Ogni volta che il tempo lo permette guardo le alpi che circondano la citta di Torino e sono impressionanti quanto sono enormi ed estese, e mi fanno un'invida enorme. Sono lì da millenni forse e non sono cambiate se non di poco per quanto gli agenti atmosferici possano aver fatto in così tanto tempo. Sono lì che si alzano e si abbassano continuamente girando intorno alla città, abbracciandola e raccogliendola sotto le sue pendici. Ci sono valli, torrenti, fiumi, alberi, pietre, ghiaccio e neve... al cambiare della stagione cambiano vestito, ma sono sempre le stesse, sempre lì, forti, immobili. Sono una garanzia ed a me danno un gran senso di pace e di saggezza. Potessero parlare potrebbero forse raccontare chissà quante storie, sanno già che loro restano mentre noi passiamo in istante in confronto. Vorrei essere come il Monviso che spicca su tutte le altre cime, le sovrasta ma come un padre sovrasta la famiglia, le osserva e le protegge. Vorrei essere una montagna per poter tenere botta alla vita e restare lì a vedere come va a finire, essere spettatore degli accadimenti e sapere già che comunque vada, tutto scorre e tutto passa lasciando più o meno il segno, ma quasi indolore: segni della memoria...
Ed invece sono qui a dannarmi la vita per un'istante nella storia eterna, per non so bene quale diavolo di motivo per questo amo le montagne che mi circoda(va)no, perchè a guardarle dimentico la dannazione di tutti i giorni e mi sento in pace con ogni cosa. Per questo motivo ambisco alla loro solidità, perché mi permetterebbe di vivere con meno astio e con meno sconforto, invidio quella silente pacatezza dei monti nonostante siano sferzati dagli eventi atmosferici, restano lì a sopportare ogni cosa, quasi indifferenti e certametne silenti.
Vorrei essere come le montagne del "mio paese", forse sarei più felice con me stesso e con gli altri!
mr.zugo
Ho commentato il tuo post precedente ... che zucca!!!
RispondiEliminaScusa, allora:
caro Zugo mi rispecchio in pieno in questo tuo ultimo post...in ogni minima parola ...
Siamo stranieri in terra straniera, ma la vita tuttavia con la sua forza dirompente ci esorta ad andare avanti ed a trovare una speranza dentro di noi.
Oggi andrò al Monte dei Cappuccini, luogo in cui si può ammirare quanto hai descritto e penserò a te.
Ti saluto con una poesia giapponese:
Grandi le montagne ed i mari
piccola la vita dell'uomo
Pur piccola è sempre la nostra, caro amico...
RispondiEliminaProvo la stessa cosa per quegli alberi centenari nascosti nelle foreste più estese. Certe volte li invidio. Poter osservare la vita senza muoversi ed essere vivi allo stesso tempo. Cambiare, crescere, fare semi, sentire pioggia e vento e neve, e sole.
Invece...
E questa mia terra, a volte, mi sta un po' troppo stretta addosso, ultimamente.
RispondiEliminaAMANTEDELCOMONACO si siamo piccoli in confronto alla natura, dovremmo saperla rispettare ed ispirarci ad essa... anche nell'antichità veniva festeggiata e rispettata, forse dovremmo riperccorre quei passi per vivere meglio, chissà!
PaolaClara non importa che siano montagne o alberi secolari, importa comprendere che siamo ben poca cosa a cofronto, ma non per questo demoralizzarci.
SemrpeAcucheta non solo siamo la montagna di noi stessi, ma anche il mare, il cielo, il sole e perché no anche la luna; ci preoccupiamo troppo di cose senza troppo valore e dimintichiamo di coltivare il nostro spirito!
RispondiEliminaIo mi sento molto meglio sapendo che son niente in confronto a tutto ciò che ho intorno. Sono i momenti in cui sono felice davvero.