mercoledì, dicembre 03, 2008

L'Interruttore

Un cammino si è dipanato per vie sconosciute:
allegre, tristi, oneste, bugiarde, inverosimili, tangibili…
Come un bimbo che cresce ed esplora, si raggiunge poi
un limite oltre il quale occorre agire sull'interruttore!Forse è il momento di riposare: guardare il mondo
con occhi nuovi, da una angolazione e non da mille.


Un cammino sfaccettato, poliedrico, multiegoistico
Ora ho voglia di me, solo di me e non più della molteplicità,
pluralità del mondo da cui mi sono fatto abbracciare;

rallentare il cammino e scegliere nuove vie.

Forse è il momento di dormire: guardare il mondo
attraverso nuovi sogni, più colorati e più vividi.
La fine di un cammino che segna l'inizio di un altro,
trepidante e rinvigorito da nuova curiosità:
riapro gli occhi al nuovo domani!mr.zugo

giovedì, novembre 27, 2008

Disordine Amplificato

Sono giorni strani, tanto strani... e faccio fatica a trovare il bandolo della matassa. Non che sia un problema, ormai ho imparato che certe cose si spiegano anche tempo dopo, ma più che altro e la concatenazione di eventi e la catalizzazione di energie che si sono susseguite in tempi ristretti. Era una situazione che da tempo non si presentava e le emozioni coinvolte, non nuove ma assopite, sono riemerse prepotentemente.Due chiacchiere fatte così in leggerezza mentre si aspetta, e sbram una notiziona ed io resto perplesso.Un'amicizia virtuale che nel giro di breve tempo si materializza, sbram emozoni a tempesta senza respiro. L'incontro stentato di amicizie che blandamente viene consumato e sbram due parole di troppo spalancano una lettura inaspettata con conseguenze inattese.Una nuova amicizia che nasce in sordina che sbram ti rivela senzazioni che procuro di cui non ero cosciente.Rapporti sociali che si mescolano tra il consueto e l'inaspettato...Tutto così vissuto nella quotidianità che disordinatamente porta sensazioni, aspettative, percezioni, sensazioni che si mescolano, girano e rigirano nella mia testa, nella mia coscienza. Non trattengo parole dette e scritte, incapace di discriminare se siano opportune oppure no, conseguenze dirette e indirette che si accavallano come a fare a gare per arrivare una prima delle altre. Pensieri sincopati che si incasellano in una mente troppo razionale per riuscire a coglierne l'essenza meno logica, e nonostante tutto non mi impedisco di accumulare esperienze e fagocitare emozioni sensazioni non solo mie. Egoista mi sento egoista ma non riesco a fermarmi, solo a limitarmi il giusto per non invadare il libero arbritrio altrui. Tutto si amplifica, a dismisura soprattutto la confusione e la mescolanza delle voci che mi riempiono in questo periodo. Pur cercando di razionalizzare, mi concedo il lusso di non farlo e ascoltare le mie più dirette percezioni e sensazioni. Inizia con una voce, le altre seguono e si uniscono nell'urlare separatamente di storie di anime accomunate nel dolore e nelle gioie raccontando delle loro diverse vite.

mr.zugo

giovedì, novembre 13, 2008

Indovina «cosa si sente» a Cena

Oggi ho voglia di giocare con le parole e non certo con le emozioni; dopo l'ennesima giornata anonima e poco stimolante come come troppo sovente capita ultimamente, la mestizia mi assale e non ho resisto a lasciarmi andare al mio hobby preferito: ascoltare… da lontano immerso nella gente e accendere quell'antenna invisibile e silente per ascoltare le voci nascoste forse delle anime. Una cena come tante, i partecipanti arrivano come sempre alla spicciolata ed io dopo aver rifocillato il mio fisico avendo ancora fame, ma di altro, mi non mi nego l'opportunità di saziarmi!  In silenzio un po' in disparte spengo le orecchie ed o apro «gli occhi». Si apre uno scenario bellissimo, emozioni corporee e tonalità di voci che esprimono per quel momento tante cose di cui percepisco questo:                          comoda soddisfazione                   

invisibile radiosità

mesta solitudine sorridente
                      paciosa tranquillità                       dormiente piacere

triste entusiasmo            dolorante stanchezza         entusiasta routine

curiosità riservata                      gustosa rilassatezza

spenta brillantezza


Peccato non avere il dono, dell'empatia e la giusta sensibilità per arrivare alla verità: mi concederebbero l'opportunità di "guardare il mondo e la sua gentes" con rinnovata fiducia, nella certezza di non sbagliare a percepire e godere chi mi circonda! Alcune volte penso di rubare di nascosto in modo ignobile, ma in realtà ho solo bisogno di sentirmi partecipe e cerco quel non so che mi tranquillizzi e mi faccia sentire uno tra tanti. Che non me se ne voglia per questo mio hobby indiscreto.

mr.zugo

lunedì, novembre 10, 2008

Viva La Vida

Viva La Vida


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own


Ero abituato a governare il mondo
I mari si innalzavano al mio commando
Ora al mattino dormo da solo
spazzo le vie che sono solito fare


I used to roll the dice
Feel the fear in my enemies eyes
Listen as the crowd would sing:
"Now the old king is dead! Long live the king!"


Ero abituato a lanciare I dadi
sentire la paura negli occhi dei miei nemici
ascoltare come il mondo avrebbe cantato:
“Ora il vecchio re è morto! Lunga vita al re!


One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, and pillars of sand


Un minuto avevo in pugno la chiave
Il minuto dopo i muri erano chiusi per me
E ho scoperto che I miei castelli stavano
su pilastri di sale, e di sabbia.


I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
Once you know there was never,
never an honest word
That was when I ruled the world
(Ohhh)


Ho ascoltato le campane di Gerusalemme suonare
I cori della cavalleria romana cantare
Sii il mio specchio, la mia spada e il mio scudo.
I miei missionari in terra straniera
Per alcune ragioni che non posso spiegare
Una volta saprai che non c’è mai stata,
mai una parola onesta

 
Questo avveniva quando io governavo il mondo
(Ohhh)


It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I'd become
Revolutionaries Wait I rivoluzionari aspettano
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?


E’ stato il vento terribile e turbolento
Che butto giù le porte che mi permise di entrare.
Le finestre distrutte e il suono dei tamburi
La gente non avrebbe creduto cosa sarei diventato.
La mia testa su un vassoio d’argento
Solo un burattino su un filo solo
Oh chi vorrebbe mai diventare re?


