mercoledì, marzo 04, 2015

Un Pomeriggio in Archivio

Non manca mai nel giro delle proprie conoscenze qualcuno che faccia un lavoro interessante, o affascinante, o che lavori in qualche sede particolare: ebbene tra le mie ultime conoscenze di questi anni c'è Silvy che risponde ad almeno un paio dei requisiti sopra esposti ovvero fa un lavoro interessante e lo fa in uno degli edifici con il contenuto, più affascinante almeno per me: l'Archivio Storico della Città di Torino. Non vi annoierò facendovi l'elenco dei metri quadri di archivio, delle centinaia di miglia di documenti che raccoglie, vi basterà cliccare sul link precedente o andare alla omonima pagina facebook.
In questa sede volevo solo condividere con voi, quelle poche ore che ho trascorso all'interno dell'Archivio qualche mese fa, accompagnato per l'appunto dalla mia amica, che ha saputo anche trasmettere il proprio orgoglio ed entusiasmo per questa istituzione. 
Già il fatto di scoprire che è un archivio accessibile e che molti dei documenti sono consultabili, ha dato uno schiaffo bello sonoro alla mia ignoranza, già perché ero convinto che non fosse aperto al pubblico, inoltre visto quanto mi raccontava la mia amica, l'esitenza di questo archivio conferma di fatto che i documenti, di qualsiasi genere, non devono andare persi né dimenticati; è quindi grazie al lavoro degli archivisti e degli appassionati (con le loro collezioni) che può esistere un posto della memoria come questo. In quel breve lasso di tempo che ho trascorso in quegli ambienti, devo confessare che ero elettrizzato ed eccitato al solo pensiero della presenza di documenti, libri, codici e qualsiasi altro mezzo di mantenimento delle parole e delle immagini conservati da anni, per non dire secoli e che erano lì all'interno. Il piccolo tour personale mi ha permesso di farmi un'idea ben definita del fatto che la storia non solo insegna ma è il mezzo per la memoria di mettere a disposizione il passato, il presente ed il futuro di una città, di una società e di una cultura intera.
Così mi sono goduto parte dell'esposizione della collezione Simeom, la farmacia omeopatica, ma non ho potuto invece mettere piede nel gabinetto di legatoria e restauro che mi avrebbero certamente entusiasmato oltre che riacceso un po' di malinconica, vista la mia passione per l'editoria, riportandomi al periodo del mio percorso scolastico e soprattutto della stage alla legatoria comunale di Torino che era sita  tra via Milano e via Garibaldi. L'atmosfera di ogni ambiente era immobile, silente come fossero senza tempo a riprova del fatto che là i documenti storici più o meno recenti, fissano e determinano eventi, edifici, culture, usi e costumi di ogni tempo non considerando lo scorrere dei secondi, dei giorni, degli anni...
Per quanto possa sembrare banale, e per me non lo è stato, questa visita occasionale per il momento unica è stata ricca di fascino e interesse, specie perché condivisa con la passione della mia amica per il suo lavoro; esperienza che potrebbe dunque ripetersi, magari per qualche ricerca futura sulla mia città o qualche zona limitrofa.
Consiglio vivamente a chi è interessato alla storia della città di Torino di passare anche fosse solo per trovare le migliori pubblicazioni al book shop che c'è all'interno e farsi trasportare nella storia della Città.

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