo molto di uguale e monotono e poco di distintivo e significativo, le differenze stanno solo nei prezzi in conclusione.
Le persone sono anonime, si distinguano solo negli eccessi caratteriali o di abbigliamento, le auto sono tutte pressapoco con le medesime linee e dimensioni, i locali si sono più o meno tutti uniformati a ben vedere almeno per categoria e per tipologia di frequentazione, nei supermercati tutti i prodotti si assomigliano e cambiano per la confezione ed i colori ma alla fine è sempre la stessa roba, e la roba che ti vendono loro e non quella in particolare che cerchi tu; in tv i programmi oramai sono contenitori preconfezionati che ci vengono propinati di stagione in stagione con lievi cambiamenti per mantenere un minimo l'attenzione e l'audience... Insomma la comunicazione visiva  subliminale ha fatto si che ci fosse una enorme stereotipazione dei soggetti, negli usi, nei costumi e nella cultura, nei consumi. Qualcuno potrà obbiettare che non è così: potrei anche concordare peccato però che a ben vedere i programmi televisivi di un certo livello sono oltre le 23.00, quando va bene, altrimenti ancora più tardi ovvero quando è oramai ora di andare a dormire, i negozi per alimenti stanno quasi scomparendo, varietà di compagnie telefoniche ci sono, ma alcune fanno le stesse tariffe e promozioni, i vestiti cambiano, ma fino ad un certo punto, cambia giusto il nome e modo di esprimere la taglia.
Ho volutamente omesso la tecnologia, strumento attraverso il quale vi scrivo... perché vorrei che ci rifletteste per conto vostro rispondendo a questa domanda: quanto della tecnologia che vi circonda è oggettivamente necessaria nella vostra vita, considerando il cambio generazionale che ha ossia all'incirca ogni 4 mesi di proposte sul mercato e circa 8 mesi nel vostro acquisto o utilizzo?

In conclusione personalmente ritengo che ormai siamo schiavi di quello che ci viene propinato; la falsa idea che abbiamo della libertà di sceltà è  per me solo una chimera creata per darci l'illusione di non essere dei burattini. Che sia politica, salute, alimentazione, tecnologia, connettività, comunicazione, qualità della vita, condizione lavorativa... tutto è soggetto a subliminazione e non possiamo esimerci dal subirla passivamente. Potrà sembrare desolante ma dal mio punto di vista è così!