I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
I know Saint Peter won't call my name
Never an honest word Mai una parola onesta.
And that was when I ruled the world
(Ohhhhh Ohhh Ohhh)


Ho ascoltato le campane di Gerusalemme suonare
I cori della cavalleria romana cantare
Sii il mio specchio, la mia spada e il mio scudo.
I miei missionari in terra straniera
Per alcune ragioni che non posso spiegare
So che San Pietro non chiamerà il mio nome
E questo era quando governavo il mondo
(Ohhhhh Ohhh Ohhh)


Hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word Mai una parola onesta.
But that was when I ruled the world
Oooooh Oooooh Oooooh


Ascolta le campane di Gerusalemme suonare
I cori della cavalleria romana cantare
Sii il mio specchio, la mia spada e il mio scudo.
I miei missionari in terra straniera
Per alcune ragioni che non posso spiegare
So che San Pietro chiamerà il mio nome
Ma questo era quando governavo il mondo
Oooooh Oooooh Oooooh



performed by
Coldplay


 

sabato, ottobre 25, 2008

Presenze

Capita sempre così! Uno si sveglia la mattina, si lava la faccia, si veste, fa colazione ed inizia la sua più omeno solita giornata; il traffico, il lavoro, l'ufficio con i colleghi, per arrivare afne serata tornandosene a casa.Magari ha organizzato anche qualcosa per cena o per il dopo cena, e così si fa tutti i giorni, uno dopo l'latro.Si incontrano persone, le solite o nuove. Si cominciano nuovi rapporti direttamente nella vita o attraverso vari strumenti di comunicazone globale, oggi imperversa facebook, ieri my space, e prima ancora i messanger.Ma alla fine dei conti, in questo tran tran quotidiano, settimanale, mensile, annuale, quante sono le occasioni di vedere, sentire e toccare quel qualcosa di paricolarmente coinvolgente e appassionante? Quante sono le persone che hanno uno "spessore" tale da renderci consapevoli che sono enormente presenti nella nostra vita anche e soprattutto nelle piccole cose. Ormai è normale correre avanti e indietro nella nostra vita più o meno per tutti, che ho la sensazione che abbiamo smesso di sentire con l'anima. Guardiamo, ascoltiamo tutto quasi con sufficienza, ma mai abbastanza per cogliere quelle piccole sfumature. Questa è la mia sensazione, potrebbe essere che mi sbaglio alla grande, e mi auguro di sbagliare, ma chissà com'è non riesco a convicermi che sto sbagliando. Intonro a noi ci sono innumerevoli presenze che latenti ma nenache troppo ci accarezzao spesso e volentieri, piccole parole, piccoli gesti, piccolezze che passano inosservate ma che lasciano grandi segni, e noi non le vediamo? Io faccio fatica a vederle sentirle, gustarle!! Ma ci sono.Mi sono anche fatto l'idea che alzare le "antenne" per ricevere questi segnali metta a nudo le persone, che in alcuni casi comprensibilmente, evitano di mettersi a nudo al mondo temendo di essere oggetto di scherno se non addirittura di essere colpiti e feriti troppo profondamente.
In questi ultimi giorni per vie dieverse però ho scoperto invece, che "mettersi a nudo" forse è l'arma migliore per difendersi da molte cose, oltre a permettermi di sintonizzarmi su quelle presenza diverse e più appaganti che prima mi sfuggivano. Questa è un altra occasione in cui invidio i bimbi, che hanno il dono di percepire profondamente quello che li circonda nel bene e nel male.
Non siamo soli, mai,
c'è sempre un'anima
gemella
per ogni occasione.



mr.zugo

giovedì, ottobre 09, 2008

Radio Faro - Introspezione

Ottobre, mezza stagione anche se non sembra, ed io mi ritrovo nella stessa condizione. Le giornate passano e non sono tranquillo, non che sia strano ormai sono consapevole che sono fondamentalmente una persona perennemente insoddisfatta ed irrequieta. Ma in questa non-mezza stagione la quotidianità mi è ancora più inquietante: ci sono giorni che vorrei buttarmi nel Po e lasciarmi trasportare senza pensare più a nulla e giorni invece in cui vivo esperienze vivide sognando sulle note della musica classica… La mia irrequietudine è amplificata, la voglia di cambiamento è esageratamente espansa, cambiare auto, lavoro, status sociale, ma in realtà sto alla vita come un geco attaccato al muro: immobile!
Esternamente posato, giorno più giorno meno, ma interiormente un mare in tempesta che sfrange su faraglioni e scogli sconosciuti. Il radio faro si è spento. Per una parte della mia vita sapevo dove stavo andando e come, ora invece sono al buio e proseguo a tentoni, rimanendo per lo più fermo ad ascoltare il vuoto e il fragore del silenzio che mi circonda per cercare di ritrovare una via. In ansia perché non vedo il lumicino che indica una qualsiasi direzione che la mia anima possa seguire.

    Mi dicono: «tu hai bisogno di una fidanzata!!» forse sarà vero!
    Mi dicono: «tu devi andare a vive da solo, non con tua madre!» sarà vero?
    Mi dicono: «devi farti degli amici, non fare l'orso» anche questo sarà vero!
    Mi dicono: «smettila di guardare troppo avanti, vivi il presente» sarà vero!
    Mi dicono, mi dicono, mi dicono…

Io penso: «Molti, troppi mi dicono cosa devo fare, come devo vivere e con chi, ma in realtà io che ci sto a fare in questa vita? Potrei anche cercare di scomparire e ricominciare tutto da capo, ma a cosa servirebbe? Potrei cercare una fidanzata, giusto per avere una compagnia, ma dopo? (e riecco che guardo oltre) Domande, domande, immobile a farmi domande ad occhi aperti nel buoi della mia esistenza, sordo ai suoni della vita, ascoltando voci che non so se voglio ascoltare davvero. Come smuovere questa inerzia, come riaccendere il radio faro della mia esistenza? Troppe domande, poche riflessioni, ancor meno azioni… pietrificato nella mia immobilità, cieco alla luce della vita, sordo alle voci delle anime giuste, tutto collassa, ed io resto immobile, non so come uscirne. E se chiudo gli occhi? E se smetto di respirare? Ancora domande, ma cosa sto cercando? Basta domande!»

Come da un incubo irreale mi voglio svegliare e riprendere il mio cammino! Azione per avere delle reazioni, l'immobilità non mi si addice più, troppo a lungo sono stato nel limbo, inanimato come un'anima persa, ora devo agire, sono consapevole, so chi sono, so cosa voglio, so dove e come trovare quello di cui ho bisogno e so cosa posso dare, soprattutto so come darlo! Non è un incubo e solo un viaggio introspettivo all'interno di un me da troppo smarrito che ora vuole ritrovarsi! Io faccio parte di una realtà, complessa fatta di molteplici sfumature… e voglio coglierne il più possibile.
 
