venerdì, aprile 08, 2011

Del Viaggiare

Da quando posso ricordare ho viaggiato molto, ma non come spesso oggi si intende. Le mie occasioni di espatriare sono state molto sporadiche e nella quasi totalità legate alle mie pratiche sportive, quindi in gioventù quando ancora ero vincolato agli adulti.
In realtà ho viaggiato molto sulla media breve distanza per lo più in italia e per motivi più disparati e mi sono reso conto nell'ultimo mio viaggio Torino-Roma-Torino che adoro viaggiare non per la meta da raggiungere, non per vivere nuove esperienze in luoghi ameni o d'interesse, ma per il panorama e le persone che ogni volta il viaggio mi propone. Si i paesaggi sono uno scenario che mi affascinano e mi portano a divagare con la mente, e le persone che si incrociano nei viaggi hanno sempre quell'aria che generalmente nella quotidianità non si trova se non nelle stazioni dei treni o delle metro: chi tra il sognante e il felice, chi affaticato ma sereno, chi addolorato e sconfortato.
In ogni stagione, in ogni orario del giorno i paesaggi che posso aver attraversato mi hanno sempre in qualche modo emozionato, mi fanno pensare a come il territorio sia mutevolmente immobile, la terra non si muove, ma noi sopra di essa si, bastano pochi kilometri per passare da verdi colline a spiaggie di mare o ancora dalla nuda campagna arrivare alle montagne. Ovviamente da questo discorso un po' si escluse il viaggio in aereo, dove se non si ha la fortuna di stare sul lato finestrino di paesaggio se ne può vedere ben poco ma quel poco che si vede in realtà è molto di più tutto insieme rispetto a quello che si può osservare dall'auto o dal treno. Nell'ultimo viaggio mi sono ritrovato a pensare che quella strada, già era stata percorsa duemila anni fa, ad una velocità oggi improponibile, con mezzi per niente confortevoli e con rischi molto più grandi di quelli odierni. Duemila anni or sono a passo d'uomo o nella migliore delle ipotesi in groppa a qualche animale, le persone passavano attraverso quei territori senza vedere anima viva, senza sapere cosa avrebbero trovato dietro la prossima curva o dopo la salita, e ad ogni fortificazione sopra un'altura o ad ogni agglomerato di case, deviavano il loro percorso per trovare modo di riposare e rifocillarsi, mentre noi oggi corriamo ai 130 km orari senza nemmeno più guardare il paesaggio che ci circonda, limitandoci a vedere i cartelli e le aree di sosta e poco più di quello che c'è a ridosso della strada; invece c'è molto di più: persone che lavorano la terra, persone che attendono l'autobus nella strada laterale a quelle che stiamo percorrendo, ci sono ragazzini che giocano nei cortili dei casolari spersi nelle campagne, oppure ancora auto piccole piccole che salgono verso i paesei arroccati a qualche kilometro di distanza da dove noi stiamo passando, ci sono panni stesi ad asciugare fuori dal balcone; il paesaggio si racconta per come viene vissuto, accudito come gli uliveti o le vigne o i campi di grano o ancora peggio maltrattata, come le cave di marmo, grandi voragini del terreno come enormi ferite a cielo aperto; ad ogni stagione poi gli stessi luoghi cambiano aspetto e cambiano magari anche storia, come sono diverse e mutevoli le storie delle persone che viaggiano. A seconda del mezzo di trasporto e degli indumenti indossati già si può intuire che tipo di viaggio sta intraprendendo ognuno di noi, ed il gioco è immaginare, indovianre quale sia diventando un bel passatempo: intuire quale sia il tipo di viaggio e l'umore delle persone che si incrociano nei viaggi... Ognuno viaggia sempre per un motivo e non sempre solo per piacere, e non in poche occasioni all'anno; c'è chi viaggia annoiatamente per lavoro, chi viaggia per riunirsi a familiari in circostanze per nulla liete, chi viaggia per tornare a casa, chi viaggia per piacere che si tratti di pochi giorni e settimane, chi viaggia per amore. Ma mentre il paesaggio escluso il cambiamento avuto con il cambiare dell'urbanizazzione vagamente è rimasto simile a se stesso, i viaggiatori sono cambiati nel tempo... saranno i mezzi di trasporto, saranno le vite diverse, sarà la frenesia del terzo millennio, ma tolti quei pochi che si ritrovano disgraziati senza mezzi e quindi si arrabattano in qualche modo e vivono il viaggio in tutto e per tutto, di tutti gli altri, me compreso, ci stiamo dimenticando a poco a poco il significato del viaggio. Facciamo in modo di partire ed arrivare ai nostri comodi, di farlo velocemente o economicamente sperando di non avere intoppi per arrivare prima, quando invece io credo che il viaggio possa essere lo spirito dell'uomo: l'esplorazione, la scoperta di quello che sta tra la partenza e l'arrivo; più ci penso e più mi riscopro ad aver guardato con occhi di bambino tutti i paesaggi che ho attraversato, arcobaleni, colline, montagne, più o meno vicine, coste di mare, città nascoste nelle insenature, vele di barche in lontanza sul mare, riflessi argentati sulla superfice di laghi protetti tra le montagne, alberi e vegetazioni che ancora oggi a forza resistono al cemento ed all'asfalto, case semiabbandonate a poche centinaia di metri da lingue di asfalto su cui corrono centinaia di migliaia di mezzi. Il viaggio oggi è solo un intermezzo della vita, quando un tempo era l'espressione del futuro, l'andare verso qualcosa di nuovo attraversando paesaggi e incontrando personaggi entrabi sconosciuti, uno spirito di avventuara che oggi forse pochi hanno, considerato che tutto e programmabile, scopribile,  noto ancora prima di partire. Oggi il massimo dell'alternativa e fare un viaggio estremo con pochi mezzi attraversando zone non particolarmente urbanizzate, ma sempre con viaggi e strutture organizzati... Poveri Marco Polo e Cristoforo Colombo che sono nati nell'epoca sbagliata? O poveri noi che non abbiamo più lo spirito della scoperta?


mr.zugo

4 commenti:

  1. Che dire, a me viaggiare non piace, ma i paesaggi che cambiano mi suggeriscono sempre mondi fantastici in cui creare una storia nuova. Una avventura da vivere tutta nella mia testa e magari in una pagina o due delle mie mille strie iniziate. Bacio

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  2. Posso chiedere post più brevi ma più frequenti?

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  3. PaolaClara potresti farti un viaggio tutto tuo nella mente, come fosse un viaggio vero, potrebbe essere un'occasione per estraniarsi dal bailamme e rigenerarsi un po'. Abbracci viaggiatori

    Romins cercherò di esaudire la tua richiesta, in fondo devo alleggerire il carico mentale di quest'ultimo periodo

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  4. Infatti i viaggi che mi faccio in testa mentre cucio schifezze di plastica per Re Giorgio sono la mia unica via di salvezza... ;)

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