domenica, settembre 09, 2012

Se Non Ti Riguarda...

Che dire... sono rimasto senza parole, o quasi... Per carità sono stato al telefono per oltre 20 minuti per darle sostegno, per cercare di dare un senso a certe emozioni e per affrontare quelle notizie, ma non è facile.
Da sempre mi ritrovo ad ascoltare le emozioni, i pensieri, le paure, le angosce e le ansie degli altri ed ogni volta cerco di trovare le parole giuste per tenere la conversazione nella giusta direzione e nella giusta prospettiva; non mi sento un prete o un profeta o un santone , non ho le risposte giuste, ma ci provo ad alleviare il peso che sento negli altri. Sarà la mia indole protettiva e di ottimista, anche se non si vede mai, con l'aggiunta di una buona dose di razionalità che mi permetto di analizzare con i miei interlocutori del momento le situazioni che mi raccontano. L'educazione che ho ricevuto mi permette anche un livello di riservatezza non indifferente, tale da potermi gestire anche nelle situazioni più impensate. A volte penso che sia facile per me fare, come dico spesso, il fratello maggiore, e comportarmi così da confidente e supporter: in fondo non riguarda me, non mi tocca in prima persona; posso essere più lucido ed oggettivo e non lasciarmi coinvolgere dalle passioni e dalle pulsioni emotive. Ma giornate come questa che stanno diventando un po' troppo frequenti, mi rendo conto che non è così come ho scritto. Mi riguarda, eccome se mi riguarda. Non serve andare a guardare lontano, e molto a vicino a me sono accadute cose di ogni tipo, e involontariamente le ho vissute quasi in prima persona. Sin dai tempi dell'oratorio ero quello che ascoltava le confidenze di amanti tormentati dai loro amori giovanili, delle gelosie, antipatie invidie tra amici e amiche; anche più avanti nelle scuole mi sono ritrovato a sentirmi fare confidenze sulla famiglia o su qualche parente, arrivando sino a oltre la maggiore età in cui ho amato, odiato e vissuto le storie mie e degli altri, ma non mancavano le occasioni in cui mi si veniva a raccontare, sfogare, gridare, piangere il dolore, la sofferenza e la paura che ognuno viveva. 

Oggi è accaduto di nuovo!

Avrei dovuto concentrarmi sul lavoro che mi ero portato a casa, ma ho dovuto prendere tutta la mia esperienza e sostenere chi mi ha chiamato e non di meno sostenere anche me stessp. Ed è così che non sono più riuscito a concentrarmi. E' un bel dire: "non ci pensare vedrai che le cose si sistemano", oppure "tanto noi non possiamo fare nulla se non essere presenti come e quando si riesce", o ancora "non lasciarti sopraffare dall'angoscia o dall'ansia o dalla paura che sia, cerca di di essere positivo"... Anche in questo caso non è toccato a me, ma non è andata per niente lontana. Sono mesi che rimbalzo da un'amicizia a un parente più o meno vicino, a qualcuno conosciuto da qualche mia amicizia per tornare vicino alla famiglia, come 8 anni fa, come 4 anni fa...

Ancora una volta di più cercherò di non dare per scontato che se qualcuno fa vita dissoluta e sempre improntata al divertimento, lo faccia perché è solo superficiale... potrebbe farlo per evadere da una vita meno gioiosa e cercare rifugio nel disimpegno. Già perché non tutti affrontano le brutte notizie e le brutte situazioni allo stesso modo. Per quanto mi riguarda oggi apparentemente ho tenuto botta, ma un dettaglio mi ha spaventato a morte e in pochi millesimi di secondo ho pensato le cose peggiori, ma dovevo stare calmo e dare sostegno alla controparte della telefonata. In parte mi ero già preparato, e mi auguro che molte situazioni si risolvano per il verso giusto, altrimenti dovrò iniziare nuovamente a cercare le vie giuste per raggiungere una delle mie destinazioni. E' facile parlare e dare l'impressione che le soluzioni sono a portata di mano o che sembra un gioco da ragazzi modificare il proprio carattere per far fronte agli imprevisti della vita, ma in realtà siamo bravi a dire e fare così solo perché non ci riguarda... ma a ben vedere ci riguarda sempre, siamo noi che non vogliamo credere che "il male" è sempre troppo vicino a noi... facciamo finta di niente, tanto non è a noi che tocca direttamente... e se così fosse invece? Sapremmo cosa fare e sapremmo ascoltare quello che ci dicono gli altri? Che effetto ci farebbe? Penseremmo a quel punto che parlano facile solo perché non li riguarda?

Io comincio a sentire il peso delle cavolate, la mia vita si sta inspessendo sempre di più e non di facezie, ma di responsabilità dirette e indirette: e pesano. Quindi perdonatemi se non sono stato troppo lineare in questo post, ma i pensieri, tutti, si sono affollati e non riuscivo più a trattenerli e tanto meno a dargli un ordine ben preciso. Son qui a scrivere e ancora sto pensando da che parte cominciare e come fare a trovare soluzione e sollievo per tutti... ma non ho questo potere: già è difficile sostenere se stessi, figuriamoci a sostenere tutti coloro a cui siamo affezionati. Eppure al prossimo sfogo, lo so già, rimetterò la camicia del fratello maggiore e cercherò le parole "salvagente" anche se per pochi istanti, mi auguro avranno quell'effetto. Ma ora non ne ho, quanto meno non ne ho per me e ne conosco anche il motivo: perché mi riguarda! Mi riguarda sempre!

2 commenti:

  1. Posso ammettere candidamente di aver perso il filo?

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  2. Vampirla non c'è problema. Come spesso è accaduto in passato, nella mia scrittura analogica è facile che mi perda il concetto per strada e lo riprenda chissà dove...
    Perdona se non sono di facile lettura, in più di una occasione scrivo di getto per togliermi dei pesi per lo più confusi, dalla mente e dall'anima.
    Grazie comunque di essere passato

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