mr.zugo

venerdì, settembre 26, 2008

Sogno: L'abbraccio Infinito

La musica classica mi fa un effetto davvero incredibile, mi sorprende nei momenti impensati e mi fa sognare ad occhi aperti: questa è la terza volta! Come ogni volta mi becca nei momenti più disparati e negli scenari più anomali.E' da poco passata la mezzanotte, strade di città che scorrono sotto la collina torinese, poche auto che sfilano con le loro luci intense e sfuggenti che si contrappongono all'illuminazione calda e flebile della città, la musica suona quasi a tutto volume nella mia auto. Note composte decenni fa che si rincorrono una dietro l'altra guidate dall'arpa che angelicamente fa vibrare le corde e l'aria diffondendo una melodia che sfuma tra il freddo e il caldo, angelicamente evanescente ed avvolgente, quella che ti lascia una sensazione strana che ti sta addosso come un vestito che c'è e non c'è! I pensieri si fermano, l'auto cammina, le immagini scorrono immobili davanti ai miei occhi mentre ascolto quelle note che mi fanno sognare un abbraccio al mondo, dal mondo che non termina mai, eterno avvolgente, caldo e soffice e confortante come quello di una madre amorevole.
Il tempo scorre 100 volte più lentamente quasi fermo, ma in cammino, i suoni esterni sono lontani coperti dall'arpa che suona e risuona e riecheggia fin fuori dalla mia auto che sento più come una poltrona viaggiante che mi porta comodamente ad incontrare uno spazio che raramente si sente. La mente si svuota, l'anima si allarga… ad ogni sguardo dei conducenti a fianco a me che incrocio rispondo con un sorriso serafico, calmo e sereno e loro rispondono altrettanto incuriositi dal mio comportamento… Strano stare in pace con il mondo perché sono in pace con me stesso. La poltrona si muove attorno alla collina, il primo freddo dell'autunno rinfresca il mio volto, i brividi si trasformano in mille carezze che immagino arrivino da ogni parte del mondo, evaporo nelle sensazioni che mi pervadono, dimentico la realtà, gli screzi della mia vita quotidiana e sogno di stare seduto in mezzo al mondo abbracciandolo completamente, il mondo è mio ma io sono suo.
Arrivo a destinazione, mi risveglio da questo sogno immaginifico, rinfrancato nell'animo abbandonando ormai sorpassati pensieri crucciati, e me ne vado a dormire, tranquillo come un bimbo, consapevole che le cose andranno per il verso giusto.mr.zugo

lunedì, settembre 15, 2008

Ricorrenze - 4 Anni

Oggi sono 4 anni che mio padre è venuto a mancare! Sono sempre in conflitto con queste ricorrenze, non so mai se lasciare spazio obbligatoriamente alla tristezza, se fare festa, se fregarmene… imbarazzante come pensiero. Di certo non si può negare che la vita continui, almeno per chi resta: ieri il fratello di mio padre ha festeggiato i 50 anni di matrimonio, ed obbligatoriamente hanno voluto la mia presenza in rappresentanza del fratello che non c'è più! Non so se sia più triste il festeggiamento il giorno prima (che sarà così sempre ormai: loro si sono sposati il 14 e mio padre è mancato il 15 inalienabile cronologia), o il fatto di rappresentarsi nella mia presenza quella di mio padre. Concetto a me strano, visto e considerato che in questi 4 anni nessuno dei fratelli e sorelle si è preoccupato di mia madre, rimasta senza marito (non  tanto di me o mio fratello); mai una visita, mai una telefonata, mai un invito a fare un viaggetto per distrarsi… e poi? E poi la pretesa della mia presenza, per il semplice fatto che sono figlio di mio padre. Ma proprio in quanto tale ritengo che ognuno è quello che l'anima gli dice, io posso sostenere questo ruolo, ma di certo non posso essere lui quindi mi permetto  di prendere le distanze da una collettività familiare che non ci ha mai considerata degni di essere coinvolti. Ho onorato la memoria i mio padre presenziando. Loro i parenti non sono persone cattive, e probabilmente la morte di mio padre è stato per loro un grande sconvolgimento, al punto tale da farli chiudere ancor di più a riccio, non potendo così prodigarsi in moti di conforto verso la nostra famiglia, perché loro ancor più deboli di noi!
Ringrazio mio padre per avermi insegnato la compassione e l'umiltà (almeno ci provo) per comprendere le difficoltà del resto della famiglia…  nonostante "ci tengano alla larga".
Le ricorrenze servono a coloro che, come direbbe qualcuno di mia conoscenza, sono attaccati a questa vita; per me le ricorrenze sono superficialmente inutili, mi è sufficiente pensare a mio padre tutti i giorni, perché in ogni occasione in cui mi trovo, per ognuna di essa, scopro che "pa' Sergio" mi ha insegnato quello che mi occorreva per vivere quell'esperienza, quindi il 15 di settembre è un giorno come gli altri in cui mio padre mi ha insegnato qualcosa di importante.
 
Sono fortunato!
E ne sono felice

mr.zugo


lunedì, settembre 08, 2008

Rinunciare

Torna sempre il momento in cui occorre rinunciare! Questo periodo che è iniziato è quello delle rinunce! Si potrebbero scrivere trattati interi sulle rinunce a cui si è soggetti in una vita… ma oggi proprio non ho energie per scriverne anche solo alcune!! Un tuffo nel passato, riprendendo a rinunciare alle cose! 


Quanto odio rinunciare,
se non dipende da me.
La rabbia sale e soffoca:
la mente, il corpo, l'anima!



mr.zugo




giovedì, settembre 04, 2008

Tra tutti ne Facciamo Uno

Questa mattina alle 03.00 ero entusiasta dell'idea di scrivere tre post collegati tra di loro, mi dava un senso di concretezza anche nell'ambito del virtuale… poi tempo di cominciare a scriverne uno… a cui segue il secondo… ora che devo scrivere questo terzo post, che sentivo più di tutti, mi ritrovo a non avere le parole, ho perso la fantasia della cosa… Il titolo del blog era un omaggio a un buon numero di persone che ho potuto felicemente incontrare e conoscere, pian piano. Ogni tanto qualcuno del gruppo lo dice che siamo un anomalia, troppo eterogenei per riuscire a stare insieme: diversi lavori, diversi modi di vivere la vita, diverse vite sociali, punti di vista diversi sulla vita, sulla morte e di tutto quello che ci sta nel mezzo. Non siamo mai riusciti ad esserci tutti, ogni tanto qualcuno scompare, chi per impegni che non si incastrano, chi per scazzo, chi per forze di causa maggiore, ma questo non crea problemi a nessuno, o meglio ne se ne fa un dramma, tanto si sa che tornano e saranno i benvenuti, e che avranno modo di dire la loro in qualche modo. Da quando sto con loro parafrasando uno del gruppo: non mi sono mai divertito tanto, anche quando le discussioni di fanno serie. Chiacchierando con altri mi sono reso conto che alla fine è questo il collante, l'amalgama… siamo tanto eterogenei che cercavamo tutti un punto di incontro, e per quelli che siamo al fine tra tutti noi ne facciamo uno solo, una sola entità completa, estroversa mentalmente aperta, cordiale, incazzosa disponibile, sarcastica, mangereccia, e chi più ne ne metta e sempre affamata della propria molteplicità. Ma come dicevo la fantasia mi è passata, e non so cosa dire: resto solo dell'idea questa volta parafrasando  un altro componente del gruppo: che tra tutti ne facciamo uno!mr.zugo

