mercoledì, agosto 26, 2009

Oltre A Noi...

... cosa c'è oppure chi c'è. Nei giorni prima e dopo ferragosto mi sono ritrovato a chiacchierare con diverse persone, uomini e donne diversi tra loro, diversi da me; si diversi perché ognuno con la propria infanzia e la propria storia giovanile, adolescenziale che ci ha portato ed essere quello che siamo. Ma in realtà abbiamo molto che ci accomuna, seppur in tempi e modi ineguali quasi tutti hanno perso amici, persone care, affrontato cambiamenti nella loro vita, provato privazioni più o meno importanti. Quello che mi stranisce e la difformità con cui sono state vissute e le conseguenze o le scelte che hanno portato ad ognuno di noi. Qualche tempo imputavo le diverse reazioni e scelte all'eduzione ricevuta ed all'ambiente in cui si è vissuto, ma oggi comincio a pensare che non siano sufficienti queste cose a giustificare... o meglio a spiegare diverse reazioni, diverse scelte e soprattutto diverse emotività. Non so bene cosa possa esserci d'altro ma certamente ognuno di noi ha una specie di motore spirituale, caratteriale che ci spinge e ci guida alle nostre scelte ed alle nostre azioni e lo stupefacente è che non siamo mai soddisfatti o convinti sino in fondo: ci resta sempre quel velo di tristezza, oppure quel senso di amaro in bocca, o al contrario una inspiegabile euforia per delle inezie, ecc. Di base però come qualcuno ha ben sottolineato in un commento del post precedente abbiamo tutti una babele dentro di noi, di parole, emozioni, sensazioni di cui dobbiamo trovare un senso, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo... forse però non è così semplice perché siamo sempre immersi in un fiume melmoso che ci impedisce di nuotare con facilità o con regolarità per seguire il senso delle nostre parole e delle nostre emozioni. Tutti siamo costantemente e disperatamente alla ricerca di equilibri che ogni volta sembrano avvicinarsi, si dimenano e danno la solita spallata e ci riportano se non al punto di partenza, almeno a tre passi prima. Oltre noi ci sono gli altri, oltre alla nostra vita c'è quella degli altri. In questo terzo millennio pretendiamo tutti la nostra fetta di felicità e per inseguirla ci perdiamo in labirinti da quali solo noi possiamo uscirne, perché nessuno guarda gli altri, forse non più con la giusta ottica e l'antica disponibilità. Quelle poche persone che ci provano, che cercano di non perdersi ed uscire dal labirinto fanno fatica sempre di più perché non c'è risposta da coloro che ci circondano, sembra che ad essere fiduciosi e disponibili si faccia la figura dei "pirla" e che si soccomberà alla negatività altrui, ed allora tutti vogliamo essere furbi, tutti vogliamo sentirci rispettati senza darlo, vogliamo essere considerati senza considerare, vogliamo stare bene senza sacrifici, vincere facile e sentirci meglio degli altri.
Dopo tante parole in merito alle amicizie di convenienza, agli affetti "fastfood", ai rapporti di "consumo" mi sono sentito svuotato di energie e di fiducia... non mi sono restati altro che i miei hobby, leggere, la grafica creativa, la scrittura, lo sport e da qui ricomincio perché oltre a me... "ci sono anche tutti gli altri" e non posso vivere come se non ci fossero o non avessero importanza ognuno per la propria parte, nel bene e nel male.

9 commenti:

  1. :-) bisogna stare sempre attenti, ai bisogni degli altri e ai nostri, ai ritmi dei rapporti.

    Non credo c'entri molto l'educazione o l'ambiente con le scelte e i percorsi della gente, credo sia qualcosa di più profondo ed individuale..

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  2. come detto che non c'entrino nulla non credo, ma non è solo quello, ormai mi è chiaro

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  3. Penso che ognuno di noi abbia una sua sensibilità, o predisposizione, che spinge a reagire alle cose della vita in un certo modo. Certo l'educazione (ovviamente non scolastica) ha un suo peso. Ma ci sono fratelli che non hanno le stesse reazioni, ci sono persone cresciute nello stesso ambiente che non si comportano nello stesso modo.

    C'è una parte di noi, dentro, in profondità, che ci guida aldilà di tutti i condizionamenti esterni. Forse è la parte che è più difficile gestire perché non segue le regole del mondo che ci circonda, ma solo regole sue.

    E sì, credo che non si possa prescindere dagli altri. Non tanto dalle loro necessità, ma dalle necessità nostre e loro per poter vivere in modo umano. Che non è tanto di moda in questi tempi, ma che sarebbe auspicabile per un futuro.

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  4. quella cosa dei fratelli non mi giunge nuova... chissà come mai :-D

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  5. concordo con paolaclara...c'è quasi qualcosa che ci spinge da dentro...il resto...è intuito e volere davvero qualcosa...

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  6. mhhh, qualcosa di indefinito "...che ci spinge da dentro" ci devo riflettere.

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  7. Morfea77 si riflettuto anche in tempi addietro, secondo me il discorso è complesso e troppo ricco di sfumature, ma resta il fatto che le analogie, anche nello "indefinito che ci spinge" tra le esperienze delle persone volendo si possono trovare.

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  8. alla fine credo che le analogie le si trova anche involontariamente...qualcosa che ci conduce sulla stessa strana non proprio facile tutti l'abbiamo percorsa...

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