mercoledì, marzo 14, 2012

Sbiadito Passato

E' un periodo particolare. Lo scenario economico e sociale è come in uno stato di caos tale per cui diventa sempre più complicato vivere la quotidianità. Il timore di restare senza lavoro, il dover fare i conti ogni momento per essere certi di arrivare a fine mese, dare conto all'humus sociale nel quale siamo inseriti per qual si voglia motiviazione. Non passa giorno che nel guardarmi intorno vedo un formicolante movimento, oserei dire oramai ripartito 50-50 tra realtà e virtualità telematica, in cui ognuno di noi e assorbito, per non dire fagocitato, in una quotidianità distorta in cui tutti noi non facciamo che proferire lamentele più o meno accese, più o meno convinte, più o meno ragionevoli. Un costante borbottio compensato di tanto in tanto da facezie di poca gratificazione nell'estenuante ricerca di un benessere che si sta dimenticando.
Ogni nuovo uso e costume viene preso a giustificazione per le azioni, che sempre più egoistiche, intraprendiamo per soppravvivere alla giornata. Ogni pretesto di evasione o di scarico di responsabilità viene colto immantinente per non dover troppo riflettere sulle implicazioni dirette e indirette. Non nego che ci siano situazioni tali per cui diventa  impossibile non lamentarsi o trovarsi in disagio, ma è pur vero che rispetto a 15/20 anni fa sta venendo a mancare il senso accomunamento, di partecipazione e condivisione, oltre coscienza della realtà storica che stiamo vivendo. Saranno forse ricordi sbiaditi del passato, distorti, che ho della mia vita, ma sono quasi certo che quando avevo 19 anni la vita era più vita. Le persone ancora tenevano rapporti "umani" gli uni a contatto con gli altri, c'era il piacere di stare insieme anche solo per condividere situazioni scomode comuni, oltre che quelle più gioviali; c'era la ricerca di comunanza per vivere meglio concedendosi lo scambio e l'unione di esperienze gratificanti non solo nello stomaco ma anche nello spirito.
Oggi mi pare che ognuno di noi se ne stia per proprio conto limitandosi al contatto e convivenza con gli altri solo per comune tornaconto, o per non sentirsi estromessi da occasioni che sembrano irripetibili, ma che il più delle volte vengono reiterate per mancanza di fantasia o di indipendenza di pensiero. 
Insomma se tornassi indietro con l'esperienza di oggi credo che godrei ancor di più dei vantaggi di quell'epoca; daccordo sembra un discorso legato forse ai maggiori soldi ed alla maggior stabilità, ma per il vero quello che non c'era all'epoca era la sconsiderata grettezza odierna delle persone, che hanno la mente, lo spirito rivolti solo a trovare modo di essere i più furbi anche a discapito degli altri.
E' altrsì vero che ci sono piccole sacche sociali ed economiche in cui, come paradisi antichi e perduti, si riesce a trovare quel sano equilibrio della vita quotidiana, peccato solo che siano sempre meno e sempre più ridimensionate. Non mi resta che accontentarmi e suggere della ricerca di questi piccoli paradisi. E scusate lo sfogo.

2 commenti:

  1. Discorso interessante.
    Sul fatto che ci sia una tendenza a lamentarsi e a cercare di avere un proprio tornaconto non ci piove. C'è comunque da dire che un tempo, a parte la mancanza di mezzi tecnologici che non sostituiscono il contatto umano ma che sembrano farlo, anche noi eravamo meno presi da alcuni meccanismi, tra cui arrivare a fine mese (perchè un tempo non eravamo noi stessi a doverci preoccupare, c'era chi lo faceva per noi) e la necessità di condividere era più forte per confrontare le proprie esperienze con le altrui. Oggi credo ci sia più informazione riguardo a come ci si sente, cosa si fa, come ci si comporta etc, quindi si sente meno la necessità di un confronto diretto e ci si immerge in altro. Non che io giustifichi, ma in quanto donna di mezza età (o comunque di altra epoca) mi rendo conto che spesso il problema lo sentiamo più noi che abbiamo avuto un contatto vero rispetto a chi il contatto lo considera in base agli amici su FB...

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  2. Condivido quanto scrivi, ma è pur vero che io la vedo proprio come questione di cultura, educazione civica e sociale, se già nelle case di tutti noi lasciamo troppo spazio agli strumenti e meno ai rapporti credo che non giovi a nessuno

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