mercoledì, agosto 14, 2013

Cultura - 2 Visite in 2 Giorni

Palazzo Madama - Torino - Scale dello Juvarra
Strana estate per me questa, sono pervaso da un insolito fastidio e da una forse troppo conosciuta irrequietezza. Sarà per questo che sto cercando di ingegnarmi  per trovare modo di evadere come meglio mi riesce. Così mi ritrovo a concentrare le mie attenzioni sulla cultura approfittando di ogni sorta di museo e/o attrazione da andare a visitare. Già venerdì scorso mi sono gustato il Museo del Cinema ed il Museo Egizio mentre ieri pomeriggio, mi sono pregiato di una visita che ancora non avevo mai fatto, ovvero Palazzo Madama. Situato in pieno centro della città il Palazzo architettonicamente presenta aspetti dei due periodi principali in cui ha avuto la sua maggior vita: quello medioevale e quello rinascimentale.
Come sempre mi sono lasciato affascinare dagli interni di questi ambienti che portano con se le storie di pittori e arredatori che davano alle stanze una propria identità e vivibilità, quasi a sembrare decorazioni e disposizioni dettate dal feng shui. Sin dal piano sotterraneo sino alla torre panoramica ogni stanza ed ogni ambiente è stato utilizzato per esporre opere iconografiche e non solo dei due periodi riguardanti questo castello. Ho seguito tutto il percorso attraverso i vari piani ed i vari periodi, osservando con la debita attenzioni anche l'iconografia sacra che non è tra le mie preferite. Momento particolarmente interessante che rifarò quanto prima l'ultimo piano e la torre panoramica, così da potermi gustare meglio i dettagli delle ceramiche, delle opere in vetro e metallo oltreché sperare di trovare una bella giornata limpida è godermi la mia Torino dall'alto. Ammetto che sono rimasto piacevolmente colpito da questa prima visita nel Palazzo Madama.

Non ancora soddisfatto ed appagato questa mattina mi sono invece concesso un museo un po' più tecnologico ed ingegneristico portandomi al Museo dell'Automobile. Ormai era qualche decennio che non vi entravo, ed ammetto che sono rimasto un po' disorientato dai notevoli cambiamenti rispetto alla mia ultima visita. Concepito più modernamente e internazionalmente, ho iniziato la mia visita dal secondo piano come da indicazioni ricevute all'ingresso. Su tutti e tre i livelli espositivi ho seguito un percorso guidato studiato non solo cronologicamente ma anche concettualmente passando dai vari periodi storici attraversando quindi anche sale a tema tecnologico che ben si sposa all'evoluzione dei mezzi di trasporto di questi ultimi 200 anni. In questo modo non solo ho attraversato la storia delle auto ma anche la storia tecnologica che ha portato al costante progressivo miglioramento delle componenti meccaniche e di allestimento di vari mezzi. Sono rimasto particolarmente colpito dalla "Itala" automobile del 1907 che vinse la prima corsa di lunga percorrenza, circa 16.000 km da Pechino a Parigi. Non oso immaginare le non strade percorse ma di certo onore al merito di aver realizzato un mezzo di trasporto talmente avveniristico che già allora poteva raggiungere i 90 km/h nonostante una bassa tecnologia contando solo su meccaniche robuste e concetti ingegneristici all'avanguardia rispetto al periodo. Oggi sarebbe alquanto facile e poco problematico fare una traversata di quel genere. De tre livelli espositivi il secondo è certamente quello meno motoristico ma più culturale, esponendo automobili più sull'impronta di aspetti culturali e sociali che per quelli motoristici puri; allo stesso modo al piano terra invece era più incentrato sugli aspetti di design e innovazione futuristica. Anche con questa visita fatta in poco meno di 3 ore mi sono goduto tutto quanto era esposto, e se dovessi tornarci, questa volta mi dedicherò molto di più agli strumenti multimediali ed interattivi disponibili per ampliare e meglio comprendere la mostra.

Insomma anche in queste ultimi due giorni, non mi sono negato l'occasione di evadere dal mio malumore e godermi un po' di storia, di espressioni comunicative di diversi periodi storici e godermi parte della città da cui troppo negli ultimi anni ho trascurato di vivere.

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