venerdì, agosto 29, 2008

Confronti e Oltre

Troppo tempo passato in un unico mondo, il proprio… Sempre la medesima aria viziata, unici e statici confini, il medesimo orizzonte. In queste condizioni si rischia di osservare il mondo da una piccola finestra, tanto stretta da impedire diverse angolazioni ed averne in cambio una unica e restrittiva considerazione, emozione e  sensazione. Solo aprendo gli occhi e oltrepassando la piccolissima porta che c'è in fondo, l'orizzonte cambia dimensione, prospettiva e curvatura; solo concedendosi al resto del mondo si può godere della prerogativa del confronto e dello scambio. Ma attenzione all'arroganza dei propri pensieri, sempre da ricordare che la visione che si aveva siano a poco prima era limitante e restrittiva, quindi del tutto opinabile. Proprio perché mi sono ritrovato in un unico mondo, apparato dagli altri, isolato ai suoni delle altre voci, ora che sono uscito dal quella piccola porticina, mi sento sconvolto, solo, abbandonato, e nel confronto mi accorgo di non avere niente che possa significare qualcosa, trovando che quello  che gli altri hanno da dare sia molto più appagante e accrescitivo di quanto io abbia! Ma in fondo, è tutta la vita che faccio questi viaggi, entrando ed uscendo dal mio piccolo e ristretto mondo, andando alla ricerca ogni volta di altre verità di altri mondi, peccato non poter contribuire ad andare oltre i propri confini; i miei ormai li sento sempre più stretti e inadeguati, come fossero degli abiti più piccoli di 2 taglie che ti soffocano e ti innervosiscono. L'irrequietezza diviene un cattiva compagna di viaggio. Uscire dal proprio mondo è pericoloso e doloroso per le ristrette menti che sono state troppo davanti alla propria piccola finestra.mr.zugo

giovedì, luglio 24, 2008

mercoledì, luglio 16, 2008

Sogno: Musica in Paradiso

Un altro sogno ad occhi aperti, o quasi! Diverso.

Mi ritrovo a girovagare per internet distrattamente e torno per l'ennesima volta sul solito blog: come una droga, senza pensare torno e ritorno all'infinito ad ascoltare la musica di sottofondo che mi porta in paradiso...

«Pianoforte, assolo che parte sommesso e cresce dolcemente, lasciando spazio solo ai brividi lungo la mia schiena, liberando pensieri lontani, dolci, con una punta di malinconia e nostalgia per emozioni da troppo dimenticate: mille volti, mille voci, mille luoghi si presentano alla mia mente mentre la musica mi pervade, mi solleva e mi porta a volare verso quel mondo che ormai non c'è più; un paradiso di ragazzo che ignaro corre e sorride incontro alla vita, ma che presto impara che la vita sta altrove, ma la rifugge e la nega... Sensazioni a milioni che si accatastano una sull'altra soffocandosi a vicenda ma che non possono impedire che, lo sguardo e lo spirito guardino alto, lontano verso l'orizzonte sognando di un mondo pieno di meraviglie che non aspettano di essere vissute, godute e condivise. Milioni di parole per descrive una sola sensazione che troppo spesso viene soffocata e rinchiusa. Dolori e tristezze sono a fianco delle gioie e della felicità come un unico compagno di viaggio...»
.

La musica termina, ma non voglio e ricarico la pagina per ascoltarla per l'ennesima volta
«...il pianoforte suona, ancora, instancabile, un suono che permea tutta la mia mente: i  miei ricordi, le mie emozioni, ad occhi semichiusi, scrivo inebetito di tempi che erano, che sono e che saranno un sogno di un istante lungo una vita che non vorrebbe finire mai; gli occhi si inumidiscono perché finalmente il suono del pianoforte arriva dove doveva... Giuliana, Daniele, Stefano, Igor, la mamma di un'amica, mio padre, altri nomi mi sfuggono ma non i loro volti, che non posso più guardare e accarezzare se non nella mia mente, nessuno potrà più, ma questa musica è loro... e troppo a fondo è arrivata, mi mancano e seppur con le lacrime agli occhi sono felice. I loro volti e le loro anime sono con me e con coloro che li hanno conosciuti.»

La musica è terminata, ma il sogno continua... faccio ripartire la musica!

venerdì, luglio 11, 2008

giovedì, luglio 10, 2008

Riscoprendo una Città

Succede in una sera di luglio qualsiasi, che esci perché hai un appuntamento, ma ti ritrovi ad avere 1 ora e mezza di anticipo. Quindi come capita in questi casi, si cerca il modo di ammazzare il tempo, e considerata la latitanza dalla mia città per quasi 4 anni, avendo già abbandonato il mezzo di locomozione, mi incammino. Sembrerà stupido, ma per me è stata una specie di rivelazione. Se già conoscevo poco, o meglio, se conoscevo in modo superficiale la mia città perché sempre vissuta rincorrendo le mie attività quotidiane, oggi mi rendo conto di non conoscere più Torino. Molti luoghi sono stati ripresi e stravolti, rimodernati, rinfrescati, rivisitati... ed a pensarci bene altri ancora sono in corso molte opere di questo genere. In questa mia prima missione, ormai è diventata tale, di riscoperta della città in cui ho vissuto la maggior parte della mia vita, ho ripercorso la zona del quadrilatero romano, delle Porte Palatine, del Duomo sempre girovagando senza una meta precisa ma percorrendo le vie che collegano queste zone. Nuovi giardini utilizzabili in gestione ad un albergo (chissà poi perché?) le porte Palatine ieri difficilmente raggiungibili, oggi si lasciano attraversare da una passeggiata quasi fuori dal tempo e dalla spazio, lasciandosi alle spalle il piazzale del Duomo, ancora in rifacimento (forse a causa del famoso incendio della sindone?) Poco oltre le Porte Palatine un giardino non recintato con panchine sotto alcune strutture dal design moderno che si contrappongono alle antiche porte. Piazza Repubblica, che era proprietà di una popolazione ambigua tutte le sere e le notti che è ritornata in possesso dei comuni cittadini contrapponendo una nuova veste con i vecchi banchetti del mercato di tutti i giorni ed edifici di vecchia costruzione con nuove strutture rimodernate, come nella zona del quadrilatero romano poco più avanti che ancora affascina con la sua architettura edilizia del settecento con, le vie strette alcune con sampietrini altre ormai già asfaltate, con i nuovi locali che animano la vita notturna della zona, concepiti con il più moderno design, a volte troppo "cool".
Impensabile per me immagina come era un tempo, ogni volta che ci sono dei cambiamenti architettonici, se non perfettamente conosciuti o vissuti, dopo qualche mese dal cambiamento non ci si ricorda più come era, avendo solo delle sensazioni che nascono da ricordi lontani ed offuscati. Straniero in patria ho vagato per oltre un ora tenendo il naso all'insù piuttosto che fermarmi a guardare nuove ambientazione della mia città che non conoscevo abbastanza e che ancor meno conosco oggi… a vedermi con altri occhi si poteva pensare che fossi un turista disorientato…
Un esperienza forse troppo bella per essere vera, ma quante volte capita di visitare, come turista, la propria città.
mr.zugo

