martedì, aprile 24, 2012

Sognando Arale

Dopo un periodo di tormento, comincio a vedere la luce in fondo al tunnel e ne approfitto per lasciare spazio ai sogni ad occhi aperti che qualche volta aiutano a disegnare qualcosa del domani, un po' come mi è successo qualche sera fa. In giro per Roma , mi ritrovo di fronte ad una delle fontane più famose al mondo, e lì tutto sembra iniziare.


Al suono dello scorre dell'acqua della fontana di Trevi mi sono ritrovato catapultato in un mondo che ancora non esiste, un po' come nel cartone animato di Arale, la bambina tutta matta dei cartoon che vive su di un isola tutta strampalata, colorata, ricca di assurdi personaggi. Catapultato in una realtà senza tempo senza spazio. Ero lì a bordo della fontana, ad occhi chiusi ascoltavo il rumore dello scrosciare dell'acqua, accompagnato dalla voce di una ragazza, poco distante da me, che pian piano si trasforma in quella Arale, che attraversa la mie orecchie mescolandosi al suono dell'acqua trasportandomi altrove. Come una nuvola sospinta dal vento mi sollevo e seguo quella voce che calda e calma mi dice di essere pesce ed io lo divento, mi lascio portare dalla corrente delle parole che delicatamente mi catapultano in una realtà dove nulla è più come prima, dove i problemi hanno sempre una soluzione, dove non manca una abbraccio o una parola di conforto che ti sollevano dalla mestizia. Le tossine della mente mano a mano sbiadiscono e lasciano spazio solo al torpore di una realtà che mi si stringe addosso e mi si infila sotto la pelle. Forse una nuova droga si impossesserà di me, ma credo che non sia per niente nuova, bensì al contrario una delle più antiche e potenti. Si perché una volta che la provi quella non la molli più, ne senti sempre il bisogno e se ti manca ci stai male, ma ora è tutta per me quella sensazione che ti si impregna addosso. Come la luce in fondo al tunnel ti fa trovare le energie per arrivare fuori, così questa cosa, ti carica, ti energizza e non puoi esimerti dal farti riempire. Il futuro è questo! Drogarsi di quello che ti fa rialzare la testa ogni volta, che ti fa scoprire ogni cosa come fosse nuova e vista per la prima volta. Questa è lei. La mia nuova droga, capace di esaltare l'immaginazione e di stupirsi piacevolmente di ogni cosa, di appassionarsi a tutto quello che non si conosce e se lo si conosce scoprirlo attraverso gli occhi di altri. Bel mondo questo di Arale che con la sua ingenua e stupefacente innocenza affronta qualsiasi cosa ma non le manca la forza di difendersi dalle intrusioni di quanto invece vorrebbe ingrigire tutto quanto. Il sogno si interrompe. Ma basta poco perché riprenda senza preavviso grazie ad uno dei gesti che spesso non si considerano più (quanto tempo da quando ho tenuto la mano di un altra persona), e così il sogno ricomincia e più colorato di prima mi scalda dentro, tanto non sopportare quasi tanto calore, ma non voglio smettere di appagare la mia fame di benessere, e prendo questa droga nella mano, la stringo tanto basta per farmi permeare sino al midollo: per troppo tempo sono stato senza questa adrenalina in corpo, ed ora voglio tenerla tutta per me. Si sono geloso, questa dopamina deve essere solo mia!

Ahimè anche questo sogno sfuma riportandomi alla realtà, ma come per gli altri lascia un segno indelebile e qualche nuova consapevolezza per il futuro. In fondo lasciare che l'immaginazione ci pervada non nuoce più di tanto, basta tornare di tanto in tanto al mondo reale a vedere se è migliorato.

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