E' un periodo così! Non passa giorno che non vengo psicologicamente frustato. Ogni situazione si trasforma in un piccolo tormento, ogni parola pesa come non mai, ogni azione sembra portare solo conseguenze negative o poco gratificanti. Per dirla tutta non mi sento vittima, ma sono settimane che profondo energie con continuità e costanza, ma non ne vedo i frutti o per essere più preciso non ne vedo alcun effetto. Ogni intenzione di essere presente e reattivo si dissolve a fine giornata come neve al sole. Cerco di mettere ogni tassello al suo posto, di rendere meglio ogni volta il concetto degli scenari in cui ci si trova, ma ho sempre la sensazione di non riuscire nel mio intento, di essere sordamente ascoltato.
Non sono di quelli che all'occasione non fa mancare la tipica frase "te l'avevo detto!", ma dipanare le matasse giornaliere diviene difficile senza supporto e senza ascolto, quando poi si arriva al momento temuto che si presenta esattamente come le tue paure di avevano fatto parlare ed agire, non riesco a non pensare "l'avevo detto!". Così ogni giorno arriva la frustata che demolisce il mio umore. Mentre qualche mese fa era limitato in certi contesti e in certi ambienti e quindi tutto sommato sopportabili e gestibili, ora accade anche in altri, aumentando in questo modo la mia frustrazione. Per quanto mi sforzi di trovare il senso dei miei intenti, per quanto cerchi di mettermi in discussione, per quanto cerchi altri punti di vista non riesco a sollevare la testa ed ogni volta, per ogni contesto ricevo solo la frustata di indifferenza, di impossibilità ad essere preso in considerazione quel tanto che basta a poter aprire dei tavoli di confronto e nuovi dialoghi. Ogni giorno ricomincio da capo a ricomporre le tessere di un puzzle infinito che non termino mai, ma che ogni giorno si smonta completamente; non vedo mai una volta questo puzzle parzialmente intatto, si sfalda ogni sacrosanta volta che provo a rimetterlo insieme. Frustrante. Con questo non è che mi farò fermare, sono come uno stupido mulo, vado avanti o resto immobile per quanto la mia testa mi dirà di comportarmi in quel modo. Ma questo atteggiamento è faticoso proprio perché non produce risultati, perché non interessa a nessuno dove va questo mulo o perché se ne sta fermo.
Non è la prima volta che mi trovo in questa situazione, ma non ci faccio mai l'abitudine. Rispetto ad altri contesti conflittuali, questo in cui la sensazione di incompiuto è più persistente e la mancanza di tangibili risultati, mette sempre a dura prova l'autostima, non concede certezze di operare nel verso giusto o non aiuta al raggiungimento della consapevolezza di aver sbagliato e potersi correggere per il futuro. L'inconsistenza dell'operato giornaliero e quel barcollare senza meta in mezzo al nulla sfiniscono e frustrano lo spirito.
Diventa così sempre più faticoso alzarsi la mattina e iniziare una nuova giornata, solo la tenacia e la caparbietà di voler vivere una giornata diversa dalla precedente mi danno quel minimo di energia per incominciare... ma poi arrivano le frustate gratuite, superficiali, distanti dalla tua quotidianità che ti smontano, e come un mulo bastonato, resto lì a prenderle senza fiatare, immaginando una giornata successiva meno peggiore di quella odierna. Frustata dopo frustata mi sarei aspettato di averci fatto il callo e di sopravvivere meglio a questi momenti, ma questo callo non c'è, non si forma. Le frustate mi lacerano poco a poco e mi rendono solo più insensibile alla mia vita. Frustrato torno ogni sera a casa, senza aver visto o goduto di un risultato positivo, si salva solo la dignità dell'uomo che non può negarsi di averci provato e di non aver rinunciato, ma è magra consolazione in periodi come questo. E poi... e poi penso a quelli senza lavoro, a quelli malati seriamente, a quelli che stanno peggio di me e, non mi si risolleva il morale, mi rendo solo conto che nonostante sia un privilegiato, un fortunato, in fin dei conti sono solo un uomo.