mercoledì, giugno 17, 2009

Reiteratamente

Mi sbagliavo, decisamente mi sbagliavo... ho sempre pensato che nella vita prima o poi ci si trova ad un punto in cui si deve crescere, passare dallo stato di eterno ragazzo ad adulto responsabile, ma che fosse uno solo o quanto meno un periodo che arriva per ognuno in momenti diversi. Ed invece? Ed invece mi sbagliavo come non mai, ho sottovalutato la vita e l'esperienza che ho fatto in questi miei 36 anni, illudendomi di aver già incontrato il mio momento, il mio punto di non ritorno passando dalla leggerezza di vivere alle responsabilità della vita; in realtà sto scoprendo o meglio realizzando che quello che ho attraversato è stato solo uno dei primi passi verso la mia maturazione verso l'uomo responsabile che dovrò diventare. Anche nelle sciocchezze più piccole che ho dovuto affrontare oggi stanno tornando a boomerang talune in bene talatre in male, obbligandomi in certi momenti a raggiungere un nuovo livello di consapevolezza o meno di quello che sono: di che uomo sono e di quale ragazzo resto. Mi fa tristezza questa cosa, speravo di aver avuto modo di stabilizzare la mia esistenza in modo tale da goderla al meglio con i nuovi equilibri che avevo trovato, ora al contrario di questo pensiero, rivelatosi solo una vana speranza, sono di nuovo di fronte a una situazione a cui devo far fronte rimettendomi nuovamente in gioco e dovendo fare dei sacrifici che avrei voluto evitare con tutto il cuore, ma che ahimé invece dovrò affrontare a testa alta, con il petto in fuori per non farmi schiacciare da tutta una serie di scelte e sciagurate azioni di altri che mi stanno portando ad un livello dimenticato da 10 anni oramai, ovvero da quando ho iniziato a lavorare: rabbiosamente dovrò fare scelte ciniche, fredde ed impopolari per certi versi, mettendo a rischio anche dei rapporti umani che mi sono costati impegno coltivare, e rinnovare o iniziare, ma cosa altro posso fare? Il ragazzo spensierato da tempo l'ho lasciato nel suo mondo, ora non posso chiedergli di sostituirsi a me e scegliere al mio posto per fuggire quello che reiteratamente mi si riproporrà nella vita. Ma quello che più  mi appesantisce e che come al solito mi ritrovo diciamo solo e non poter avere nessuno a cui confidare o da cui avere un confronto onestamente schietto e disinteressato se non al mio benessere... ma non posso piangere miserie (come dico sempre io agli altri) questa condizione me la sono ricamata da solo, come tutte le volte, non volendo espormi mai al punto di avere dei legami più profondi, ma gestendo tutto a livelli più profondi ma tali da avere qualcuno al mio finaco. Sempre troppo moderato e sempre troppo diffidente.Ora non mi resta altro che rimboccarmi le maniche e cominciare di nuovo dal gradino più basso, e rimettermi all'opera per nobilitarmi al meglio, visto che questo primo tentativo è andato fallito, peregrinamente fallito, miserrimamente fallito... Quando smetterò di reiterare gli stessi errori, mascherandoli solo da geografie ed attori diversi... quando smetterò?

2 commenti:

  1. Ohibò...

    Si cresce giorno per giorno e purtroppo tocca mettersi in gioco continuamente. Tutto scorre.

    Non credo esistano forme d'equilibrio persistente, solo tanti equilibri che trovi giorno dopo giorno. In parte è questo il bello della vita. Per questo dovresti vivertela un po' di più senza pretendere da te cose che non ti servono affatto...

    Un bacio!

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  2. io ho imparato che questo miraggio della crescita in realtà è fallace.

    si cresce e si ritorna indietro a tratti, in momenti diversi. Non c'è una crescita definitiva, ci sono passi avanti ed altri indietro come i gamberi, sacche in cui restiamo ragazzi, altre in cui non lo siamo mai stati. A volte siamo vecchi, nati vecchi, in altre siamo piccoli e abbiamo bisogno di essere presi in braccio. L'unica è accettarsi per accettare gli altri. Dagli errori viene fuori il meglio di noi, e dalle ceneri degli errori rinasciamo come arabe fenici.

    Ed essere moderati e diffidenti..a me pare una qualità.

    Ciao

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