giovedì, aprile 23, 2009

La Bambina - Latifa o Laila

Lui U.come tutti i giorni ad una certa ora spegne i suoi computer, un PC ed un MAc, e comincia a fare ordine sulla scrivania: i fogli volanti riposti nel cassettino porta posta che contiene tutto e niente, tutto verrà ricontrollato a dovere l'indomani. Riprende la batteria del MAc e la rimette nel  portatile, mentre il PC installa gli ultimi aggiornamenti prima di spegnersi. Raccoglie il filo dell’alimentatore e lo infila nella borsa insieme al micro mouse avuto in regalo ad una presentazione di un cliente. Il PC si è finalmente spento, quindi ora può staccare cavo di rete e alimentatore, reinserire la batteria, staccare il mouse e riporre il portatile nel solito armadietto che poi chiede a chiave, mentre il MAC appena spento lo prende e lo mette in borsa per portarselo a casa, in caso sia necessario un intervento notturno da casa. Prende la sua giacca e si porta al di là del muro dis epurazione per salutare tutti per poi voltarsi, recuperare la borsa ed uscire, e come capita altre volte, si ritrova con altri colleghi che escono a quell’ora. Due chiacchiere come sempre sulla giornata di lavoro, e sui progetti della serata e ci si ritrova in strada. Lui e F. a parlare del fine settimana lavorativo che aspetta F e del caos creato dalla riorganizzazione aziendale.
In quel momento alle spalle di F compare una bambina! Cammina da sola con il suo zaino sulle spalle, lei non avrà più di 4 anni alta neanche un metro, non arriva al ginocchio di U. minuta capelli castano scuro lunghi sino alle spalle, una magliettina a strisce colorate con sopra un golfino smanicato con scollo a v e pantaloncini che arrivano appena sotto il ginocchio lasciando così vedere le calzette colorate sempre strisce; se ne andava a spasso da sola guadando tutti quelli che incontrava, compresi U. e F. facendo un mezzo sorriso con la bocca e con gli occhietti scuri coperti da occhiali troppo grandi per lei forse, e se ne riparte per il suo cammino barcollando sotto il peso dello zaino di scuola che sembra pesare più di lei. U. e F. si guardano in faccia ed U. esclama: “…e questa da sola ove se ne va?”. Nel contempo che la bambina li supera, passa un camper vecchio e scassato con due persone a bordo di carnagione scura, che guardano la bambina, rallentano e poi iniziano l’inversione di marcia. F. chiede a U. “Seguila va’ , che è meglio” in fondo da buon padre di famiglia F. si preoccupa per tutti i bambini ed U. non se lo fa ripetere, senza parlarsi in piena sintonia neanche finiscono il discorso, un saluto veloce e U. si mette a seguire la bambina guardando il camper sgangherato cosa fa, non perdendo di vista la bambina che trotterella verso una coppia di vecchietti poco più avanti. U. spera la prendano per mano così almeno tutto diventa più tranquillo dove probabilmente la piccola era solo rimasta un po’ indietro… ed invece no, stessa scena come con U. e F. la bimba si ferma li guarda, mezzo sorriso e poi riprende a camminare; “mannaggia con chi sta la bimba allora?” si domanda U. Nel frattempo il camper ha proseguito ed ha tirato diritto, scampato pericolo di rapimento di minore, almeno questa è passata, intanto U. con le sue lunghe gambe oramai ha quasi raggiunto la bimba prima che svolti l’angolo, mentre passa a fianco alla coppia di vecchietti chiede “E’ con voi la bambina?”, ma loro cadono dalle nuvole, e nel frattempo all’angolo una donna di origine nordafricana ha lo stesso trattamento dalla bimba ed U. raggiuntele entrambe ormai fa la stessa domanda alla donna, ma la donna parla con la bimba con una lingua che U. non comprende e così si rende conto che anche la bambina non è di famiglia italiana.