giovedì, giugno 26, 2008

Esuberanza

Quante volte capita… Nel corso della nostra vita affrontiamo molte situazioni, viviamo tanti avvenimenti, e in alcuni di questi momenti, nella nostra coscienza scatta una molla che ci porta a intraprendere dei processi che innescano eventi in successione i quali vorremmo portassero al miglior risultato, ma al contrario ingenerano un susseguirsi di reazioni a catena che portano al risultato opposto.
Di fronte a dei frangenti che ci toccano, in taluni casi marginalmente, in altri invece direttamente, senza neanche pensare alle conseguenze si attuano tutta una serie di eventi che vanno ad impattare sulla comunità nella quale siamo inseriti.
La buona fede e la volontà di aiutare gli altri ci spinge a fare, dire tutta una serie di parole ed azioni che porta alla complicazione della condizione di partenza. Il fatto è che se nessuno ci fa notare la troppa e invadente intraprendenza, contenti dei nostri intenti, perseguiamo e reiteriamo questi atteggiamenti da «salvatori della patria» che inconsapevolmente, invece, ci portano a diventare fastidiosi e esuberantemente insopportabili ed odiosi. In questi momenti il caos regna sovrano, tutti pensano a quanto sta accadendo, alcuni parlano, altri giudicano… chi sfugge per non essere coinvolto, chi invece ne approfitta e ingenera ancora più confusione, insinuandosi in ogni frangente. Io mi ero ripromesso di lasciare spazio alla mia buona fede e all'altruismo solo ed esclusivamente nel momento in cui mi fosse stato richiesto: mi accorgo invece che l'arroganza del mio carattere mi porta comunque insinuarmi in ciò che non mi riguarda direttamente, pensando di essere l'unico detentore della verità, parlando come emettessi sempre una sentenza, ponendomi al di sopra delle aspettative altrui, e prevaricando il pensiero comune, con il quale invece sarebbe opportuno confrontarsi sempre.
Imparare a controllare questa esuberanza, non è facile, ma certamente è ancor più difficile se penso che la comunicazione tra persone è diventata minimalista per certi versi, essenziale e sintetica per altri, ma pur sempre incompleta e fraintendibile o ancora peggio reinterpretabile. Troppi mezzi di comunicazione che si sovrappongono, troppo poco tempo per esprimere l'interezza del pensiero, o ancor peggio non concedersi il tempo sufficiente per leggere, ascoltare, riflettere e comprendere per poi rispondere nei modi che forse oggi servirebbero di più… ma come dicevo prima, sentendomi «salvatore della patria» ed unico detentore della verità, sto straparlando, imponendo la mia ottusa esuberanza anche in questo caso. Quante volte ancora…


mr.zugo

giovedì, giugno 19, 2008

InTortando - Persone&Torte

Nuove amicizie,  nuove esperienze! Era dai tempi delle superiori che non mi ritrovavo in mezzo alle festicciole con un po' di persone a chiacchierare e gozzovigliare di prelibatezze. Con sorpresa sono stato invitato a partecipare ad un evento che mi ha riempito di gioia oltre che di un certo appetito goloso. Undici persone per un totale di 11 torte con tanto di votazione e vincitori! Io purtroppo non sono riuscito ad assaggiarle tutte, ma solo a guardarle si capiva benissimo che erano tutte buone, per non dire ottime. Giusto per dovere di cronaca vi faccio l'elenco delle torte, che abbiamo divorato come locuste voraci, in ordine casuale di come mi sono tornate alla mente. Probabilmente non interesserà a nessuno, ma le scrivo lo stesso, chissà che qualcuno non metta poi le ricette per chi le volesse provare:


  • Farinata (non è una torta ma era buona!!)

  • Quiche di verdure

  • Torta di gamberetti

  • Torta di porri e noci

  • Millefoglie alla fragola

  • Tiramisù

  • Millefoglie al cioccolato

  • Torta alla frutta

  • Torta mandorle e amaretti (scusate non erano noci)

  • Torta allo yogurt

  • Salame al cioccolato

  • Torta margherita con mandorle


Ovviamente il tutto era ben accompagnato da vini, spumanti e bibite, personalmente mi è mancato solo un caffè, ma considerata l'ora forse è stato meglio senza. Mentre  tornavo a casa, soddisfatto e con la pancia piena, ho cominciato a fare dei confronti tra le torte e chi le aveva portate; caso vuole che alla fine a volerci proprio arrivare, ogni torta rappresentava benissimo la personalità della singola persona che l'ha portata. Sembrerebbe che abbia un fondo di verità quell'affermazione che dice "dimmi quello che mangi e ti dirò chi sei". Interessante questo abbinamento persone e torte, ma prima di esprimere giudizi, aspetterò il prossimo evento di questo tipo per capire effettivamente se nella varianza, questi abbinamenti si ripetono come per questa prima piacevolissima occasione.
E per concludere auguri ai Gemelli festeggiati!!!


mr.zugo

lunedì, giugno 16, 2008

Accoglienze

La vita è strana, si passano periodi interi a cercare di entrare in un club, in un locale, di socializzare con gruppi di persone, ma con lo scarso risultato di arrivarci solamente nei pressi senza mai raggiungere il traguardo. In altri casi invece, ancora non ti è nata l'idea o la tentazione di andare a cercare nuove avventure che ti cadono in braccio. In tutto questo i tempi di svolgimento sono addirittura più strani, mesi per raggiungere una condizione, altre volte pochi giorni per essere travolti e stravolti. Vi domanderete a cosa sto alludendo, bhe in fondo a cose abbastanza frivole, forse, ma per me di interesse.
Nella mia ricerca di riaprire contatti con le persone, ho trovato l'opportunità di mettere a frutto questo mia passione di comunicare ed avere un contatto fisico (non in quel senso, non siate malpensanti), seppur con un po' di fatica, e seppur in poche occasioni, ci sono riuscito. Stavo anche proseguendo in questo bel percorso, e cosa capita? Capita che entro in un mondo nuovo, intrigante, interessante e per certi versi entusiasmante, manco fossi un adolescente che fa le prime esperienze da adulto, assaporando il gusto della maturità che non si è mai certi di raggiungere se non anagraficamente, trovandomi anche in situazioni anomale per un "adulto".
In conclusione, sono sconcertato, sempre di più ci si dimostra una società parentale, strettamente parentale: se non partecipi con costanza e continuità alle attività della "famiglia" è come se si uscisse un po' dalla vita comune, senza neanche accorgersene, che mi sembra l'aspetto più triste forse… ma in fondo è colpa mia o meglio della mia vita (lavorativa) che nel tempo mi ha portato ad assimilare il carattere di un'eremita, nonché di un orso solitario; solo quando mi gira mi riesce ad essere simpatico riesco ad integrarmi e farsi ben volere: mi sta bene! Anche perché ho modo anche di apprezzare coloro che mi accettano per quello che sono senza troppe pretese se non il giusto rispetto che gli compete. Ora non mi resta che cercare di recuperare in qualche modo il tempo perso, anche se penso che sarà difficile, considerata la mia latitanza di 28 giorni pregni di silenzi e assenze.

