martedì, marzo 09, 2010

La Forza Del Branco

In altre sedi è stato scritto della subliminazione, ma una concetto non è stato espresso ovvero quella del titolo di questo post. Che sia chiaro non è da intendersi come avvaloramento del condizionamento negativo, bensì come rimedio, o meglio come arma, verso la normalizzazione e la globalizzazione. La forza del branco sta nella comunione delle forze, delle idee, della condivisione delle potenzialità migliorative e di resistenza a quanto ci si contrappone. Ognuno nella propria vita affronta difficoltà e dispiaceri, ed è in questi frangenti che occorre affidarsi al gruppo, ma con le debite cautele e attenzioni, ovvero non come solitamente accade nel confidarsi o cercare conforto nelle amicizie o nella famiglia tanto per non sentirsi soli, bensì fortificando i legami con le persone che sappiamo e sentiamo essere unite da un filo nei nostri confronti. Dobbiamo trovare la forza di prendere le energie da quelle persone che sappiamo fidate e che mai chiederanno nulla in cambio, perché consapevoli del loro ruolo. I branchi che possono essere riconoscibili e certamente validi sono quelli della famiglia o quelli che si avvicinano al concetto di "squadra" dove tutti contribuiscono con le proprie doti a superare gli ostacoli e raggiungere il comune obbiettivo del benessere del gruppo. In questa epoca che stiamo vivendo, troppi sono gli sprechi di energie verso individui o gruppi di individui che ci assorbono negativamente le energie perché troppo volti a condurre un'esistenza che non si sa mai quanto valore abbia alla resa dei conti. Aspetti egoistici, di convenienza, di arrivismo, di dissoluzione sono quelli che conducono oggi all'esistenza consumistica e di rivalsa di casta che tentano di inculcarci con ogni mezzo: i valori morali, etici e di dignità del singolo sono soppiantati dall'apparire ed essere non da meno di altri, quando invece sarebbe opportuno tornare ai sani insegnamenti dei nostri nonni, dove esistevano regole di vite, che per quanto semplici, avevano una forza e permettevano una sicurezza che oggi troppo spesso vengono a mancare, fatta eccezione di alcune sporadiche realtà. L'unione è data dall'assembramento e non dalla condivisione e disponibilità, i traguardi sono raggiunti con mezzi iniqui mentre un tempo erano raggiunti con l'impegno e il supporto, le richieste sono arroganti e irragionevolmente egoistiche, mentre negli anni passati erano dettate dalle necessità e dal buon senso.
Ritengo che oramai la socialità sia maldestramente condotto per mano da una serie di aspettative che vengono inculcate a suon di mezzi mediatici nella cultura di ognuno di noi, allontanandoci così dai saggi insegnamenti dei nostri predecessori; pochi sono i coraggiosi che coltivano valori antichi ma forti, alla lunga si percepirà che sarà d'obbligo fare dei passi indietro e ritrovare quella serenità di essere umili e uniti prima di soccombere alla globalizzazione di massa in ogni ambito di vita. Fortemente ogni giorno sarà necessario prendere posizione prima da soli e poi pian piano con gli altri, perché il branco una volta compatto e solidale non ha rivali, pur correndo il rischio di essere delle note stonate, il branco non temerà nulla. Ovviamente non è la soluzione dei mali ma certamente aiuta a convivere meglio con quanto la vita ci ripropone noiosamente. Le sofferenze saranno supportate e alleviate, le gioie amplificate e vividamente vissute, le difficoltà saranno sormontate con il minimo sforzo grazie al supporto ed alla spinta del gruppo. Esistereanno migliaia di libri e testi di sociologia che insegneranno a sopravvivere in questa vita del terzo millenio, ma il sapere degli antichi sono ancora i più validi perché nato dall'esperienza della vita vissuta. Tutti dovrebbero leggere l'arte della guerra, una libro che parla di tattiche belliche, ma che nasce dalle considerazioni dell'esperienza della vita vissuta, le tattiche belliche non sono altro che le azioni che ognuno di noi può intraprendere nella propria vita quotidiana ed anche in nel libro è palesata la forza del gruppo ben gestito dal suo comandante, ma non è il solo libro che parla del gruppo, nei tempi moderni possiamo trovare l'arte del negoziato, in cui è palesato che il conflitto non è necessario se si conduce la controparte a gestire il contenzioso con lo stesso metodo, ovvero unione di intenti pur per contrapposte necessità. Se la subliminizazione mediatica ci bombarda, semplicemente sarà sufficiente lasciarsi bombardare senza prestarle attenzione, trovando nel confronto all'interno del gruppo quali invece possono essere le migliori scelte per il singolo ma anche per il gruppo stesso.
In definitiva occorre avere il coraggio di fare un passo verso qualcuno per trovare l'unione, confidare nelle persone nei valori che possono esprimere, e cominciare a sminuire la simbologia globalizzata e avvalorare di più l'unicità dei singoli e creare dei gruppi amalgamati di mutiesperienze vissute e non favoleggiate! Il branco è un'opportunità per rafforzare anche il singolo che cresce in proporizione al crescere del gruppo! Un tempo bastava un fiasco di vino, un salame e un po' di pane per socializzare oggi?

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