domenica, novembre 27, 2022

Una Sera a Teatro

immagini prelevate dal web e rielaborate

Un nuova esperienza è stata fatta! Ebbene sì lo ammetto sono stato a teatro seppure io non sia un amante e/o un cultore del teatro. Non sono e non mi sento abbastanza "formato" per apprezzare e comprendere questa forma d'arte che raccoglie in se molte sfumature e molte peculiarità, che a mio modesto parere non trovo in altre tipologie di espressioni artistiche. Per quanto ne possa capire io, non si tratta solo di rappresentare una scena, raccontare una storia o dare una dimostrazione delle abilità interpretative degli attori. E' tutto un insieme che si concentra su un palco e si dilata grazie alla presenza della platea. Dalle rappresentazioni più classiche a quelle più estreme di libera interpretazione ed espressione sono tutte occasione in cui si viene a creare un mondo nuovo, un luogo senza tempo e senza spazio nel quale gli attori e gli spettatori si ritrovano per allineare pensieri, emozioni, sensazioni e stati d'animo; una moltitudine di "energie" umane che vivono per tutta la durata della rappresentazione un momento delle vita lontano e diverso dalla vita di tutti i giorni. Tutto questo da comprendere e goderne per me è molto difficile. La mia natura razionale non mi facilità l'estraniazione della realtà soprattutto quando non ho la giusta contezza del tema della rappresentazione che mi aiuterebbe a coglierne le sfumature.

Grazie all'interessamento di una amica, mi si è prospettata la possibilità di agevolarmi di un biglietto che altrimenti non sarebbe stato utilizzato. Così grazie anche alla curiosità ed allo spirito di sperimentazione, nonostante non ci capisca nulla di teatro, mi sono lasciato accompagnare in questo breve viaggio di circa 90 minuti. In uno dei teatri storici di Torino il Gobetti che si rappresenta un po' come un salotto per pochi intimi, la scenografia scarna è stata sufficiente a dare quella giusta dinamicità ed atmosfera del periodo oggetto della rappresentazione: la vita di Dante Alighieri nell'età comunale che va dal XI secolo al XII secolo dopo Cristo. Il racconto goliardico, giullaresco e vivace, messo in scena da Matthias Martelli, della vita del poeta da una prospettiva diversa dal consueto è stato accompagnato dalle note del violoncello suonato da Lucia Sacerdoni, un equilibrato dualismo che ha restituito una atmosfera magnetica e dinamica come poteva essere quel periodo. Una rappresentazione intensa e ricca di momenti grevi contrapposti e momenti buffi. Un modo di raccontare il divin poeta ed il suo periodo storico che permette a tutti, anche a quelli meno preparati come me, di comprendere il momento storico del dolce stil novo e la natura della Divina Commedia. Non sono ovviamente mancati i riferimenti socio-politici, forse i più difficili da digerire per il sottoscritto, ma che in un certo qual modo rappresentano il perdurare delle ingerenze dei poteri forti e delle lotte sociali alla ricerca di un appannaggio da tali condizioni.

La serata è scivolata via veloce, nonostante lo spessore del tema e del suo contesto, non si può considerare un "mattone", al contrario è sicuramente un momento di evasione e di conforto; un'ora e poco più in cui si viene catapultati in una "Italia" di una vita precedente che non è molto differente da quella di oggi, contesto che personalmente in una certa misura è rinfrancante, perché se alcune cose non sono cambiate, di certo oggi non si muore più così facilmente per qualche "fregola" di qualche signorotto della nobiltà. Un serata piacevole, per la quale devo ringraziare colei che ha lasciato il biglietto libero e colei che mi ha stimolato questa nuova esperienza. Chissà che non ricapiti.

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