mr.zugo

martedì, maggio 27, 2008

Delirando di Altrove

In questi giorni sono lontano da casa… in un luogo che non mi consente di tenere il contatto con la realtà, per motivi diciamo professionali e logistici. Nei pochi momenti che trovo cerco di leggere blog, di mandare qualche messaggio, ma ormai la solitudine, ha preso il sopravvento ponendomi nella realtà di un eremita in mezzo alle persone. Altrove è il luogo in cui ci si va a nascondere, scappando in una sempiterna fuga dalla vita, dal contatto con l'umanità. Già altre volte ho scritto della mia stanchezza, mentale, fisica ed emotiva… ma in questo periodo una strana energia negativa alimenta la mia rabbia, il mio senso di rivalsa, agita il mio animo tormentandolo ed istigandolo alla ribellione. Altrove è il luogo dove le emozioni si amplificano all'infinito e dove anche un semplice messaggio, mi stravolge e mi strazia l'animo. Altrove è il luogo delle anime in cui, nonostante dopo tanti tormenti, patimenti, misti a momenti di gioia e spensieratezza, tornano al loro stato originale: pura essenza, intangibile ma persistente, invisibile ma presente, che scendere su coloro che non hanno ancora raggiunto Altrove. Compagni di vita, mecenati della nostra infanzia, riferimenti di valori antichi e non non sono più tra noi e lasciano grandi vuoti colmati solo dall'illusione di poterli tenerceli dentro, in segreto, pur di non sentirne la mancanza. Questo delirare mi strazia e mi affatica… vorrei chiudere gli occhi e potermi lasciare andare ad un etereo ed eterno sonno, nel quale poter sognare di coloro che non ci sono più e godermi la loro compagnia all'infinito e godere della loro saggezza divina. Ma vigliacco, non trovo il coraggio di raggiungerli prematuramente, e aspetto… Altrove non è lontano, ma neanche così vicino da permettermi di pazientare, lasciandomi in questo caos della mia anima che vuole silenziosamente gridare, ma che urlando tanto forte ammutolisce subito!Non sarà comprensibile per tutti, se non addirittura sarà incomprensibile la totalità: un saluto affettuoso a chi ha lasciato segni indelebili, dentro coloro che li hanno amati, ed un augurio che lì dove si trovano, Altrove, possano trovare tutto quello che meritano oltre che gli strumenti per proteggere coloro che hanno… coloro che amano.
Ai nonni, ai padri/mariti, agli innocenti, agli angeli senza colpe!
Un grazie per esserci stati.


mr.zugo

venerdì, maggio 09, 2008

Memorie Storiche

In questi giorni si sta parlando del sequestro/assassinio Aldo Moro, forse in modo anche troppo sommesso, con piccoli accenni ad altre stragi. Salterellando di qua è di là tra diverse emittenti radiofoniche e diverse emittenti televisive mi sono resoconto, che noi italiani siamo un popolo smemorato, e irrispettoso dei nostri avi. Personalmente non ho avuto occasione di incontrare culture diverse dalla mia almeno non in modo così approfondito, ma nelle esperienze indirette, ma ho la sensazione che al contrario delle altre culture noi tendiamo a sminuire e assopire la memoria che la nostra Storia ci ha lasciato. Solo singolarmente ricordiamo degli eventi, perché magari toccati da vicini o vissuti con uno stato d'animo personalmente intenso ( per la mia generazione sarà sicuramente sintomatica la catastrofe diossina), gli altri danno la sensazione di vivere secondo dogmi nati da quello che la storia dei loro antenati (più o meno antichi) gli ha insegnato. In questi giorni mi sono documentato brevemente e sono rimasto sinceramente stupefatto di quanto non conosco la storia italiana, tolto quel poco studiato e anche male da parte mia sicuramente; ma leggendo le lista delle stragi (da considerarsi indicativa) e la lista delle catastrofi (un po' più attendibile): sono rimasto basito.
Le rimembranze in Italia sono diventate eventi di mediaticità pubblicitaria di interesse politico o di interesse economico, alla stregua dei reality vari che ci stanno propinando negli ultimi 10 anni!
Personalmente mi sento un inetto in fatto di storia, se non avessi fatto un giro alla Reggia di Venaria, non avrei mai scoperto che la dinastia dei Savoia era la più lunga e radica, rispetto ad altre. Se non avessi mai sentito parlare di Falcone e Borsellino, Moro, Ustica, Bologna forse non saprei nemmeno che l'Italia è assediata da una casta oscura che si muove alle mie spalle e di coloro che dovrebbero amministrare lo stato in cui vivo. Oppure se non avessi sentito parlare del Vajont, o della Valtellina sarei ancora fermo a Pompei ed Ercolano.Mi auguro di essere solo io l'ignorante, ma credo di non essere la sola mosca bianca in fatto di Memoria Storica e valori associati a questi eventi!

mr.zugo
N.B. le fonti riportate sono da intendersi solo indicative ed esplicative

lunedì, maggio 05, 2008

Ricominciare

Come un regalo inaspettato, nella vita, accadono eventi che seppur intrapresi coscientemente, si rivelano sorprendenti, piacevolmente sorprendenti. Durante la propria vita capita spesso di incontrare persone con cui si stringe amicizia e col tempo si entra in confidenza, ma capita anche di perdere contatti per diversi motivi, trasferimenti, litigi, scelte di vita che non accomunano più. Come a molti, capita anche a me, anche se con un punto dolente: ne ho persi più di quanti ne ho trovati. Colpa del mio carattere e della mia intransigenza, lo ammetto, ma anche per via di incompatibilità «mentali» dove sempre e solo io dovevo sottostare alle esigenze di altri, e raramente, per non dire mai, trovare qualcuno che si affranchi alle mie esigenze. Ma in quanto persona tenace e intraprendente, non ho mai smesso di rendermi disponibile ad allargare i miei orizzonti. E di questo sono felice soprattutto di questi ultimi tempi. Grazie alla comunanza con altre persone che si sono rese disponibili a confrontarsi, conoscersi e interagire con altri sconosciuti, ho avuto occasione di ricominciare ad allargare i miei rapporti di interazione con la «gens». La varietà e l'eterogeneità di queste persone mi ha permesso di riprendere a comunicare, forse male, ma è sempre un inizio per me positivo.
Come sempre accade per i lieti eventi mi voglio augurare che la pazienza, e la comprensione di queste nuove amicizie, sia tale da permettermi di ritornare ad una vita sociale più attiva e dinamica, nonostante altri impegni me lo impediscano: temo al pensiero di arrendermi per pigrizia o per supposta incompatibilità solo per giudizi affrettati, o per cattive sensazioni.
In definitiva l'evento inaspettato, qual'è vi starete domandando ebbene la giornata del 1º maggio di cui trovate una bella iconografia qui (grazie a GrilloZ) e un breve resoconto qui(grazie a Romins)  mi ha dato nuove e belle sensazioni che avevo dimenticato! Ringrazio coloro che hanno partecipato e soprattutto mi hanno sopportato.
Ricominciare è dura, ma la fiducia in se, e negli altri in questo caso, alleggerisce le difficoltà nel riaprire rapporti umani troppo spesso relegati dietro finestre virtuali!

mr.zugo

giovedì, aprile 17, 2008

Le 6 cose che Amo

A forza di aspettare, sono stato incatenato per due volte, e così mi sta bene… due anelli della stessa catena. Le sei cose che amo mi sono state felicemente incatenate da



Le regole recitano che occorre linkare chi ti ha incatenato: fatto √
Poi coinvolgere altre sei persone: come sempre lascio libero arbitrio √
Infine fare l'elenco: fatto √


  1. Amo ascoltare le sfumature delle anime.

  2. Amo la musica che allieta le mie giornate.

  3. Amo la pallacanestro: I Love This Game!

  4. Amo le distese d'acqua: specchi della vita.

  5. Amo fare l'amore per perdermi in un'unica emozione!

  6. Amo il silenzio che urla tutto il suo sapere!


Forse sono banale, ma questo è quello che amo, come tante altre cose, ma queste sei sono le prime che mi sono venute in mente! Chi volesse prendere spunto e fare altrettanto, si può accomodare!

