mercoledì, agosto 25, 2010

Quando le Cose Non Vanno

Estate impegnativa questa, e non siamo che poco oltre la metà... Non vedo l'ora che arrivi il primo settembre per andare finalmente in vacanza. Per carità lo so che molti quest'anno non le faranno nemmeno, non sono certo il più sfortunato, ma una cosa è certa: ho bisogno di ritrovare il giusto ritmo. Da quando ho cambiato lavoro poco meno di un anno fa, ero pieno di buone intenzioni per vivere ogni giorno salvaguardando la qualità della mia vita, con l'intento di non farmi fagocitare dall spirale negativa del lavoro, ma ahimé così non è stato. Volente o nolente mi sono ritrovato nuovamente nella stessa condizione che mi fece fuggire 3 anni fa. Ho dovuto spostare ad oltranza le mie vacanze, ho dovuto riprendere a fare un lavoro che non amo più, ho dovuto sottostare a considerazioni e comportamenti che sempre mi hanno fatto male. E' un estate pesante: dover vivere in una città senza apprezzarla, dover lavorare controvoglia odiando quello che un tempo mi aveva appassionato, non poter godere della compagnia delle amicizie che ero riuscito a salvaguardare nel mio vagabondare oltre a quelle create nel mio mondo sempre troppo itinerante...
Le energie si erano talmente consumate che sono arrivato al punto di chiedere illusoriamente il cambio di mansione; pur consapevole della risposta ero talmente preso dal panico e dalla fatica che non ho trovato altra soluzione che chiedere di cambiare ufficio e ruolo, ma come al solito la mia famosa "etichetta" mi ha fregato. L'essere sempre stato considerato un polemico e utopicamente perfezionista, anche quando la mia richiesta era semplicemente dettata dal non sentirmi più adeguato ad un certo tipo di lavoro, facendolo ormai senza amore e senza riguardo per il corretto procedere delle cose, sono stato preso per il solito polemico ed utopistico perfezionista, quindi la mia richiesta non è stata accolta per nulla, direi quasi derisa. La mia salute è nuovamente peggiorata e non sto facendo nulla per salvaguardarla. Non avendo più nessun tipo di interesse a far funzioanre le cose, maltratto anche me stesso. Curato tardivamente i denti e non controllandomi a dovere ho perso 14 kg in un inverno, e seppur qualcuno lo abbia recuperato, ora combatto con gastriti e pressione alta nonostante le pasticche che già prendo. Insomma le cose non  vanno per niente ben. Non trovando più piacere nel lavoro, non potendo più passare del tempo libero con le persone che stimo e apprezzo, soppravvivo a me stesso alla meno peggio. Oggi su un altra piattaforma ho scritto una cosa che mi ha fatto riflettere:


Nel silenzio difficile è saper ascoltare la voce dell'anima
La solitudine non conosciuta porta allo smarrimento


Solo nel silenzio della solitudine
un uomo può comprendere
la forza del proprio spirito


Già come allora ancor di più oggi sono convinto che non si smette mai di scoprire un pezzetto in più di se stessi, pezzi nuovi quanto vecchi che completano parti  forse appena note di come siamo fatti. Ero consapevole di essere solo all'inizio di un cammino per conoscermi meglio, ma non pensavo di dovermi ancora conoscere per aspetti che pensavo già consolidati. Sono andato in difficoltà, ho scoperto di sapermi odiare, non potendo odiare ad oltranza altro o altri, ho scoperto che odio me stesso al punto da non salvaguardare il mio benessere. Ho lasciato che i lati oscuri ed i lati peggiori di me si rivalessero su me stesso e lentamente sto pagando questo attegiamento e questo comportamento. Quando le cose non vanno bene, è troppo facile lasciare che tutto ci sovrasti, e troppo comodo lasciare che le cose vadano per conto loro senza intervenire minimante nemmeno per il proprio benessere. Ora sono al solito bivio: mollo tutto e vado verso una discesa miserevole, oppure intraprendo la china erta e sconnessa per andare da qualche parte. Sinceramente voglio mollare tutto... sono stufo, al punto da voler addirittura accelarare il tempo per arrivare prima alla meschina conclusione.
Ma se mi guardo indietro vedo una cosa strana, davvero molto strana, per me inspiegabile... guardo meglio, forse mi sto illudendo, ed invece no, è proprio così. La mia incoscienza insieme all'instinto di sopravvivivenza forse hanno fatto si che nonostante non lo fosse razionalmente voluto per una ragione, ho disseminato il percorso di questi ultimi 10 mesi di piccole impronte, un po come Pollicino con le molliche di pane; nonostante mi stessi facendo prendere da una malsana consuetudine di lavoro, e non stessi curando la qualità della mia vita, incosciamente invence ho seminato il terreno o meglio preparato il campo per la nuova stagione che deve arrivare. Per puro istinto di sopravvivenza, per semplice abitudine a difendermi, ho già realizzato le fondamenta sulle quali costruire la casa del mio futuro. In fin dei conti ho ancora tempo per cambiare lavoro, come invece consolidare la mia posizione dove mi trovo ora, posso re-inventarmi come uomo qui come altrove; non so più dove l'ho letto o dove l'ho sentito ma fondamentalmente concordo sul fatto che la nostra "casa" è dentro noi stessi. Manca pocomeno di un mese alla fine di questa estate e come per gli anni scolastici o le stagioni sportive con l'autunno si inizia.
Da qui ripartire forse è la cosa più saggia da fare! Non so dove andrò ne tantomeno cosa accadrà ma il periodo dell'adolescenza e terminato. Ai primi di settembre mi prenderò giusto 2 o 3 giorni sabbatici dove perdermi nel limbo del nulla e trovare la mia "casa" da cui ripartire, e come l'acqua scorrere verso il futuro, incomprimibile, incontenibile e inesorabile scavando, erodendo e scivolando verso il mio futuro.


mr.zugo