La donna smesso di parlare con la bimba parla con U. spiegando che la bimba è sola e la madre è al supermercato e che le ha detto di andare a fare un giro…  U. è perplesso e dubbioso oltre che sospettoso. La donna intima alla bimba di non muoversi, e la piccola resta ferma dov’è ed U. la guarda pensando cosa fare; alla fine chiede alla bimba se vuole tornare dalla mamma e la bimba annuisce, allora U. chiede alla donna se vuole accompagnarla lei o se deve farlo lui, ma lei fa finta di non capire, quindi U. chiede “ma quale supermercato qui ce ne sono due quello a sinistra o quello a destra?” e la donna dice quello a sinistra, guarda caso da dove arrivava la bambina, allora U. ciede alla bimba: “vuoi che ti accompagno io dalla mamma?” La bimba annuisce ed U. la prende per mano e rivolgendosi alla donna, “l’accompagno i allora? Non so nemmeno se la madre parla italiano, non vorrei…” non terminando la frase lasciando intendere che non vorrebbe essere fuori luogo o incomodo altrimenti va a finire che si fraintende tutto, ma la donna lì all’angolo fa spallucce, U. non perde tempo e prende la bimba per mano e si incammina verso il supermercato di sinistra. Appena lasciato il gruppetto che si era formato all’angolo della strada con la coppia di vecchietti e la donna che aspettava non si sa cosa, U. chiama F. al telefono per aggiornarlo almeno ha copertura, considerato che sta accompagnando una piccola oltretutto marocchina, non si sa mai cosa possa succedere. Fortunatamente la bimba parla e capisce l’italiano, ed U. facendole qualche domandina per sapere come si chiama e la bimba sommessamente risponde qualcosa come Latifa o Laila che è tutto il giorno che sono in giro lei e la madre, prima per andare a prendere il fratellino e portarlo a casa, passando per i giardini dove si sono fermate per fare merenda. Accompagnato il figlio di 3 anni a casa lei e la madre si sono dirette al supermercato dove la bimba pare essere stata lasciata in libertà; nel frattempo arrivano al supermercato che era a poco più di un centinaio di metri, entrano e U. lascia la mano della piccola e la segue per vedere a quale donna va in contro, e fortunatamente è una delle prime che gli si para davanti… subito la madre non se ne accorge quindi la bimba la chiama e lei allora la prende al suo fianco e le toglie lo zaino, semi stupita della presenza della piccola, intanto U. si avvicina alla donna e le dice, che si scusa, e che forse non dovrebbe intromettersi nella gestione della bambina, ma che l’ha trovata che andava a spasso per il marciapiede da sola allontanandosi dal supermercato, e che riteneva non fosse una buona cosa e quindi gliel’ha riportata. La donna si agita un po’ forse più per la notizia/spavento, ma cerca di scusarsi per l’accaduto, ringrazia un po’ confusa, spiegando che l’aveva lasciata alle casse per fare più velocemente la spesa per poi riprenderla a spesa fatta. U. sorride non commenta quello che sente, chiede ancora scusa dell’intromissione ma non voleva che la piccola andasse in giro da sola, saluta e si allontana, nel contempo la donna che era all’angolo era arrivata al supermercato e si accosta alla madre della bimba, e mentre U. sta uscendo con la coda dell’occhio le vede che parlano sommessamente ed ovviamente nella loro lingua e che indicano con lo sguardo proprio lui, ma U. non si ferma ed esce dal supermercato e si dirige alla sua auto chiedendosi se avesse fatto bene, sperando che le due donne non si facessero strane idee…o se ancor peggio si era messo in mezzo a chissà quale storia malata, restava però ancora incomprensibile come avessero lasciato la piccola incontrollata. Tornato alla sua auto, mentre prende la direzione di casa costeggia lo stesso marciapiede scena dell’accaduto e vede la donna dell’angolo che lentamente ritorna dal supermercato diretta al suo angolo, le domande che U. si fa sono molto ma soprattutto si augura che la piccola Latifa  o Laila non venga rimproverata troppo e che abbia buona sorte
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2 commenti:

  1. Sì, non si può che augurarle buona sorte!!!

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  2. E' COME DICO SEMPRE IO AG OGNI COSA C'E' SEMPRE UN PERCHE' CIAO u STELLA

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