mr.zugo

sabato, febbraio 02, 2008

La fine di una strada - Epitaffio

Come forse avevo già accennato, ora lo confermo, e forse con un po’ di anticipo! E’ giunto il momento di cambiare, occorre imboccare una nuova strada: mi è d’obbligo. Sono trascorsi poco più di 10 anni… si 10 anni da quando ho mosso i primi passi su questa strada virtuale, avevo 24 anni ed ero letteralmente un pivello, ma forse lo sono ancora oggi. Ho incontrato internet per necessità lavorative, ed affascinato mi sono lasciato coinvolgere, anche personalmente, da questo mondo interminabile, senza confini, quanto limitato.
Ho scoperto cosa significano link ipertestuale, cos’è una URL, come funzionava un browser, ecc. ho imparato diligentemente tutto quello che occorreva per muoversi sulla rete della comunicazione globale, nel lecito e nel meno lecito. Ho fatto le mia prima iscrizioni a portali di servizi per il web ed ho cominciato la mia esplorazione di questo mondo che vasto e senza confini ti limita ad una esistenza che molti definiscono virtuale, ma che altri la fanno diventare, forse malauguratamente, una realtà a tutti gli effetti. Ho incontrato sulle vie cibernetiche persone di ogni sesso, religione, cultura e costume, con problemi o improponibilmente sempre felici e soddisfatte, altri viziati del sesso virtuale e ancora  profeti della comunicazione globale, persone comuni, persone speciali… almeno questo io credo di aver incontrato, scoprendo ognuno di loro attraverso le loro parole e i loro messaggi, o quant’altro ci si concedeva reciprocamente. Ma ancora oggi, escluse quelle poche persone che mi hanno pregiato dell’onore e della fiducia di incontrarmi, di tutti gli altri non so se corrisponda veramente a realtà il come si sono presentati in questo mondo virtuale, o se fosse solo una parte di loro stessi, o se si sono immedesimati in quello che in realtà  avrebbero voluto essere.
Io certamente non sono stato molto diverso da ognuno di loro: insomma ci vuole molta coerenza e soprattutto molta onesta con se stessi oltre che con gli altri a non mettersi una maschera: d'altronde da dietro il vetro di una finestra speciale che ti permette di vedere al di là ma, che se si vuole, impedisce agli altri di vedere chi c’è realmente dietro quel vetro, è estremamente facile lasciarsi andare alla tentazione ed al fascino di diventare chiunque si voglia. Ho fatto del mio meglio per rimanere me stesso ed il più delle volte ci sono riuscito, ma come dicevo, ammetto di essermi concesso il malsano lusso di tanto in tanto di diventare qualcun altro: sono stato un finto poeta, un finto intellettuale, ho cercato di personificare un latin lover (con scarsi risultati), ho percorso le vie anche più in ombra della rete di internet, ho sperimentato nel bene e nel male; e dopo questi anni, trascorsi a crescere con la rete stessa, mi rendo conto che non ho vissuto un parte della mia vita reale per viverne un'altra meno concreta. Un esperienza particolarmente accrescitiva, attraverso queste ramificate connessioni ho scoperto cose che forse nella realtà non avrei mai potuto immaginare, almeno non così tante in così poco tempo. Nel lasciarmi ammaliare e trascinare dalle ombre della rete sono comunque riuscito a riemerge alla luce e godermi le cose migliori di questa collettività che sta in bilico tra virtuale e realtà. Sono partito da un indirizzo di posta elettronica personale per attraversare siti e spazi personali, colloquiare nella chat e nei forum, per approdare a al mio diario elettronico pubblico il blog, ma ormai sono stanco e la realtà della vita quotidiana mi sta trascinando con le sue responsabilità lontano da questa comunità di cybernauti. Non voglio giudicare se è bene o male appartenere a queste collettività virtuali, in fondo vivendo con loro sulla rete ho sempre imparato qualcosa, quindi non è per niente male come esperienza, ma mi rendo anche conto che serve molto buon senso ed una certa dose di maturità per affrontare certe ambientazioni virtuali, e non sto parlando solo di sesso virtuale o di suoi derivati, sto parlando di concezione dello strumento mediatico che rappresenta internet e tutto il suo contorno. Attraversando portali di comunità di diverso tipo, navigando per accrescere la mia cultura o per vedere posti che non avevo mai visto, ho fatto un percorso evolutivo che combaciava anche con la rete stessa, ma che ha richiesto parecchio tempo, e personalmente anche troppo ritengo.
Da una logica di condivisione senza barriere internet è diventato sempre più sofisticato sempre più complesso… anche per me ormai ci sono limiti tecnologici che cominciano a diventare insormontabili: dalle semplici parole scambiate su una chat comune che permetteva di comunicare con persone distanti km si è arrivati a parlare attraverso programmi che ti permettono anche di vedere il tuo interlocutore evitando addirittura di digitare sulla tastiera parlando come se si fosse al videotelefono. I browser sono sempre più complessi perché devono gestire una quantità di informazioni e dati tali da consentire sempre nuove funzionalità che ti obbligano a cambiare la tecnologia portante ogni 6 mesi se non ci si vuole perdere nemmeno una sola delle nuove funzionalità… e così camminando, camminando il fascino e l’intrigo di scoprire giorno dopo giorno, parola dopo parola l’interlocutore del momento, è venuto meno: oggi in meno di 2 minuti e possibile sapere quasi tutto di chi sta dall’altra parte (verità o menzogne permettendo) e in più si diventa schiavi della tecnologia per non sentirsi tagliati fuori. Dal semplice codice html che ti concedeva la possibilità di scrivere in finestre basilari un messaggio per il tuo cyberamico a 1.000 km di distanza ora puoi fare di tutto e di più, lasciando spazio anche alle perversioni, ed alle malsanità più impensabili (terreno fertile per il bieco merchandising). E’ anche vero che le potenzialità dello strumento aiutano in parecchi frangenti, si economicamente che culturalmente, ma non invidio i giovani naviganti che senza una guida affrontano un mondo tanto vasto che ti aggredisce e ti propone molteplici possibilità di perderti o di crescere indistintamente allo stesso modo. Il mio tempo su questo strumento penso sia arrivato al termine, almeno come esploratore di questo mondo che ormai mi annoia e nel quale non vedo nuove mete da raggiungere che destino la mia curiosità, il mio interesse, ormai nulla mi affascina più. Potrò sembrare saccente, colpevole di mettermi la toga del giudice supremo, ma in realtà sto condividendo un ultima volta quello che è il mio pensiero parlando di questo mezzo di comunicazione. Sono stati 10 anni, tra alti e bassi come frequentazione, più o meno interessante e in certi momenti molto importanti, ma ora non vedo più internet come prima, in parte sono deluso dalle troppe maschere e dalle troppe fotocopie virtuali che si incontrano, o da coloro che cercano di rendersi interessanti attraverso il mistero che potrebbe non esserci più, o attirare gli altri con le solite argomentazioni… ora vorrei darmi altri obbiettivi, interessi e amori da perseguire. Mi limiterò a tornare ad un uso comune di questi strumenti concedendomi una e-mail personale, e non 7 come avevo circa 2 anni fa, ed un unico spazio personale con cui rimanere in contatto con coloro che hanno percorso e condiviso parte del mio cammino in questa collettività cybernetica. Un ringraziamento va a coloro che hanno concesso al sottoscritto di potersi confrontare apertamente e sinceramente, superando veramente le barriere geografiche e culturali ed affrontato ogni argomentazione con la corretta serenità e trasparenza d’animo permettendo a tutti di crescere ed imparare sempre cose nuove o condividerne di comuni. Un saluto ed un abbraccio per tutti i naviganti.


