sabato, settembre 01, 2012

Autunno Caldo - Dov'è il Quarto Stato?

1901 - Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo
(inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori)




Manca poco all'autunno, meteorologicamente in queste giorni ne stiamo assaggiando un po' le premesse. Ma se come stagione l'autunno prevede l'abbassamento delle temperature, temo che socialmente sarà molto caldo. Seppure se ne senta parlare nei telegiornali, si leggano articoli su varie testate giornalistiche e le varie news su mondo del web, ho come la sensazione che neanche quest'estate di vacanze al ribasso ancora abbia aperto gli occhi alla popolazione italiana. Non voglio sembrare delatore o disfattista ma i segnali non mancano per recepire che la situazione non è per nulla rosea ne in via di miglioramento. Siamo una nazione vecchia, e stiamo lasciando anche che la nostra ricchezza fugga dal nostro paese, in silenzio a favore di culture economiche che si stanno preparando a spostare gli equilibri lontano da noi. Sono vago?
Bene per nazione vecchia intendo che con il sistema pensionistico in revisione ogni anno se non ogni semestre rallentano l'uscita dei lavoratori ultra 60enni e impediscono l'inserimento delle forze fresche (notizie di ieri disoccupazione al 34% solo tra i giovani), questo prevede stanchezza e disinteresse da parte del lavoratore, che aspetta solo più di andare via pagato al massimo possibile e non cura gli interessi dell'azienda e dell'economia italiana, lamentandosi di un governo schiavista. Io sono nella generazione di mezzo e sto pagando le pensioni di oggi e non certo la mia pagando i contributi con il mio lavoro che oggi valgono almeno il 35-40% dello stipendio (calcolatelo come volete, ma così è!).
Per quello che riguarda la ricchezza che fugge dal nostro paese invece mi rifaccio alle troppe volte che ho sentito dire dagli stessi extracomunitari e non solo loro, ma anche etnie dell'est (non sono razzista si chiaro) che non sono qui per vivere qui (e sono ancora troppo pochi)  ma che sono in Italia per avere qualche opportunità in più (la maggior parte) ammettono serenamente di prendere buona parte del loro guadagno,onesto, e lo investono nel loro paese e non nel nostro: questo per me è un danno enorme, sono soldi che arricchiscono altre realtà e non quella del mio paese, ritrovandomi tra 10 anni a dover concorrere con aziende che si trovano all'estero più sane e floride di quelle del nostro paese che stanno morendo poco a poco.
Oltre a questo ci volgiamo aggiungere la "Revisione della Spesa Pubblica", la "pressione fiscale" alta e che tenderà a crescere (iva 23% a giugno 2013), e che siamo nel pieno apice delle conseguenze negative dei mercati del lavoro degli ultimi 5 anni di crisi?
Seppure io mi ritenga, per il momento, un privilegiato del lavoro guardo al mio futuro, che non sarà diverso da  quello degli altri, con preoccupazione crescente: non vedo un paese che si sta rimboccando le maniche e si stringe in un coro forte e insormontabile in cui rompe i tavoli di discussione, rivolta i sindacati odierni (svenduti e inflazionati) e scende in piazza davanti al governo e chiede giustizia, norme e azioni concrete per rafforzare lo strato sociale che produce ricchezza e rimpingua le tasche di tutti tranne che le proprie. Non vedo una coesione nel smettere le cattive abitudini sperperando i pochi soldi rimasti per cose superflue. Sarà che sono un romantico e ancora ho ben in mente il dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo che rappresentava il "Quarto Stato" in marcia verso il "Signore delle terre.." per chiedere una trattamento equo.
Noi che stiamo facendo? Apprendiamo le notizie di quanto hanno deciso "gli altri" (stato, sindacati, signori dell'economia) e ci lamentiamo, ma cos'altro facciamo?
Bene io nel mio piccolo andrò a fare i conti di casa come si deve e andrò a togliere tutto quello che riterrò superfluo, non voglio farmi prendere in contropiede e trovarmi con più uscite rispetto alle poche entrate... ma dopo? Ma dopo cosa posso fare? A chi mi affido per avere una rappresentanza verso le istituzioni per chiedere quanto è giusto chiedere? Se ancora non fosse chiaro non confido nei sindacati odierni, troppo addentrati nella politica e troppo coinvolti nelle economie globali, per fare gli interessi della popolazione. In 15 di lavoro e ancora prima( quindi arriviamo a 25 anni) nei quali posso ritenere di comprendere qualcosa di lavoro non ho mai sentito dire: "il governo ha approvato la legge che impone la rivalutazione degli stipendi dei lavoratori in conseguenza del cambio dei valori economici della vita odierna". Gli stipendi non sono cresciuti proporzionalmente a quanto è stata la pressione fiscale e il rincaro della vita: questa sarà la nostra rovina, perché finiti i pochi risparmi rimasti, saremo poveri.
Dunque pur sembrando un menagramo, vi dico che questo autunno sarà caldo e prevedo un forte declino dell'economia con la chiusura di molte realtà economiche entro la fine di quest'anno; l'estate ha già mietuto ma non è ancora finita; a questo si aggiungerà che nel primo semestre del prossimo anno dovremo ancora faticare e non poco visto le drastiche, forse necessarie, azioni che toglieranno soldi dello stato da molte realtà economiche come richiede la tanto declamata e internazionale "spending review": chissà se tutti hanno capito cosa significa e quali ambiti va a toccare? Personalmente spero solo di essere pronto a sopravvivere a quanto succederà nel prossimo e più imminente futuro.

Addendum: a seguito di un unico commento ho provveduto a correggere titolo e didascalia dell'immagine riportandolo il tutto ad una più corretta definizione. Di seguito il commento anonimo, cancellato perché senza firma, che riporta la segnalazione del mio evidente errore nella denominazione del quadro(qualcuno che legge con coscienza c'è!!) 

 Anonimo ha detto...
guarda che il quadro di Pellizza da Volpedo si chiama "Il quarto stato", non il quarto potere.
venerdì, novembre 02, 2012 10:59:00 m.

1 commento:

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