mr.zugo

martedì, gennaio 15, 2008

Destino Beffardo

Spesso nel corso della nostra esistenza, miriamo a qualcosa, a qualcuno. Una volta che troviamo o incappiamo in quelle cose che ci attraggono così tanto, la nostra bramosia sale, sale, sale sino a raggiungere il limite. Quel tanto atteso limite che è come un bivio: non si sa mai quale delle due strade ci sarà concesso di imboccare. Nonostante le occasioni non manchino, per raggiungere e agguantare l'oggetto della nostra bramosia, chissà com'è il traguardo si allontana; tanto più ci avviciniamo tanto più all'orizzonte l'oggetto dei nostri desideri fugge. A questo punto scattano la frustrazione e lo sconforto che come due zavorre ci trasportano verso il fondo del pozzo oscuro del cruccio e della tristezza.
In fondo a quel pozzo ci siamo già stati, e nonostante ciò, non perdiamo occasione di tornarci o di farci trascinare laggiù! Il destino beffardo non si nega mai un ghigno sardonico per guastare la nostra breve esistenza in cui ci fa annaspare nella ricerca di quello che consideriamo il meglio per noi, eppure fatichiamo così tanto per tentare di raggiungerlo per accorgerci poi che sono poche le volte che ci riusciamo, e forse temo mai fino in fondo come speravamo.

Sembra che tutto sia già scritto e deciso dal destino, che beffardo però, ci offre occasioni e momenti per cercare di ottenere l'irraggiungibile, e più occasioni ci sono più noi ci affanniamo a tentare di sfruttarli. Un giro vizioso nel quale consapevoli dentro di noi di non poter raggiungere quei traguardi, insistiamo testardamente a volerli conquistare. Destino beffardo, anime tormentate… in poche parole ci sentiamo vivi ad avere alti obiettivi, per concederci la possibilità di sperare e tentare. Però questa volta mi arrendo, e decido di trovare un buon posto da dove sistemarmi ed osservare il mondo. Dimenticare i miei traguardi e semplicemente aspettare che passi questo beffardo Destino e fargli lo sgambetto.

mr.zugo

martedì, gennaio 08, 2008

Sfaccettature e Tormenti

Ci risiamo… tornano quei giorni in cui non si capisce bene cosa stia succedendo, ogni argomento è un buon pretesto per mettere in movimento tutti quei meccanismi che si pensavano fossero dileguati per sempre. Ed in invece eccoli che ritornano come ombre silenti che nascosti dietro gli angoli stanno in agguato per tornare ad albergare nell' animo, forse mai domo. Non si riesce a capire chi si è, ci sono troppe sfaccettature, che vanno a comporre un'anima che si muove in mezzo alle altre a volte accompagnata dalla luce del sole ed altre volte in compagnia del buio delle eclissi totali di sole. Emozioni e sensazioni hanno il  sopravvento: senso di solitudine, commozione facile per sciocchezze, si riaccende la fiamma della passione per poche semplici parole totalmente innocenti, le pulsioni primordiali crescono, il senso paterno/materno emerge prepotente chiedendo una progenie da accudire insieme ad una compagna/o che non c'è. Si potrebbe pensare ad una specie di grido liberatorio legato agli intenti derivanti dall'aria fresca dell'inizio di questo nuovo anno, ma in realtà… forse non è così. Si potrebbe pensare che sia l'incompletezza di un uomo, o di una donna, che forse ancora non si è, e che vorrebbe essere e la frustrazione mette in moto quel volano che muove tutte quelle sensazioni ed emozioni che creano un terremoto interiore verso cui si è inermi. Quei giorni sono tornati catapultandoci nel limbo di una esistenza che ambigua, sorda all'anima dolente, procede alla cieca senza nemmeno mettere le mani avanti per tastare quello che si può incontrare; al buio come a mosca cieca ma senza volere, e proprio intenzionalmente, senza voler curarsi di quello a cui si va incontro nella misera speranza che ci travolga sorprendendoci piacevolmente. Ma così non è, non lo sarà mai, forse.
Se vado dicendo che la fortuna un uomo se la fa e la salute se la preserva, che senso avrebbe procedere in questo modo, ciecamente, verso un futuro di cui non si vuole conoscere nulla? Ovviamente non avrebbe senso se non comprendendo che l'animo umano non è gestibile come un computer. Quindi mi tengo questo gorgo di emozioni e sensazioni, cercando vanamente di dare risposte e trovando le giuste motivazioni per affrontare il tutto... un tutto, forse troppo grande e multiforme, da considerarlo come una cosa sola: ma come suddividere un anima? Sicuramente tante sfaccettature di tormento sono un altro passo nel viaggio verso un'illuminazione interiore ambita da molti ma non per tutti, sicuramente non per me.mr.zugo

giovedì, gennaio 03, 2008

Propositi o Prospettive

M. C. Escher, 1935,
Hand with Reflecting Sphere
Bene anche questo Capodanno è passato... Festeggiato, inaugurato a dovere questo nuovo anno? Più passano gli anni e meno mi da soddisfazione festeggiare questo evento, sarà perché mi è venuto a noia, sarà la sensazione d'obbligo nell'inaugurarlo a tutti i costi, sarà colpa del consumismo... sinceramente non lo so perché. Di certo negli ultimi anni mi sono posto alcune domande: 

Dopo essermi brevemente documentato ho capito che sono figlio delle consuetudini, e che in realtà, non avevo la benché minima idea di cosa fosse questo evento. Non avevo idea di cosa rappresenti o forse dovrei dire di cosa  rappresentasse il Capodanno. Nella nostra tradizione dei festeggiamenti più o meno tutti facciamo dei propositi per cercare di migliorare l'anno a cui andiamo incontro, e a ben vedere ogni anno sembrano sempre gli stessi. Ma in fin dei conti perché  esprimiamo palesemente o intimamente questi propositi (poi molte volte disattesi)? E se fossero solo delle prospettive per una "nuova vita"? In fondo i propositi si possono considerare dei miglioramenti, cambiamenti in meglio a cui aspiriamo ma a quali non sempre riusciamo a restare fedeli, presi da mille cose che sembrano sempre più importanti o più facilmente affrontabili, dimenticandoci piano piano dei propositi di inizio anno...  Buoni propositi o prospettive, ognuno le consideri come vuole, l'importante è che vengano mantenuti o realizzati. Per quel che mi riguarda, bhe... shhhh è un segreto! E voi?